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Autore: eleCorti    10/04/2018    13 recensioni
[Fanfiction partecipante al contest Betrayment and infidelity indetto da Skyfall16 sul forum di efp]
“La verità è che non ti posso vedere così...” si avvicinò a lei e con il pollice asciugò quelle lacrime che Strawberry non era riuscita a lavare via.
La giovane sussultò. Che cos'era quella sensazione mai provata? Non la provava nemmeno quando Mark la toccava. Se la toccava. I suoi occhi incrociarono quelli blu di Ryan, e si persero in quell'oceano profondo. Non capì più niente. Accadde in un attimo: le loro labbra si sfiorarono in un dolce bacio. E il pensiero di Mark scivolò via come la pioggia che cade sul finestrino.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non riesco a resisterti


Sospirò. Non lo sopportava più, le dava sempre il tormento. Perché Ryan doveva prendersela sempre con lei? Non poté fare a meno di pensare Strawberry. Non capiva che quel suo atteggiamento la irritava? O forse gli piaceva prendersi gioco di lei? Sospirò ancora una volta, mentre giocava con il suo nastro per capelli rosso. Almeno domani non avrebbe visto quella sua brutta faccia, dato che avrebbe passato la giornata con il suo ragazzo Mark. Mark... il suo cuore iniziò a battere non appena pensò a lui. Mark era il suo tipo: dolce, gentile e premuroso, non come un certo qualcuno di sua conoscenza. No! Non doveva pensare di nuovo a quello stupido di Ryan! Ora doveva andare a dormire e pensare solo alla giornata di domani.
Il suo telefono squillò: era Mark. Al suo pensiero di ricevere un suo messaggio il cuore di Strawberry iniziò a galoppare come un cavallo impazzito e le sue guance si tinsero di rosso. Afferrò il telefono con molta impazienza: voleva sapere il contenuto del messaggio. Sicuramente le aveva scritto che domani sarebbe passata a prenderla presto e quindi non doveva dormire troppo.
Il suo sorriso si spense, non appena lesse il contenuto del messaggio: ciao Strawberry, mi dispiace, ma domani ho impegno improvviso e non posso cancellarlo. Dovremmo rimandare il nostro appuntamento...
Fissò il telefono per mezzo minuto, prima di rendersi conto che Mark – il suo Mark – l'aveva appena scaricata. E ora? Che doveva rispondere? Doveva fargli la tipica sfuriata da fidanzata gelosa oppure essere accondiscendente e dirgli di stare tranquillo? Non lo sapeva. Alla fine, decise di non fare alcuna scenata. Lei si fidava ciecamente di Mark e non doveva mettere in dubbio le sue azioni.
Capisco. Stai tranquillo, noi possiamo vederci un'altra volta. Buonanotte, ti amo. Scrisse, cercando di sembrare il mio arrabbiata possibile. Perché lei era arrabbiata. Era infuriata perché, a quel punto, domani sarebbe dovuta andare a lavoro e sorbirsi tutte le angherie di Ryan.
Si mise le mani ai capelli in preda alla rabbia e scrisse un messaggio a Ryan: il mio appuntamento con Mark è saltato, quindi domani verrò a lavoro. Non cercò di sembrare carina o dolce, né gli diede la buonanotte, tanto era Ryan e con lui queste formalità erano superflue. Spense la luce e si mise a dormire, non sapendo che dall'altra parte della città, qualcuno stesse sorridendo per la gioia.


