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Autore: Imperfectworld01    04/05/2018    1 recensioni
1500. Contea di Bedford, Inghilterra.
Una giovane ragazza di nome Margery vive in una piccola casa in campagna e aiuta la madre, senza marito, nel lavoro nei campi.
Da sempre abituata a vivere nella semplicità e con pochi agi, troverà difficile doversi adattare ad uno stile di vita completamente differente.
Che cos'hanno in comune una semplice contadina e una Lady appartenente ad una delle famiglie più ricche della contea? Assolutamente niente.
O magari tutto.
Se volete conoscere la storia di Margery Grey, nata St. John, allora continuate a leggere.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789), Periodo Tudor/Inghilterra
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Bletsoe, Contea di Bedford, Inghilterra - 1533 

 

Così, prima ancora che potesse rendersene conto, Margery stava per lasciare tutto e andarsene.

Non ebbe nemmeno il tempo di prendere le poche cose che le appartenevano.

 

«La figlia del cavaliere St. John, marito di Lady Margaret, baronessa di Essex e Blesdoe, non può in alcuna maniera esibirsi in pubblico con certi stracci» le ripetevano di continuo.

 

Margery continuava a sistemarsi nervosamente i lembi dell'abito - di quel tessuto così diverso e sicuramente più pregiato rispetto a quelli che era abituata a vestire - che le avevano fatto indossare quelle signorine che si erano introdotte in casa sua.

 

Mentre queste l'avevano sballottolata a destra e a manca, l'avevano fatta lavare, legare i capelli in quel modo strambo, l'avevano vestita e nel frattempo l'avevano informata su ciò che le spettava, Margery non aveva detto una sola parola.

 

In parte ciò era influenzato dal fatto che quel corsetto che indossava sotto al vestito era così stretto da ostacolare una corretta respirazione.

Ma soprattutto si sentiva smarrita e spaventata: le stavano portando via tutta la sua vita, il che non era affatto una cosa da niente. A maggior ragione perché all'epoca aveva appena tredici anni.

 

L'unica cosa che le rimaneva era il suo nome: Margery.

 

E nient'altro.

 

Tutto il resto ormai non doveva più avere niente a che fare con lei. La sua casa non era più la sua casa, sua madre non era più sua madre e i campi sui quali aveva faticato per ore e ore ogni giorno sin da bambina, non li avrebbe mai più rivisti.

 

Non le avevano nemmeno dato il permesso di salutare i suoi cari nel modo in cui avrebbe desiderato.

 

Non era riuscita a dire addio a Brandon.

 

Dopo essere stata resa in qualche modo gradevole e degna di incontrare il cavaliere St. John e sua moglie, era subito stata caricata su una carrozza, diretta alla sua nuova dimora.

 

Margery non era mai stata su una carrozza. Chiaramente la sua famiglia non poteva permettersela. Ed essendo casa sua isolata dalla città, era riuscita a vederne massimo due in tutta la sua vita.

 

Mentre guardava la sua casa farsi sempre più lontana, un fiume di lacrime le scorreva lungo le guance.

 

«Signorina St. John, resistete ai vostri sentimenti di malinconia. Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per mettervi a posto il viso con un po' di trucco, non potete rovinare il nostro operato con le vostre lacrime» le disse una delle due giovani donne che l'aveva prelevata da casa sua e l'aveva preparata.

 

Inizialmente pensava che esse fossero due comuni sguattere, ma in seguito, dopo aver osservato con cura i loro gioielli, i loro vestiti e il loro portamento, aveva capito che non poteva essere così.

 

Margery impiegò numerosi secondi per rendersi conto che la persona alla quale la fanciulla si stava rivolgendo era proprio lei. Nessuno le aveva mai dato del voi. Non era di un rango sufficientemente alto perché le fosse associata una tale forma di cortesia.

 

St. John. 

 

Sarebbe stato quello il suo nuovo cognome?

 

«Avete ragione, mi dispiace. Anche se, come potete comprendere anche voi, sono immensamente addolorata» Margery finalmente parlò, sforzandosi di imitare il loro strano linguaggio da nobili spocchiosi.

 

«Potete anche darmi del tu, signorina. Passeremo molto tempo insieme: sono Katrina, una delle vostre dame di compagnia» spiegò. «Lei invece è Aline» disse facendo cenno all'altra giovane ragazza seduta al suo fianco.

 

Nel mio piccolo e povero villaggio di campagna ci ammazziamo di lavoro ogni giorno, mentre qui assumono delle dame per tenere compagnia ai nobili mentre passano le loro giornate a non far niente, se non a lamentarsi, pensò Margery.

 

«E quale sarebbe il vostro compito, esattamente?» chiese.

 

«Noi ci occupiamo di trascorrere il tempo in vostra compagnia, signorina Margery. E visto che siete stata lontana da casa vostra per così tanti anni, rientra nelle nostre mansioni anche educarvi alla vita di corte» rispose Alime.

