Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Crisan    01/04/2018    1 recensioni
La trasformazione si annullò appena tocco terra. Plugg schizzo fuori dall'anello mentre Adrien ansante riprendeva fiato appoggiando le mani sulle ginocchia. "Che c'è?" chiese il ragazzo con una nota d'allarme nella voce accorgendosi dello sguardo angosciato che il piccolo amico gli rivolgeva. "Adrien, non avverto più il suo Miraculos - e aggiunse mormorando mentre il panico si palesava sul volto del suo portatore - non sento più Tikki! "
**
Cos'è successo? Chi sta mettendo in difficoltà i nostri eroi? Avventura, amore, amicizia.. è quello che proverò a raccontarvi in questa possibile versione degli eventi!
Nota: i fatti narrati si devono considerare intrecciati con quanto capitato nella prima stagione proseguendo oltre.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7 - Regina di Cuori Capitolo 6 – Regina di Cuori

La notte cedeva il passo alle tenui luci dell’alba e i primi tiepidi raggi filtravano dalla chioma degli alberi, accarezzando i fiori ancora chiusi. La rugiada che li ricopriva, scaldata da quel leggero tepore, evaporava formando una nebbiolina rarefatta.

Un raggio birichino colpì le palpebre ancora chiuse di una rilassata Ladybug che, infastidita, si mosse leggermente e non riuscendovi aprì piano gli occhi.

Come mise a fuoco il respiro le si spezzò in gola.

Chat noir la teneva stretta a se. L’abbraccio, leggermente allentato per il rilassamento dovuto al sonno, era comunque saldo. Se ne accorse nel momento in cui, per la sorpresa, ebbe un leggero sussulto ed il ragazzo rafforzò la presa.

Avevano dormito così tutta la notte?

Una vampata d’emozione la colse e il cuore le palpitò prepotente.

Sentì il calore diffondersi sulle guance e le labbra stendersi in un sorriso nervoso.

Provò a calmarsi, cercando di regolarizzare il respiro che le scuoteva il petto, ma l’emozione di quel contatto le giocava contro, così per distrarsi e riacquistare il controllo, ripensò alla sera precedente cercando di ricordare come si fosse cacciata in quella situazione.
Era stanchissima e Chat l’aveva convita a concedersi qualche ora di riposo. Ancora una volta gli si era affidata. Non avendo la forza di discutere aveva accettato la sua richiesta, gli si era stesa accanto e lui aveva cercato di riscaldarla. Ricordò che si era sentita invasa da una dolce sensazione di tepore e che si era fatta cullare da quell’abbraccio senza imbarazzo. Sorrise nuovamente: con Adrien non sarebbe mai stato possibile.
Ricordò vagamente che dopo poco lui aveva cominciato a parlare. Sembrava teso, probabilmente era preoccupato. Non aveva idea di cosa le avesse detto perché aveva sentito le parole dissolversi leggere mentre scivolava in un sonno sereno. Era stato come quando da bambina la mamma la rassicurava dopo un brutto sogno e, lei allora si riappisolava sentendosi tranquilla, amata.

Amata.

Quella parola le rimbombò nella mente folgorandola riportando in tumulto il cuore che aveva appena cominciato ad acquietarsi.



Aveva la mano poggiata sul suo petto e poteva sentirne il battito pacato e regolare, così in contrasto con il suo. Si rese conto che aveva dormito sul fianco destro il suo preferito, mentre Chat era quasi supino, anche se tutto il suo corpo risultava leggermente girato verso quello della ragazza, ponendoli così quasi frontali. Il suo addome poggiava sul fianco del ragazzo mentre la sua gamba sinistra stava mollemente abbandonata su quella destra del ragazzo. Gli occhi dell’eroina avevano percorso velocemente i loro corpi, la consapevolezza di quell’intimità e Il sussulto che ne conseguì provocò un rafforzamento della stretta dell’abbraccio.


Temendo che stesse per svegliarsi, cosa che avrebbe gioco forza comportato una qualche spiegazione, Ladybug portò nuovamente lo sguardo sul bel volto del ragazzo che le dormiva accanto. Indugiò sulle lunghe ciglia bionde che poggiavano sulle guance morbide, coperte parzialmente dalla maschera. Le labbra rilassate erano piegate in un leggero sorriso. Dorme come un bimbo - pensò ridacchiando tra se e se l’eroina – chissà quanti anni ha, dovremmo essere quasi coetanei.


