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Autore: EdSheeran    26/04/2018    2 recensioni
Scene della long "Take your time" dal punto di vista di Stiles.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice: Ecco un altro capitolo di TYT dal punto di vista di Stiles! Vi ringrazio per le tante richieste che mi avete fatto e prometto che cercherò di sviluppare le parti che più vi piacciono dal POV di Stiles, ovviamente con i giusti tempi! <3
P.S. In questo capitolo viene usata l'espressione "bussola interiore", sappiate che è una cosa che ho preso da Fefi e che non ho inventato io.

P.P.S. Anche questo è dedicato alle mie cicce (a Fefi in special modo perchè questa è la sua scena preferita). Vi amo! <3






UNFORGETTABLE NIGHT- STILES POV


"Nice to meet you, where you been? 
I could show you incredible things.
Magic, madness, heaven, sin.
Saw you there and I thought
'Oh my God, look at that face
You look like my next mistake
Love’s a game, want to play?' "






Il suo passo era leggero contro l'asfalto rovinato del vicolo stretto e buio che conduceva al locale di Denny, eppure Stiles riusciva a sentire comunque il rumore che producevano le sue vecchie converse sulla strada e pensò che quando si avesse la mente vuota tutto sembrava fare più rumore all'esterno.
 
 
Era da giorni che viveva senza davvero far caso a cosa stesse dicendo o facendo, a volte si ritrovava sdraiato sul suo letto a notte fonda a domandarsi come ci fosse arrivato lì e cosa avesse fatto durante quella giornata, ne aveva parlato solo con suo padre, più che altro era stato quest'ultimo ad obbligarlo a dirgli cosa diavolo gli stesse succedendo, e ovviamente poi non aveva saputo dirgli niente su come aiutarlo, dopotutto suo padre era lo sceriffo non uno psicologo, però gli aveva detto che spesso succedesse anche a lui e allora avevano capito. Non che ci volesse molto per capire che ogni suo comportamento strano fosse dovuto alle condizioni di salute di sua madre, dopotutto era il mimino che potesse succedere a chi viveva in simbiosi con la propria madre e poi scopriva che fosse solo questione di tempo prima che questa lo lasciasse per sempre.
 
 
A volte arrivava a desiderare che sua madre non fosse sempre stata così buona con lui, sempre così presente e pronta ad abbracciarlo sin da quando era solo un bambino iperattivo che non riusciva a controllarsi. Se fosse stata una madre più assente e stronza, magari in quel momento lui non si starebbe sentendo come se avesse perso la sua bussola interiore* e non sapesse più dove andare, cosa fare, cosa essere, cosa pensare.
 
 
 
 
Sua madre si era ammalata e lui aveva smesso di essere una persona.
 
 
 
E quindi ora era lì, a percorrere la solita stradina che tanto odiava ma che era costretto a vedere ogni giorno perché aveva dannatamente bisogno di soldi.
Alcuni ragazzi si erano appostati davanti all'entrata del locale per fumare, e smisero di parlare tra loro non appena lui salì i gradini e gli si avvicinò. Si fermò per ricambiare i loro sguardi e non batté ciglio quando notò come ognuno di loro si affrettò a mettersi in pose più seducenti, era palese che volessero che se li portasse a letto, e per un secondo pensò che forse una bella scopata gli avrebbe fatto bene, magari in quel modo avrebbe smesso di pensare che il giorno dopo avrebbe potuto trovare sua madre senza vita, tuttavia la voglia gli passò non appena studiò i visi di quei tizi.
 
 
 
 
Non gli piacevano nemmeno un po' ed era ridicolo che gli stessero facendo perdere tempo anche soltanto facendosi guardare. Non aveva gusti specifici in fatto di ragazzi e spesso aveva accettato di scopare anche quelli che non avrebbe definito attraenti, però era da un po' che non riusciva ad eccitarsi così facilmente, l'ultima volta che si era ritrovato a fare pensieri sconci era stata qualche giorno fa, con quel bel ragazzo che lo aveva aiutato ad evadere dal liceo dei ricconi.
 
 
 
Cazzo, quello si che riusciva ad eccitarlo soltanto con il pensiero. Aveva pensato e ripensato a quel viso fino a consumarsi, lo aveva anche disegnato, però non era riuscito a trovare i giusti colori per gli occhi. Mio Dio, quegli occhi erano così strani e così trasparenti, Stiles li aveva trovati talmente pieni di purezza ed innocenza che quasi si era sentito un bastardo a guardarglieli e a rovinarli con i propri che di puro ed innocente non avevano più niente.
Si era domandato tante volte che tipo dovesse essere quell' Hale, magari non era così buono come gli era apparso a primo impatto, magari era un bulletto, uno di quelli che prende in giro i ragazzi meno ricchi e si vanta delle mille proprietà della propria famiglia.
 
