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Autore: vali_    25/03/2018    4 recensioni
[Tra la quinta e la sesta stagione, post “Swan Song”]
… “Le accarezza i fianchi e chiude nuovamente gli occhi, le labbra schiuse e la lingua che si fonde con quella di lei, ma è costretto a riaprirli poco dopo, ancora spaventato da quello che il buio gli mostra (…) Ed è un’immagine che lo spaventa e lo terrorizza, perché non solo rivive il suo calvario, ma lo fa pensare a quello che potrebbe star subendo Sam mentre lui è lontano…
Nel buio della stanza di Lisa, lei e Dean provano a concedersi un momento da soli, ma la sua mente è affollata dai fantasmi e lasciarsi andare risulta più difficile del previsto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Lisa Breaden
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione, Sesta stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Do I look out to you?'
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Personaggi principali: Dean Winchester, Lisa Braeden
Collocazione temporale: Tra la quinta e la sesta stagione, post 5x22 “Swan song”
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico
Avvertimenti: Nessuno
Note: Buoooon pomeriggio a tutti :D
Lo so, lo so, sarei dovuta tornare minimo per Natale, ma ho attraversato un periodo pieno – più dei precedenti, assurdo ma vero – e la cosina che avevo in mente non sono riuscita a buttarla giù. Spero che andrà meglio prossimamente XD
Intanto torno con questa… cosa che è frutto di una fantasia che coltivo da un po’ di tempo e che spero risulti “veritiera” quanto lo sembra a me. Quando non si hanno informazioni precise, la fantasia viaggia e poi ne esce fuori anche questo XD
Premetto che non avrei mai pensato di scrivere così tanto su Lisa e Dean, ma a volte – anzi, diciamo sempre – l’ispirazione va dove gli pare e ne esce fuori anche questo. Ellie ancora mi tiene il muso, ma le passerà, ne sono certa! XD
Spero che qualcuno si fermerà a dirmi cosa ne pensa; mi farebbe immensamente piacere, almeno mi aiuterebbe a sentirmi meno pazza XD
Per il resto, mi auguro di tornare quanto prima con qualcosa di più sostanzioso e ringrazio anticipatamente chi passerà/leggerà/avrà voglia di darmi un parere.
Vi abbraccio forte e vi auguro una buona domenica; a presto! :’’D
 

The path of peace

The path of peace is not a passive journey.
It takes incredible strength not to open a can of 'whoop-ass', justifiably,
 when ones button is pushed.
 
(T. F. Hodge)

 
Tiene gli occhi chiusi nella penombra, le mani ancorate a qualcosa di morbido e le orecchie tese ad ascoltare i rumori che lo circondano. Prende fiato e poggia ancora le labbra su quelle di lei, quasi fossero qualcosa a cui aggrapparsi nel buio che lo circonda, qualcosa che gli fa paura tanto da fargli spalancare le palpebre, quasi spaventato.
 
Si ritrova nella camera di Lisa, quella in cui si è addormentato spesso nell’ultimo periodo – anche se per poco tempo. Ben è andato a letto da un po’ e, da che si sono infilati sotto le coperte, nel giro di qualche minuto si sono ritrovati così: lei sdraiata sotto di lui, la mano destra poggiata sulla sua guancia sinistra un po’ ispida per la barba trascurata e il braccio sinistro che gli avvolge le spalle. Gli sorride prima di baciarlo ancora, gli occhi contenti che poi si chiudono per assaporarlo, cosa che lui, invece, non riesce a fare.
 
Da quel bacio timido e sorpreso che si sono scambiati – cosa che è avvenuta almeno più di due settimane fa –, si sono ritrovati così spesso, lui con una maglietta a maniche corte e i boxer addosso contro il corpo di lei, in canottiera, mutandine e niente sotto. Eppure, non c’è stata mai una sera in cui sono riusciti ad andare oltre.
Per Dean è assurdo: considerando che si è scopato chiunque avesse un bel paio di tette e respirasse, non pensava avrebbe avuto tanti problemi. Non con una che gli piace, poi, e che gli sta tanto vicina in un momento così delicato. Non pensava gli sarebbe mai successo, se proprio vuole dirla tutta, eppure laggiù, ogni volta che ci provano, non si smuove niente. E sicuramente il problema non è che Lisa non lo attrae, perché gli piace e parecchio, ma proprio non riesce a sbloccarsi.
 
