Anime & Manga > Bungou Stray Dogs
Segui la storia  |       
Autore: Vera_D_Winters    12/03/2018    0 recensioni
Questa storia partecipa al "Playing with magic" a cura di Fanwriter.it!
Mi sono riproposta di fare una raccolta di one shot tempo permettendo, utilizzando i prompt suggeriti da Fanwriter.it
E' la mia prima storia in questo fandom, siate clementi
Primo prompt:
4. A e B sono amici da sempre, ma vengono smistati in casate diverse e si allontano, complici anche i nuovi compagni e la competitività.
Personaggi protagonisti: Dazai e Chuuya
Parole: 1120
Secondo prompt:
21. Durante il Ballo del Ceppo, A frega B al suo cavaliere/dama.
Personaggi protagonisti: Oda, Ranpo e Akiko
Parole 1007
Terzo prompt:
10. Durante la partita di Quidditch A si fa male e B gli è subito al fianco, non prestando attenzione agli altri.
Personaggi protagonisti: Akutagawa e Atsuhi
Parole 1200
Quarto prompt:
Notte prima dei M.A.G.O
Personaggio protagonista: Odasaku
Parole 1000
Quinto e ultimo prompt:
41. A e B vengono sgamati quando si presentano in Sala Grande con le cravatte invertite
Personaggi protagonisti: Dazai e Chuuya
Parole 1136
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Chuuya Nakahara, Doppo Kunikida, Osamu Dazai, Ryuunosuke Akutagawa, Sakunosuke Oda
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non poteva credere che quel giorno fosse davvero giunto.
Sette anni erano trascorsi, il cerchio si era chiuso, ed un nuovo inizio si affacciava su quell'alba che stava per sorgere.
Odasaku, brillante Grifondoro, campione di Hogwarts nella fatidica edizione del Torneo Tre Maghi di due anni prima, futuro Auror dal talento incredibile, era giunto alla fine del suo percorso scolastico. L'esame più importante di tutti lo attendeva l'indomani, e l'agitazione lo stava tenendo sveglio.
Dopo essersi girato e rigirato nel letto senza requie, aveva deciso di sgattaiolare fuori dal dormitorio e calmare i nervi passeggiando senza meta, nonostante il regolamento vietasse di girare per i corridoi dopo cena. Aveva incrociato alcuni compagni nella Sala Comune, intenti a dannarsi l'anima con l'ultimo disperato ripasso generale, aveva salutato al Signora Grassa con un occhiolino galante per comprare come sempre il suo silenzio, e con passo felpato e attento si era mescolato all'oscurità dei corridoi, godendosi il silenzio della notte, gli scricchioli del legno antico che permeava le scale e le porte delle aule, l'odore delle poche e fioche lampade ad olio che illuminavano alcuni punti della scuola, ed infine era uscito nel grande parco, camminando per i prati fino a raggiungere la riva del Lago Nero, baciato dalla luna e dal lieve brillare dell'immensità delle stelle che ricoprivano il manto scuro di quella notte di primavera.
Fu con un lento sospiro che si lasciò cadere schiena a terra, lo sguardo profondo puntato proprio su quel cielo lontano, le braccia intrecciate dietro il capo e le caviglie incrociate.
Decisamente il suo io esteriore appariva molto più serafico di quanto in realtà non fosse dentro di sè, tuttavia l'aria aperta era realmente riuscita seppure per poco a calmare il suo animo.
L'agitazione ad ogni modo non era l'unico sentimento a permeare il cuore del rosso, anzi, quella era solo una piccola parte dell'intera medaglia. Ciò che davvero impediva al giovane di riposare come avrebbe dovuto quella notte era la nostalgia inesorabile che gli aveva attanagliato la bocca dello stomaco. Un sentimento dolce e amaro al tempo stesso, capace di fargli pizzicare gli angoli degli occhi leggermente lucidi e umidi.
Era elettrizzato all'idea di lanciarsi verso il proprio futuro, certo. Non vedeva l'ora di divenire Auror, e fare così realmente qualcosa di buono per il mondo, e tuttavia la prospettiva di lasciare la scuola lasciava in lui un senso di ineluttabile fine. 
Hogwarts era stata casa sua per ben sette lunghi anni.
Era stato teatro di gioia, di tristezza, di paura, delle prime cotte, dei primi errori, delle amicizie divenute inscindibili, di ricordi indelebili e incancellabili.
La spensieratezza dei primi anni tra calderoni esplosi durante l'ora di pozioni e i compiti dimenticati o finiti nel camino per sbaglio, il primo volo su una scopa, lo smistamento, il primo Halloween, la prima lezione di Cura delle creature magiche in cui era stato morso da una mandragola.