 
 
Il ragionamento non faceva una piega. Stiles era praticamente certo che se lo sarebbe scopato anche se avesse avuto un caratteraccio.
 
 
 
 
 
-Come siete provocanti questa sera, mamma mia.-ironizzò in direzione dei ragazzi, sorridendo divertito.-Nooo, anche le bandane?-domandò indicando le teste fasciate di due ragazzi.-Troppa sensualità in una sola serata, mi stanno bruciando gli occhi. Sarà meglio che entri!-esclamò aprendo la porta ed entrando nel locale sempre super affollato.
 
 
 
Ridacchiò quando sentì i ragazzi all'esterno urlargli un offeso e risentito "Fanculo, Stilinski!" prima che la porta si richiudesse alle proprie spalle. Sospirò quando notò come in quel posto ci fossero sempre le stesse persone e si fece largo tra la folla per raggiungere il bancone –o meglio, gli altri si fecero largo per farlo passare, perché lui era il leader e quindi quando doveva passare era compito loro togliersi dalle palle, e grazie tante.
 
 
 
 
 
-Salve genteee!!!-urlò per attirare l'attenzione e sorridendo quando tutti gli risposero con grida di acclamazione. Avanzò ulteriormente verso il bancone e si fermò giusto dietro ad un ragazzino più basso di lui e che doveva essersi direttamente fatto una doccia con la boccetta del profumo perché, wow, non aveva mai sentito qualcuno profumare così tanto da stordirti. Di solito l'unico profumo dei ragazzi di strada era il deodorante, non avevano soldi da spendere per cosmetici e altre cose del genere.-Hey, Denny-bello! Hai bisogno di una mano?- domandò ghignando risaputo verso l'amico che sembrava stesse avendo un brutto momento dietro al bancone.
 
 
 
 
 
-Sempre pronto a fregarti le mance, eh?- ridacchiò l'altro, aprendo lo sportello che conduceva dietro al bancone.
 
 
 
 
 
 
 
Stiles si morse la lingua per non ribattere acidamente che lui non rubasse proprio niente(non più, almeno), e che quelle mance se le guadagnasse con tanta fatica.-Beh, si, mi servono altre bombolette.- ridacchiò evitando di dire che in realtà gli servissero più medicine per i dolori di sua madre, dopodiché sorpassò il ragazzino che gli era davanti e si posizionò dietro al bancone.-Ok, chi è il prossimo??- urlò dopo essersi allacciato il grembiule nero che gli aveva passato Denny.
 
 
 
 
Tutti iniziarono ad urlare le proprie ordinazioni e a spintonarsi come sempre, ma Stiles era troppo sotto shock per ascoltarli perché lui era lì.
 
Occhioni belli (e dallo strano colore) era lì in piedi davanti a lui e sembrava sul punto di mandare tutti al diavolo. Stiles si sporse involontariamente oltre al bancone quando lo vide girargli le spalle ed allontanarsi di qualche passo, cazzo se solo avesse potuto lo avrebbe afferrato per la maglietta e lo avrebbe riportato giusto dov'era...e dove avrebbe sempre dovuto stare: In piedi davanti a lui per farsi ammirare.
Ma visto che Stiles aveva ancora una dignità (e anche perché Denny gli stava mandando occhiate stranite), decise di appoggiarsi sul bancone con gli avambracci e di assumere una posa disinvolta.
 
 
 
 
-Hey, bellezza, non ordini?-gli domandò non potendo evitare di abbassare per qualche secondo lo sguardo sul suo didietro. Ora, quello si che era un culo ben fatto!
 
 
 
 
 
Il ragazzino bloccò la propria ritirata e si voltò lentamente verso di lui, Stiles sorrise quando notò il suo sguardo interdetto e quasi impaurito.
 
 
 
 
 
 
-Io..uhm..sì.- balbettò tornando sui suoi passi e ponendosi giusto davanti al bancone.-Tre coche, per favore.- mormorò con gli occhi che saettavano velocemente dal bancone al suo viso.
 
 
 
 


 
Era così tenero mentre arrossiva e non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi, Stiles era talmente abituato ad essere adocchiato in tutti i modi che non sapeva come comportarsi in quel momento. Non voleva che l'altro si sentisse a disagio e gli nascondesse quegli occhi incredibili.
 
 
 
Si, forse stava sviluppando una vera e propria ossessione, ma lui era così: O ignorava o si ossessionava completamente.
 
 
 


 
 
-Arrivano subito!- gli ammiccò per metterlo più a suo agio.
 
