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Autore: Feder122    23/03/2018    0 recensioni
Siamo in una linea temporale dove Frisk è caduto nell'Underground da adolescente (15 anni circa) e non da bambino. Chara invece è rimasta nell'Underground fino a quando non ha compiuto 16 anni. La storia è una Charisk. Chara NON è malvagia. Questa storia è già stata pubblicata su Wattpad, sono lo stesso autore (difatti il nome è lo stesso) solo che qui apporterò qualche modifica e qualche miglioramento. Spero che questa storia vi piacerà.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frisk
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 12
Alphis riuscì a seminare Frisk, esausto dallo scontro con Mettaton. Egli disse: “Forse è un bene che io non sia andato subito da Asgore. Se lo avessi affrontato in queste condizioni avrei fatto una brutta fine.”
“Dovresti riposarti.” rispose Chara “Non sappiamo cosa possa fare quella, mi è sembrata strana dalla prima volta che l’abbiamo incontrata, ma sembra che abbia problemi molto seri, più di quanto possiamo immaginare.”
“Motivo in più per andare ad aiutarla, non credi?”
“Ma è esattamente come con Undyne, cosa pensi di poter fare? Hai a malapena la forza per parlare.”
“Esattamente come allora, troverò una soluzione.” 
“Ok, ma fermiamoci un attimo e riflettiamo. Cercarla per tutto l’Underground con la forza che ti rimane è inutile, dove può essere scappata?”
“Forse nel suo laboratorio, andiamoci.”
Sul pavimento del laboratorio, davanti ad una porta, Frisk e Chara trovarono un biglietto scritto da Alphis, che così recitava: “Si tratta di una cosa difficile da dire…voi tutti da soli non potete mandare via magicamente ogni mio problema. Non voglio più vivere nel terrore e nel rimorso, devo affrontare le mie paure faccia a faccia. Sarò chiara: questo problema è solo mio e tocca a me risolverlo. Se qualcuno volesse scoprire la verità ed io non dovessi fare più ritorno, entri nella porta accanto a questo foglio.”
“Cosa può aver fatto di così terribile una come lei? Non sarebbe neanche in grado di barare a scacchi.”
“Qualsiasi cosa abbia fatto tu vuoi scoprirlo, vero?”
“Sì, vediamo dove porterà questa porta.”
“Dimmi che non hai fatto uno dei giochi di parole tipici di Sans!”
Quella porta era l’accesso ad un ascensore, esso perse potenza e si spense durante la discesa, così si schiantò e le porte si aprirono per il colpo. Frisk sopravvisse, era arrivato ad un altro laboratorio, ben diverso da quello di Alphis. Era un posto cupo con pochissima luce. Frisk notò degli strani monitor sul muro, si rivelarono essere delle piccole lavagne dove vi erano scritti degli appunti, che così recitavano:
“Riuscirò a fare ciò che mi ha ordinato Asgore, troverò un modo per distruggere la barriera usando le anime dei mostri, dato che non abbiamo anime umane. Libererò la loro potenza, la stessa che alimenta la barriera. Purtroppo tale potere non può essere creato artificialmente, lo si può soltanto ottenere da ciò che un tempo era in vita. Il problema è che estrarre l’anima di un mostro è un’operazione difficilissima e pericolosissima per il mostro che la offre. La cosa peggiore è che l’anima di un mostro sparisce immediatamente dopo la morte, a differenza di quella umana, che riesce a persistere per un po’ di tempo.”
“Cominciò a capire,” disse Frisk “leggiamo cos’altro c’è scritto.”
“Ce l’ho fata, sono riuscita ad estrarre dall’anima di un bambino caduto ciò che solitamente permette agli umani di persistere dopo la morte. Si tratta di un potere nato dal loro desiderio di cambiare il destino, lo chiameremo Determinazione.”
“Allora nei libri di mio padre era scritto il vero.”
Più avanti Frisk trovò una stanza chiamata: “La sala della potenza.”
“Guarda.” gli disse Chara indicando un’altra nota  “Dice che per riattivare l’ascensore bisogna entrare qui usando quattro chiavi particolari.”
“Sarà meglio trovarle.” 
