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Autore: I m a witch    27/03/2018    2 recensioni
[dalla storia]
"Satsuki e Kuroko si fissarono, come se stessero comunicando con lo sguardo, e per un attimo Daiki si sentì sprofondare.
Cosa diavolo...?
«Abbiamo qualcosa di importante da dirvi, in effetti» iniziò Tetsu.
Kagami si prese il viso tra le mani mentre Daiki scosse la testa.
No, non era vero.
Non era possibile che quei due avessero una relazione. Che li stessero tradendo.
Kuroko li fissò, risoluto.
«Io e Momoi-san...»"
[...]
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Notizie inaspettate
 

Daiki sospirò.

Sapeva che sarebbe stata una gran seccatura, eppure in quella situazione c’era finito da solo.

Si era scavato la fossa, dato la zappa sui piedi, aveva remato contro la sua stessa buona sorte. Insomma, c’erano bizzeffe di proverbi che avrebbero potuto descrivere al meglio quella situazione, ma nessuno che l’avrebbe aiutato a uscirne fuori.

«Dai-chan, muoviti!» si lamentò quella furia dai capelli rosa, trascinandolo per le strade affollate del centro.

«Ho capito» sbadigliò lui.

Cercò a fatica di tenere il passo di Satsuki e si chiese perché non riuscisse mai a starle dietro, nonostante la ragazza avesse le gambe lunghe la metà delle sue.

Già, quelle gambe. Morbide, lisce, ben proporzionate, le sue cosce così sode, coronate da…. Ecco, era stato fregato proprio in quel modo. Per colpa di quello. Maledisse per l'ennesima volta la sua natura da pervertito.

Eppure non aveva potuto dire di no quando lei aveva accennato a una sorpresa speciale per lui, se l'avesse accontentata.

L'uomo pianse quasi, lasciandosi scappare un profondo sospiro.

Lui e Satsuki convivevano da poco più di due anni e non avevano mai rispettato le usanze delle tipiche famiglie, ma se c'era una tradizione quasi sacra in casa loro era il sesso. Prima di andare a dormire e possibilmente anche appena svegli, prima o dopo o pasti a mo' di farmaco, o durante le docce, o non appena Daiki rincasava dopo un lungo viaggio per lavoro, o dopo le partite importanti sia vinte che perse (per festeggiare o per consolazione). Il sesso non mancava mai. Almeno una volta al giorno, nel peggiore dei casi.

Eppure Satsuki non si faceva sfiorare da lui da... due settimane? Forse anche di più.

Daiki stava letteralmente esplodendo.

Aveva avuto la tentazione di rispolverare i suoi vecchi giornaletti osé, gelosamente conservati in uno scatolone nella soffitta dei suoi.

Aveva provato a chiederle il perché ma lei aveva cambiato discorso o inventato scuse.

Per cui, non appena aveva sentito la parola “sorpresa”, lui e il suo socio del sud erano stati d'accordo: avrebbero affrontato qualsiasi tortura.

Anche dover camminare per chilometri verso chissà dove con chissà chi, strattonato violentemente da lei.

«Sai che prima o poi quel polso me lo stacchi a forza?» sbuffò, stanco di farsi trascinare a quel modo «Mi serve, ormai ci lavoro col pallone»

«Allora cammina come tutte le persone normali, no?» sbottò lei.

Sbuffò per l'ennesima volta. Era davvero una seccatura.

«Va bene, d’accordo!» si arrese, accelerando il passo «Dove andiamo?»

«Abbiamo un appuntamento in un locale qui vicino, ormai dovremmo vederli… ah, eccoli!» sorrise, agitando frenetica la mano libera.

Daiki seguì lo sguardo della sua ragazza e per poco non imprecò.

Da lontano, gli ex Seirin Kagami e Tetsuya camminavano verso di loro. Kagami con la stessa espressione avvilita che, era pronto a scommetterci, aveva anche lui stesso in faccia. Tetsu inespressivo come sempre, ma la sua solita espressione impassibile era diversa dal solito. Sembrava stranamente su di giri. Era... felice? Per cosa? Che aveva da ghignare di nascosto?