 
****
 
Come sempre, la giovane Strawberry era in ritardo. Quella notte non era riuscita a chiudere occhio, poiché aveva pensato a Mark e al motivo per quale il loro appuntamento era saltato. Non fece colazione e a stento salutò i genitori, prima di uscire di casa: il suo scopo era di arrivare il più in fretta possibile al Cafè Mew ed evitare i rimproveri di Ryan.
“Perdona il ritardo” esordì, non appena varcò la soglia del locale. Aveva chiuso gli occhi aspettandosi un rimprovero del suo capo, ma lui ancora non c'era. Che fosse in ritardo anche lui?
“Buongiorno Strawberry, cosa ci fai qui? Non avevi un appuntamento con Mark?” esordì Kyle, uscendo dalla cucina. Strawberry sbatté le palpebre confusa: evidentemente Ryan, non aveva detto nulla.
“No, purtroppo l'abbiamo rimandato, perché Mark aveva un altro impegno” ridacchiò, cercando di non far trasparire tutta la sua tristezza. Le sue amiche – accerchiatesi per scoprire perché la loro leader fosse lì – la guardarono in cagnesco. Avevano capito che stava nascondendo qualcosa.
E i loro tentativi di scoprire qualcosa furono vani, poiché Strawberry faceva di tutto per evitarle, andava a prendere le ordinazioni, portava i vassoi, puliva il pavimento. Fino a quando, finalmente, si ritrovò sola in cucina. Poteva dare sfogo a tutta la sua tristezza.
Delle calde lacrime solcarono il suo viso. Con l'imprevisto di quel giorno, erano ormai settimane che non riusciva a vedersi con il suo ragazzo. Strawberry aveva perso il conto di quanto fossero. Ogni volta che si dovevano vedere, Mark, all'improvviso, aveva un impegno. La verità che si sentiva trascurata.
“Tutto apposto?” sussultò: era Ryan. Perché fra tutte le persone possibili, proprio lui doveva entrare in quel momento?
“Sì” si sfregò gli occhi, nel tentativo di asciugarsi le lacrime. Poi, senza guardarlo in volto, si girò. Voleva andarsene via da quella stanza, via da lui. Non voleva che la vedesse in quel modo.
“Si tratta di lui?” quelle sue parole, la fecero raggelare sull'uscio della porta. Come aveva fatto a intuirlo?
Non rispose, e da quel suo silenzio Ryan capì che si doveva trattare sicuramente di Mark. Strinse i pugni, odiava quando la faceva soffrire. “Quel pesce lesso...” si fece sfuggire.
“Non è un pesce lesso!” si voltò urlando. La rabbia le era salita. Era vero che era arrabbiata con lui, ma non sopportava quando lui parlava male di Mark.
“Mi dispiace...” sussultò. Aveva pronunciato quelle parole, con un tono basso, in cui Strawberry poté cogliere una sfumatura di malinconia.
“La verità è che non ti posso vedere così...” si avvicinò a lei e con il pollice asciugò quelle lacrime che Strawberry non era riuscita a lavare via.
La giovane sussultò. Che cos'era quella sensazione mai provata? Non la provava nemmeno quando Mark la toccava. Se la toccava. I suoi occhi incrociarono quelli blu di Ryan, e si persero in quell'oceano profondo. Non capì più niente. Accadde in un attimo: le loro labbra si sfiorarono in un dolce bacio. E il pensiero di Mark scivolò via come la pioggia che cade sul finestrino.
Qualcuno, però, proprio in quel momento era entrato in quella stanza: era Mark. Il giovane, non appena liberatosi dall'impegno, aveva deciso di fare una sorpresa alla sua ragazza per farsi perdonare. Ma era lui che aveva trovato la sorpresa.
“Strawberry...” sussurrò, tanto da farsi sentire dai due giovani che si erano persi nel loro mondo.
Strawberry si staccò subito da Ryan, interrompendo quell'incantesimo, mentre il giovane si dava dello stupido per avere perso il controllo.
“Mark...” mosse un passo, mentre sollevava la mano destra. Come se volesse posargli una mano sulla spalla. Ma il giovane non rispose, si voltò e corse via.
“Aspetta...” sussurrò, mentre copiose lacrime scivolavano sul suo viso. Non era sicura. Tuttavia si mosse cercando di rincorrerlo. Mark aveva varcato l'uscita del locale, Strawberry lo raggiunse subito dopo, ma non lo inseguì. Rimase ad osservare il giovane che via via spariva all'orizzonte. Ryan, intanto, era appostato sulla porta della cucina e si stava dando dello stupido per avere anche osato pensare di agire in quel modo. Aveva rovinato tutto ciò che aveva costruito con tanta fatica.


