Videogiochi > Resident Evil
Segui la storia  |       
Autore: Nocturnia    20/03/2018    2 recensioni
Animali, bestie, uomini: null'altro che maschere e teatranti che si dimenano su questo palcoscenico che la voce chiama vita.
Il velo viene sollevato - li spoglia, nudi dinnanzi uno spettatore il cui nome è destino.
Insieme si gettano nell'abbagliante luce della tragedia.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield, Excella Gionne
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Withering bones'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rivelazioni Capitolo 6 - Rivelazioni.


La verità è una malattia.
La verità è incurabile, e infetta ogni cosa.
La verità fa male - incatena, distrugge, squarcia e libera.
La verità è quel mostro che guardi negli occhi mentre ti uccide - di cui t'innamori anche mentre ti toglie tutto.
Annusa l'aria il Cane a tre teste, percepisce la tempesta arrivare - a portarla uno Scorpione il cui silenzio è stato la sua arma migliore.
Guaisce, il Cane a tre teste, ma nessuno lo ascolta.
Troppo impegnato il Serpente a combattere il destino che lui stesso si è costruito, troppo lontano il Falco per scorgere il pericolo.
Il Cane a tre teste abbaia, si dimena, fiuta - ringhia, ma è troppo tardi.
Lo Scorpione ha già estratto la sua cuspide e punge.


Excella gli scivola vicino, chiede le sue attenzioni.
Regina della polvere, Excella conserva ancora una certa timidezza quando lo tocca, un qualcosa che ogni altro uomo troverebbe interessante.
Blandisce con la punta delle dita l'ombelico, scende - e compie sempre lo stesso gesto; lo sfiora con l'indice, il pollice: si ritrae poi, incerta.
Wesker le stringe il polso, la invita a continuare - si reclina tra i cuscini, spinge i fianchi contro la sua mano.
Vorrebbe, Excella.
Vorrebbe che la prendesse e le schiudesse le cosce e affondasse e...

No.

Albert chiude gli occhi, la immagina.

Lei, morta. Lei, senza vita. Lei, un bellissimo fiore reciso.

Wesker viene, non concede nulla a Excella - niente, se non un orgasmo umido e appiccicoso tra le dita, sulla pelle.
Excella, regina di un mondo già in macerie, si chiede cosa ci sia di sbagliato in lei e ingoia la propria tristezza.