Poi un pensiero imprevisto le attraversò la mente magari ci conosciamo, magari…
Volse lo sguardo altrove per allontanare quel pensiero sciocco, non era certo possibile con tutti i ragazzi di Parigi.


Con il cuore che continuava a batterle furiosamente riprese ad analizzare la situazione.
Il suo viso ancora appoggiato all’incavo della spalla la poneva a pochi centimetri da quello di Chat Noir cui rivolse nuovamente lo sguardo soffermandosi sulle sue labbra.

Senza pensarci staccò la mano dal petto e avvicinò le dita tremanti a quella bocca che l’attirava incredibilmente. Nel suo animo una serie di sentimenti contrastanti si affrontavano, sconcertandola. Lei amava Adrien ma da quando aveva fatto quel sogno non riusciva più a guardare compagno d’armi con gli stessi occhi. O meglio, era come se lo vedesse per la prima volta veramente ed ora la straordinaria occasione di stargli così vicino mentre era innocuo, per così dire, le faceva provare emozioni inaspettate. Con l’indice sinistro disegnò in aria il contorno delle labbra. Pensò che le sarebbe piaciuto baciarle e, mentre lo pensava, le sue dita le sfiorarono impercettibilmente. Spaventata senza sapere se da quel, seppur minimo, contatto o dai pensieri che si presentavano prepotentemente in testa, Ladybug allontanò fulminea la mano spostandola a sfiorare i riccioli biondi che incorniciavano il viso e li carezzò dolcemente.

L’espressione dolce che Ladybug aveva negli occhi mentre contemplava i lineamenti dell’amico, si trasformò in sorpresa quando sentì delle dita forti chiudersi repentinamente attorno al suo polso. Gli occhi corsero ansiosi alla sua mano trattenuta fermamente da un arto guatato di nero, per tornare, preoccupati, al viso che fino a pochi secondi prima stava esplorando ritrovandosi inchiodata a due fari verdi che la fissavano intensamente. Il senso d’inquietudine prese il sopravvento e smise di respirare. Si sentiva così stupida per essersi fatta sorprendere; ebbe l’impressione che la distanza che la separava da Chat stesse inesorabilmente annullandosi.

Un brivido le percorse quando avvertì la mano che il ragazzo teneva appoggiata schiena aprirsi e scorrere lungo la sua schiena fermandosi nell’incavo dei fianchi bloccandola saldamente.

Senza poter far niente per scampare al pericolo Ladybug annaspò socchiudendo le labbra per cercare aria, decretando così la sua rovina. Chat Noir senza distogliere gli occhi dai suoi piegò il viso quel tanto che bastava per eliminare quell’inutile spazio che li divideva
Labybug si sentì perduta, ma in quel medesimo istante un’ombra bianca si materializzò sopra di loro, li oltrepassò con un balzo e si diresse velocemente verso un gruppo di alberi poco lontano.

Come se avesse ricevuto una scossa elettrica, l’eroina ritornò presente a se stessa e colse l’occasione per sciogliere l’abbraccio mentre Chat Noir si poneva seduto e si voltava verso la direzione in cui si era sparita l’ombra.

“Chat, lo hai visto anche tu, dobbiamo inseguirlo.” “ Certo Milady – e aggiunse alzandosi – andiamo!”

Coprirono rapidamente la porzione di prato che li separava dal margine della radura e s’inoltrarono nuovamente nel bosco.
Percorsero qualche centinaio di metri, poi si bloccarono a causa di un rumore proveniente da dietro un cespuglio e acquattandosi, come dei felini in caccia, scherzò il ragazzo, sbirciarono tra le foglie.

Poco distante da loro, ritto sulle zampe posteriori, si trovava il coniglio più grosso a che avessero mai visto. Alto quasi come un bambino di cinque anni, sotto una giacchetta rossa indossava un elegante panciotto blu e oro e dei calzoni alla zuava color oltremare.
Sembrava nervoso, si guardava attorno e poi tornava a controllare l’ora su un prezioso orologio da taschino mormorando come un mantra “Tardi, tardi, è davvero molto tardi ormai!”

“Ma è …”

“Si Prrrincipessa, è il Bianconiglio. Sembra che aspetti qualcuno.” Concluse brevemente il giovane, portandosi un dito sulle labbra per far segno alla sua compagna di non rispondere.

