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Autore: AThousandSuns    28/03/2018    1 recensioni
Iniziativa: Questa storia partecipa al “Parents Checkmate” a cura di Writer’s Wing e Fanwriter!
Numero Parole: 452.
Prompt: A incontra suo figlio dopo molto tempo.
John Constantine è un vero stronzo - niente di nuovo. Ma ha un punto debole: sua figlia.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Macerie. Cadaveri.
E poi, la vita.
Rose.
«John…» La bambina che ti viene in contro ha paura, ma tenta di non darlo a vedere.
Dopotutto, un po’ vi assomigliate.
È illesa e bellissima, tanto che ti chiedi com’è possibile che qualcuno come lei provenga da te. Non ci sono molte cose belle nella tua vita, John, e quanto hai lottato per tenere ogni pericolo lontano dalla vita di tua figlia?
Tutto invano: nessuno dei tuoi nemici sa di lei, nessun essere magico può minacciarla; e poi è arrivato un alieno fascista vestito di rosso e blu che ha portato la sua guerra su questo pianeta. Dice che vuole salvarlo, ma lo sai che sono tutte stronzate. Superman vuole il controllo, ma non ha imparato la lezione più grande della vita: non tutte le cose si possono controllare.
Tu ne sai qualcosa, eh, John?
«Mi dispiace, Rose.»
È intelligente per una bambina della sua età, e forte; per lei sei solo un estraneo che porta regali strambi alle feste comandate, eppure certe volte il dubbio ti assale e ti chiedi se abbia capito chi sei davvero, per lei. Chi è lei, per te.
Rose ti getta le braccia al collo e ti stringe forte: nemmeno la ricordi l’ultima volta che qualcuno ti ha abbracciato.
Il conforto svanisce in un attimo: una presenza nascosta, ma potente, vi guarda. Qualcuno sa di Rose. Ovunque tu vada, la morte ti segue, ma non lascerai che si porti via anche Rose.
Ti guardi intorno nel quartiere semi distrutto dai combattimenti tra gli alleati di Super Dittatore e le Lanterne Verdi. Bastardi arroganti, dal primo all’ultimo: se ne fregano delle persone quaggiù, a loro interessa solo il proprio ego smisurato; almeno tu non sei uno stronzo ipocrita come loro.
Sei solo uno stronzo.
E hai ragione solo a metà: nessun essere magico può minacciare Rose, tranne che per uno.
Te ne devi occupare, John, e devi farlo in fretta.
Ti separi da lei e porti una mano dietro il suo orecchio. «Ecco. Cos’è questo?»
Una moneta compare tra le tue dita e Rose sgrana gli occhi. «Come hai fatto?»
Le sorridi. «Semplice, cara. Con la magia.»
La magia questa volta non ti basterà, lo sai: ti servono alleati; qualcuno abbastanza disperato da combattere al tuo fianco e non mettere in dubbio le tue motivazioni. Qualcuno da manipolare – è quello che ti riesce meglio, no, John?
Per quel che ti riguarda, questo mondo può anche bruciare, ma nessuno potrà avvicinarsi a tua figlia. Nessuno.
Prendi la mano di Rose e in un attimo sei catapultato in una dimensione fuori dallo spazio e dal tempo; bussi alla porta della Torre che appartiene al Dottor Fato.
Sorridi.
Si va in scena.

​Note: la flashfic è ambientata nella saga di Injustice: anno 3. I dialoghi sono citazioni dal fumetto.
   
 
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