Un vecchio, nulla più.
Tutto quello che rimane di Spencer e delle sue memorie.
Carla vibra al suo fianco, eccitata.
"Te l'avevo detto che l'avrei trovato." e gli stringe il braccio, un respiro avido lungo il collo.
Simmons fissa Patrick, inclina il viso nella sua direzione.
"Sei conciato male, vecchio." l'apostrofa, e riceve in cambio un'occhiata iniettata di sangue.
"La miseria, mio signore."
"Pensavo che il servo personale di Spencer avesse avuto una buonuscita migliore."
"Non quando si è costretti a fuggire, mio signore."
Simmons lo studia mentre si porta alla bocca un altro cucchiaio di zuppa, le guance scavate, una piaga infetta alla caviglia.
"E da cosa saresti fuggito?"
Patrick gli rivolge uno sguardo sfuggente, spaventato.
"Non posso dirvelo."
Simmons si siede davanti a lui, gli allunga il vassoio con sopra il pane.
"Certo che puoi, Patrick; sono qui per questo."
S'inclina verso di lui, si trattiene dall'arricciare al naso all'odore nauseabondo della sporcizia che gli incrosta i vestiti.
"Vedi, mia moglie ha una teoria; che il re e sua sorella abbiano una relazione."
Patrick deglutisce, si pulisce la bocca con un garbo che non passa inosservato a Derek.
"Voglio solo sapere se c'è del vero nelle sue parole, o sono solo i pensieri di una donna ossessionata."
Carla si torce le mani tra di loro, inquieta.
Patrick si appoggia contro lo schienale della sedia, sembra riflettere sulla sua richiesta.
"Sì." e cade quella parola - straccia il tessuto stesso della realtà.
"Sì." ripete, con più decisione "Io ero lì quella notte."
Simmons alza un sopracciglio, ascolta.
"Quando hanno ucciso il re."
Silenzio.
Carla libera un sibilo appagato, una risata tra i denti serrati.
Simmons pondera il peso di una tale rivelazione, valuta.
"Uno stiletto nell'orecchio; efficiente, pulito. Che simula una morte naturale."
"Chi?" e Patrick lo fissa smarrito, senza capire.
"Chi dei due?"
"Albert." e Simmons tace, assorbe.
"Albert ha ucciso suo padre, e sul letto di morte gli ha confessato che si fotteva sua sorella da mesi e che no, non l'avrebbe maritata a nessuno."
Carla quasi saltella su se stessa, una bambina felice, gioiosa.
"Alexandra è entrata poco dopo."
Patrick chiude gli occhi, reprime un fremito.
"L'ha guardato, e, che i Cinque Dèi mi perdonino, l'ha baciato."
Carla apre la bocca, la richiude - stringe la spalla di Simmons fino a fargli male.
"Sono parole pesanti, lo sai, Patrick, no?"
"Lo so, mio signore: ma è la verità."
"Come hai fatto a vederli?"
"Ero entrato da uno dei passaggi secondari alle camere del re per portargli l'infuso della sera - sa, la Febbre lo stava consumando da giorni ormai - e l'ho visto. Albert, che uccideva il re. E ho aspettato, spaventato. Intimorito. E ho visto, mio signore. Li ho visti consumare un amplesso proprio , sul pavimento, vicino al corpo morto del re. Come animali."
Carla scoppia in una risata isterica, gli tira la manica della camicia.
"Lo sapevo, io lo sapevo!" e ride, sedendosi vicino a Patrick.
Simmons si il pugno chiuso sotto al mento, reclinandosi all'indietro.
"La tua testimonianza potrebbe avviare un processo contro il re per oltraggio alle leggi dei Cinque Dèi, nonché alla morale del regno."
"Lo so."
"Perché non ti sei fatto avanti prima se tenevi così tanto a Spencer?"
"Avevo paura, mio signore. Albert Wesker ha regnato incontrastato dopo la dipartita del re, e io sono solo un uomo, alla fine. Un vecchio che non aveva trovato nessuno disposto a dargli ascolto finora."
Carla annuisce, gli allunga altra zuppa.
"Hai trovato noi, Patrick." gli dice, e sorride a Simmons, felice.
"Testimonieresti in un processo pubblico, Patrick? Sotto la nostra protezione, ovviamente."
"Per dare giustizia al mio re sì, senza alcun dubbio."
Simmons piega leggermente le labbra, abbozza un sorriso.
"Allora direi che abbiamo un accordo."
Patrick annuisce, si scalda le mani attorno alla ciotola ancora tiepida di zuppa.
Nel cielo, un falco si è appena involato verso le terre di Raccoon; tra le zampe una verità che li schiaccerà tutti.


Stuart rilegge la missiva una, due volte.
Sono poche parole, graffi neri su carta bianca.

Simmons sa. Ha trovato Patrick.

Lady Alex non ne aveva mai parlato apertamente, ma Stuart conosceva - non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni.
Le spie di Birkin erano ovunque, silenziose, anonime: la perfetta rete di cui avevano bisogno.
Facevano capo a lui, e questo lo investiva di un ruolo che era più che contento di sostenere: quello del guardiano.
Straccia il foglio in frammenti minuscoli, lo butta nel camino, osservandolo bruciare.
Pensa a Lady Alex, alla sua gravidanza - a quel bambino che deve ancora nascere.
Stuart spera solo di essere ancora in tempo per salvare entrambi.