Il coniglio, infatti, forse per captare meglio i rumori circostanti, aveva mosso le orecchie quasi fossero un radar, tendendole nella loro direzione; poi con una leggera irritazione mormorò nuovamente “ E’ tardi, è davvero tardi dobbiamo andare ormai!”
Senza aggiungere altro infilò la cipolla nel taschino del panciotto e compiuti un paio di salti, s’introdusse in quella che ai ragazzi sembrò una grossa tana.

“Andiamo!” senza preavviso Ladybug uscì dal cespuglio e imbocco l’ingresso del buco dando appena il tempo a Chat Noir di accorgersi del suo fulmineo movimento.
“Se non fossi certo che voglia disperatamente raggiungerlo per scoprire come si esce da qui, penserei che stia fuggendo da me – poi aggiunse dopo un secondo di pausa – Naaa, impossibile!” e si mosse saltando anche lui nel buco.

Si ritrovarono su una specie di scivolo di pietra e foglie. Le radici degli alberi che li sovrastavano facevano da cornice a curve improvvise e a rapidi cambi di direzione.
La luce era tenue, riflessa da gemme di notevoli dimensioni che le donavano sfumature cangianti dall’azzurro, al verde, dal bianco scintillante al cupo rosso a seconda che questa attraversasse un topazio, uno smeraldo, un diamante o un rubino. L’eroina si guardava attorno affascinata, non si chiesero neanche di chi fosse quella miniera. Probabilmente stavano scivolando in una sorta di tunnel per il trasporto dei materiali, ma non volle indagare su come mai fosse connessa alla tana del Bianconiglio, cominciava a farsi un’idea di come funzionasse il mondo delle fiabe. Dopo poco in lontananza una luce bianca che s’ingrandiva velocemente. Chiuse gli occhi quando il chiarore si fece più vicino ed intenso così non si accorse di essere arrivata in fondo al percorso e si ritrovò catapultata fuori da quello che sembrava il nodo di un albero. Ruzzolò nell’erba soffice e poco dopo fu raggiunta dal suo compagno.

“Tutto intero gattino?” chiese la ragazza alzandosi e voltandosi leggermente per vedere uno Chat Noir che si rialzava massaggiandosi vistosamente il fondoschiena.
“Tutto a posto Milady. Dov’è finito il coniglio?”
“Uhm, non saprei” disse guardandosi intorno picchiettandosi l’indice sul mento.
Un movimento tra le foglie la mise in allerta. Ebbe l’impressione di veder qualcosa brillare e fece appena in tempo a gridare “Attenzione!” mentre prendeva quota saltando all’indietro, finendo su un alto ramo dell’albero da cui poco prima erano fuoriusciti. Accanto a lei atterrò Chat Noir che si era allarmato dopo aver percepito un fruscio sospetto provenire da dietro i cespugli.

Guardarono in basso e la porzione erbosa dove prima si trovavano ora fioriva di lunghe lance di un nero lucido, attaccato all’asta riluceva una punta rossa a forma di cuore.

“Tirateli giù di lì!” Una voce gracchiante si fece largo tra la bassa vegetazione proprio mentre una seconda scarica si conficcava sul tronco e sui rami dell’albero dove si trovavano costringendoli a spostarsi. Le lance erano state sostituite da frecce della medesina foggia e una di queste sfiorò un codino della coccinella facendola sussultare.

I loro assalitori intanto erano usciti dai cespugli. Due dozzine di fanti si appostarono sotto il grande albero. Avevano un aspetto buffo, erano vestiti come giullari di corte ma dai colori cupi e al posto dei sonagli o delle cetre imbracciavano archi, frecce, giavellotti e spade.
Erano comandati da quella che sembrava essere la regina di cuori, una donna mastodontica con i capelli neri acconciati alla Pompadour con un ciuffo rosso a forma di cuore sulla fronte. Un corpetto rosso le sottolineava il seno generoso mentre un’ampia gonna nera con disegni geometrici rossi e bianchi le nascondeva le forme non proprio longilinee.
Le belle labbra vermiglie si schiudevano in un sorriso malvagio. La mano destra artigliata di rosso brandiva una sorta di scettro con cui impartiva ordini ai suoi sottoposti.

“Sei in ritardo coniglio”

Dal medesimo cespuglio da cui erano sbucati quelli, si affacciò tutto tremante il Bianconiglio e si avvicinò alla regina, balbettando “Mi-mi scusi ma-maestà, m-ma ho dovuto aspettare che si svegliassero pe-per portarveli…”

“Hai capito il coniglietto” ghignò Chat Noir.

