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Autore: raven rachel roth    30/03/2018    1 recensioni
Cosa sono le emozioni? Come le usano le persone? A cosa servono?
Che colori hanno?
E soprattutto, cosa si cela realmente dietro quella maschera di forza indossata da Rachel Roth meglio conosciuta come Raven?
Quando per caso Jump City si ritroverà vittima di violenti omicidi non ad opera di normali esseri umani, la vita della nostra amata super eroina cambierà drasticamente. Sangue, combattimenti, eventi drammatici e sentimenti contrastanti per arrivare alle sue origini e narrare eventi a noi sconosciuti.
Alla fine, riuscirà a vincere definitivamente l'eterna lotta contro il suo più grande nemico?
Dal testo:
-"C'è un macello. Ovunque piccoli pezzi di vetro sparpagliati qua e là.
Tutto ciò mi da solo una confusione interiore, tutto ciò mi porta ad un tormento continuo.
Tutto questo è avviso dell'imminente arrivo di lui"-
~Raven Rachel Roth
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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CHAPTER I


Something of bad is being formed.


 
Sono cambiate molte cose dal mio arrivo in questa squadra. Sono subentrate così tante vite che nemmeno io stessa con la previsione del futuro avrei potuto immaginare. Per prima cosa è cambiato il mio stile di vita, la mia routine quotidiana. Lavoro costantemente e duramente ogni giorno ma in modo diverso. Dedico meno tempo alla meditazione, a leggere, a parlare con Malchior. Le mie priorità sono cambiate. Attenzione, faccio comunque queste cose, solo che adesso sono più hobby per il mio scarso tempo libero.

Robin mi ha preso a cuore dal primo momento, abbiamo un legame speciale, sembra quasi il fratello che non ho mai avuto. Ha perso i genitori da piccolo, è un orfano e anche io a volte mi sono sentita a modo mio orfana. Mi capisce. Ci alleniamo ogni giorno all’alba e al tramonto. È molto atletico e agile, e spesso nelle lotte, è lui ad avere la meglio. Mi racconta che l’agilità l’ha sempre avuta ma le sue doti fisiche sono frutto del duro lavoro di anni. I suoi sono morti per colpa di mafioso italo-americano e a volte mi chiedo se si sia buttato a capofitto in questa carriera per vendetta più che per senso del dovere, ma indirettamente, lui stesso ha smentito questa cosa.

“Rachel, se uccidi il tuo avversario, anche se lui ha ucciso e lo fai per una buona causa, cosa ti rende diverso da lui? È questo il sottile confine fra eroe e cattivo.”
 
Ho inciso nella mente questa frase come base del mio autocontrollo. 

Grazie alla sua saggezza e alle sue strabilianti doti di leader sono migliorata di molto sul lavoro e sui miei rapporti. Siamo due cuori solitari, preferiamo la tranquillità. Non abbiamo bisogno di parole per dirci cosa non va. Se dovesse accadermi qualcosa all’umore durante una di quelle nostre lotte segrete al mattino, lui saprebbe già cosa non va. Non direbbe parole a sproposito. Mi farebbe un cenno per avere il mio assenso e parlerebbe schiettamente sul da farsi.

Ho imparato a sopportare l’umore e l’eccesso di felicità di Starfire, anche se i nostri caratteri sono molto diversi siamo le uniche ragazze del gruppo e abbiamo una certa complicità. Anche lei dal canto suo ha imparato molto di me. Per esempio, dato che non amo particolarmente lo shopping sfrenato e le cose eccentriche, quindi mi chiede di uscire solo una volta la settimana. Non è stupida, per niente. Anzi a volte mi stupisce per qualche frase o piccolo discorso che fa. Essendo di un altro pianeta, è piuttosto ingenua riguardo le cose terrestri ma in compenso ha un grande cuore e qualche volta le insegno io tramite i miei libri, qualcosa. Purtroppo ha la maledetta abitudine di chiamarmi “Rae”, ed io odio quel nomignolo, ma ci ho fatto l’abitudine.

Rae, avrei potuto schiacciare il mondo con un dito. Non ne avrei tratto nulla. Ho preferito incassare e alla fine ho ricevuto come in dono una famiglia.”
 
Mi sono approcciata alla scienza, alla meccanica, alla matematica tramite Cyborg, e in particolare all’astronomia. È un tipo affettuoso diversamente da come appare, ma il suo affetto non si basa sugli abbracci o le coccole, ma sulla stima che prova nei miei confronti. In realtà dovrebbe essere lui lo stimato della situazione per la grande forza che ha avuto quando, vittima di un incidente in cui ha perso gran parte del corpo umano che venne sostituito da protesi robotiche, ha ricominciato a vivere. Condivido con lui il cielo di notte e talvolta si aggiunge anche Kor’i. Ha creato un telescopio elettronico capace di ampliare la vista verso le stelle di 100.000 volte quella normale.

Hey Roth, tu hai qualcosa dentro di te di potente. Io ce l’ho all’esterno. Spetta a noi saper dosare questa potenza. Il 100% del nostro potere distrugge, il 5% no. Trattieniti dal dare il massimo perché puoi sempre migliorarti, tu sei forte ragazza.”