 
 
 
Beh, a giudicare da come il ragazzino prese a tamburellare nervosamente con le dita sul bancone non doveva esserci riuscito. Stiles si domandò cosa pensasse l'altro di lui ogni volta che i loro occhi si incrociavano prima che questi li puntasse nuovamente sul bancone.
 Ad un certo punto il ragazzino si incantò a fissargli le mani, e Stiles sperò che non si stesse facendo impressionare dai tatuaggi.
 
 
 
 
-E’ bello rivederti, comunque.- decise di dire qualcosa, sporgendosi leggermente in avanti per farsi sentire meglio. Sapeva che avrebbe potuto dire qualcosa di più appropriato ma era stata la prima cosa che gli era venuta in mente.
 
 
 
 
 
-Come, scusa??- si corrucciò l'altro.
 
 
 
 
 
Ah, avrebbe dovuto aspettarselo. Non si ricordava di lui...e lui che sperava di aver fatto colpo. Oppure...non lo aveva riconosciuto senza la sua bandana a coprirgli il volto! Ma certo!
 
 
Stiles si stuzzicò nervosamente il piercing al labbro.-Non mi riconosci, vero?- domandò suonando fin troppo deluso.
 
 
 
 
 
 
-Uh, no.- scosse la testa, l'altro.-Temo che tu mi stia scambiando per qualcun altro.-
 
 
 
 
 
 
"Certo, perché il mondo è pieno di ragazzi dagli occhi multicolore, i capelli che hanno l'aspetto di essere morbidissimi ed il mento arricciato" fu quello che avrebbe voluto rispondergli Stiles.
 
 
 
Ma non lo disse perché –ancora–aveva una dignità. Quindi rise e si mordicchiò il labbro inferiore.-No, non credo. Non potrei mai scambiarti per qualcun altro.-ammise.
 
 
 
 
Il suo sogno erotico in carne ed ossa si corrucciò nuovamente e lo studiò con lo sguardo.
 
 
 
 
 
 
-Vediamo se così ti viene in mente qualcosa.- ridacchiò Stiles quando capì che l'altro avesse bisogno di un aiuto, quindi si afferrò il colletto della maglietta nera per poi tirarselo fin sopra al naso.
 
 
 
 
 
Il viso dell'altro era talmente espressivo che Stiles riuscì a cogliere l'esatto momento in cui lo riconobbe.-Sei l’artista che è entrato di soppiatto nella mia scuola!- esclamò allargando gli occhi per lo stupore.
 
 
 
 
"Artista".
 
 
Lo aveva definito un artista, Stiles era sicuro di aver sentito bene. Quasi nessuno lo definiva in quel modo, e Stiles provò l'impellente voglia di afferrare l'altro per il colletto di quella ridicola camicia e baciarlo su quel bancone.
 
 
 
 
 
-Sei la prima persona che mi dà dell’artista e non del teppista.-gli sorrise raggiante.-Comunque si, sono proprio io. E tu sei il bel ragazzo che mi ha aiutato ad evadere!-
 
 
 
 
Occhioni belli arrossì visibilmente quando disse “bel ragazzo” e si sistemò meglio gli occhiali sul naso per nascondere il proprio rossore. Stiles non era mai stato un grande fan degli occhiali da vista, eppure si ritrovò a pensare che fosse adorabile che l’altro li indossasse. Ed era anche sexy quando se li aggiustava con fare impacciato.-Il disegno del lupo è spettacolare. Non ho idea di come tu abbia fatto a creare un capolavoro simile.-
 
 
 
 
 
"Anch'io non ho idea di come i tuoi genitori siano riusciti a concepire un tale capolavoro" fu il primo pensiero che colpì Stiles e che questi provò subito a cacciare via perché, duh, i ragazzacci non facevano commenti così sdolcinati.
 
 
 
 
 
-Non era poi così bello.- storse la bocca.-I disegni non mi escono mai bene come vorrei.-ammise pensando anche al ritratto che aveva provato a fare dell’altro. Ora che lo aveva davanti poteva assicurare di non essere affatto riuscito a dargli giustizia.
 
 
 
 
 
 
-Non sono d’accordo.- controbatté l'altro per poi sobbalzare e schiarirsi la voce al sorriso genuino che gli regalò lui.-E’ un peccato che il custode della mia scuola abbia già chiamato degli imbianchini affinché lo eliminassero. È bello vedere un po’ di colore al posto dei soliti muri spogli.-
 
 
 
 
 
 
-E che muri!- fischiò lui.-Sono così lisci da essere perfetti per essere imbrattati. Dico sul serio!- esclamò quando l'altro lo giudicò sollevando un sopracciglio.-Hai mai provato a disegnare sul vagone di un treno? Fidati, non è facile.-
 
 
 
 
 
-E nemmeno legale.- ribatté il ragazzino.
 