Daiki provò un senso di ansia... no.

Fastidio, probabilmente.

«Ciao, ragazzi!» salutò Kuroko, con un cenno della mano. Kagami accanto a lui fissò subito Daiki con aria di sfida. Nonostante fossero passati anni dal giorno del diploma, il rapporto tra loro non era cambiato. Sarebbe mai andata via, quella tensione tra lui e il rivale? Daiki sperava proprio di no: quell’elettricità aveva ancora il potere di mandarlo su di giri. Aveva davvero voglia di una partita in quel momento, ma sapeva che Satsuki lo avrebbe fatto fuori una volta per tutte se solo avesse azzardato a pronunciare la parola “basket”.

Pazienza, sospirò. In fondo doveva accontentarla solo una volta ogni tanto, e le ricompense erano sempre all’altezza del sacrificio. Sì, decisamente, ne valeva la pena soffrire un po’ per quello che sarebbe successo dopo.

«Ehi, voi due! Siete in ritardo» disse lei, con un gran sorriso sul viso. Sorriso che divenne ancor più radioso non appena incrociò lo sguardo di Tetsu.

Daiki digrignò i denti, irritato, mentre la ragazza, la sua ragazza, saltava addosso al mingherlino.

«Tetsuya chaaaaaan mi sei mancato tanto» saltellò lei, abbracciandolo forte.

Il ragazzo quasi non riusciva a respirare ma sorrise comunque.

«Ti trovo bene, Momoi san»

Daiki si fece avanti.

«Sì va bene, va bene, fine dei convenevoli»

Ci mise tutta la sua forza nel riuscire a staccare Satsuki da stecco Tetsu, e la ragazza lo ripagò con uno sguardo arcigno. Anche Kagami mise una mano sulla spalla di Tetsuya, avvicinando il ragazzo un po' più a sé.

«Ciao, Aomine, è tanto che non ci si vede» sorrise Kagami.

Daiki conosceva bene quel sorriso: era una sfida.

Ricambiò con altrettanta enfasi.

«Come te la passi? Quei ragazzini delle medie ascoltano il loro grande allenatore?»

Kagami rise.

«Sì, sono promettenti. Vieni a farci visita, qualche volta, sono sicuro che piangerebbero di gioia se vedessero il grande Aomine Daiki entrare in palestra»

«Perché no, potrei anche sfidare il loro allenatore e mostrargli come si gioca davvero»

Satsuki e Kuroko si lanciarono sguardi esasperati.

«Davvero, non riuscite proprio a parlare d'altro?» sospirò lei.

«Abbiamo prenotato in un ristorante qui vicino, andiamo?» chiese Kuroko, quasi inespressivo.

«Abbiamo?!» esclamarono contemporaneamente Kagami e Daiki.

«Vuoi dire tu e Tetsu... quando?»

Satsuki si accigliò.

«Ci sentiamo quasi ogni sera, sai che novità. Lo sapresti se solo non ti addormentassi sempre sul divano.»

«Ma...»

La cosa non gli piaceva per niente. Daiki guardò di sottecchi Kagami e il suo eterno rivale ricambiò lo sguardo, stavolta di preoccupazione.

Sia ben chiaro, Daiki non era per nulla uno di quei ragazzi sdolcinati sempre in cerca di attenzioni e conferme. Non era geloso il più delle volte, non regalava rose rosse, non portava la colazione a letto, non preparava zuppe calde se la sua ragazza aveva la febbre. A dire il vero, si rese conto in quel momento, era sempre stata Satsuki ad aver portato avanti la loro relazione in tutti quegli anni. Lui aveva sempre contribuito poco, e per lo più nella maniera sbagliata, mentre lei era sempre così organizzata e selettiva, sapeva perfettamente dove sarebbero dovuti andare o cosa avrebbero dovuto fare.

Primo appuntamento? Organizzato da lei.

Primo anniversario? Idem. Aveva anche deciso il regalo che lui avrebbe dovuto farle.

Anche quando avevano deciso di andare a convivere, lui aveva semplicemente acconsentito.

