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Autore: Fiulopis    27/03/2018    0 recensioni
Canon divergence dove Itachi non è stato costretto a uccidere il clan.
Itachi e Kakashi sono rimasti molto amici e, anche dopo aver smesso di essere nella stessa squadra hanno coltivato i loro legame. ora si trovano a fare i conti con gli ingombranti sentimenti che hanno l'uno per l'altro.
Ovviamente ci sono degli spoilers dell'anime.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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~~Ita-Chi Paradise

Nel villaggio della Foglia si stava bene; avevano avuto dei periodi difficili ma da qualche anno a quella parte si poteva vivere in una sorta di pace apparente. Gli shinobi ovviamente sapevano che quella era solo la calma prima della tempesta, ma cercavano comunque di vivere quel periodo di pace, senza troppo pensare all’organizzazione Alba, che nell’ombra tramava contro il mondo degli shinobi.

Kakashi Hatake non faceva differenza; lui, che era uno dei migliori ninja di Konoha sapeva bene che quella relativa tranquillità non poteva durare in eterno, ma anche lui aveva deciso di fingere che potesse essere così. Dopo l’attacco del Kyuubi di molti anni prima, che aveva portato via il suo maestro e sua moglie lasciando un minuscolo jinjuriki biondo solo al mondo, sul villaggio sembrava essere calata una nebbia di pace. L’unico altro momento di tensione era stato quando il colpo di stato degli Uchiha era stato evitato per un soffio. Quella situazione si era fortunatamente risolta in maniera pacifica e non era stata versata neanche una goccia di sangue. Il terzo Hokage era riuscito a parlamentare con il capo del clan e una nuova alleanza tra il villaggio e la potente famiglia era stata sancita.
Itachi, il suo dolce kohai, gli aveva rivelato che Danzo gli aveva ordinato, qualora i negoziati fossero falliti, di sterminare il suo stesso clan, se avesse voluto salvare almeno la vita del suo adorato fratellino. Quando glielo aveva detto, subito dopo che la pace era stata fatta, era scoppiato a piangere e lui l’aveva stretto a se tutta la notte. Quando aveva saputo quello che Danzo avrebbe costretto Itachi a fare si era trovato diviso tra l’impulso di ucciderlo con le sue stesse mani, correre a ringraziare l’Hokage per essere riuscito a trattare la pace e rimanere lì a stringere il corpicino tremante de suo capacissimo kohai. Era sempre stato molto protettivo con Itachi, non che il ragazzo ne avesse bisogno visto che poteva letteralmente uccidere con uno sguardo, e specialmente all’epoca poiché Itachi non aveva neanche quindici anni. Quando le acque si furono calmate Kakashi convinse Itachi a lasciare la Radice e ora il suo splendido kohai era un jounin della polizia della Foglia. Era cresciuto, aveva intorno ai ventuno anni ora, ed era la creatura più bella di tutti i villaggi ninja.

Kakashi invece era un jounin supervisore e aveva una squadra, composta di due genin e un chunin, molto particolare: Naruto il, ormai non più minuscolo, jinjuriki figlio del quarto Hokage, Sakura, l’unica chunin della squadra poiché gli altri due erano assenti durante gli esami, con il suo temperamento bollente e la sua forza sovrumana e Sasuke, il fratellino di Itachi, che viveva la vita un broncio e una ribellione adolescenziale alla volta. Tutti e tre ninja straordinari le cui capacita era ben al di sopra dei loro gradi, erano l’orgoglio e la spina nel fianco della vita di Kakashi, ma questo non gli impediva di amarli come se fossero la sua famiglia. Avevano quasi perso Sasuke a Orochimaru quando il ragazzo aveva lasciato il villaggio per farsi allenare dal ninja fuggitivo. Ma dopo due anni passati ad apprendere tutto quello che il Sannin aveva da insegnargli lo aveva ucciso ed era tornato a casa. In quei due anni erano stati tutti preoccupati: Naruto aveva risolto che se avesse dovuto riportarlo indietro sarebbe dovuto diventare più forte e si era fatto allenare da l’antico compagno di squadra di Orochimaru, il ninja leggendario Jiraya che era stato anche il maestro del quarto Hokage; Sakura aveva affinato le arti mediche con il Quinto Hokage, la terza componente della squadra di Sannin, Lady Tsunade e Kakashi invece era stato incaricato di tenere sotto controllo Itachi, poiché il ragazzo era talmente preoccupato e in pena per il fratello che l’ Hokage temeva non sarebbe riuscito nelle sue missioni al meglio. Il giorno in cui Sasuke era tornato al villaggio era stato sommerso dall’abbraccio del fratello maggiore che aveva singhiozzato per ore nell’incavo del collo del minore, che imbarazzato aveva chiesto scusa e aveva cercato di rincuorarlo.