 
****
 
Era finito in un parco e si era seduto su una panchina. Era ancora sconvolto per ciò che aveva appena visto. Come diavolo era potuto accadere? Non poté fare a meno di chiedersi. Perché Strawberry aveva agito in quel modo? Non lo amava più? Si mise le mani ai capelli, cercando di trovare risposta a tutte quelle domande, ma la verità era che non ne aveva. Non sapeva trovare un valido motivo che potesse spiegare l'azione della sua fidanzata, che potesse trovare una ragione per la quale il loro rapporto si era incrinato. Lui non aveva fatto niente di sbagliato, aveva sempre cercato di renderla felice. Era vero che nell'ultimo periodo era stato assente, ma lo era per il suo stage al museo e Strawberry lo sapeva perfettamente. Ma allora perché? Si domandò di nuovo. Perché? Non riusciva a spiegarselo. Forse avrebbe fatto bene a parlare con lei, se voleva schiarirsi le idee.

 
****
 
Era finalmente arrivata a casa. Non aveva nemmeno cenato e si era messa subito nel letto. Era a pezzi. Non riusciva a smettere di pensare a Mark, al suo volto distrutto quando la aveva vista avvinghiata a Ryan. Si era comportata da schifo. Aveva ferito Mark, e lui non lo meritava. Non riusciva, però, a smettere di pensare a quel piccolo, intenso bacio che si era scambiata con Ryan. Le sue labbra erano soffici e morbide, e dolci. Sì, quel bacio era stato dolce, come se Ryan avesse avuto paura di romperla. Arrossì. Poi scosse la testa: doveva togliersi dalla testa quel bacio. All'improvviso, le tornarono alla mente quei ricordi di qualche anno fa, quando ancora andava alle medie, quando era ancora una Mew Mew e non stava con Mark. Anche in quel periodo aveva avuto dei dubbi su ciò che provasse con Ryan. Aveva scoperto che sotto quella corazza da duro, si nascondesse un ragazzo fragile, dolce e gentile, che lei adorava. Poi aveva scelto Mark e aveva chiuso in un cassetto quei dubbi. Già, ma perché aveva scelto Mark? Si pose per la prima volta dopo anni quella domanda. Mark era un ragazzo dolce e gentile che per renderla felice avrebbe fatto di tutto, ma anche Ryan lo era, anche se a modo suo. Ma allora perché? Si lasciò cadere, appoggiando la testa sul cuscino, in preda ad un esaurimento nervoso e, con un battito di ciglia, Morfeo la prese tra le sue braccia, facendola sprofondare in un sonno profondo.

 
*****
 
Quel giorno non sarebbe voluta andare a lavoro, ma alla fine decise di andarsi, poiché non era riuscita a trovare una scusa valida per non andarci. La verità era che non voleva affrontare Ryan, non quando era piena di dubbi. Sospirò: ormai era già lì ed avrebbe dovuto trovare il coraggio per affrontarlo.
Coraggio che dovette trovare molto presto: lui era in cucina ed era solo. Erano soli. Deglutì, mentre le gambi le si congelarono. Sembrava una statua. Ryan, invece, era come assente. Ma Strawberry poté notare le due occhiaie che solcavano i suoi occhi, segno che non avesse dormito. Che anche lui avesse pensato al loro bacio di ieri? Non poté fare a meno di domandarsi.
“Ecco...” cercò di spezzare quel silenzio raggelante, ma non riuscì a trovare il coraggio di pronunciare alcuna parola. La lingua si era come intorpidita.
“Riguardo a ieri...” prese una pausa prima di continuare. “ è stato uno sbaglio. Non doveva accadere” disse. Aveva trascorso tutta la notte in bianco prima di giungere a quella conclusione: Strawberry amava solo Mark e quel bacio era stato solo un errore.
Qualcosa si ruppe dentro di lei, come un vaso che viene scagliato al suolo. Quelle non erano le parole che avrebbe voluto sentire. Non ne sapeva il motivo, ma voleva sentirsi dire altre parole.
“Sì... hai ragione. È stato un errore.... dimentichiamocene” disse, quasi balbettando. La verità era che stava trattenendo le lacrime. Se ne andò, non voleva stare un minuto di più nella stessa stanza con lui. Si sentiva soffocare.