Era stata lei a porre la domanda “Vorresti andare a vivere insieme?” e lui aveva risposto “Sì”. Un semplice monosillabo.

Lei aveva trovato l'appartamento, lo aveva arredato, scelto il colore delle pareti, i mobili, i cuscini del letto, le mille cianfrusaglie sulle mensole in cucina. In che cassetto andassero le posate e in quale le mutande. Lui aveva finanziato economicamente il tutto e salito quelle scale centinaia di volte durante il trasloco.

Forse era per questo che si sentiva un po'... insicuro?

No, non era quella la parola, o forse sì e non voleva ammetterlo.

Il punto era che, da un po' di tempo a quella parte, Satsuki era stranamente distaccata e fredda nei suoi confronti. Mancanza di sesso e adesso quel rapporto un po' troppo ravvicinato con Tetsu, e quel piccoletto era anche così strano.

A pensarci bene, tutto in quell'uscita a quattro urlava “pericolo”. Non uscivano insieme da secoli e lei lo aveva scongiurato per tenersi libero quel pomeriggio, nonostante entrambi fossero molto impegnati.

E adesso lei era di nuovo vicina a Tetsu... di nuovo così morbosa.

Strinse i pugni, fissandoli con astio mentre i due “amici” passeggiavano a braccetto davanti a lui e Kagami.

«Ehi, Aomine» bisbigliò quello, osservandoli anche lui infastidito «Non sei sospettoso su quei due?»

«Eh?» sbottò lui, fingendo indifferenza «Che vuoi dire?»
«Tetsuya non è più lo stesso ultimamente. Non è mai a casa, ha sempre impegni... se è a casa lo trovo al telefono. Ho provato a sbirciare cosa fa ma lui nasconde il cellulare e fa finta di nulla. Non riesco a capire cosa gli passi per la testa»

Sfido io, ha sempre quell'aria inespressiva da pesce lesso.

«Questo perché tu non sai tenere a bada il tuo ragazzo» gridò quasi lui.

«Potrei dire la stessa cosa della tua ragazza»

«Ascoltami bene» si fermò Aomine, prendendolo per il colletto della t-shirt «La mia relazione va benissimo, o meglio andava. Se scopro che quel piccoletto ha cambiato di nuovo sponda giuro che...»

Kagami lo spinse via.

«Cosa? Lo uccidi? Se hai notato è la tua ragazza che salta addosso al mio ad ogni occasione buona, non viceversa. Ed è sempre stata lei ad andargli dietro sin dalle medie!»

I due si guardarono in cagnesco, ma vennero interrotti dalla voce di Kuroko.

«Che fate lì fermi?» chiese lui, fissandoli dubbioso.

Satsuki sbuffò, esasperata.

«Dai-chan non cambi mai! Smettila di fare il violento con gli altri e cammina, siamo quasi arrivati!»

I due li guardarono con aria di superiorità e ripresero a camminare.

«Sempre così infantili!» si lamentò la ragazza, ancora a braccetto con Kuroko.

«Concordo» rispose Tetsu, con fredddezza.

«Oh Tetsu-chan, come vorrei che Dai-chan ti somigliasse almeno un po'!»

A quella frase, Daiki quasi gridò.

«Che ti avevo detto?» bisbigliò Kagami con rabbia «La tua ragazza lo provoca! O forse... la tua quasi ex?»

Detto ciò raggiunse i due, lasciando Daiki impalato sulla strada.

 


 

Si sedettero in un tavolo per quattro.

Daiki cercò con disinvoltura di cambiare i posti a sedere non appena notò che Satsuki e Tetsu erano seduti accanto. Prese il posto di Tetsu accennando un “Ops, era tuo? Pazienza”.

I tre lo guardarono dubbiosi ma si sedettero nei posti rimanenti. Daiki per poco non rovesciò il tavolo quando vide Satsuki e Kuroko seduti uno di fronte all'altra. Non c'era modo per evitare che quei due sembrassero una coppia?!

Calma Daiki... non è da te fare il geloso, che ti prende?