Kakashi era così preso dai suoi ricordi che non si era accorto che qualcuno gli si era avvicinato alle spalle fino a quando non si sentì chiamare e sobbalzò. Si girò e si trovò davanti il viso sorridente di Itachi Buongiorno senpai. Ti ho chiamato ma non rispondevi. Troppi pensieri? – Kakashi si rilassò immediatamente – Itachi scusami, ero sovrappensiero. Buongiorno anche a te, torni da una missione? – Itachi continuava a sorridergli – Si, sono appena andato a fare rapporto e sto morendo di fame. Stavo andando a prendere dei Dango, se vuoi farmi compagnia mi farebbe tanto piacere. – Kakashi ci pensò un secondo ma poi annuì; anche lui aveva fame e poi non avrebbe mai rinunciato a passare del tempo con il suo adorato kohai. Non voleva ammetterlo neanche a se stesso ma era assolutamente innamorato di Itachi. Con un ultimo sorriso Itachi gli prese la mano, arrossendo e facendo arrossire l’altro, e lo trascinò. I due però non sapevano che tre ragazzini combina guai li stavano osservando. 

- Oh, oh! Avete visto come sono arrossiti entrambi? Kakashi-sensei è così assolutamente innamorato di Itachi-niisan! Sakura, hai visto? – la voce di Naruto, poco più alta di un sussurro, era piena di gioia. – Si!!! Oh cielo sono perfetti insieme. Sono una coppia bellissima, non pensi anche tu Sasuke-kun? Oh per l’amor di dio Sasuke, respira e smetti di cercare di uccidere Kakashi-sensei con lo sguardo. -  ma Sasuke non si sarebbe arreso senza combattere – Col cavolo! Itachi è troppo piccolo per Kakashi. – ma le occhiate che ricevette non erano per nulla impressionate – Sasuke-kun non dire assurdità. È vero che Kakashi-sensei è un po’ più grande di Itachi ma non è che tuo fratello sia un bambino. E poi nessuno è all’altezza del prodigio del clan Uchiha se non il Prodigio di Konoha. E sai meglio di me che Itachi e Kakashi sono molto in confidenza. Si conoscono da dieci anni, Kakashi è il senpai di Itachi e i due sono sempre stati amici. Ce lo hai detto tu che spesso tuo fratello si ferma a casa del sensei. Sarebbe assolutamente normale che si fossero innamorati. – cercò di farlo ragionare Sakura e anche Naruto si sentì in dovere di difendere i due – Si esatto, sono perfetti: bellissimi e considerati i due migliori ninja del villaggio, potenti, attraenti, gentili e leali. Sono la coppia perfetta, la fottuta power-couple di Konoha. Neanche io e te siamo così ben assortiti Sas, e noi siamo tipo predestinati e nati perché le nostre vite si intrecciassero. Quindi non puoi essere serio. – Sasuke era arrossito alle parole del suo ragazzo e aveva abbassato gli occhi – Ok forse sono perfetti insieme, ma l’idea di mio fratello che va a letto con qualcuno mi fa venire le bolle. – disse con un broncio che fu presto spazzato via dalle labbra del jinjuriki che si posarono leggermente sulle sue. – Allora non ci pensare. Se ti fa stare meglio puoi pensare a noi due a letto, con te che mi fai quello che vuoi. - gli sussurrò Naruto malizioso e Sasuke, dimentico della sua iperprotettività, lo afferrò e lo trascinò in un bacio bollente, sotto lo sguardo divertito e intenerito di Sakura che ora non vedeva l’ora che il suo Rock-Lee tornasse dalla missione.