 
****
 
Finalmente quella giornata era finita e lei poteva tornarsene a casa. In camera sua. Da sola. A piangere. Quelle parole di Ryan, l'avevano scossa, e assai. Non era quello che voleva che dicesse. Lei mai avrebbe potuto dimenticarsi di quel magnifico bacio. Come avrebbe potuto?
“Strawberry...” quella voce, la fece tornare alla brusca realtà: lei stava con Mark e non poteva tradirlo.
“Mark!” non nascose la sua meraviglia nel vederlo lì. Si sentiva in qualche modo sollevata.
“Io... dobbiamo parlare” e lei sapeva che si trattava di quel bacio. Ancora lui. Ritornava nella sua mente come una nenia.
Si sedettero nel piccolo parco vicino casa di Strawberry, in una delle tante panchine. Erano in silenzio. Un silenzio carico di tensione.
“Perché?” quella secca domanda le provocò dei brividi lungo la schiena. Non rispose, non sapeva che dire.
“Non mi ami più?” si voltò di scatto verso di lei, e Strawberry avvertì la punta di paura nel suo tono. Non rispose ancora una volta. La verità era che non sapeva la risposta. Lo amava o no?
“Capisco...” sospirò. Quel suo silenzio era rivelatore. Un tempo, Strawberry si sarebbe affrettata a ribadire quanto lei lo amasse, ma quella sua assenza gli fece capire che qualcosa era cambiato.
“Strawberry, ti prego di qualcosa” ma lui voleva sapere in che cosa avesse sbagliato.
“Non è che non ti ami più, è solo che...”Ryan si stava insinuando nel suo cuore con una rapidità tale che le faceva crollare tutte le sue certezze.
“Che?” la incalzò a rispondere, mangiato dalla curiosità.
“Non lo so. È solo che ora è diverso...” era diverso perché lei stava cambiando.
“C'entra Ryan? Lo ami?” si alzò in piedi. Aveva dato voce a quei dubbi che anche lui aveva avuto tempo fa, quando aveva notato che la ragazza che amava si era avvicinata al suo capo. Strawberry sussultò. Lei amava Ryan? Non lo sapeva, ma era certa di provare qualcosa verso quel giovane dai capelli biondi.
“Io... non lo so” disse la verità. Abbassò la testa, fissando la sua gonna nera. Si sentiva a pezzi.
“Ma provi qualcosa per lui...” si sedette di nuovo ed incrociò le dita. Era stranamente calmo. Forse avrebbe dovuto capire anni fa che quel tipo sarebbe stato un degno rivale e non avrebbe dovuto prenderlo alla leggera.
Strawberry alzò il capo, girandolo verso di lui. Lo vide calmo. Forse lui aveva capito prima di lei.
“Scusami...” fu tutto quello ce riuscì a dire.
“Mph” sospirò, mentre un increspatura si disegnava sulle sue labbra. Si alzò, permettendo al vento di scompigliare i suoi capelli.
“Bene, io ora devo andare. Ciao” quel suo sorriso, la lasciò perplessa. Come se le stesse augurando il meglio. Ma loro si erano lasciati o no? Questo non lo aveva capito.
“Ciao” gli sorrise anche lei di rimando.