Ed ancora gli incantesimi sbagliati, la torre di Astronomia, divenuta ben presto il suo luogo preferito, le punizioni con la professoressa McGrannit, le corse tra una lezione e l'altra nei corridoi affollati, l'addormentarsi in biblioteca con la faccia sopra i libri impolverati e dalle pagine ingiallite dal tempo, la nomina a prefetto.
Come dimenticarsi poi del Torneo Tre Maghi? L'emozione di essere estratto dal Calice di Fuoco, l'adrenalina della prima prova, quando per la prima volta in vita sua si era trovato davanti ad un vero drago a dimensione naturale, il Ballo del Ceppo, il labirinto, l'incoronazione a Campione, la cotta stratosferica per la concorrente di Durmstrang che lo aveva lasciato con un bacio sulle labbra al sapore di neve e biancospino.
Come poteva chiudere davvero con quel capitolo così vasto della sua vita?
Hogwarts gli sarebbe mancata da morire ed era certo che una volta finiti gli esami, quando fosse giunto davvero il momento di lasciare tutto, una parte di lui sarebbe sempre rimasta a vagare per quei prati infiniti e per quelle torri che si stagliavano fin quasi a sfiorare il cielo. Ed una parte di quei luoghi sarebbe rimasta altrettanto dentro di lui per sempre, nonostante l'addio imminente.
Un nuovo sospiro abbandonò le labbra del giovane studente dell'ultimo anno, questa volta con un po' meno cupezza ed un po' meno rassegnazione. Anzi. Un leggerissimo sorriso gli increspò le labbra dopo che gli ultimi divertenti ricordi gli avevano acceso la mente, allentando così la morsa che gli aveva stretto lo stomaco fino a qualche secondo prima.
E rimase ancora un po' a canticchiare a bassa voce una serenata alla luna, chiedendole di portargli un po' di fortuna per l'esame del giorno seguente, ringraziandola poi per aver vegliato su di lui in quegli anni scalmanati.
Riuscì persino ad assopirsi a tratti, nonostante l'umidità portata dal lago ed il prato bagnato di rugiada sotto la propria schiena.
Ed il cielo si stava già tingendo dei colori dell'aurora quando si decise a ripercorrere quei passi che lo avrebbero ricondotto al castello.
Era pronto? Per l'esame assolutamente si, per chiudere quel capitolo decisamente meno.
E tuttavia bastava pensare che non era davvero la fine, ma solo un nuovo inizio, e così il buon umore un poco tornava.
Dopotutto il rosso sapeva guardare con fiducia alla vita, con ottimismo, sapeva sempre cogliere il lato migliore di ogni attimo, e non sarebbe cambiato.
Fu con quella convinzione che varcò la soglia, stiracchiandosi come un gatto dopo un pisolino, ed avanzando nel grande atrio che cominciava ad illuminarsi con i raggi del sole che penetravano le vetrate immense, regalando giochi davvero magici al pavimento in marmo e alle clessidre che segnavano i punti delle quattro Case, le quali sovrastavano la parte più vicina all'entrata della Sala Grande.
Inevitabilmente lo sguardo di Oda si posò sulla clessidra dai rubini scarlatti, ed il suo petto si gonfiò d'orgoglio nel vedere che ancora una volta la sua casata era avanti alle altre. Questa volta un vero largo sorriso gli si aprì sul volto, cancellando persino le occhiaie della notte insonne.
Furono però dei passi in lontananza a prendersi l'attenzione dello studente, che ricordandosi del fatto che lui teoricamente non avrebbe dovuto trovarsi lì, si apprestò a correre via diretto verso il proprio dormitorio.
E mentre correva a perdifiato lungo quelle scale a cui ogni tanto piaceva cambiare, incitato dai ritratti che seguivano le sue gesta, una risata spontanea gli percorse il petto e si librò nell'aria, accompagnandolo in quei passi veloci.
Fu liberatorio e lo fece sentire di nuovo il bambino che all'età di undici anni era giunto in quella scuola, alto come un soldo di cacio e impaurito dalla vastità di quel mondo sconosciuto.
Fu liberatorio, fu bellissimo, e rasserenò il suo cuore.
E quella era la vera magia di Hogwarts: la capacità di essere una casa sicura, che tale sarebbe rimasta anche una volta lontano da quelle mura di pietra, poichè casa era il luogo in cui il cuore abitava.
Ed il cuore di Oda sarebbe rimasto lì per sempre.

// Spazio autrice
Questa storia mi ha soddisfatto molto più della precedente, e si prende la prima posizione insieme a quella sul ballo del ceppo.
Spero possa piacervi ed emozionarvi, tanto quanto è successo a me mentre la scrivevo.
Tanto love for Oda a cui spero di aver reso giustizia.
E grazie a chiunque abbia letto fino a qui <3
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bungou Stray Dogs / Vai alla pagina dell'autore: Vera_D_Winters