Le accarezza i fianchi e chiude nuovamente gli occhi, le labbra schiuse e la lingua che si fonde con quella di lei, ma è costretto a riaprirli poco dopo, ancora spaventato da quello che il buio gli mostra.
Accade ogni volta, soprattutto quando cerca di dormire: appena chiude gli occhi, rivede l’Inferno e la ruota su cui ha passato trent’anni. È tutto identico: i tuoni, le catene infilzate nella carne, l’odore di marcio e di sangue rappreso. Al suo posto, però, c’è Sammy che urla il suo nome come un forsennato, come faceva lui quando sperava con tutto il cuore che lo sentisse, tanta era la disperazione e la voglia di riabbracciarlo. [1] Ed è un’immagine che lo spaventa e lo terrorizza, perché non solo rivive il suo calvario, ma lo fa pensare a quello che potrebbe star subendo Sam mentre lui è lontano a cercare di scoparsi – invano, oltretutto – la donna che l’ha accolto in casa come si fa con un cane randagio.
 
Gli sembra di essere tornato a quando era piccolo, a quando Sammy non riusciva a dormire con la luce spenta perché aveva paura del buio e lui passava le notti in bianco perché, al contrario suo, gli dava un sacco fastidio, ma doveva sopportare perché aveva quel marmocchio a cui badare e se poi tornava papà e lo trovava sveglio e irritato s’incazzava come un riccio. Ora, però, il bambino è proprio lui.
 
Se anche si fosse sforzato, non avrebbe mai pensato a un finale del genere: lui sotto un tetto caldo e Sammy a farsi bruciare le chiappe dal Diavolo. Avrebbe creduto più possibile il contrario, e invece è andata così e ancora non riesce a capacitarsene.
 
Trema al solo pensiero e Lisa deve accorgersene, perché lo stringe più forte, attirandolo un po’ più a sé. Si sforza di non pensarci, di concentrarsi su di lei e su quello che sta succedendo, ma con tutto questo buio non ci riesce, troppo preso dalle immagini che gli attraversano il cervello come treni impazziti. È intenzionato a farla finire in modo diverso, però, stanotte, perciò allunga il braccio destro verso il comodino per accendere la luce; lo fa in modo deciso e Lisa lo guarda, un po’ perplessa. Lui la fissa, terribilmente serio «Ho… ho bisogno di guardarti». Non riesce a dire nient’altro e lei lo scruta, ma poi sembra capire, tant’è che lo stringe un po’ più forte, attirandolo ancora a sé per baciarlo piano.
 
Non hanno mai parlato di quello che sta succedendo tra di loro. Forse perché sapevano entrambi che, se Dean fosse rimasto, ci sarebbe voluto poco per far scoccare la scintilla. In fondo, quel weekend di tanti anni fa avevano fatto faville, benché fossero entrambi più liberi e spensierati. E sicuramente è anche questo che fa la differenza adesso: non è tanto una questione di riprendere confidenza, o di fare i conti con il loro essere più adulti e responsabili di un tempo, quanto il fatto che i pesi che si porta addosso Dean sono ben diversi, sono macigni, che lo riportano sempre alla realtà che sta tentando di lasciarsi indietro.
 
Continua a tenere gli occhi aperti, intento a non risprofondare in quel baratro e si guarda intorno, per quanto possibile. Le lenzuola sono bianche e sanno di pulito, di casa, quella che non ha mai potuto avere da che ha lasciato quella di Lawrence, così come la parete di fronte a lui e il soffitto, privi di macchie che, invece, infestavano qualsiasi muro di quasi tutti i motel in cui ha alloggiato nella sua vita precedente. Osserva Lisa, che ha le gambe aperte che lo avvolgono, lo sguardo luccicante e lascivo, pronta ad accoglierlo e Dean si sente come un verginello di fronte a una ragazza più grande con un grosso bagaglio di esperienza alle spalle. Sa bene che non è così, perché, insomma, lui non è mica da meno, ma non sa come fare a liberarsi, a sciogliere i muscoli e a lasciarsi sopraffare dal resto, da ciò che di bello può ricavare da questa situazione e dal loro stare insieme.
 