 
 
 
 
 
Stiles fece spallucce perché tanto la legalità non era mai stata un suo problema. Dopodiché si ricordò che non si fossero ancora presentati e si affrettò a porgergli la mano.-Sono Stiles, comunque.-
 
 
 
 
 
L'altro allungò la mano verso la sua.-Oh, io sono-
 
 
 
 
 
-Stiles! Ma che stai facendo?? Non vedi che ci sono altre cento persone che devono ancora ordinare!?-nemmeno a farlo di proposito Denny si intromise proprio in quel momento e lo spinse via.
 
 
 
 
 
Stiles guardò impotente l'altro posare i soldi sul bancone, afferrare i bicchieri di coca ed allontanarsi. Non aveva nemmeno potuto sapere come si chiamasse.
 
 
 
 
 
-Stiles, ti svegli??-Denny schioccò le dita davanti al suo viso, facendogli distogliere lo sguardo dall'altro.-Ma cos'hai oggi? Non mi stai aiutando affatto a gestire le ordinazioni!-
 
 
 
 
 
-Ma se stavo servendo un cliente!-ribatté Stiles, affrettandosi a servire gli altri clienti.
 
 
 
 
 
 
-No, stavi flirtando con lui. È diverso.-
 
 
 
 
 
 
Stiles alzò gli occhi al cielo e poi li puntò sulla schiena del ragazzino che stava parlando con una tizia dai capelli rossi e un ragazzo con una chioma riccia.-Ma tu lo conosci?-
 
 
 
 
 
 
Denny rise di gusto mentre cliccava sulla cassa.-Ti sembro il tipo che conosce tizi del genere? Mi stupisce che ti piaccia uno così.-
 
 
 

 
 
 
Stiles si corrucciò mentre preparava una birra.-Cosa intendi?-
 

 
 
 
 
-Beh dai, guardarlo.-disse Denny, e Stiles lo guardò davvero anche se l'altro fosse di spalle.-A giudicare da com'è vestito dev'essere un ragazzo ricco, e tu odi i ragazzi ricchi. Poi sembra spaventato da tutto ed ha questi orribili occhiali che non lasciano dubbi sul fatto che sia un nerd.-
 
 
 
 

 
 
-Non mi è sembrato come quegli snob con la puzza sotto il naso, i vestiti gli stanno bene e quegli occhiali mettono in risalto i suoi occhi. Hai visto che occhi che ha? Non sono normali.-disse velocemente.
 
 
 
 



 
Denny fermò i suoi movimenti per guardarlo interdetto.-Ti stai prendendo una cottarella, Stiles?-ghignò malefico.
 
 
 


 
 
Stiles boccheggiò inorridito.-No! Ma cosa dici!? Vorrei solo portarmelo a letto. Tutto qui.-
 
 
 
 
 

 
-Stiles, sono un ragazzo gay anch'io, e quando voglio portarmi a letto qualcuno gli guardo il culo, le gambe, le mani...ma gli occhi?-domandò guardandolo quasi teneramente.-Gli occhi si guardano in altre circostanze. Con gli occhi non raggiungi l'orgasmo.-
 
 

 
 
 
 
Stiles emise un verso simile ad una pernacchia.-Beh, è evidente che non hai mai scopato con dei ragazzi con delle facce orribili. Invece quello lì ha la più bella faccia di sempre e amerei specchiarmi in quegli occhi mentre lo sto scopando.-
 


 
 
 
 
Denny ridacchiò scuotendo la testa.-Ameresti specchiarti in quegli occhi? Quanto sei tenero!-lo prese in giro.
 
 
 
 
 


-Fottiti.-rispose Stiles afferrando lo strofinaccio agganciato nella parte bassa del bancone e prendendo a pulirne la superficie. Ovviamente approfittò per mandare un’altra occhiata all’altro e vide che i suoi due amici lo stavano guardando con sorrisi divertiti, Hale finse palesemente di bere dalla sua coca-cola per poterlo guardare a propria volta ma non appena i loro occhi si incontrarono si voltò di colpo in avanti.


 
 
 
 
Faceva anche il prezioso…
 
Stiles lo odiava.
 
E si, per odiare intendeva che volesse baciarlo fino a non sentirsi più le labbra.
 
 
 
 
 


Non seppe di preciso quanto tempo fosse passato quando servì anche l’ultimo cliente e poté sedersi sul bancone e rilassarsi (mentre continuava a spiare le spalle dell’altro), e si sentì un pochino meglio quando i suoi due migliori amici entrarono nel locale e lo raggiunsero al bancone.
 
