HEIMDALL, APRI IL BIFROST! O meglio, quando una ciabatta volò tra i 9 regni
 
Una sera come tante, una cucina come tante su Mitgard. Una famiglia come tante, con una mamma come tante, un papà come tanti e due marmocchietti carini. Una cena, una delle tante, condite da risa, tv, urletti e miagolii insistenti.
“Jighen!!! La miseria nera, levati dai piedi!” “Dagli da mangiare, no?” “ Ehi, sua maestà, le chiappe dalla sedia le puoi alzare e dargli da mangiare tu!” “Ma tu sei già in piedi!” “Maffxvhjzkkkpohh”. Mi rigiro, a metà corridoio per andare in cucina, a posare i piatti e caricare la lavastoviglie. Di nuovo i gatti tra in piedi. “JIGHEEEEEN!”. Ma mannaggia a te e al tuo stomaco! E mannaggia ai tuoi compari che mandano te in avanscoperta! Metto il piede davanti, ti schivo a pelo, faccio mezzo carpiato per salvare te, i piatti, la mia schiena. “ORA BASTA!”. Sbatto violentemente il piede a terra, ma nel farlo ci metto troppa foga, così la mia ciabatta prende il volo ad una velocità assurda. Mi vedo la scena al rallentatore. La ciabatta che vola, la mia bocca distorta in mezza bestemmia, il gatto che si fionda nel lavandino, io che chiudo gli occhi aspettandomi il rumore di vetri rotti. Invece no. La cucina si riempie di una luce accecante, di un rumore metallico forte e fastidioso. Mi ritrovo risucchiata in questa specie di cono di luce arcobaleno, senza preavviso. Mi trovo a viaggiare tra galassie e stelle, una ciabatta avanti a me, i piatti con le bucce di mele in mano, il gattaccio che mi segue a ruota. Mi manca il fiato, ma che cavolo???? Poi, così come questa luce è iniziata, smette. Mi ritrovo catapultata in una cupola color oro, sempre con una ciabatta sola, i piatti in mano e mezza stordita. Recupero il gatto al volo, sbalordito quanto me. Credo che abbiamo entrambi la stessa espressione. Quella tipica dei manga, bocca spalancata con goccia sulla testa, per intenderci. Inizio a guardarmi intorno. Ho freddo al piede, porca l’oca. “Chi sei?”. Una voce possente attira la mia attenzione. Mi giro leggermente.  “AAAAAAAAAAAAH!” “Cosa urli, misera mitgardiana !” “ LOOOKIIIII! THOOOOOR!” “Come fai a conoscerci?”. Davanti a me ci sono quei due fusti di semidei, proprio come una se li immagina. Alti, fighi da far paura, bardati a guerra. Mi faccio passare gli occhi a cuoricino, osservandoli meglio. Sembrano...imbarazzati. E incazzati neri. Soprattutto la seconda. Soprattutto Loki. Oh, ca…volo.” Avrò mica interrotto qualcosa di importante?” “Tipo una bellissima dichiarazione d’amore, in ginocchio con tanto di anello? SI!” mi urla contro il dio del tuono. “Come cavolo hai fatto ad aprire il bifrost?” “In realtà mi è scappata la ciabatta…se me la ridate, io me ne torno pure a casa.”. Loki indica un punto imprecisato alle mie spalle. Mi giro lentamente, molto, con il terrore che il dio del caos possa pugnalarmi alla schiena per aver interrotto il suo momento magico. “Oh, c…o”. Forse devo smetterla con le parolacce. Mezza Asgard stava a guardare perplessa me, con una ciabatta, conciata tipo mercato del pesce, con un gatto sottobraccio e i piatti sporchi in mano. In prima fila, Frigga e Odino, sbalorditi quanto me. Davanti a tutti, una montagna asgardiana in armatura dorata, con una spada immensa in mano e…oh. Porca. La. Miseria. Nera. La mia ciabatta spiaccicata in fronte a quello che ad intuito è Heimdall. Mi avvicino lentamente. Poso i piatti sporchi a terra. Piano gli stacco la ciabatta dalla faccia, con un pelo di fatica lo ammetto. Me la rimetto e mi riprendo i piatti, sempre nel silenzio assoluto, sempre con lo sguardo laser di due dei sulla schiena. Ritorno al punto di partenza. “Ehm…potrei tornare a casa mia? Così voi..ehm…si…insomma…fate finta di nulla e continuate…a fare quello che stavate facendo…ecco..si…”. Silenzio. Gelo. Solo un sussurro da parte della montagna, qualcosa tipo “macosacazzostasuccedendoalbifrost”. Ooook. “Guardie, prendetela!” urla Odino. “Anche no grazie!”. Più veloce della luce, rifaccio la stessa identica cosa. Mi giro verso il nulla, sbatto il piede a terra e urlo, manco fosse una formula magica:” Heimdall, apri il bifrost!”. Riparte la ciabatta a velocità supersonica, riparte la luce, rifaccio il tour dei 9 regni. Dopo poco sono di nuovo in cucina. Sembra tutto invariato, a parte che la mia ciabatta è in faccia a mio marito. Me la riporta, ammutolito. “Ma cos...?” “Non lo so, non me lo chiedere.” “….era il…bifrost?” “…si.”. Mi ridà la ciabatta. La guardo sospettosa, la rimetto. “O il bifrost è difettoso…o devo avere qualche ascendenza asgardiana.” “Tipo che la tua bisbisbisbisbisbistristrisnonna era la dea della rottura di scatole?” “VITOOOOOOOO!”.
 
Intanto, ad Asgard
La mitgardiana se n’era andata così come era apparsa. Il silenzio regnava. Thor sussurra :” Ma che…Heimdall, tu per caso conosci quella pazza?”. Tutti si girano verso il guardiano e lo trovano fermo immobile nella stessa posizione, con la scritta “Flyflot, le più comode” tatuata in fronte e sciolto in un mare di lacrime. “Se basta una ciabatta…..”.
 
DELIRI DI UNA CASALINGA DISPERATA.

Ciao a tutti! Sopratutto perchè siete arrivati fino alla fine XD! E' la mia prima fic che pubblico qua, ma non la prima in assoluto. Mi presento, ho 32 anni fatti e compiuti, 2 figli, un marito e 3 gatti (che sono quelli della fic...con i loro nomi). Scrivo racconti e fic da almeno 20 anni (non scherzo) e dopo una luunga pausa dovuta a...la vita, semplicemente, mi sono ributtata in questo mondo. Il genere comico non è assooutamente il mio genere ma mi pareva così carina XD. Ho un'altra fic in cantiere che credo pubblicherò a breve. Grazie per aver letto e...enjoy it! <3