Qualcosa è cambiato in Alex.
Avanza per la navata bruciando - una vibrazione che lo scuote sotto la pelle, gli graffia le ossa, le rompe.
Excella si volta, le sorride - Alex curva le labbra all'insù, sprofondano i suoi occhi nella piccola Gionne e non c'è nulla dentro; una voragine che Albert ha visto solo un'altra, terribile, volta.
"Alexandra." cinguetta Excella, labbra rosa e fresche - di cui Wesker conosce il sapore, la morbidezza.
Alex inclina il mento nella sua direzione, amplia il sorriso - snuda i denti.
"Excella." l'apostrofa, e non s'inchina Alex, non si piega.
Regina del niente, signora della polvere, Alex non ha mai riconosciuto alcun titolo a Excella - non in privato, almeno.
Ed Excella sorride - ancora, sempre.
Si fida, Excella, perché Alex è tutto ciò che vorrebbe essere - una donna che si è guadagnata il suo posto nel nucleo nevralgico del potere mordendo e strappando, spezzando chiunque le si opponesse.
"Stavamo parlando di Lansdale, e delle sue richieste sui terreni minerari."
Alex tace, impassibile.
Excella si schiarisce la voce, un vago rossore che le risale la piega del collo, le guance.
"Non credo sia una buona idea concederglieli."
Alex alza un  sopracciglio, incrocia le braccia al petto.
"Al momento Raccoon è la più grande produttrice d'acciaio proprio grazie alle sue riserve di ferro e carbonio."
Excella si umetta le labbra, prosegue.
"Lansdale non ha nulla, se non un pugno di terre fertili e qualche boscaglia in cui cacciare. Certo, può vantare una certa, come dire, popolarità al nord, ma nulla più. Non ha le risorse economiche per muover guerra contro nessuno, o finanziare un esercito - cedergli tali riserve, per matrimonio o altro contratto, sposterebbe il piatto della bilancia a suo favore."
Alex le riserva un'occhiata curiosa, amabile.
"Allora non sei solo un bel faccino, Excella."
Un movimento imbarazzato delle spalle, una scintilla soddisfatta sul fondo degli occhi azzurri.
"Sono contenta apprezziate la mia analisi."
Alex ride, un suono leggero - falso.
"Ovviamente, Excella, ovviamente."
Albert la fissa, chiede - mormora nella sua mente, nel sangue.
Alex gli sfiora il polso e stringe.


"Simmons sa."
Il passo di Albert non vacilla, non cambia ritmo.
"Come?"
"Patrick, il vecchio servo personale di Spencer."
Wesker non rallenta, scivola con lo sguardo lungo le pareti del palazzo, tra i suoi complicati arazzi.
"Avrebbe dovuto essere morto."
"Quasi." sibila Alex, e stringe le dita in pugni chiusi "Simmons l'ha trovato nella bettola nella quale si era nascosto dopo la morte di Spencer. L'ha tirato fuori da lì solo per farsi raccontare quello che sapeva."
Albert si ferma davanti all'ampia finestra che butta lo sguardo sulla piana di Raccoon, studia un sole che gronda rosso e viola.
"Gli ha raccontato di quella notte, Albert. Di quando l'abbiamo ucciso."
Silenzio.
"Dei sospetti di Spencer, della tua confessione sul suo letto di morte. Ci ha visti, Albert."
"È la parola di un vecchio contro quella del re."
Alex si volta, gli afferra il fianco - lo costringe a guardarla.
"È la parola di Patrick contro la nostra, Albert. La parola del suddito più fedele di Spencer contro quella dei due figli su cui già si mormora da tempo."
"Ho sposato Excella." replica, come se questo spiegasse tutto.
Come un bambino petulante che ricorda alla madre di aver mangiato le sue verdure.
"E da quanto non ne frequenti il letto in senso stretto?"
Albert aggrotta leggermente le sopracciglia, irrigidisce la mandibola.
"Siete sposati da due mesi, due, Albert, e di un erede nemmeno l'ombra."
"Potrebbe essere sterile."
"Certo." ribatte Alex, e ride - beffarda "Potresti ripudiarla, e i Gionne filerebbero dritti dritti da Lansdale, affogandolo con le loro ricchezze."
"E avrebbero anche i fondi necessari non solo per nutrire l'esercito di Simmons, ma anche per ampliarlo."
Alex annuisce bruscamente, espira con forza.
"Le due casate del nord e quella del sud ti stringerebbero in una tenaglia dalla quale non uscirai così facilmente."
"Non tutti sono fedeli a Simmons, o ai Gionne."
"No." concorda Alex "Ma sono comunque pochi a non volerti giù dal trono. I Birkin, forse i Redfield per quel loro innato senso di giustizia e onore. Non puoi fidarti nemmeno del giuramento degli Ashford: Alexia e Alfred non aspettano altro che poter prendere il nostro posto, e lo faranno se si presenta l'opportunità. I Burton hanno troppo da perdere, ma siamo soli, Albert. Soli. Alomar, Luciani, Hunnigan, Valentine, Kennedy - tutte casate fedeli prima ai loro ideali che a te."
"Mi stai forse dicendo che regno su di un trono d'ossa e polvere, sorella?"
Alex intreccia le dita alle sue, fredde - pallide e sottili.
"Non è forse quello che abbiamo sempre fatto, fratello?"
Wesker resiste alla tentazione di stringerle la nuca e piegarla contro il suo petto.