 
*****
 
Quella era la decisione giusta da prendere. Lei era felice con Mark. Lei non era innamorata di lui. Quello era stato solo un errore. Sospirò, prima di entrare in cucina. Ma qualcuno era lì che lo stava aspettando.
“Sicuro di avere preso la giusta decisione?” era Pam. Lei come le altre aveva saputo dell'evento del giorno prima ed aveva origliato la loro conversazione.
“Certo” rispose, prima che il dubbio lo assalisse. E non doveva permetterlo.
“Se ne sei convinto...” fece per andarsene.
“Che intendi dire?” ed ecco che il dubbio gli era sorto. Che avesse sbagliato a prendere quella decisione?
“Ma non lo capisci? Strawberry voleva che le avessi detto altre parole...” tentò di fargli capire.
“Sicura?” non era possibile.
“Sì penso si sia presa una bella sbandata per te” lo disse in maniera chiara e diretta.
“Non credo proprio” non poteva essere possibile. Lo stava prendendo in giro.
“Sei uno sciocco” rise alla sua stupidità. Poi se ne andò, lasciando il giovane con il dubbio insinuato.


 
*****
 
Non aveva resistito. Era uscito a schiarirsi le idee. Non era possibile che Strawberry si fosse presa una cotta per lui. Lo sapevano anche le pietre che lei da sempre amava ed avrebbe amato solo Mark. Non c'era posto per lui nel cuore di Strawberry.
Forse era stato un segno del destino, o forse no, ma lei era lì seduta su una panchina. Decise di avvicinarsi. Doveva scoprire la verità.
“Ehi...” la fece sussultare. La aveva colta di sorpresa. Strawberry si alzò. Voleva scappare. Proprio in quel momento Ryan era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere.
“Aspetta!” la afferrò per un braccio. Non voleva che scappasse. Voleva accertarsi che aveva preso la giusta decisione.
“No, aspetta lasciami!” tentò di liberarsi dalla salda presa del ragazzo. La verità era che se avesse passato un momento con lui, non avrebbe potuto resistergli. E prima di chiarire con lui e confessargli come si sentiva, doveva chiarire con Mark.
“No, non ti lascio! Io devo sapere! Perché mi hai baciato?” aumentò la presa. Non voleva che le sfuggisse.
“Io... che ti importa? Tanto hai detto che per te non ha importanza!” tentò ancora una volta di ribellarsi, ma invano.
“Io... ho mentito” allentò la presa, ma Strawberry non scappò. Le sue parole l'avevano scossa.
“Sì, ho mentito. Quel bacio non riesco a togliermelo dalla testa...” sussultò di nuovo. Proprio come lei.
“Ryan... se non ci fosse Mark...” una calda lacrima le scivolò lungo il viso. Stava piangendo.
“Lo so, ma non resisto” le posò una mano lungo la vita e incastonò le sue labbra su quelle della giovane. La stava baciando. Di nuovo.
Nemmeno lei riusciva a resistergli. Quando incontrava le sue labbra, ogni pensiero scivolava via e niente importava. Nemmeno Mark. Mark... quel pensiero non la scosse. Non più. Voleva solo non terminare mai quel contatto con Ryan.
“Aspetta... non qui. Siamo al parco!” fermò la sua mano che si era intrufolata dentro la sua maglietta, sfiorando il suo reggiseno.
“Hai ragione. Andiamo a casa” la prese in braccio e incominciò a camminare. Strawberry arrossì. Cosa intendeva fare?
“Ehi! No! Aspetta non sono pronta!” urlò, iniziando a scalciare come una poppante.
“Ma che hai capito? Ti sto riaccompagnando a casa. Non sono il tipo che si porta a letto subito le ragazze. Specie se... si tratta della donna che amo” replicò, anche se arrossì lievemente quando ammise che la amava.
“Oh Ryan...” scese al suolo e lo baciò senza pensarci. Quelle parole avevano fatto accelerare il suo cuore. Quelle erano le parole che volevano sentirsi dire.
Qualcuno, da lontano, li stava osservando. Era Mark che era rimasto lì vicino. Ci aveva preso: Strawberry non lo amava più. Si era invaghita del suo capo. E per lui ormai non c'era più posto. Ma lui l'avrebbe amata anche se stava con un altro. Sì, sarebbe rimasta per sempre nel suo cuore.






















Note dell'autrice: salve, dopo tanto tempo ritorno su questo fandom. Questa storia partecipa ad un contest che mi ha fatto pensare subito a loro tre. Spero di essere riuscita a mantenere i personaggi IC. A presto.
   
 
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