È lei, infatti, a dare una piccola svolta, ad agire in modo diverso rispetto alle ultime volte. Lo fa piano, con delicatezza, spostando le mani dietro la sua schiena e afferrandogli la maglietta nera per poi strattonarla verso l’altro, dandogli un chiaro segnale che stasera non ha intenzione di rimandare ancora. Lo guarda negli occhi quando riesce a sfilargliela completamente, sicura e decisa come non era mai stata nelle serate precedenti, e la lascia fare quando lei si dà una spinta e finisce a cavalcioni sopra di lui mentre i lunghi capelli folti e neri come la notte le ricadono sulle spalle. Gli accarezza il petto, il bacino che dondola appena avanti e indietro sopra il suo e Dean vorrebbe chiudere gli occhi per concentrarsi meglio, ma sa che se lo facesse ad attenderlo ci sarebbe quel baratro, perciò non lo fa. Preferisce guardare Lisa, osservarla mentre si abbassa verso di lui e prende a baciarlo e morderlo piano sul collo, facendolo sospirare appena.
«Rilassati» gli sussurra piano, senza guardarlo negli occhi «Lasciati andare» e mentre glielo dice sono anche le sue mani ad allungarsi verso il basso fino a scostare l’elastico dei boxer e accarezzarlo , dove tutto tace e non sembra avere alcuna intenzione di riprendere vita.
 
E andiamo, cazzo, da quant’è che non ti capitava? Se lo chiede dentro di sé, sbuffando internamente per la sua momentanea – o almeno, spera, sennò sarebbe un vero disastro – impotenza e si decide a reagire, a combattere, altrimenti col cazzo che riuscirà nel suo intento, nel rendere felice la donna che sta cercando in tutti i modi di dargli una mano in modo concreto. Che forse è proprio questo il problema: l’idea di trascinarla giù, nel suo baratro, di coinvolgerla troppo nel suo mondo pieno di cazzate e truffe e sangue, di minare la sua esistenza pulita e ordinata, la sua pace. Quella di Dean è compromessa da un pezzo, in un modo che forse non riuscirà mai a sanare, ma Sam è morto per lui porca puttana e Lisa sta facendo di tutto per dargli la serenità che merita e non può buttare tutto all’aria così. Né stanotte né mai.
 
Per questo le afferra il bordo della sua canottiera azzurra e la strattona verso l’alto mentre lei alza le braccia per consentirglielo, sorridendo sotto i baffi.
Non se la ricordava così. È sempre stata bella – non a caso, infatti, Dean gli aveva messo gli occhi addosso, ormai dieci anni fa –, ma era più ragazzina, più acerba. Adesso, per quanto la sua pelle e i suoi muscoli siano sempre stati tonici e sodi per via del suo lavoro, è più formosa, forse merito della gravidanza che l’ha resa più donna di un tempo. La sua pelle ambrata profuma di rose grazie alla doccia che si è fatta prima di cena e il sorriso che gli mostra è talmente bello da mandargli in pappa il cervello.
 
E mentre Lisa continua la sua opera di risveglio dei morti viventi, accarezzandolo in modo sempre più deciso, Dean allunga le mani verso il suo petto, muovendo entrambi i pollici a circolo sui suoi capezzoli. Lei pare apprezzare e glielo dimostra sia il modo in cui sospira che come muove la mano su di lui, cosa che sembra – finalmente! – fare effetto.
Sorride contro il suo orecchio, allungandosi un po’ verso di lui «Così mi piaci» e Dean sorride a sua volta, stuzzicato dalla sua audacia. Se la ricordava come una ragazza molto intraprendente sotto le lenzuola e probabilmente negli anni, nonostante tutto quello che è successo, non ha perso lo smalto.
È anche brava nel non farlo sentire a disagio: non lo forza, ma probabilmente ha capito che stasera vuole lasciarsi andare, che ne ha bisogno, e si muove in quella direzione, stuzzicandolo dove serve per stimolarlo e aiutarlo. Le sere precedenti non si era mai comportata così: l’aveva lasciato stare e si era frenata, dopo un po’, capendo che Dean non era intenzionato ad approfondire il discorso, che non si sentiva pronto. Stasera, invece, è tutta un’altra storia e gli basta allungare una mano verso le sue mutandine per capirlo. L’accarezza piano, scostando appena la stoffa umida, e lei geme più forte prima di incollare di nuovo la bocca alla sua.
 