Ordinarono da mangiare e uno strano silenzio calò non appena la cameriera se ne andò con le ordinazioni.

Satsuki tossì.

«Dunque, Taiga-kun, è passato tanto tempo. Come va?»

«Bene» borbottò lui, fissandola con sospetto.

Satsuki ridacchiò nervosa.

«Bene...»

Kuroko guardò il tavolo, confuso.

«Siete strani, ragazzi. Più strani del solito» chiarì.

Daiki sollevò un sopracciglio mentre Kagami fissò il suo fidanzato a braccia conserte.

«Strani noi?» ringhiò quasi «E voi?»

Satsuki ridacchiò di nuovo e Tetsu... rimase inespressivo. Ma Daiki era sicuro che stesse sorridendo internamente.

Avrebbe voluto prenderlo a pugni.

«State pensando che vi stiamo tradendo, vero?» chiese il piccoletto, di punto in bianco.

Daiki quasi sputò la birra che stava sorseggiando. Tossì violentemente, cercando di riprendersi.

«Dai-chan!» esclamò Satsuki preoccupata, battendogli una mano sulla schiena con forza.

Kagami iniziò a sudare freddo.

«E voi...» cercò di dire Daiki «Cos-cosa ti fa pensare che noi pensiamo che ci stiate tradendo?»

«Avete la coda di paglia?» incalzò Kagami, sempre più sull'attenti.

Daiki lo fissò sconvolto.

«Che- CHE COSA DICI?! Ovvio che no, vero?» sbottò Daiki. Stava iniziando a sudare freddo.

«Aomine te lo avevo detto...» piagnucolò Kagami.

Daiki si rifiutò di crederci.

«Taci, idiota!»

«Silenzio, voi due!» li zittì Satsuki.

Kagami e Aomine si zittirono all'istante, ansiosi.

Satsuki e Kuroko si fissarono, come se stessero comunicando con lo sguardo, e per un attimo Daiki si sentì sprofondare.

Cosa diavolo...?

«Abbiamo qualcosa di importante da dirvi, in effetti» iniziò Tetsu.

Kagami si prese il viso tra le mani mentre Daiki scosse la testa.

No, non era vero.

Non era possibile che quei due avessero una relazione. Che li stessero tradendo.

Kuroko li fissò, risoluto.

«Io e Momoi-san...»

«NO, zitto!» urlò Daiki, sbattendo le mani sul tavolo.

L'intero locale si zittì e tutti li fissarono, spaventati.

«Dai-chan, ti prego...» bisbigliò Satsuki «Mi metti in imbarazzo»

Daiki si alzò in piedi, fregandosene dell'inaspettato pubblico.

«Cosa vuoi da me? Che sia più presente? Che ti faccia più regali? Va bene!» continuò Daiki, puntandole contro l'indice «Ma tu non provare a lasciarmi per quello stuzzicadenti monoespressivo, te lo vieto!»

«Ehi, attento a come parli del mio ragazzo!» sbottò Kagami.

«Perché attacchi me? Da che parte stai, idiota? Di' qualcosa anche tu, maledizione!»

Kagami si fermò a riflettere un attimo.

«Giusto, ehm... Tetsuya, pensavo che fossimo una cosa seria. Cosa è successo? Non mi ami più?»
Satsuki rimise a sedere a forza il suo ragazzo, scusandosi con i clienti del locale e inchinandosi a profusione. La gente tornò al proprio pasto, continuando però a fissarli di nascosto.

«Volete farmi morire di vergogna?» pianse lei, rossa come un peperone.

«Aomine-kun, sai che sono omosessuale, vero?» chiese Kuroko, ignorando la domanda del suo fidanzato.

«Lo so, ma Satsuki è così sexy che farebbe diventare etero chiunque!»

Satsuki arrossì ancora di più, se possibile.

«Ok, ora non so se picchiarti per il commento perverso o esserne lusingata» sbuffò, coprendosi la faccia con le mani.

«Ti assicuro che su di me non funziona» rispose Tetsu con fermezza.

Kagami e Daiki rimasero a fissarli, senza sapere che dire.

