Ringrazio
anche solo chi legge.
Ha
partecipa alla fanfiction challenge:
prompt:
Sonata
Arctica - White
Pearl, Black
Oceans.
Eterno
amore
1
Vita
Elisabeth
allungò le mani pallide e sfilò il cappello da
giullare dal capo di Jonathan, scompigliandogli i capelli biondi. Se lo
strinse
al petto, il seno prosperoso era coperto dal velluto blu della stoffa
del
vestito. La nobildonna socchiuse gli occhi sottili e le iridi azzurre
le
brillarono di riflessi perlacei.
"Io ti amo" mormorò.
Lui
s'inginocchiò, fece passare una pallina di vetro da una
mano all'altra, lanciandola. La bloccò al volo e gliela
porse.
"Mia signora, il mio cuore è vostro, ma non permetterai che
la morte vi
colga per causa mia" sussurrò.
Elisabeth si
leccò le
labbra rosse e chinò la testa, i lunghi capelli neri le
mulinarono intorno al
viso, le campanelle del cappello del giullare di corte tintinnarono.
"E allora andiamo via, senza di te non vivrei ugualmente"
ribatté
lei. Pestò il piede coperto da una scarpetta dorata sul
pavimento di marmo
della sala.
Jonathan
lasciò cadere la sferetta di vetro in terra e quella
si frantumò. Afferrò la mano dell'amata e ne
baciò il dorso.
"Perché lo hai fatto? Era l'unico ricordo di tua madre"
mormorò
Elisabeth.
L'amato
sorrise e socchiuse gli occhi, le iridi azzurre gli
si scurirono.
"Fu bruciata come strega, ma sul rogo disse che la sua anima si sarebbe
reincarnata. Spezzando quella strega permetterò che accada
anche a noi"
mormorò. Si portò la mano della giovane alla
guancia.
"Ci incontreremo ancora e quel giorno potremo finalmente vivere il
nostro
amore" le spiegò gentilmente.
2
Reincarnazione
La
casa tremò, le finestre esplosero e i frammenti di vetro
volarono tutt'intorno. Il biondo ansimò e socchiuse gli
occhi arrossati, le
iridi azzurre erano liquide. Si udirono altri fischi di bombe,
avvertì le
orecchie ronzare. Avvertì il rombo dei motori degli aerei.
Ci furono delle
altre esplosioni, pezzi d'intonaco crollarono e la casa
tremò di nuovo. Strinse
il fucile, il cappello da militare gli ricadde di lato sul capo. Si
voltò,
sentendo una porta aprirsi, imbracciò l'arma e
puntò.
Vide
una giovane dai lunghi capelli neri. Le sue iridi color
del cielo si rifletterono in quelle della inglese. "Tu ...". Il
battito cardiaco gli accelerò.
Lei
sorrise, si portò la mano alla bocca e corse verso di
lui.
"Jonathan..."
mormorò.
Jonathan
corse verso di lei.
"Elisabeth
..." ribatté.
Il
tetto franò su entrambi e la bomba tedesca esplose nella
stanza.
3
II° reincarnazione
Elisabeth andò a sbattere contro un altro ragazzo.
Strillò e cadde
all'indietro. La borsa dell'università si aprì e
una serie di libri si sparpagliarono
per terra. Mugolò e si massaggiò la schiena
sentendola pulsare. Si piegò in
avanti raccogliendo il borsellino e i lunghi capelli neri le finirono
davanti
agli occhi.
"Scusami,
non ti ho visto" balbettò una voce
maschile.
La
giovane sbuffò e alzò il capo.
"Potevi stare più attento!" si lamentò.
Guardò un giovane dai corti
capelli biondi porgerle il manuale di chimica. Lo afferrò e
lo strinse al
petto.
"Ti
aiuto a raccogliere" sussurrò il ragazzo. La
giovane sentì le guance arrossarsi.
"Hai
un'aria nota. Ci siamo già visti?" domandò.
"E' strano. Stavo per chiederlo. Io mi chiamo Jonathan Rubert"
spiegò.
La
ragazza mise il libro dentro la borsa accanto al
borsellino. Raccolse un pacchetto di gomme e sporse il labbro inferiore.
"Mai sentito. Io sono Elisabeth Merien" rispose. Infilò in
borsa due
quaderni e un libriccino.
Lui
le mise in borsa un testo sulle molecole e uno sul DNA.
"Posso
accompagnarti a lezione?" domandò.
La
mora annuì. "Va bene, così cercheremo di
ricordare
dove ci siamo già visti" rispose, addolcendo il tono.