 
 


 
-Sapevamo che ti avremmo trovato qui.-disse Scott.-Turno impegnativo?-gli domandò quando notò la sua espressione stanca.
 
 
 


-Non mi ci far pensare.-lo supplicò Stiles roteando le spalle e facendole schioccare.-Fortunatamente ho avuto una bella distrazione o mi avreste trovato morto sul bancone.-
 
 
 


 
Jackson alzò gli occhi al cielo.-Sentiamo, chi ti porterai a letto questa volta?-
 
 
 


 
Stiles si leccò lentamente le labbra e guardò alla propria sinistra, proprio lì dove erano seduti Hale e i suoi due amichetti.-Il ragazzo seduto di spalle lì in fondo. E’ lo stesso di cui vi ho parlato l’altra volta, quello che mi ha aiutato ad evadere dal liceo.-
 
 
 


 
-Hale??-domandò Jackson assumendo un’espressione schifata e scioccata.
 
 
 


 
Stiles annuì.-Non mi hai ancora detto come si chiama, Jacky.-gli ricordò spazientito.
 
 


 
 
-Te l’ho detto invece. Si chiama Sigfrido.-rispose annoiato, facendo ridere Scott.
 
 
 


 
Stiles però era troppo curioso di conoscere il nome di quello splendore per poter ridere  a propria volta.-Ti va una birra? Offre la casa.-
 


 
 
 
-Come se non sapessi che vuoi farmi ubriacare per farmi dire come si chiama la tua nuova fissazione.-borbottò Jackson.
 
 
 
 


Stiles si passò le mani sul viso emettendo un grugnito stanco.-Ma è così bello. Come fate a non vederlo?-domandò scioccato.-Cos’è, vi fanno schifo i visi perfetti e gli occhi colorati?-
 
 
 


 
 
Jackson e Scott si scambiarono uno sguardo perplesso a quello.
 
 
 


 
-Io sono etero.-gli ricordò Jackson.-E Hale non mi trasmette assolutamente niente, cosa che non posso dire per la sua amica. Ho provato a parlarle più volte a scuola ma ci sono sempre quei due tra i piedi.-
 
 
 


 
-Si, a proposito…chi è il ricciolino? Non è male.-ghignò Scott adocchiando in quella direzione.
 
 
 
 


 
Stiles li guardò incazzato e batté le mani davanti ai loro visi per disincantarli.-Stavamo parlando del mio schianto, non dei vostri. Ora, parlate.-
 
 


 
 
-Io non lo conosco, brò!-esclamò Scott.-E’ Jackson che fa il bastardo e non vuole dirti niente.-
 


 
 
 
-Non è il tuo tipo.-sbuffò Jackson quando Stiles lo guardò in attesa.-E’ un vero e proprio secchione, sta sempre a studiare ed è il preferito di tutti i professori. Non ha molti amici, a parte quei due, gioca a Lacrosse ma io sono decisamente più bravo, e i suoi genitori sono due avvocati importanti.-
 
 
 
 


Stiles si grattò nervosamente una guancia.-Non pensavo fosse così ricco.-ammise afflitto, era sempre un problema quando c’era molta differenza economica.-Per il resto penso che potrebbe perfettamente essere il mio tipo.-
 
 
 


 
-E’ un secchione!-ripeté Jackson.
 
 


 
 
-E allora? E’ intelligente. L’intelligenza è sexy.-ghignò Stiles.
 
 
 
 


-E’ troppo timido e insicuro, non te lo darà nemmeno se lo supplichi.-ribatté Jackson.
 


 
 
 
“Non m’importa.” pensò Stiles.
 
 
 
 


-Vedremo.-disse invece voltandosi verso il soggetto della conversazione e beccandolo mentre lo guardava.-Ci sta guardando, cazzo.-bisbigliò agli amici.-Non voltatevi.-gli ordinò e loro ovviamente si voltarono a guardarlo.-Ma siete coglioni!?-grugnì incazzato.-Ecco, lo avete spaventato. Perfetto.-borbottò quando vide come l’altro si fosse voltato di scatto verso gli amici.-Ma cosa fa?-domandò osservando ogni suo movimento.
 
 
 
 
 



-Uhm, credo stia scappando.-mormorò Scott.-Forse dovresti lasciarlo andare  e non fare niente di avventato.-provò a consigliargli proprio nell’esatto momento in cui Stiles imprecò in polacco e scese con un balzo dal bancone per rincorrerlo.-Oppure no…-
 
 
 
 


-Odio quando fa il maniaco.-borbottò Jackson, seguendolo.
 