«Ma... ma quindi voi non state insieme?» chiese Kagami alla fine.

«No, ma cosa vi viene in mente?!» sbottò Satsuki «Io e Tetsuya chan siamo solo amici!»

«Potevate anche dirlo sin da subito, dannazione...!» Daiki sbottò, per poi fingere sicurezza «Non che fossi preoccupato, ovviamente. Non ho dubitato nemmeno per un istante che Satsuki potesse tradire uno come me»

«Ovviamente» sottolineò Satsuki, mentre Kuroko e Kagami lo fissarono con aria scettica.

Aomine tossì, maledicendosi per la scenata di poco prima. Poteva dire addio al suo orgoglio per colpa di quell'idiota di un Tetsu!

«Dunque, adesso che abbiamo chiarito ogni malinteso... qual è questa notizia?» chiese Kagami.

Satsuki sorrise a Kuroko, incoraggiante. Il ragazzo annuì.

«Kagami-kun, stiamo insieme da tanti anni e lo sai quanto sia difficile per me esprimere quello che provo» disse Tetsu. Si alzò in piedi e si inginocchiò davanti ad un Taiga sconvolto, porgendogli una scatola con una coppia identica di fedi d'oro bianco «Ti sono riconoscente per questi anni insieme e vorrei che vivessimo insieme felici ancora per tanto, tanto tempo. Vorresti sposarmi?»

Tutti nel locale si girarono a fissarli, trattenendo il respiro.

Kagami si guardò intorno, rosso quasi quanti le punte dei suoi capelli.

«Tetsuya... io... sì, certo!»
Fece alzare Kuroko e lo strinse a sé, mentre tutti iniziarono ad applaudire e gridare congratulazioni. Satsuki aveva gli occhi lucidi e batteva le mani, commossa.

Daiki applaudì non molto convinto, un po' disgustato da tutto quel miele a dire il vero.

«Quindi era di questo che parlavate?» bisbigliò a Satsuki.

«Eh? Ah, intendi con Tetsuya chan? Sì, l'ho aiutato a scegliere gli anelli e a trovare il modo per dirglielo, organizzare il matrimonio, programmare il rinfresco...»

«Ma cosa c'entriamo noi due? Potevano sbrigarsela anche loro due da soli, no?» chiese Daiki, irritato.

Tanta preoccupazione per nulla! Non che fosse mai stato preoccupato, ovviamente.

Si fermò per un attimo a riflettere, qualcosa ancora non tornava.

«Un momento... se non mi tradisci, allora perché non vuoi più fare sesso?» chiese a voce un po' troppo alta.

Tutti spalancarono la bocca, scioccata. La gente tossicchiò in imbarazzo, sprofondando nuovamente nei propri piatti.

«DAI-CHAN!» lo picchiò lei con forza sul braccio «Vuoi davvero farmi morire di vergogna?!»

«Ehm... quelli sono affari vostri» sbottò Kagami.

«No, penso che quello sia uno di motivi per cui siamo qui» rispose Kuroko.

Che?! In che modo Tetsu era coinvolto nella sua vita sessuale?

«Ecco...» spiegò Satsuki «Siamo qui anche noi due perché Tetsuya chan voleva un po' di appoggio per la sua dichiarazione, ma non è tutto qui... perché ho un'altra notizia, e avevo bisogno del sostegno di un amico anche io» si schiarì la voce «Dai-chan... sono incinta»

Aomine sentì la bocca spalancarsi contro il suo volere, mentre un'altra serie di applausi nacque dalla sala.

Tutto quello che i neuroni nel suo cervello riuscirono a elaborare fu: «Incinta... cioè... incinta di me?»

«Dai-chan!» lo picchiò nuovamente lei «Ovvio che sì, e di chi se no? Idiota!»

«Congratulazioni, Aomine-kun» sorrise Tetsu.

«Lui lo sapeva già?! Perché lo ha saputo prima di me?» si lamentò Daiki.

«Mi ha aiutato col test e anche ad andare dal ginecologo. L'ho scoperto mentre tu eri a New York per quel torneo, ero da sola.... e non volevo dirtelo per telefono o farti preoccupare poco prima di una partita importante»

La partita di... due settimane fa?