Kakashi e Itachi intanto erano arrivati al negozio di dango e il più giovane, che non aveva ancora lasciato la mano del senpai, ordinò per entrambi. Ma quando fece per prendere i soldi, Kakashi aveva già allungato la somma al proprietario del locale. – Senpai non dovevi! – ma fu zittito dal Kakashi, che gli sorrise affettuosamente –Itachi sono il tuo senpai, lascia che ti vizzi un po’. – ma Itachi con un broncio rispose – Ma Kakashi, ti ho chiesto io di venire, ti ho invitato io, mi sento in colpa a farti pagare. – ma le proteste furono accolte con un sorriso intenerito da Kakashi che gli fece una carezza, gesto che era solito fargli fin dai primi tempi negli ANBU, sui lungi capelli corvini – Kohai, non preoccupare la tua bella testolina, la prossima volta paghi tu. O almeno puoi provarci. –

Itachi era diventato rosso come un peperone, ma era davvero felice per come il suo adorato senpai gli si era rivolto. Se Kakashi non voleva ammettere di essere innamorato di Itachi, il più giovane era perfettamente conscio di essere pazzo del suo bellissimo senpai. Lo era sempre stato, fin dai primi giorni negli ANBU. Amava tutto di Kakashi: i capelli scompigliati, l’occhio nero e profondo come un pozzo di pece, l’attitudine che sembrava annoiata e menefreghista ma che celava un animo attento e compassionevole. Il suo fisico. Itachi sarebbe stato un bugiardo se non avesse ammesso che Kakashi aveva un fisico perfetto, scultoreo e solido e che quel corpo lo aveva tenuto non poche notti sveglio e accaldato. A volte gli pareva di veder riflessi di suoi stessi sentimenti negli sguardi con cui Kakashi accarezzava la sua figura, ma aveva paura che se avesse frainteso e avesse detto qualcosa avrebbe potuto rovinare il loro rapporto. A volte invidiava il suo fratellino che, impulsivo com’era, aveva afferrato Naruto davanti a tutti e lo aveva baciato lasciandolo senza fiato. Era tornati da una missione e Naruto e Sasuke erano stati colpiti da un’abilità innata che bloccava gli avversari con una specie di gomma che non si rompeva con nulla. Quella sostanza aveva unito una mano di Naruto a una dell’amico e i due non si erano potuti allontanare per tre giorni. Dopo quel lasso di tempo la gomma si sgretolò e i due ragazzi furono liberi. Ma non avevano fatto che un paio di passi che già sentivano la mancanza l’uno dell’altro e allora, incapace di lasciarlo andare via da se, Sasuke aveva afferrato la vita del compagno e aveva sugellato la loro relazione con un bacio, al quale il jinjuriki aveva risposto con trasporto. Ma Itachi era più riflessivo e, nonostante avesse fatto cose pericolose e terrificanti senza neanche battere ciglio, era terrorizzato di dire il fatidico “ti amo” a Kakashi. Però anche Itachi sapeva che non poteva andare avanti così ancora a lungo, i suoi sentimenti erano sempre più difficili da nascondere.
- Kohai ti va di andare a mangiarli da qualche parte? – la voce di Kakashi lo riscosse dai suoi pensieri e con un sorriso abbacinante gli riafferrò la mano e cominciò a trascinarlo verso una meta nella sua testa – Conosco un posto, un pontile su un laghetto vicino al quartiere Uchiha. Ci andavo da piccolo con Sasuke ad allenarci con i jutsu del fuoco. È uno dei miei posti preferiti in tutto il villaggio. –