 
 
 
 



 
Stiles non era un maniaco. A dir la verità non aveva mai inseguito un ragazzo in vita sua, erano più gli altri ad inseguire lui a dire il vero e…al diavolo! Non avrebbe permesso a quella meraviglia di andarsene senza avergli prima chiesto di rivedersi.
 
 



Stiles agì in fretta e senza pensare, gettandosi praticamente davanti alla porta che l’altro aveva appena raggiunto. Oh cazzo, e ora?
 
 




-Hey!!- lo salutò provando a fargli credere che si fosse trovato lì per caso e che non stesse affatto cercando di bloccargli l’uscita.-Già te ne vai?-gli domandò poggiandosi con non chalance alla porta per tenerla chiusa.
 
 


 
Altri ragazzi si avvicinarono a loro quasi accerchiandoli per poter assistere alla scena, e Stiles in quel momento odiò più che mai essere il leader della strada.
 
 



 
-Si, è tardi.- rispose l’altro con la voce che gli tremò leggermente.
 
 
 



 
“Andiamo, non aver paura. Non vedi che sono solo un povero scemo disperato?” piagnucolò Stiles nella propria mente.
 
 
 



 
 
-Tardi? È appena mezzanotte.- si corrucciò.
 
 




 
Cazzo la sua giornata era praticamente già iniziata e l’altro se ne usciva con “è tardi”!
 
 
 



 
-Per noi è tardi.-ripeté l’altro.
 
 
 



 
-Oh, avete il coprifuoco?-domandò ostinandosi a non trovarla una cosa ridicola.
 
 
 
 
E tenera.
 



 
 
 
-Sì. Anzi lo abbiamo anche superato, quindi se ci facessi il grande favore di spostarti, te ne saremmo grati.- sorrise cordialmente l’altro.
 
 





Dio quanto era bello. Ma si rendeva conto di essere un sogno? I suoi amici sapevano che avessero sbagliato di grosso a portarlo in un posto così pieno di pervertiti? Stiles avrebbe dovuto tenerli d’occhio se avessero preso ad uscire da quelle parti.
 
 
 



 
-Uh, sì, scusa.-disse scuotendo la testa per disincantarsi e facendosi da parte.
 
 




L’altro annuì per ringraziarlo ed afferrò il pomello della porta, Stiles resistette per poco tempo prima di chiudere nuovamente la porta spingendola con una mano.
 
 
 


 
-Solo..puoi almeno dirmi quando potrò rivederti??- gli domandò speranzoso.
 




 
L’altro spalancò gli occhi davanti a quella richiesta, e Stiles lo guardò speranzoso.
 
 



 
-Oh, ma per favore.- fu la risposta dell’altro che riprovò ad aprire la porta.
 
 
 


 
Stiles la chiuse un’altra volta ignorando il suo grugnito infastidito. Aveva una missione.
 
 
 



 
-Magari domani? Che ne dici?- gli domandò quindi, facendoglisi più vicino.
 




L’altroindietreggiò e finì addosso all’amico riccioluto che gli avvolse un braccio intorno alla vita in un gesto protettivo.  Stiles gli dedicò uno sguardo di fuoco, ritrovandosi molto infastidito per quel tocco che a lui invece non era permesso. Ancora.
 
 


 
 
-Sono impegnato domani.- rispose velocemente, l’altro.
 
 


 
-Dopodomani?- ripropose Stiles.
 
 
 


-Anche.-
 
 



“Merda!”
 
 



 
-Venerdì??-chiese con insistenza.
 


 
 
-Io..non lo so! Ok!?- sbottò l’altro, e oh…questo non se lo aspettava.-E poi perché mai dovrei uscire con te? Nemmeno ti conosco!-
 
 


“Appunto! Conosciamoci. Parliamo. Tocchiamoci. Fammi sentire come ti pia-“
 
 


 
 
-Beh, per questo dovresti accettare di uscire con me.- sorrise Stiles.-Per conoscerci meglio.-
 
 
 


-Non voglio conoscerti.-
 


 
 
“Ouch!”
 
 


 
Stiles non si mostrò intristito o colpito dalle sue parole e lo fissò dritto negli occhi.-Io sì.-
 
 
 


-Rassegnati.-
 
 



“Io? Stiles Stilinski? Rassegnarmi? Ha!”
 
 


 
Stiles ridacchiò divertito alla sua risposta e si poggiò con una spalla contro la porta del bar.-Visto? Se accettassi di conoscermi, sapresti che non sono un tipo che si rassegna facilmente.-
 
 
 


 
-Non mi interessa, solo..lasciami tornare a casa!- sbuffò l’altro cercando inutilmente di aprire la porta.
 