L’attenzione della regina si spostò nuovamente sulle sue prede. “Uhm, che abbiamo qui? Un micetto bizzoso e… cosa saresti tu? Un insetto?”

“Permette maestà, Ladybug e Chat Noir sono i due che ci è stato chiesto di catturare da chi sapete voi…” La regina lo guardò interrogativa
“Voldermort?” Ladybug sospirò alzando gli occhi al cielo, mentre il suo compagno sghignazzava. 
“M-ma-ma no, mia regina. Ri-ricordate, quella giovane, que-quella malefica”

“Ahh sì sì,  Ovviamente! – e voltandosi con non curanza verso il bosco per tornare sui suoi passi mosse il braccio con lo scettro e ordino perentoria – Tagliategli…”.

Non poté terminare la frase perché la voce di Ladybug la interruppe “Maestà, non vogliamo lo scontro, vogliamo solo tornare nel nostro mondo”

“E’vero sua graziosità – aggiunse Chat Noir con un inchino – vogliamo solo trovare un nodo per tornare”.

La regina si voltò e alzò un sopracciglio “Ma-maestà se li la-lasciassimo andare sa che su-succederebbe!” balbettò pavido il Bianconiglio.

“Taci!” la regina guardò interessata nella direzione del biondo e squadrandolo gli domandò “E perché mai dovrei lasciarvi andare, quando consegnandovi, potrei avere il dominio su tutto questo mondo?”

Chat balzò giù dal ramo e immediatamente i soldati gli puntarono contro le lance, che vennero però repentinamente abbassate a un impercettibile cenno del loro comandante.

Anche Ladybug scese guardinga atterrando a pochi metri dall’amico, ponendosi subito sulla difensiva.

“Beh Maestà se permettete – il felino si avvicinò mellifluo e fece un garbato baciamano alla sovrana – una donna bella come voi e con il vostro carisma non ha sicuramente bisogno di una bimbetta capricciosa per consolidare il vostro dominio”.
“Ah no?” chiocciò la regina
“Ma certo che no! – continuò il felino guardandola intensamente negli occhi – ho visto con che risolutezza comandate questo manipolo di coraggiosi. Per voi sarebbe un gioco da ragazzi conquistare ogni reame”
“Dici sul serio?” rispose lusingata la donna.

“Ma sicuro, Maestà!” mentre parlava, il ragazzo l’aveva presa per mano e le si era portato alle spalle come per ballare una sorta di minuetto “Anzi, son certo che eliminata la ragazzina, cosa che faremo appena tornati nel nostro mondo, potrà conquistare ogni terra senza colpo ferire.”

“Davvero?” risposero in coro la regina e Ladybug una piacevolmente eccitata l’altra con un principio d’irritazione.

“Davvero – miagolò il gatto e accostandosi all’orecchio della donna sussurrò – perché prima delle loro terre conquisterete il loro cuore!”

Chat aveva parlato con un tono basso e suadente, ma i poteri di Ladybug le permisero di sentire distintamente quanto pronunciato e le reazioni delle due donne non sarebbero potute essere più diverse.
Labybug che aveva già da qualche tempo lasciato la posizione di guardia per incrociare le braccia sul petto con aria seccata, incominciò a tamburellare nervosamente il piede a terra fulminando il compagno con gli occhi che le ricambiò uno sguardo birichino.

La regina invece emise una risata sguaiata afferrò il polso del ragazzo, strattonandolo se lo mise di fronte e lo abbracciò stringendogli la testa sul petto, dondolando il busto come per cullare un bambino “ Oho ma come sei dolce gattino”

Chat Noir colto alla sprovvista voltò la faccia in direzione di Ladybug per chiederle tacitamente aiuto, riuscendo così a salvare almeno le funzioni vitali.
Era sicuro che se al posto della guancia sul petto di quella donna ci fosse finito il suo naso sarebbe senz’altro morto soffocato da quel seno.

Un brivido di disgusto gli percorse la schiena.

Ladybug sospirò e a malincuore intervenne, avrebbe voluto che fosse torturato ancora un po', così impara a fare lo stupido

“Maestà, pensavo .”

“Inchinati, mentre pensi, risparmierai tempo” la interruppe scocciata la regina allentando la presa su Chat quel tanto che bastava per permettergli di sgusciare via dal suo abbraccio e di rimettersi traballante in piedi.
“Ah beh si certo – balbettò Ladybug e proseguì mentre si cimentava in una profonda riverenza - sappiamo che c’è un modo per uscire da qui seguendo la strada di confine... ”

La regina si avvicinò alla ragazza e le camminò attorno “Si, si, vero. La strada di confine…”
“Sapete indicarcela?”