Dean sorride soddisfatto: il suo amichetto sta riprendendo conoscenza e Lisa è pronta, tanto che ci mette poco a strattonargli giù i boxer con entrambe le mani, sfilarsi le mutandine e guidarlo dentro di lei con la destra. Lo guarda negli occhi mentre lo fa, quasi lo stesse sfidando e Dean ama le sfide, tanto che le afferra i fianchi con entrambe le mani e detta il ritmo mentre spinge il bacino verso di lei che lo guarda estasiata, le labbra schiuse da cui esce qualche gemito. Lo bacia con passione e tenerezza, entrambe le braccia intorno al suo collo, e Dean non riesce a smettere di guardarla, un po’ per la paura del buio e della voragine che lo attende dietro le palpebre, e un po’ perché gli sembra tutto così bello da non sembrargli vero.
 
È ed è stato un periodo difficile, sta attraversando una bufera che, per quanto ci provi – anche se sa che non si sta impegnando poi così tanto, perché andare avanti senza Sam è assurdo e a tratti impossibile –, lo sta consumando e quello che sta vivendo con Lisa è una sensazione nuova, una ventata d’aria fresca di cui, anche se fatica ad ammetterlo, aveva bisogno.   
Forse non se lo merita, ma ha fatto una scelta: ha deciso di restare e vuole essere pronto a tutto quello che di bello può cogliere da tutto questo, anche se spesso gli fa paura. Anche adesso ne ha, perché è consapevole che prima o poi finirà col deludere anche Lisa, ma vuole impegnarsi perché non vuole che questo accada. Per niente al mondo. Sam gli ha regalato una vita nuova e non vuole buttarla.
 
È l’ultimo pensiero che gli sfiora la mente prima di sfilarsi da lei, tirare indietro la testa di scatto, stringere le labbra tra i denti e lasciarsi travolgere da un’ondata di piacere intenso e irrefrenabile che lo porta a tremare e a stringere Lisa più forte tra le braccia mentre lei gli sorride dolce. È durato un po’ troppo poco per i suoi standard, ma era tanto che non si concedeva del buon sesso. Rimedierà le prossime volte, ne è sicuro.
Lisa lo guarda negli occhi mentre lui se la tira addosso, la bacia sulla bocca e le porta una mano tra le gambe, accarezzandola dove e quanto serve per farle raggiungere un orgasmo piuttosto intenso. La prossima volta andrà meglio anche per lei, deve solo dargli tempo.
 
Lo guarda negli occhi e gli si stringe addosso, poi, la mano destra che gli accarezza il petto e la testa poggiata sulla sua spalla.
«Come stai?» glielo chiede con un filo di voce e Dean sa che non sta parlando del sesso che hanno appena fatto. O meglio, non solo.
Stringe le spalle; per la prima volta decide di essere davvero sincero con lei. «Non lo so» non la guarda, gli occhi rivolti al soffitto mentre sente i suoi che lo scrutano e lo fissano, ma non ha il coraggio di ricambiare il suo sguardo. «Per la prima volta dopo tanto tempo non lo so» ed è vero: da che è qui per la maggior parte del tempo è stato sempre male, nonostante lei lo abbia trattato in guanti bianchi. Stasera, invece, sente che ha fatto un passetto avanti. E questo lo destabilizza un po’ perché la serenità è lontana e difficile e il dolore, a volte, è un rifugio facile dietro cui nascondersi.
 
Lei lo bacia sotto l’orecchio, con dolcezza «Datti tempo. Pian piano andrà meglio».
 
Dean stira le labbra in un sorriso minuscolo, quasi impercettibile. Per una volta vuole crederci, anche se il fantasma di Sam gli aleggia ancora dentro e probabilmente il senso di colpa non lo abbandonerà mai, vuole fidarsi. Nonostante gli costi una grande fatica.
 
Se la stringe forte al petto e per una sera dorme meglio. Non bene – cosa che, comunque, probabilmente non ha mai fatto in vita sua –, ma meglio. E per una volta il buio non gli fa così paura.

 


[1] Riferimento al finale dell’episodio 3x16 “No rest for the wicked”.
  
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