 
Ai suoi tentativi vani di aprire la porta alcuni ragazzi si misero a ridere di lui, facendolo arrossire imbarazzato…e facendo incazzare Stiles come una bestia.
 



-Hey!- sbottò guardandoli truce e zittendoli in un secondo. Nessuno doveva ridere di lui.-Senti, io voglio solo offrirti un caffè.- fece spallucce per fargli capire che le sue intenzioni fossero nobili…per ora.
 
 


L’altro continuò a cercare di spingere la porta verso di sé. Aveva un bel temperamento, questo Stiles glielo concesse.-Conserva i tuoi soldi per le bombolette per imbrattare altri muri.- borbottò.
 
 
 

 
-Guarda che non sono mica un barbone, eh, posso permettermi di offrire un caffè.- ridacchiò Stiles.
 
 
 




-Senti, ma non hai nessun altro da scocciare??- sbuffò l’altro, arrendendosi dall’aprire la porta per affrontarlo.
 
 




“Tanti altri ragazzi che morirebbero per essere al tuo posto. Ma col cazzo che ti lascio scappare da me, splendore.”
 
 
 


-No.- sorrise Stiles.-Ho scelto te.-
 
 


 
-Cosa sono, un Pokemon!?-
 
 
 
 
Stiles lo assecondò ed annuì. Gli piaceva il suo sarcasmo.-Il più carino.-
 
 
 
 
-Possiamo anche stare qui per tutta la notte, se vuoi, ma sappi che la mia risposta rimarrà sempre la stessa.- incrociò le braccia al petto, l’altro, sembrando quasi un bimbo indispettito.
 
 
 
 
Stiles provò a non pensare a loro due che passavano la notte lì a fare del sesso perfetto sul bancone, ma era solo un essere umano che per di più non faceva sesso da un po’, quindi ci pensò comunque.

 
 
 
Sorrise divertito e si stuzzicò con la lingua l’anellino nero sul labbro inferiore.-Sarebbe un sogno passare una notte con te.- ghignò sottovoce, scatenando delle risate generali ad altri ragazzi che si erano uniti ad assistere alla scena.
 
 
 


L’altro lo guardò con astio.-Ti avverto: Se non ci lasci andare immediatamente, dirò al preside della mia scuola che sei stato tu ad imbrattare il muro del corridoio!- lo minacciò, quindi.
 


 



“Aww sta provando a minacciarmi.”
 
 
 


 
Stiles sollevò entrambe le sopracciglia.-E chi ti crederebbe? Non hai comunque prove.- rispose a tono.
 
 
 
 
 


-Dirò che ti ho visto con i miei occhi.- ghignò Derek sollevando il mento con fare stizzito.
 
 


 
“I tuoi bellissimi occhi” lo corresse mentalmente.
 
 
 


Stiles piegò la testa di lato ed annuì in accordo.-Potresti farlo, ma poi dovresti spiegare come mai hai mentito al custode e passeresti per mio complice.-ghignò vittorioso.
 
 
 
 


L’altro boccheggiò senza sapere cosa rispondere, e ciò rese Stiles ancora più fiero della propria risposta, tuttavia il suo sorriso svanì quando lo vide prendere la mano del suo amico riccio e tornare verso i divanetti. Chiunque fosse quel ragazzino riccio doveva sparire, e subito.
 
 
 


 
-Amico.-Scott sembrava sul punto di ridergli in faccia e portarlo in un manicomio nello stesso momento.-E’ stata la scena più esilarante della mia vita.-
 


 
 
 
-E’ così cocciuto, cazzo. Voglio solo uscire con lui e offrirgli un caffè, che male gli farebbe accettare?-domandò scocciato e continuando a fissare l’altro. Quando i loro occhi si incontrarono Stiles si sistemò meglio contro la porta per fargli capire che no, non sarebbe uscito facilmente da lì.
 
 
 


 
-Te l’ho detto che non avrebbe accettato.-disse Jackson.-Fidati di me, lascia perdere e trovati qualcun altro da importunare. Quel ragazzino non fa per te.-
 
 
 


 
-Non capisci, ormai è diventata una questione di principio.-borbottò Stiles incrociando le braccia al petto.-E poi mi ha incuriosito troppo, capisci? Devo almeno conoscerlo per togliermelo dalla testa.-
 
 


 
 
-Stiles, ti prego no.-lo supplicò Scott.-Ho assecondato ed accettato tutte le tue ossessioni, ho persino rischiato di essere arrestato pur di farti imbrattare quei vagoni, ma non posso permetterti di ossessionarti per un ragazzo. E’ stalking e potresti passare guai seri.-
 
 
 


 
-E ricorda che i suoi genitori sono avvocati.-aggiunse Jackson.
 