Kakashi lo guardava con un sorriso assolutamente innamorato; quel ragazzo era la personificazione della dolcezza e della bellezza, e ok, forse non poteva più negare di esserne innamorato alla follia, ma davvero nessuno gliene poteva fare una colpa: era impossibile non innamorarsi di Itachi che era perfetto sotto ogni aspetto. Quante notti, da solo al buio della sua stanza, aveva immaginato di averlo accanto. Preso com’era dai suoi pensieri, non si era neanche accorto di essere arrivato fino a quando Itachi non si fermò. – Senpai ci siamo. – la voce entusiasta del minore gli fece alzare lo sguardo. Davanti a se si stagliava una vista così tranquilla e pacifica che pareva impossibile che fuori dal confine del villaggio si stesse per scatenare una guerra. – Itachi è davvero bellissimo qua. Grazie di avermi portato in questo paradiso. –
Itachi gli fece un altro sorriso, stavolta pieno di dolcezza e tenerezza – Senpai sei l’unico a cui volevo mostrare questo posto. Ti sei sempre preso cura di me e mi sei stato accanto nei momenti difficili. In più adoro passare il tempo con te. – Ammise il più giovane arrossendo. Kakashi non era mai stato così felice. Posò la sua grande mano sulla guancia candida di Itachi, il quale si rilassò al tocco e chiuse gli occhi con un sospiro. Rimasero così per qualche istante, fino a quando il guaito di un cane riportò entrambi alla realtà e i due ninja si sedettero sul bordo del pontile con le gambe penzoloni. Si divisero i dango e quando li ebbero finiti Itachi, senza neanche farci caso, appoggiò la testa sulla spalla di Kakashi. Nella più assoluta felicità Kakashi posò la sua testa, delicatamente, su quella del più giovane e rimasero così, in silenzio, per diversi minuti. Poi Itachi, in un sussurro disse – Ti amo senpai, più di quanto pensassi fosse possibile amare qualcuno. – e dette queste parole il silenzio ripiombò tra i due shinobi. Kakashi poteva giurare che il suo cuore si fosse fermato per qualche istante e poi avesse preso a battere freneticamente, voleva dire qualcosa, rassicurare quella meravigliosa creatura al suo fianco, ma le parole sembravano morirgli prima di uscire dalle sue labbra. Passarono alcuni infiniti minuti in cui Kakashi non aveva detto nulla e, incapace di trattenerlo, Itachi si lasciò sfuggire un singhiozzo e stava per alzarsi ed andarsene, ma fu fermato dalla voce del suo senpai – Ti amo anche io Itachi, talmente tanto che non riesco ad esprimerlo a parole. Ti ho sempre adorato, fin da quando ti ho conosciuto. Con il passare degli anni i miei sentimenti per te sono diventati sempre più forti fino a cambiare e senza neanche rendermene conto ero follemente e perdutamente innamorato di te. Da diverso tempo ormai provo a negare a me stesso quello che provo per te, ma ogni giorno diventa sempre più difficile nascondere quanto enorme sia il mio amore. Non avrei mai osato farmi avanti, ho nove anni più di te e non mi sarei mai perdonato se i miei sentimenti ti avessero spaventato o disgustato, ma dal momento che provi lo stesso: Itachi, vorresti essere mio? Il mio compagno, il mio amore, il mio tutto? Perché io dalla vita non chiederei altro se non poterti avere al mio fianco ogni giorno. – le parole gli erano uscite di getto, avrebbe voluto preparare qualcosa di più coerente, di meno avventato, ma quando aveva sentito il singhiozzo di Itachi il suo cervello aveva smesso di funzionare e il suo corpo e il suo cuore avevano agito di proprio arbitrio. Ma ora, guardando il viso sorpreso del più piccolo si pentiva di non aver razionalizzato di più i suoi pensieri. Anche se Itachi provava lo stesso per lui, l’avergli praticamente vomitato addosso ogni suo sentimento avrebbe anche potuto spaventare il ragazzo. E spaventare, allontanare da se Itachi era l’ultima cosa che Kakashi voleva fare.

Dietro alcuni cespugli poco distanti tre ragazzini dovevano tenere le mani premute sulla bocca per evitare che i due adulti sentissero gli urletti e aww che inevitabilmente non riuscivano a trattenere. In realtà Sasuke non emetteva alcun suono, ma aveva la faccia pietrificata e scioccata. Questo era peggio di quanto pensasse: con un dichiarazione del genere non poteva davvero dire nulla. L’euforia, e la rassegnazione da parte di Sasuke, finirono velocemente quando videro che Itachi non accennava a rispondere. – Perché Itachi-niisan non dice nulla? Gli ha appena dichiarato il suo amore e Kakashi gli ha detto che lo corrisponde con tutto il cuore e non dice nulla!? Sakura perché non dice nulla? – Naruto stava entrando nel panico. Quei due erano la sua OTP da sempre: perché invece di divorarsi la faccia, la situazione sembrava star degenerando? Sakura gli fece segno di tacere e il jinjuriki tacque, anche se l’ansia lo stava sovrastando. Per tranquillizzarsi prese la mano di Sasuke e si stupì nello scoprire che il moretto reciprocava la stretta…che fosse anche lui in pensiero?

