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Autore: Jenni Skeletron    21/04/2018    1 recensioni
[Greedy Flower]
Storia scritta diversi anni fa per partecipare ad un contest organizzato dall'autrice del fumetto Alessandra Patanè in cui avevo deciso di esplorare il personaggio di Iskra e gli ultimi stralci del suo rapporto con la propria famiglia. Spero sia di vostro gradimento.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lo zucchero filato più buono del mondo
Era successo un’altra volta.
Da tempo ormai era quasi divenuta un’abitudine, un’orribile abitudine. Presto non ci sarebbe stato più spazio per i lividi e loro li avrebbero visti, soprattutto Jeko.
Midas non era più lo stesso dalla morte di Alex, irriconoscibile agli occhi dei clienti, dei sue amici, ma soprattutto ai miei.
Il giorno del suo funerale non avevamo semplicemente sotterrato un corpo, ma parte stessa della nostra famiglia, della nostra anima.
Se non fosse stato per i bambini probabilmente non avremmo più avuto la forza di risollevarci.

Non faccio che cercare di convincermi che le cose torneranno alla normalitá e che potremo tornare ad essere felici, come un tempo.
Come posso continuare a vivere nell’attesa che questa infantile fantasia si realizzi?
Forse sono solo una stupida illusa innamorata.
Prendere i miei figli e portarli via, lontano da lui e dal mostro che si è annidato nel suo petto, famelico di aviditá, di tutto ció che abbiamo cercato di creare in tutti questi anni. Sarebbe l’unica cosa giusta da fare, ciò che farebbe una madre giusta ed amorevole, una madre che ama davvero i propri figli, una buona madre.

Sono pessima.
Non riesco nemmeno a difendere i miei stessi figli, sono troppo egoista per farlo, troppo ottusa o forse troppo persa in un mondo che ormai non esiste più...
Non riesco a smettere di pensare al giorno in cui ci siamo conosciuti, al suo sguardo dolce ed in qualche modo infantile, all’uomo che mi ha fatto innamorare.
La prima volta che il nostro sguardo si incontrò eravamo nel parco. Mi ero seduta su di una panchina a leggere un libro quando mi avvicinò con un piccolo mazzo di margherite.
- Appena ti ho vista non ho potuto resistere all’impulso di raccorgliele.
Allora mi aveva imbarazzata con quel suo fare precipitoso, ma ancora oggi considero quel giorno uno dei più belli della mia vita assieme a quelli della nascita dei ragazzi.
Come può essere cambiato così tanto?

Candyland potrebbe risolvere la situazione, una bella gita potrebbe risollevare il morale di tutti, rendere felice il piccolo Keo, distogliere Jeko dai brutti pensieri, ricordargli che è ancora un bambino innocente.
Non riesce più a mascherare l’astio che prova nei confronti di Midas. Una volta adorava quell'uomo, era il suo punto di riferimento, la sua stella polare ed ogni volta che si poteva anche solo preannunciare una burrasca, lo era anche per me.  Lo è ancora.
Non ho il coraggio di imbarcarli in macchina e portarli via, come potrei privarli della sua figura?
Sono ancora troppo piccoli, non hanno idea di quanto il mondo sia orribile, di quali mostri vi si nascondano sotto mentite spoglie, conoscono solo i fiori, le caramelle e la loro famiglia.

Siamo ancora una famiglia?
Sto cercando in tutti i modi di tenerci insieme, di nascondere l’orribile realtà sotto un velo il più spesso possibile, sto cercando di rincollare i pezzi, come si fa con una vecchia brocca che ci ostiniamo a non buttare magari per i troppi ricordi ad esso legati.
Bellissimi ricordi, ma non abbastanza forti da contenere le lacrime che sgorgano con forza disumana. I supprusi, la paura, i sogni infranti sono cose con cui non possono reprimere.
Il giorno in cui rimasi incinta di Jeko mi portó un enorme mazzo di fiori. Non poteva fare a meno di girare per casa tutto eccitato, di pensare a dove avrebbe portato quella piccola creaturina non appena fosse nata. Non vedeva l’ora che quei nove mesi passassero, che il pancione crescesse per poi scomparire, come per magia.
- Non vedo l’ora di portarlo alle gioste. Giocheremo coi trenini e chissá, potrebbe anche piacergli qualche sport.
Ogni giorno aveva nuove idee, nuove fantasia e soprattutto nuovi nomi. Quando scalciava era come se una nuova stella comparissee nel cielo ed ogni ecografia un nuovo dipinto.
Anche durante il periodo delle nausee non poteva fare a mano di dirmi che per lui ero radiosa, quando non riuscivo più ad entrare nei miei vestiti preferiti che non avrei potuto essere più bella.
Non appena lo prese in braccio cominciarono a scendergli le lacrime dalla gioia.
- É meraviglioso.
La cosa che amavo di più pero` era che anche nei momenti più neri, quando facevo fatica a vedere una luce in fondo al tunnel eccolo che tirava fuori il suo lato migliore. Riusciva a farmi sorridere con quel suo fare infantile. Piccoli gesti fatti col cuore, in tempi ormai lontani.

Sento il cuore pesante per le bugie che sto raccontando ai miei figli.
Perché sono solo bugie, non è vero?
Ormai Midas non è più lo stesso, non torna nemmeno a casa per i pasti e quelle poche volte che oltrepassa la soglia per me non ha nemmeno parole, non uno sguardo, come se non esistessi.
Forse è meglio così.
Non riuscirò mai ad uscire da questa casa, mai a portare i miei figli via, ma farò tutto ciò che è in mio potere per proteggerli. Il loro padre era uno degli uomini migliori, non sarebbe mai stato in grado di sopravvivere senza di noi. Questa è l’immagine che devono mantenere di lui.
Proteggerò la loro infanzia.
Proteggerò Candyland a qualsiasi costo, il luogo dove fanno lo zucchero filato più buono del mondo.
   
 
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