Più avanti trovarono altri appunti, dove vi erano scritte verità sul passato di Alphis ben peggiori: “Le cose sono degenerate, i soggetti degli esperimenti sono diventati degli esseri in stato di decomposizione, presto diverranno polvere, a meno che io non gli inietti la determinazione. Se le loro anime persisteranno saremo ad un passo dalla libertà.” più avanti un altro appunto diceva: “Tutto sta andando malissimo. Le anime dei mostri non sono riuscite a persistere, non posso neanche dare i corpi alle famiglie dei deceduti. Non so cosa fare, ho paura.”
Frisk si trovò davanti a dei mostri deformi e terrorizzanti, i quali attaccarono Frisk, che però riuscì a respingerli e scacciarli via. Dopo che se ne furono andati, Frisk notò una delle quattro chiavi. Poco dopo trovò altri appunti dove veniva spiegato che i corpi conservati si erano risvegliati dalla morte e si comportavano normalmente. Sul pavimento trovò un’altra chiave. 
Le due rimanenti erano in altre due stanze. 
Tuttavia, anche se ne avrebbe fatto a meno, trovò altri degli zombi creati accidentalmente da Alphis. Combattendoli, Frisk capì che erano ancora vivi dentro quel corpo da zombie e che potevano ancora provare emozioni. I restanti appunti parlavano soltanto di quanto Alphis si sentisse male per ciò che aveva fatto. Usate le chiavi per aprire la porta, Frisk trovò il generatore, ma appena lo usò per attivare l’ascensore gli arrivarono alle spalle altri mostri, pronti ad attaccarlo. Esausto e circondato da quegli esseri, Frisk fu aiutato da Alphis, la quale arrivò all’improvviso e riuscì a cacciare le sue creazioni offrendogli del cibo. Poco dopo disse a Frisk: 
“Devi scusarli, diventano nervosi se non mangiano.” e dopo un minuto di pausa continuò. “Sai, io avevo paura quando sono scesa qui sotto. Non paura che loro mi facessero del male, avevo paura che non sarei mai riuscita ad affrontare la realtà e sarei rimasta chiusa in questo posto, perché temevo di dover pagare le conseguenze delle mie azioni. 
Ma guardandoti combattere e vedendo che c’era qualcuno a cui importava di me ho acquistato un minimo di fiducia in me stessa.” difatti poco prima dello scontro finale tra Mettaton e Frisk, quest’ultimo, lei ed Undyne si erano incontrati alla discarica. Alphis era lì con Frisk perché voleva che il ragazzo la aiutasse a diventare una persona migliore facendole fare ciò che non aveva mai fatto, confessare ad Undyne i suoi sentimenti. 
Tuttavia, dopo che lo ebbe fatto, decise che se non avesse chiuso quel capitolo del suo passato non si sarebbe meritata tutto ciò. Disse anche: “So che farò molti altri errori, so che passerò la vita con il rimorso per ciò che ho fatto, so che sarà dura… ma so anche che ho degli amici su cui contare, quindi superare il tutto sarà facile.” detto questo si girò e se ne andò. La potenza era tornata e Alphis era al sicuro, Frisk decise di andarsene, ma prima trovò altri due appunti. Il primo parlava di un certo fiore dorato, comparso dal nulla poco dopo la scomparsa della regina, in cui Alphis aveva iniettato una grande quantità di determinazione, il secondo diceva che il suddetto fiore se n’era andato. Un ascensore diverso da quello che lo aveva spedito lì sotto portò Frisk nel cuore del castello di Asgore. Nella stanza collegata a quella dove l’ascensore li aveva portati, Frisk e Chara trovarono un altro di quegli strani oggetti fluttuanti. Toccandolo Frisk riprese tutte le energie. Ma in quella sala c’era un’altra persona oltre a lui, Sans. 
Lo scheletro esordì dicendo: “Finalmente ce l’hai fatta ragazzo. Tra poco incontrerai il re, insieme voi cambierete il destino di questo mondo, ma prima io devo giudicarti.”
“Giudicarmi per cosa?”
“Per ogni tua azione, per tutto l’exp che hai ottenuto.”
“Il cosa?”