«La dottoressa ha detto che sarebbe stato meglio evitare rapporti per le prime settimane visto che il bambino era un po' debole... ma ora sta bene!» si affrettò ad aggiungere, non appena Daiki fu sul punto di tempestarla nuovamente di domande.

«Dovevi dirmelo prima!» sbottò lui.

Non riusciva a credere che Satsuki gli avesse nascosto una notizia del genere. E lui che aveva pensato che voleva farla finita!

Un figlio... o figlia.

Gli avrebbe insegnato a giocare a basket, lo avrebbe aiutato nel suo primo canestro. Era così emozionato all'idea che...

«.Ehi, aspetta... stai piangendo?» ridacchiò Kagami.

«Eh?» Daiki lo fissò sconvolto.

«Aomine-kun sei davvero sensibile, in fondo» sorrise Tetsu.

Daiki si portò una mano sulle guance, trovandole bagnate.

Quando diavolo aveva iniziato a piangere?!

«No-non sto piangendo!» gridò quasi, coprendosi il volto.

Satsuki lo abbracciò, nascondendolo più che potè alla vista degli altri. Non ebbe molto successo, visto quanto piccolina fosse lei e quanto enorme fosse il suo compagno.

«Smettetela, Dai-chan non piange mai!» scherzò lei fingendosi seria.

Gli accarezzò i capelli, lasciando un legger bacio sulla tempia di lui.

«Non ti preoccupare, ti copro io» sussurrò al suo orecchio.

«Non sto piangendo, sul serio» rispose lui sottovoce, la voce tremava appena. Affondò il viso sul suo seno e la strinse forte a sé, inspirando il suo profumo.

Non era mai stato così felice in vita sua.

Finalmente riuscì a calmarsi e a far finta di nulla, nessuno almeno ebbe il fegato di prenderlo in giro. Erano consapevoli che, se lo avessero fatto, avrebbero ricevuto un gancio destro dritto in faccia in omaggio.




Mangiarono con gusto, parlando di decorazioni nuziali, pannolini e date e, finalmente, arrivò il momento di tornare a casa.

Uscirono dal ristorante, fermandosi sul marciapiede per un ultimo saluto.

«Ancora congratulazioni!» sorrise Satsuki.

«Grazie» rispose Kagami impacciato, accanto a un Kuroko raggiante. Certo, il ragazzo sorrideva appena, ma il luccichio nei suoi occhi tradiva quanto fosse davvero felice. Incredibile ma vero, anche quell'uomo era in grado di cambiare espressione facciale, di tanto in tanto.

«Congratulazioni anche a voi due»

Daiki sorrise con sicurezza, cingendo le spalle di Satsuki con un braccio.

«Era ora che un nuovo campione venisse al mondo... o una campionessa»

I tre risero e si salutarono un'ultima volta.

«Dunque» disse Satsuki, mano nella mano con Daiki «Sei davvero contento?»

Daiki le lanciò uno sguardo del tipo “e lo chiedi?”.

Satsuki rise.

«In effetti... è la prima volta che ti ho visto piangere per qualcosa che non fosse il basket, Dai-chan»

«Non ho pianto» mentì lui.

«Certo, come dici tu!» sorrise lei. La sua espressione si fece dubbiosa «Sai, pensavo che forse sarebbe ora di fare il grande passo anche noi...»

«No, zitta!» la fermò Daiki, piantando i piedi per terra.

Satsuki lo fissò sconvolta.

«Cosa...?»

Daiki strinse i pugni, cercando di trovare le parole adatte, cosa che non aveva mai fatto in vita sua prima di quel momento.

Il parco attorno a loro si fece ancor più silenzioso, come se la natura stessa stesse attendendo quello che stava per dire.

Alla luce del tramonto, i capelli di Satsuki assunsero una meravigliosa sfumatura corallo, mentre i suoi occhi lo fissavano con un misto di curiosità e aspettativa.

Mise una mano in tasca e strinse il cofanetto che aveva acquistato proprio a New York, poco prima di quella partita.