Birkin ascolta le parole di Stuart, si mastica una pellicina.
"Dobbiamo ucciderlo."
"È quello che ha detto Lady Alex."
"Dove si trova, al momento?"
"Nella tenuta di caccia di Simmons, a due ore dal palazzo."
"Uhm."
"È ben protetta, mio signore."
"Oh, certo." concorda William "Niente che i sicari della Wong non possano raggiungere."
Stuart rallenta il passo, interdetto.
"È il caso che la signora del Corvo entri in questa storia, mio signore?"
Birkin emette un suono sgraziato, beffardo.
"La signora del Corvo lo sa già da un pezzo, Stuart. Ada ha le mani in pasta ovunque."
Stuart alza un sopracciglio, lo affianca.
"Ma ho degli accordi con lei. Molti. Inoltre ad Ada non interessa la morale dei Cinque Dèi. Il regno di Albert le è stato utile, soprattutto nella sua ascesa come signora dell'ovest al fianco di Kennedy. Non è un nemico."
"Ma nemmeno un'amica."
"Diciamo che non rischierà la pelle per noi, ecco. Ma non sa resistere a un buon affare."
Stuart tace, pensieroso.
"Ci penserò io, Stuart. Eliminerò il problema prima che arrivi a Raccoon."
"Mi fido di lei, signore. Lady Alex ha bisogno di riposo nelle sue condizioni."
William incespica nei suoi stessi piedi, si ferma di colpo.
"Condizioni?"
Stuart gli rivolge uno sguardo eloquente, aspetta.
"Porca puttana." mormora Birkin, passandosi una mano tra i capelli già spettinati.
"Porca puttana, Albert ha fatto il danno. Albert ha fatto il danno."
"Non lo definirei tale, mio signore."
William rialza lo sguardo, libera una risata isterica.
"No? E come lo definiresti, Stuart?"
Si avvicina, Birkin, sussurrando.
"Albert ha sposato Excella. E Alex si propone come votata ai Cinque Dèi, virgo intacta. Trovo un po' inconcepibile l'immacolata concezione, sai?"
"Troverà una soluzione." lo rassicura Stuart, e gli sorride "Lady Alex lo fa sempre."
William osserva Stuart allontanarsi, scuote la testa.
"Che testa di cazzo che sei, Al." mormora, indeciso se ridere o ridere ancora più forte.
Opta per la seconda opzione.