“Ma certo mia cara – disse la regina avvicinandosi al suo viso e guardandola intensamente negli occhi – te la indicherò immediatamente… Non appena mi darai il tuo Miraculous!” e così dicendo tentò di afferrarla per la gola.

Vedendola scattare in avanti Chat Noir si accucciò e facendo perno sulla gamba destra e sulle mani compì un mezzo giro falciando le gambe della regina che perdendo lo spunto incespicò in avanti dando tempo a Ladybug di scansarsi ed evitare l’attacco. 

“Puntate ai Miraculous! Tagliategli la testa!” Urlò la regina, mentre recuperava la posizione eretta.

I fanti vista la ripresa delle ostilità puntarono le loro lance contro Ladybug cercando di spingerla in un angolo mentre alcune frecce le fischiavano all’altezza delle orecchie.
Con un balzo indietreggiò nuovamente ed estrasse lo yo-yo per parare i colpi.

Anche Chat Noir si rialzò in fretta per raggiungere la sua compagna ma dopo un paio di passi si sentì trattenere con forza, si girò si accorse che la regina lo tratteneva per la coda. “Non così in fretta gattino, tu resterai con me. Voglio proprio vedere se sai fare le fusa!” e ridendo fece comparire dal nulla un collarino di pelle nera e con uno strattone avvicinò il ragazzo e glielo mise al collo.
Chat Noir provò a puntare le mani sulle spalle della regina inarcando la schiena all’indietro mentre spingeva per allontanarsi, ma la donna con un ghigno allungò un piede togliendo quel poco di equilibrio che aveva e mantenendo la presa al collo, accompagnò la sua caduta al suolo. Chat piegò una gamba verso il petto per cercare di fare leva e togliersi da quell’impiccio ma la regina forte della sua mole e della sua smania lottava strenuamente per mantenere la presa salda sul felino.

“Panteruccia mia è non fare le bizze ci divertiremo un mucchio assieme” gli soffiò la regina sul viso e Chat giurò di aver avvertito il pelo che gli si rizzava sulla schiena. Mentre la donna lo guardava famelica e si apprestava ad attivare il meccanismo di chiusura che avrebbe finalmente bloccato il recalcitrante animale, Chat avvertì un tonfo sordo appena sotto il suo mento. La regina gridò e cadde a peso morto sul ragazzo che facendo leva sulle braccia (non voglio sapere cosa ho toccato, si lamentò più tardi un disgustato Chat!) riuscì finalmente a togliersela di dosso e a strapparsi il giogo.

“Non lo sai che gli animali non amano la cattività” Ladybug ad un passo da loro ruotava minacciosamente lo yo-yo con cui pochi istanti prima aveva colpito la regina che ora si era rialzata e si massaggiava la mano dove iniziava a comparire un livido violaceo.

I fanti terrorizzati dal fatto che la loro sovrana fosse stata colpita si erano bloccati e tremavano visibilmente. Si poteva avvertire distintamente il digrignare dei denti della donna che, al culmine della rabbia, urlò pazza di furia
“Qualche testa rotolerà per questo. La vostra! Catturateli! Tagliategli la testa! Voglio i loro Miraculous!”

Rinvigoriti dalla reazione del loro comandante, o forse ancor più terrorizzati, i fanti circondarono i due eroi che si trovarono così a combattere dandosi la schiena per poter parare meglio i colpi nemici che si susseguivano senza sosta.
Spade e lance erano affrontate corpo a corpo da Chat che parava e affondava, mentre il combattimento areo era tenuto sotto controllo la Ladybug che con lo yo-yo deviava le frecce che piovevano loro in testa.
“Milady non resisteremo a lungo” sbuffo Chat parando l’ennesimo colpo.

“Già, sono troppi, stiamo perdendo tempo. Dovremmo trovare una via di fuga.” gli rispose schivando l’ennesima freccia che però le provocò una leggera ferita al collo. “Dannazione!” gemette.

Questa piccola distrazione permise ai fanti di eliminare la distanza di sicurezza che i ragazzi erano fino allora riusciti a mantenere e la regina urlo “impacchettateli!”