 
 


 
 
Stiles sbuffò e si morse il labbro inferiore.-Non voglio fare lo stalker.-precisò.-Voglio solo…vedere la sua stupida faccia e conoscerlo meglio.-
 
 


 
 
-Sembra tu abbia una cotta.-ammise Scott guardandolo stranito.
 
 
 



Stiles alzò gli occhi al cielo.-Non ho una cotta!-
 
 
 

 
-Hai decisamente una cotta.-ribatté Jackson.
 
 
 
 

 
-Ma cos’avete tutti oggi contro di me!?-domandò Stiles.-Io non ho affatto una cotta per quello!-esclamò indicando il ragazzino sui divanetti.
 
 
 

 
 
Eccetto che questa volta c’erano solo i divanetti, i tre ragazzi erano spariti.
 
 
 
 
 

-Hey, dove sono finiti??-domandò guardandosi nervosamente intorno.
 
 
 
 


E poi, il caos.
 
 


 
 
Stiles si ritrovò stordito dal suono di un allarme e all’improvviso iniziò a piovere acqua dal soffitto. Tutti iniziarono ad urlare e a cercare di uscire da lì, accalcandosi contro l’uscita e schiacciandolo contro la parete, Stiles ci mise un’eternità per riuscire ad uscire a propria volta.
 
 
 
 


-Ma cosa cazzo è successo?-domandò Jackson, pettinandosi ossessivamente i capelli ora del tutto rovinati.
 
 
 


 
-Non lo so, non ci ho capito niente.-ammise Scott guardando tutte le persone che si stavano lamentando dei vestiti bagnati.
 
 
 
 


A Stiles non poteva fregare di meno dei suoi vestiti completamente bagnati, le sue priorità erano altre, e cioè trovare assolutamente quel ragazzino. Era anche un po’ preoccupato che si fosse ferito per via della folla impazzita di poco prima, e sul serio, non sapeva che tipo di incantesimo gli avesse fatto l’altro per essere riuscito a renderlo così imbarazzante ma magari con un’uscita avrebbe trovato le proprie risposte.
 
 


 
 
-Ok, chi è stato lo stronzo che ha azionato l’allarme anti-incendio in bagno!?-sbottò Denny uscendo dal proprio locale oramai allagato.
 
 
 
 
 


Stiles venne colto da un’illuminazione improvvisa. Era stato lui, non poteva essere altrimenti. L’allarme era scattato proprio quando lui e i suoi amichetti erano scomparsi.
A quella realizzazione Stiles prese a cercare l’altro con maggiore enfasi, e proprio quando stava per arrendersi intravide delle sagome in lontananza, verso l’inizio della strada. Stiles rimase incantato a guardare il suo sorriso soddisfatto e il modo in cui i suoi capelli da bagnati sembrassero ancora più neri, e quando gli occhi dell’altro trovarono i suoi sentì qualcosa muoversi nel suo stomaco, una sensazione strana ma piacevole che non aveva mai provato per nessuno. Il sorriso del ragazzino aumentò a dismisura e poi gli fece un inchino fiero, proprio come glielo aveva fatto lui quella volta al loro primo incontro, e Stiles non riuscì a trattenere una piccola risata incredula e lo guardò correre via.
 
 
 
 


-Jackson.-chiamò l’amico che aveva assistito alla scena.-Devi dirmi il suo nome, ora. Ho bisogno di dare un nome a quella meraviglia sfacciata.-
 
 
 



 
Jackson sospirò ma gli posò un braccio sulle spalle.-Derek.-rivelò.-Si chiama Derek Hale, e se te ne sei invaghito è mio dovere informarti che sei in un mare di merda.-
 



 
 
Il sorriso di Stiles divenne più grande e si poggiò meglio contro l’amico.-Derek.-ripeté.-Suona bene. Gli si addice.-
 
 
 


 
-Andrai a trovarlo fuori scuola domani, vero?-domandò Jackson in tono rassegnato.
 
 
 


 
-Puoi scommetterci. Ha catturato tutta la mia attenzione.-disse fissando il punto in cui prima si trovava l’altro.-Ora non ha scampo. Devo averlo.-
 
 
 


 
-Che il cielo ce la mandi buona.-sospirò Scott.
 
 

 
 
E Stiles concordò silenziosamente con lui. Che il cielo gliela mandasse buona…
 



 
E gli permettesse di avere Derek Hale tutto per sé.
 
 
 
 

‘Cause, darling, I’m a nightmare dressed like a daydream" [ "Perchè, tesoro, sono un incubo vestito come un sogno"].

 
  
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