Lo aveva sempre portato con sé durante quelle due settimane, cercando il momento più opportuno per tirarlo fuori. Non era mai stato bravo a cogliere le occasioni, in situazioni del genere, ma seppe che quello era il suo momento. Il loro momento.

Satsuki era sempre stata la prima a fare le scelte importanti nella loro vita. Aveva sempre deciso tutto lei ma quel “passo” spettava a Daiki farlo per primo.

«Fallo dire a me, almeno stavolta» le disse.

Le porse la piccola scatola di velluto blu, aprendola. Stavolta fu Satsuki ad avere gli occhi lucidi, alla vista del diamante al suo interno «Non mi inchinerò e non dirò cose sdolcinate, non è da me. Ma... vuoi sposarmi lo stesso?» disse tutto d'un fiato, fissando altrove.

Satsuki annuì innumerevoli volte.

«Sì! Anche senza inchino o altre sdolcinatezze... sì»

Daiki l'aiutò ad indossare l'anello e la baciò, assaporando quanto fosse perfetto quell'attimo. Stava perdendo un po' della sua corazza, ma era questo l'effetto che Satsuki aveva su di lui. Era per questo che solo lei era la donna destinata a stare al suo fianco fino alla fine dei suoi giorni.

«Grazie» le bisbigliò.

La strinse a sé, nascondendosi nuovamente visto che, quel giorno, i suoi occhi facevano brutti scherzi.

Satsuki capì a non disse nulla.

Rimasero così per un po', godendosi semplicemente quelle sensazioni meravigliose che entrambi stavano provando.

Una nuova vita li aspettava, una famiglia insieme.

Un figlio... era un dono talmente grande che per un attimo Daiki pensò che quel solitario non fosse abbastanza per poterla ripagare. Voleva fare molto di più, per lei. Per loro due.

Avrebbe fatto di tutto per renderli felici, giurò solennemente a se stesso in quel momento.

«Sei sicura che il bambino non sia più in pericolo, adesso?» chiese lui, preoccupato.

Le prese il volto tra le mani, cercando di accertarsi che stesse davvero bene. Si sentiva dannatamente in colpa per non essere stato accanto a lei in quel momento delicato.

Gli rodeva ammetterlo, ma era grato che almeno Tetsu le fosse stato vicino.

Satsuki annuì.

«Sì, potremmo tornare a fare e nostre cose tra non molto» arrossì lei «Guarda che... anche per me è una tortura...»

Lui sorrise, malizioso.

«Beh, sai... ci sono altri modi per divertirsi, senza stressarti o affaticarti più di tanto...»

Il viso di Satsuki divenne di mille colori.

«Dai-chan!» gridò, dandogli un pugno sul braccio.

Ma non disse di no per cui, non appena tornarono a casa, Daiki le mostrò metodi alternativi grazie ai quali godersi la compagnia dell'altro.

E quella notte la strinse a sé un po' più forte del solito, finalmente consapevole del fatto che su quel letto fossero in tre.

 



NdA

Salve! Sono lieta di annunciare che ho concluso questa fanfiction dopo ben TRE anni dal suo inizio! *applausi*
Non che ci abbia lavorato su per tre anni ininterrottamente, ma la iniziai dopo aver finito di vedere Kuroko no Basket, insoddisfatta che le mie due otp preferite (soprattutto AominexSatsuki) fossero state abbandonate un po' a metà. Dunque eccomi qui a far giustizia a modo mio!
Oggi mi sentivo particolarmente ispirata e ho ritrovato per caso qualche appunto su questa fan fiction e, senza che me ne accorgessi, eccola completa!
Questa è anche la prima storia che pubblico dopo tantissimo tempo e, seppur non mi sento di garantire un rientro in scena per come si deve, spero che almeno torni a essere un po' più attiva (non che qualcuno abbia davvero sentito la mia mancanza qui, ma comunque^^).
Spero che questa piccola storiella fluffosa vi sia piaciuta, fatemi sapere che ne pensate lasciando una recensione, anche piccolina, se potete!
A presto,
Witch ^^

 
  
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