Infine mi sono approcciata al rock, ai film vecchi e alla fotografia. Coltivo queste piccole passioni in segreto anche perché non ho trovato qualcun altro nel gruppo con gusti malinconici e cupi quanto i miei. Allo stesso Beast Boy piacciono cose diverse tipo i fumetti o i cartoni. Ecco, con lui non ho mai avuto alcun tipo di rapporto al di fuori del lavoro. Non lo conosco e non fosse per i videogame a cui si dedica con Cy nella Main-Room o alle raccolte colorate sparse nel corridoio. Non conosco la sua storia, ho provato a chiedere qualcosa ai ragazzi ma l’unico a sapermi rispondere è stato sempre Cyborg che mi ha risposto in modo vago. Alla fine ho lasciato perdere in quanto non sono fatti miei.

Dal canto mio ho provato inutilmente a interessarmi e alla fine mi sono rassegnata. Dal canto suo, a parte gli scherzi per darmi fastidio, non ha mai provato a parlarmi o a mostrare il minimo interesse. Mi sembra più un estraneo e non conoscendolo ai miei occhi appare immaturo e un po’ maleducato.

Avremo mai un dialogo?

Tu però ti mostri sempre nervosa e irritata con lui.

Non è colpa mia se i suoi atteggiamenti sciocchi mi innervosiscono. Io ho bisogno di concentrarmi nelle missioni e lui invece mi distrae.

Lasciatelo dire, sembri avere il ciclo perenne.

Ad ogni modo, essendo passato un anno dal mio arrivo, adesso lavoro attivamente ai quotidiani problemi della città. Problemi non alla portata di normali esseri umani, dal momento che ultimamente collaboriamo molto più spesso con la polizia.

Quello di cui ci stiamo occupando adesso, è un caso strano. Da qualche settimana a questa parte, in vari punti della città si stanno manifestando strani incendi, omicidi e addirittura, qualche giorno fa, un attentato che ha coinvolto quattro persone in un parco non molto distante da qui. Le vittime e i feriti sono per lo più persone adulte e dalle ferite e dai lividi presenti, l’autopsia ha rilasciato che i carnefici non adoperano alcun tipo di armi. Le ferite sembravano più causate, per il tipo e per la potenza, da esseri simili alle belve. Graffi, morsi, addirittura segni di soffocamento. Ho visto scene di violenza contro esseri umani da far concorrenza a mio padre. Ferite così agghiaccianti che qualche volta ho perfino rimesso. Il nostro amico, si sta dando da fare.

Come un animale antropomorfo.

A quel punto la questura ci ha lasciato carta bianca.
Robin ed io ci stiamo scervellando per capire cosa stia succedendo e come faccia l’assalitore ad agire così velocemente. Perfino il mio teletrasporto non riesce a cogliere in pieno questo dannato mostro. È una lotta contro il tempo per arrestare questa carneficina. E stranamente, le ferite inflitte ai sopravvissuti sono per me incurabili.

Stamattina mi sono alzata più presto del solito. Ho iniziato da sola ad allenarmi. Voglio essere pronta per quando affronterò questo bestione.

Le vittime non sembrano ricordare nulla dell’accaduto e non ci sono testimoni. E sì, ho cercato in lungo e in largo ma in questa assurda storia mancano i testimoni.
I primi avvenimenti sono stati in luoghi appartati mentre nell’ultimo, in quello del parco, la zona era stata inizialmente evacuata perché agli occhi di tutti era sembrato un disastroso incendio nel centro della zona.
Fuoco. Ma cosa c’entra il fuoco in tutto ciò? Non è stato trovato alcun materiale capace di creare un incendio e i giardini del parco non sono stati bruciati anche se la fiamma, a detta di tutti, era immensa.

Purtroppo, una parte di me sa chi può aver creato quell’orrore, ma non vuole ammetterlo.

“Mari-Anne Smith, cinquantatré anni, impiegata all’ufficio postale di Jump City, sposata e con tre figli. Nessun precedente penale, nessun affare illegale.

Morta alle 16:38 per sgozzamento in un incrocio in periferia della città. Le sue tre ferite dal diametro di sette millimetri e dalla lunghezza la prima di sette centimetri, la seconda di tredici e terza di sei erano approssimativamente all’altezza del collo partono dalla superficie cervicale e proseguono obliquamente fino alla clavicola. Era in macchina al momento della morte in quanto era andata a trovare i genitori nella villeggiatura lì vicina.

I coniugi Warz, quarantacinque e quarantatré anni, sposati da sei, caucasici, entrambi direttori di un negozio sportivo sulla decima e la undicesima strada di Jump City, nessun precedente penale per entrambi o affare illegale. Lei incinta di 4 mesi.

Morti alle 21.45, dissanguati dalle ferite da taglio simili alla precedente, lui alle costole e alle spalle, lei al ventre, nel vicolo appena dietro il negozio mentre tornavano a casa dal lavoro.

Jaxon Peterson, Fred Bayley e Craig Bennett, di ventisei, venticinque e ventidue anni, studenti e amici dell’Università di Scienze Politiche di Jump City, il primo di origini svedesi, gli altri cittadini americani, nessun precedente penale e entrambi con voti altissimi.

