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Autore: Valzar    18/03/2018    1 recensioni
ho temuto di perdere così tanto amore
mai in vano però
l'ho adagiato nel flusso coerente
flusso creativo del cosciente
nel tendere dell'albero da un lato
pittosto che da un altro
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I
Leggerezza
(quella accumulata  in questi mesi di immobilità del cuore. )
 
Vorrei essere una montagna per essere più vicina al cielo
quando sento d'esser montagna i miei muscoli si rinforzano
la mia mente diventa trasparente e verde
 come una bottiglia d'acqua in vetro.
Sono un ruscello che scorre imperterrito
si scontra contro le roccie della propria conformazione
e sgorga sangue naturalmente
sanguino come fanno le foreste, come fanno i mari, tutte le creature esistenti.
Sono io stessa un petalo rosso solitario nata probabilmente dopo il risveglio da un sogno.
Nell'incessante accrescere del frastuono mentale
è proprio questo  caos in grado di generare
nuove parole
apprendendole dalla stessa carta
impregnata di cosciente saggezza
di fissarle lungamente nelle strutture psichiche
aprire le  porte e  le finestre di questo mondo
nel vento primaverile che smuove le tende bianchissime
e disvela la presenza del mare più limpido e splendente
in grado di sigillare  tutti i sentieri nelle infinità del cuore.
 
 
II

Non ti conosco
io ti ignoro.
Sembra così bello all'apparire
ed improvvisamente temo tu possa farmi soffrire.
Ti ho desiderato un giorno e poi
l'inconsistenza, l'incapacità
di dare a se stessi una forma,
di rendere reali le pure immaginazioni.
Sembra un incubo distopico
l'essere incapaci d'amore.
Sembri  guerriero
e poi mi abbandoni sulla banchina
con il  mare in tempesta.
Danzo per la bambina affamata  che son stata
danzo per la sua famelica voracia,
all'amore che ho imparato
e a quello che ho riggettato.
Ne ho sprecato sai?
ho temuto di perdere così tanto amore
mai in vano però
l'ho adagiato nel flusso coerente
flusso creativo del cosciente
nel tendere dell'albero da un lato
pittosto che da un altro
Allo stesso modo ho generato nuove forme d'amare
accarezzato la fronte di Chiara
facendo scorrere il movimento
dell'onda dalla mia pancia sino all'apice della nostre   teste.
L' immobilità del cuore
non è stato un errore
se imparare a star fermi
può significare
profondo cambiamento.
L'immobilità del cuore è
come il blocco dello scrittore
se esso non fosse arrivato
io non mi sarei accorta che
un bel giorno nuovamente
avrei avuto qualcosa di cui scrivere
e che se non avessi  scritto
sarebbe andato perduto
ed avrei annegato
una creatura fatta d'emozione
 significante e significato
Fatta della stessa matrice del mondo delle idee
della stessa matrice di cui è ogni cosa.
 
L'immobilità del cuore
è sapere quando fermarsi
sapere ricominciare
fluire senza attaccarsi
 a questi esseri
fatti di carne e carta
perchè fatti di parole
molto spesso inconsistenti
come  pensieri,
 individui eterei come nuvole.
Badare all'orologio del tempo
che definisce cosa amiamo
da quello che svanisce
dietro il riflesso di un arcobaleno
Amare il temporale
perchè nel suo splendore
acqueo ci mostra che
essere acqua ci rende vivi.
Nulla è dunque immobile
quando sei il movimento
e la pioggia ti cade addosso
mentre pensi
alla persona amata
e ne gioisci, te ne commuovi.
Nulla è dunque immobile
mentre passeggiamo
nelle nostre menti
in spiagge affollate di gente
corpi ed anime
e cerchiamo qualcuno che
possa assomigliarci
o semplicemente abbracciarci
prestando attenzione a farsi si
che in quell'abbraccio vi sia spazio
per la comodità d'entrambi.
 
In questo paradiso tropicale che è il mondo
dondolarsi  sulla sdraio di dio
con un whisky in mano
credendo di aver già capito o di aver imparato
quando si ha solo fatto un nuovo passo
verso quella finestra a cielo aperto,
sul quell' enorme terrazza che è l'esistenza.
   
 
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