“L’execution point, si tratta di un acronimo. Misura la quantità di azioni malvagie che hai commesso, insieme al L.O.V.E. Anche questo è un acronimo, significa level of violence. Più uccidi, più queste caratteristiche salgono. Ma tu non hai mai ottenuto nessuna di queste due cose, almeno da quando sei finito nell’Underground. Adesso ascoltami ragazzo, le tue azioni da questo momento in poi decideranno il destino di tutti. Se ti rifiuterai per l’ennesima volta di combattere, Asgore ti ucciderà, prenderà la tua anima e ci libererà. Se lo affronterai e lo sconfiggerai invece, tutto finirà per te e noi mostri resteremo intrappolati qui. In ogni caso, qualsiasi scelta farai sarà quella più giusta, ne sono sicuro.” detto questo, Sans si teletrasportò via. Uscito dalla sala del giudizio, Frisk trovò un corridoio che portava alla sala del trono dove si trovava Asgore e ad un'altra stanza, dove vi erano sette tombe, su una vi era scritto “Chara” ed era vuota. Frisk preferì allontanarsi da lì e andò nella sala del trono. 
Asgore, dopo averlo visto disse: “Salve umano, mi dispiace andare dritto al punto ma… tu sai cosa dobbiamo fare, giusto? Seguimi.” così si recò nella stanza successiva con Frisk al seguito. Poi arrivò davanti all’uscita del regno, sigillata dalla barriera. Asgore disse: “Questa è la barriera, il magico muro eretto da sette stregoni umani che ci intrappola qui. Con la tua anima riuscirò a distruggerla. 
Se hai qualche faccenda in sospeso, qualcuno che vuoi incontrare o qualcosa da fare, vattene e torna quando non avrai più rimpianti, io aspetterò qui.”
“Non ho nulla da fare.”
“Bene.” Asgore tirò fuori la sua arma, un enorme tridente rosso.
“Umano, è stato bello conoscerti, addio.” 
Il re dei mostri scagliò una serie di attacchi di fuoco, per poi provare a colpire Frisk con il suo tridente. L’umano inizialmente riusciva a combattere alla pari con Asgore, ma c’era una caratteristica che rendeva superiore quest’ultimo, ovvero l’intenzione di uccidere il suo avversario. Firsk provò in tutti i modi a convincere Asgore dell’inutilità dello scontro, ma alla fine egli lo infilzò con il suo tridente e lo uccise. Frisk  cominciò a vedere solamente oscurità.
“Così Asgore mi ha ucciso, non posso crederci, non sono riuscito a smuoverlo un minimo dalla sua idea. Suppongo di dover accettare la sconfitta, gloria al re che presto libererà tutti i mostri.” ma subito dopo aver detto questa frase ebbe un ripensamento, difatti disse: “Ma mi sta davvero bene? Ho fatto tutto ciò che andava fatto? Mettaton mi aveva avvertito, adesso Asgore distruggerà tutta la razza umana per la mia stupidità, anzi, peggio ancora, lo farà per colpa della mia debolezza. Poi la promessa che ho fatto a Chara…devo mantenerla, devo trovare un modo per farle riavere il suo corpo. Non posso accettare questa morte, ma cosa posso fare?” Frisk sentì una voce che lo chiamò e gli disse di restare determinato, poi vide tutto bianco e si ritrovò di nuovo nella sala del giudizio, di fronte ad uno di quegli oggetti luminosi. 
“Ma cosa diavolo è successo?” chiese lui confuso.
“Frisk! Grazie al cielo stai bene! Ero spaventatissima!” urlò Chara con le lacrime agli occhi: “Ti ho visto morire, non sapevo cosa fare! Ma come siamo finiti qui? Questa è la sala dove abbiamo incontrato Sans. Non mi importa neanche di questo particolare, sono solo felice che tu stia bene.”
“Sto bene Chara, a dirla tutta neanche io so come abbia fatto a ritornare qui.” dall’altra parte della stanza Sans disse: “Parli da solo ragazzo? Alphis me lo aveva detto.” Frisk pensò: “Cavolo è vero, Alphis mi ha spiato per tutto il tempo, quindi mi ha visto parlare con Chara.” ma disse: “Ok, mi hai sgamato, ho questo segreto.”
“Suppongo di non doverti ripetere tutto sul L.O.V.E. sull’exp, giusto?”
“Cosa? Tu ricordi quello che è successo prima della mia morte?”
“Si, comunque non ho nulla da fare qui, me ne vado.”
“Aspetta! Io non ci capisco nulla, spiegami cosa sta succedendo!”
“Va bene.” e pensò: “Cavolo, speravo di evitare la fatica di una spiegazione inutile, invece ne dovrò fare un’altra ben più lunga e faticosa.”
                               FINE CAPITOLO 12 
   
 
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