Morti alle 06:15 nel parcheggio della scuola, dissanguati a seguito dell’amputazione degli arti non ritrovati. Feriti come i precedenti…”

Più leggo, più resto inorridita da tale violenza e questi non sono né i primi, né gli ultimi crimini elencati nella cartelletta azzurra inviata dalla scientifica di Ghotam.
Sì perché, questa situazione ha allarmato talmente tanto, che si stanno smuovendo forze superiori, almeno per una volta.
È proprio perché le notizie sono arrivate pure a Ghotam e nelle grandi città come New York, dove il tasso di criminalità è elevatissimo, che ci tocca affrettare le ricerche e catturare il prima possibile questo misterioso super cattivo. Se qualche criminale alla portata di Batman, molto più violento e pericoloso, dovesse avere la malpensante idea d’allearsi con costui, sarebbe un grosso problema.

I luoghi circostanti alle catastrofi sono cosparsi di sangue e sembrano sopravvissuti ad un tornado.

La sala attrezzi al momento vuota, si colora un poco delle prime luci del mattino filtrate dalle pareti in vetro e il grigio delle macchine in metallo si attenua dei candidi pastello.

Oggi la giornata sembra luminosa. Tira un venticello leggero, capace appena di spingere le onde del mare alla riva.

Richiudo e poso la cartelletta.

La grande sala offre i marchingegni più strani, simbolo dell’abilità straordinaria di Cyborg.
Vi sono anche vari tipi di armi incastrate alle pareti, accostati agli strani dinosauri meccanici. Il pavimento è rivestito di gomma per attenuare eventuali cadute e dal soffitto pendono nastri, corde con nodi e corde con manici.
Se non fosse per le varie tecnologie e per le pazzie del nostro meccanico, sembrerebbe la palestra più varia del mondo.

Dopo essermi riscaldata con alcuni esercizi decido di allenare la difesa, perciò avvio una delle macchine

Questa qui, spara delle lamette simili a coltelli da cucina ma molto affilati. In totale sono centoquattordici, sferrati in un lasso di tempo che va dal secondo al singolo centesimo di secondo e con uno spazio temporale l’uno dall’altro non definito. Il mio tempo record è stato di quindici centesimi secondo, ciò vuol dire che sono riuscita a schivare coltelli lanciati a quella velocità.

Avvio la macchina regolando la velocità e mi metto a circa sei, sette metri di distanza da essa.

Quelle persone non avevano niente in comune.

Davanti a me, la macchina inizia a sparare a casaccio i coltelli.

I giorni delle morti sono del tutto casuali e privi di connessione. Tutto sembra fatto improvvisamente e a caso.

Volo a destra e a sinistra e con il mio potere faccio lievitare i coltelli vicini buttandoli lontano da me. Aumenta la velocità.

L’unico elemento sono i luoghi. Che il nostro amico non voglia essere intralciato?

Aumento il ritmo. Le lamette colpiscono la parete alle mie spalle di gomma rinforzata appositamente a trattenerli.
Salto ondeggiando in aria, poi, incrociando delle braccia, creo piccoli scudi circolari viola in modo da proteggermi.

O forse non vuole essere visto, ciò spiegherebbe la perdita di memoria da parte dei feriti.

Le braccia e le gambe si muovono velocemente. Mancano gli ultimi ventuno colpi.
Creo una bolla per inglobarne un po’, che lascio poi fluttuare altrove mentre, senza smettere di schivare, la macchina esaurisce le lamette e si arresta.

-“Li hai evitati tutti?”-

-“Uhmn? Ah, già. Sto aumentando la velocità, voglio portarla almeno a cinque centesimi.”-

-“E a quanto stai?”-

-“Tredici circa.”-

Il moro dai capelli spettinati si avvicina.

-“Hai già fatto la sessione completa?”-

-“Qualcosa sì, il riscaldamento. Piuttosto, mentre ti aspettavo, ho letto quella cartelletta.”-

-“Assurdo eh? Sto provando a capirci qualcosa ma non trovo altre risposte se non…”-

-“No. Ci deve essere un’altra spiegazione.”- affermo stringendo i pugni. Stamattina sono più energica del solito, che sia stato il caffè?

-“Lo speriamo tutti Rachel… ma infondo è già passato un anno. Sapevi anche tu che prima o poi...”-

-“Non trovo il collegamento con le vittime.”- taglio corto.

È un’affermazione abbastanza stupida da fare. Quando hai a che fare con qualcuno di mostruoso che ha sete di sangue non c’è un collegamento con le vittime. Non c’è da pensare, c’è solo da agire.

Mi passo una mano fra i capelli corti e violacei e sospiro.

Il mio amico indica con lo sguardo l’area rettangolare al centro della sala. Faccio cenno di sì e ci avviciniamo.

-“Sicura di non essere stanca?”-

-“Taci.”- gli rispondo sorridendo leggermente.
 
Infondo, con lui posso permettermelo.

Io e Robin iniziamo il nostro combattimento “amichevole”.

 
   
 
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