Immediatamente i fanti si bloccarono. Quelli più arretrati che brandivano le lance salirono sulle spalle di coloro che erano in prima fila che avevano la spada, poi una terza fila di uomini salì sulla seconda puntando i loro archi verso il basso in direzione dei due prigionieri.

Come ebbero completato la formazione, il pettorale della loro divisa cominciò ad emanare un cupo bagliore. I corpi sembrarono perdere consistenza e tridimensionalità.

I vestiti si schiarirono fino a raggiungere una tonalità grigio chiaro e si allargarono lasciando visibili solo le mani e i piedi. Quando la luce si esaurì al posto della pettorina comparirono  dei semi.

“Questa poi, Sembrano scoiattoli volanti?” commentò un perplesso Chat Noir.

“Sono carte. Carte da gioco non vedi? Picche, fiori, quadri e …”
“ CUORI – con una risata malefica la regina terminò la frase – ora avete davanti a voi tutta la potenza del mio esercito.”
Non un filo di luce attraversava la muraglia di carte e la penombra rendeva sinistro il luccichio tenue delle armi e degli occhi degli avversari.



Un bagliore verde guizzò negli occhi del ragazzo che mettendosi in posizione d’attacco proruppe “Beh Milady, direi che è ora di fare a queste carte un mazz…”
“Chat! – lo zittì fintamente scandalizzata la ragazza e volgendogli un’occhiata di sfida propose – tu sotto ed io sopra?”

Un ghigno che Ladybug non comprese immediatamente comparì sulle labbra del compagno “Non mi sembra il momento più adatto, ma mi adeguo agli ordini di Madame” e con veloce inchino, rivolgendole uno sguardo malizioso si apprestò a colpire i fanti della prima fila.

“Mah- ma - balbettò un’interdetta Ladybug concludendo poi con un – che idiota!” andò a riversare la sua indignazione ruotando lo yo-yo in modo da colpire tutte le carte della terza fila che precipitando dall’alto andarono a impilarsi, cadendo di faccia, su quelle rovesciatesi sul dorso per essere state colpite dal bastone del felino.

Altre carte che certavano di fuggire per ricomporre una specie di recinto poco più in là, furono prese per le caviglie dallo yo-yo e poste sopra ai compagni.

“Ho sempre voluto fare il mazziere” disse Chat Noir lanciano l’ennesima carta sul mazzo.

“Che dici possiamo andare? –chiese Ladybug – continuare a perdere tempo con loro non ci aiuterà ad uscire da qui e a distruggere l’akuma.”

“Concordo mia cara, dammi sono un momento “ e così dicendo fece leva su un grosso masso lì vicino che incominciò a rotolare.
“Ottima idea” risposte la ragazza e, avvolgendolo nel filo dello yo-yo lo sollevò quel tanto che bastava affinché Chat saltandoci sopra non lo disponesse sul masso come fermacarte.

“Bene ora possiamo andare – disse chat strofinandosi le mani come per pulirle. – Mah dov’è finita la regina?”

Si guardarono attorno poi vedendo delle foglie muoversi in lontananza “ Di là, sta scappando!” “lasciamola andare noi dobbiamo trovare il modo di uscire da qui”

“Uhm, però se la seguiamo, magari troviamo una strada, sai una di quelle di confine” “Ottima idea Milady, andiamo!”
 


******
Ciao!
eccoci qui, quanto tempo ^_^' Come state? 
No! nonstante sia il 1° aprile non è uno scherzo. Non potevo certo far arrivare Pasqua senza presentarvi un nuovo capitolo!
Quindi cosa ne pensate di quel guastafeste del Bianconiglio?
Credo che Chat ci sia rimasto un po' male, ma si sà, non è fortunato! Non lo è neanche con la Regina di Cuori che ad un certo punto voleva diventare una gattara. Paura eh gattino! ^_*
Ringrazio infinitamente, per tutto, la mia superB, la mia beta e super eroe personale, Lunedì che questa volta mi avrebbe uccisa per la punteggitura... perdonami!!
Un ringraziamento gigante a tutti quelli che leggono, siete tantissimi anche dopo mesi dalla pubblicazione, a tutti coloro che hanno salvato e seguono la storia e un grazie di <3 a chi mi regala la propria opinione.

Ora, poichè avete scartato il mio ovetto pasquale vi lascio una piccola sorpresa tratta dal prossimo capitolo
Codarda!
Non sono codarda, eh che non saprei che dirgli. Oh magari…
No magari niente. Io amo Adrien!"


A presto e Buona Pasqua!
Crisan

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Crisan