Click.
Una corrente gelida sulla pelle, tra le cosce.
Il materasso si piega, la coperta le si arrotola sui fianchi.
Un tuono scuote l'orizzonte, percuote il cielo - il silenzio.
"Paura, Albert?" gli chiede, perché è un vecchio rituale quello che a cui si consegnano in notti come questa - una storia che hanno iniziato con l'innocenza dell'infanzia.
Wesker respira tra i suoi capelli, scivola con la lingua nell'incavo del collo, lungo la clavicola.
"Forse." replica, e c'è una risata sepolta tra le sue parole - una dichiarazione che verrà gridata da labbra macchiate di sangue e morte.
È Albert adesso a cercarla nella sua camera, perché spetta a Excella quel ruolo - regina e compagna.
È Albert a nascondersi tra le sue lenzuola, ad abbandonare un letto freddo per il suo - tiepido e arrendevole.
Cattura una mano tra le sue, scivola con il pollice sull'anello che ha sancito loro - tutto.
Le cerca la bocca in un bacio vorace, conquista Albert - un guerriero ancora prima che un re.
Blandisce la curva dei seni, scende - apre le dita a ventaglio sull'addome e preme e...
Si ferma, guardandola.
Alex si aggrappa alle sue braccia, ne incide la pelle con unghie piccole e lucide.
Lo fissa, e tremano i suoi occhi - lei.
Wesker la studia - la apre, fino a quando la verità non le preme in gola, sotto la lingua.
Ed è senza difese Alex, nuda - esposta.
Può sentirlo sulla sua pelle, umido - pronto.
Eppure la fissa. La guarda come se fosse una cosa nuova, mai vista prima.
Deglutisce, ascolta le sue mani percorrerle le costole, l'ombelico - la linea del pube e ricominciare tutto daccapo.
Si flette verso di lei - le mani sulle ginocchia che la invitano, schiudono e il respiro si accorcia, la verità graffia, stritola, schiaccia, spreme e...
"Non sanguino più, Albert."
Silenzio.
Wesker non cambia espressione, le sue gambe allacciate alla vita e lui tra le cosce - teso, un profilo blandito solo dai lampi che ogni tanto accendono il cielo.
Alex si fa piccola sotto di lui, annaspa - si copre gli occhi con il palmo delle mani.
Libera un gemito quando percepisce Albert affondare, i suoi polsi tra le dita - che la liberano, costringendola a guardarlo.
"Da quanto?" le chiede, e comincia a muoversi - le strappa un ansito leggero, delicato.
"Tre mesi." mormora, e brucia sotto le sue spinte, tra le sue braccia.
Albert annuisce, si raccoglie su di lei - in lei.
Alex ricomincia a respirare.


È un gesto pigro quello con cui la stringe a sé, lento.
Alex nasconde il viso contro il suo petto, languida - saziata.
Le bacia i capelli, la fronte - cerca la stessa bocca sui cui è si è spezzato, trascinato via da un orgasmo liquido, vorace.
"La Whisper of Hope." mormora, e Alex spalanca gli occhi, improvvisamente vigile.
Si solleva sui gomiti, regalandogli un'occhiata interrogativa.
"Per Excella." specifica, e Alex comprende.
"Ferma il ciclo mestruale."
Ha le palpebre socchiuse Albert, un profilo elegante nell'oscurità della stanza.
"Crederà di essere incinta." prosegue Alex, e Wesker sorride, inclinando il mento nella sua direzione.
"Esatto."
Le sfiora il labbro inferiore con il pollice, la conduce a sé - tra i suoi fianchi, cosce allenate alla guerra e una pelle pallida, che indossa le sue stesse cicatrici.
"Non potrà restare a palazzo."
"No." concorda, accarezzandole la curva dell'inguine, la piega delle ginocchia "No; tra due, tre mesi la manderò nella residenza privata a sud. Per la sua salute. Per quella del bambino. Perché un clima di guerra non è adatto a una giovane madre."
Alex si rilassa sotto le sue mani, emette un suono di gola - soddisfatto.
"E poi, Albert?" e si flette, Alex, una linea morbida che si sovrappone alla sua, spigolosa, tagliente.
"E poi la ucciderò." gli cerca la bocca, morde - percorre un desiderio che è di nuovo vivo tra le sue natiche, contro le sue cosce.
"La ucciderò, e dirò che è morta di parto."
Alex lo sfiora - lo invita.
"E riconoscerò nostro figlio. Racconterò che è lui il legittimo erede, mio e di Excella."
Geme, Alex, umida.
"Potresti perdere l'appoggio dei Gionne."
Albert reclina la testa all'indietro, le labbra arricciate sui denti - un ansito affamato, ingordo.
"Sarà loro nipote." e Alex affonda - morde, perché il destino la sta spogliando d'ogni ruolo, ogni speranza "Non oseranno tanto."
Albert si solleva contro la testiera del letto, le artiglia la nuca - strattona, spingendo sempre più a fondo, più in lei.
"Sarai tu a crescerlo."
Alex soffoca un grido contro la sua spalla, sangue sulla lingua, tra i denti - nel cuore.
"Sarà tuo, Alexandra."
Crolla, Alex - viene, e gli consegna ogni cosa - futuro, sogni, promesse.
Albert si tende sotto di lei, la rovescia tra lenzuola bagnate e strappate  - , dove si erano lacerati l'uno sulla pelle dell'altro.
Il serpente avvolge le sue spire attorno alla ruota del destino e stritola.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Resident Evil / Vai alla pagina dell'autore: Nocturnia