Kakashi prese un profondo respiro e con uno sguardo abbattuto da cane bastonato – Itachi, ti chiedo scusa, profondamente, se ti ho messo in imbarazzo o addirittura disgustato. Fai finta che non abbia detto nulla, me ne vado non preoccuparti. – e i tre allievi strabuzzarono gli occhi quando videro che delle piccole lacrime si stavano affacciando agli occhi del sensei. Doveva averle viste anche Itachi perché sembrò tornare immediatamente in vita e il sorriso sfavillante che gli si dipinse in volto fu abbastanza per far capire ai ragazzi che non sarebbe successo nulla di brutto. Il più giovane si slanciò su Kakashi prima che questo potesse alzarsi e lo fece rovinare sulla schiena. Il maggiore aprì la bocca per dire qualcosa ma le labbra di Itachi glielo impedirono.  – Scusa, scusa, scusa. Ovvio che sono felice, felicissimo anzi. Solo che non mi aspettavo che sentissi lo stesso ed era tipo sotto shock. Ma sono troppo felice. Ovvio che voglio stare con te, senpai. È tutto ciò che ho desiderato da quando ci siamo conosciuti. – le parole dell’Uchiha erano appena comprensibili per via dell’emozione che spezzava il fiato del ragazzo. Ma Kakashi, che aveva occhi e orecchie solo per la meraviglia che gli stava a cavalcioni sull’addome, le aveva colte perfettamente e, finalmente felice, si sollevò per incontrare quelle labbra che aveva sognato tante volte, sigillando quel momento con un bacio, che divenne presto molto intenso. Le mani di Kakashi avevano arpionato i fianchi di Itachi che invece aveva trovato appiglio nei capelli argentati dell’altro. Il morettino si era sistemato, abbassandosi sul corpo dell’altro, in modo che i due petti fossero pigiati tra loro.

I tre ragazzi dietro i cespugli erano diventati rossi come peperoni, ma mentre Sakura e Naruto non riuscivano a smettere di ballonzolare sul posto e sorridere, tenendosi le mani contenti, Sasuke aveva assunto un colorito verdognolo. Non che nel profondo non fosse contento per il fratello, ma vederlo così intimo con qualcuno gli rivoltava lo stomaco. Itachi lo baciava sulla fronte con quelle labbra! Quando poi, dopo un movimento particolarmente languido del più giovane, un gemito profondo lasciò le labbra di Kakashi, il povero Sasuke ne ebbe abbastanza e, fregandosene altamente del fatto che dovevano restare nascosti, visto che stavano spiando due dei ninja più forti del villaggio, si alzò in piedi dal cespuglio dove era nascosto. Il movimento mise in allerta i due che, anche se erano impegnati l’uno con l’altro, erano pur sempre i due ninja migliori di Konoha. Quando Itachi vide chi era, sbiancò completamente – Ototo? – mentre Kakashi era diventato rosso come un peperone – S…Sasuke? –
Ormai capito che era per loro impossibile nascondersi ancora, anche gli altri due si alzarono e i visi dei due si fecero ancora più disperati. Itachi, già pallido di suo, era diventato praticamente cinereo – Sakura-Chan? Naruto-kun? Cielo che imbarazzo! – e pronunciate quelle parole con voce strozzata, si accasciò su Kakashi, cercando di nascondere il viso nel petto dell’altro, che ora guardava i suoi preziosi allievi come se avessero tre teste ciascuno. – Kakashi-sensei, Itachi-niisan! Non volevamo spiarvi giuro. È solo che vi abbiamo visti ed eravate adorabile, e io vi shippo da sempre, e vi tenevate per mano, e quindi ci siamo fatti prendere la mano e… - Naruto cercava di trovare una scusa, un giustificazione ma fortunatamente Sakura mise fine al flusso sconclusionato di parole che usciva dalla sua bocca – E adesso ce ne andiamo, vero ragazzi? Siamo felici per voi, siete una coppia bellissima. Scusate davvero tanto. Scemo, più scemo, andiamo! – ma, mentre Naruto non vedeva l’ora di andarsene, Sasuke sembrava congelato sul posto. Poi aprì la bocca – Mamma e papà, io non dico nulla, ma tu dovresti. Stasera a cena magari. Potrebbe venire anche Kakashi-sensei. Ehm sono felice per te Niisan! E Kakashi-sensei, se spezzi il cuore di mio fratello io spezzo te…o almeno ci provo. Non credo di riuscirci davvero ma, ecco…hai capito il senso. – Sakura si schiaffò il palmo sulla faccia, quei due non avevano davvero speranze, giusto tra di loro potevano stare. – Ok ci siamo resi abbastanza ridicoli. Sarà il caso che ce ne andiamo. Buon…ehm…buon proseguimento, Kakashi-sensei, Itachi-san. – e il terzetto si girò per andarsene ma fu fermato dalle risate che eruppero dai due uomini. Itachi si alzò da Kakashi e andò ad abbracciare il fratellino che arrossì e cominciò a divincolarsi quando vide che il fratello maggiore voleva dargli il consueto bacio in fronte – Itachi, non pensarci neanche. Non con quelle labbra. Dai Niisan, ti ho appena visto mangiare la faccia del mio maestro! – e più Sasuke si divincolava, più Itachi rideva e si impegnava per mettere a segno il bacio. Si chiama punizione. Nel mentre anche Kakashi si era sollevato ed era andato verso gli altri due allievi. Fece un sorriso attraverso la maschera, uno di quei sorrisi che gli facevano chiudere l’occhio visibile, ma che allo stesso tempo promettevano mille anni di dolore. Con molta più forza di quella che avrebbe dovuto usare, visto come stava sorridendo, posò una mano sul ciascuna delle teste, applicando una certa pressione e stringendo non così lievemente. – Quanto sono carini i miei allievi a preoccuparsi per la mia vita sentimentale, sono commosso. Ma forse vi devo rispiegare che non si spiano le persone, specialmente quando sono ninja molto forti… - poi forzò i due ad annuire e lasciò la presa. Si girò verso la sua dolce metà che ancora torturava il fratellino – Kohai lascia stare il mio prezioso allievo. Capsico che meriti una piccola punizione ma sono sicuro che il solo vedere quello che ha visto è stata una pena più che sufficiente. Ora, se questi tre non hanno niente in contrario, io continuerei da dove siamo stati interrotti in un posto più privato, magari casa mia. – e a quelle parole Sasuke emise un suono di pura sofferenza e gli altri due divennero praticamente bordeaux dall’imbarazzo. Itachi, che dopo tanti anni di lavoro di squadra e amicizia capiva Kakashi con uno sguardo, mise su un’espressione languida e si appese al collo del maggiore – Sasuke ci pensi te ad avvertire mamma che Kakashi cenerà con noi? Grazie Ototo. – e con un ultimo sorrisetto Kakashi strinse la vita di Itachi e spiccò un salto. Sasuke era indeciso se arrabbiarsi o mettersi a piangere. Nel dubbio fulminò il fidanzato e la “sorella” – Stasera siete ospiti a casa mia, non mi lascerete solo con quei due. – e detto questo fu sommerso dagli abbracci dei due ragazzi e Naruto gli posò anche un leggero bacio. – Va bene brontolone. –

Quella sera a casa Uchiha l’aria era tesa, tranne per i due neo innamorati, che sembravano essere sopra una nuvola tutta loro e la madre di Itachi che era al settimo cielo per il figlio, che aveva trovato un così bello e bravo compagno. Il padre invece sembrava contrariato, ma dal momento che quella era la sua espressione tipica, probabilmente era tranquillo. Quindi gli unici ad essere tesi erano i tre ragazzi. La madre di Sasuke aveva riso tutte fino alle lacrime quando il figlio e i due ragazzi con lui, le avevano raccontato imbarazzatissimi quello che era successo. Poi però, notando che Kakashi si era sporcato la punta del naso, Itachi lo pulì con un fazzoletto e i due si scambiarono uno sguardo talmente dolce che fece sospirare Naruto, Sakura e la madre del più giovane e strappò anche un mezzo sorriso al capofamiglia. Sasuke sbuffò ma tutti sapevano che vedere il fratello così felice e amato lo aveva calmato e lo rendeva felice. Quando si resero conto di avere un pubblico, abbassarono lo sguardo e Itachi arrossì debolmente e in maniera assolutamente geniale disse – Aveva dello sporco sul naso… - e tutto il tavolo scoppiò a ridere.

Non passò molto tempo che Itachi si trasferì a casa di Kakashi e neanche un anno dopo, subito finita la guerra, i due si sposarono. Tre anni dopo anche Naruto e Sasuke convolarono a nozze e l’anno seguente Naruto divenne Hokage e come primo atto ufficiale, sposò Sakura e Rock Lee.

Nel villaggio della Foglia si stava bene; avevano avuto dei periodi difficili ma da qualche anno a quella parte si poteva vivere in pace e l’armonia aveva avvolto tutti i villaggi ninja che ora cooperavano ed erano uniti da vincoli di profonda amicizia e fratellanza. Gli shinobi avrebbero sempre difeso i loro civili ma farlo in un mondo in pace era più facile e anche gli shinobi, per la prima volta, poterono godere di una vita realmente felice.
 
  
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