 

Margery non riusciva ad immaginarsi in quel modo. Non era come Lady Katrina e Lady Aline, e non lo sarebbe mai stata.

 

Loro avevano ricevuto un'educazione alla nobiltà sin dalla nascita. Margery come avrebbe potuto dimenticare le sue vecchie e ormai non più adatte abitudini e trasformarsi in una nobile?

 

Rivolse nuovamente lo sguardo verso fuori, solo per accorgersi di una figura che sembrava venirle incontro.

 

Mentre questa si faceva più vicina, la ragazza si rese conto che stava cavalcando a bordo di un cavallo.

 

Ma non un cavallo qualunque. Era Gillian, il cavallo di Brandon.

 

«Fermate la carrozza!» urlò, ricevendo solo uno sguardo stralunato da parte di Katrina e Aline come risposta.

 

«Per favore, fermate la carrozza!» tentò di nuovo.

 

Quella volta il tono disperato della sua voce sembrò convincerle, poiché una delle due ordinò al cocchiere di accostare.

 

Margery si gettò giù dalla carrozza, sollevò il vestito per non rischiare di inciampare e prese a correre verso Brandon, il quale scese subito da cavallo e la accolse calorosamente fra le sue braccia.

 

«Margery, sono corso appena ho saputo! Che cosa è successo?» domandò il giovane ragazzo sciogliendo l'abbraccio e asciugando le lacrime della mora con le sue dita.

 

«Questa mattina si sono introdotte da me due donne e hanno dichiarato che sono la figlia, sebbene illegittima, di Sir John St. John» cominciò a spiegare la ragazza. «A causa di quello che stavano dicendo pensavo fossero delle squilibrate, o che magari avessero bevuto a stomaco vuoto, - insomma, io una nobile? - ma poi mia madre ha confermato tutto. Quasi quattordici anni fa, ha avuto una relazione clandestina con il cavaliere St. John, dalla quale sono poi nata io. Ai tempi mio padre era già sposato e non ha voluto riconoscermi come sua figlia, così io sono rimasta a vivere con mia madre»

 

Brandon rimase interdetto a causa di quelle confessioni.

 

Anche lui non riusciva a crederci. Era cresciuto insieme a Margery, e vederla in quelle vesti gli risultava difficile, se non impossibile.

 

«Ma perché te ne stai andando proprio ora? A tuo padre non è mai importato niente di te per più di tredici anni, cos'è cambiato adesso?»

 

«Sembra che la mia sorellastra, nonché la primogenita della famiglia, stesse per essere promessa in moglie ad un importante uomo della contea. Ma la situazione è precipitata quando il suo promesso ha scoperto che Alice Elmes non aveva conservato la sua virtù e ha perciò annullato il fidanzamento»

 

«Oltre all'irrimediabile figura fatta dalla famiglia St. John, un altro grave problema è che non potrebbe essere così facile riavere indietro la dote - una somma molto sostanziosa - che il promesso sposo si era intascato prima del matrimonio» continuò Margery, mentre Brandon la ascoltava in silenzio. «Il secondogenito è un maschio, ma è fin troppo giovane per sposarsi. E quindi l'unica possibilità sono io, nata pochi mesi prima di Alice, il che rende di me la più grande della famiglia» concluse il racconto.

 

«Quindi ti rivogliono indietro solo perché potresti essere l'unica salvezza di quella famiglia? Potrebbero farti sposare un uomo importante e in questo modo riuscire a riavere parte delle ricchezze perse»

 

«È terribile, lo so. Ma non ho scelta» ammise Margery.

 

Era consapevole anche lei di essere, disgraziatamente siccome donna, solo un oggetto che i suoi genitori avrebbero manovrato a proprio piacimento, con l'unico scopo di mantenere il loro titolo e le loro ricchezze.

 

Ma in quei tempi funzionava così. Non esistevano matrimoni che suggellavano un amore, bensì, più comunemente, matrimoni di convenienza. 

 

«Opponiti» disse Brandon. Non riusciva a capacitarsi di quello che stava accadendo. Non poteva e non voleva separarsi da Margery.

 

E allo stesso modo Margery non voleva abbandonare Brandon.

Non avendo mai avuto un padre al suo fianco, l'unica figura maschile che aveva avuto come riferimento in quegli anni era stato lui.

 

Allora non sapeva ancora esprimere che cosa fosse quel sentimento di affetto che provava verso di lui. Sapeva solo che era qualcosa di molto forte.

 

«Lo dici come se potessi scegliere autonomamente. Non posso» la voce di Margery era strozzata, così come i suoi occhi erano colmi di lacrime.

 

«Signorina, non possiamo trattenerci a lungo. La vostra famiglia vi attende!» urlò una delle sue dame dalla carrozza.

 

Non avevano molto tempo.

 

«Sono io la tua famiglia» disse Brandon, la cui voce appariva rotta come quella della ragazza di fronte a lui.

 

«O forse, adesso dovrei darvi del voi, Lady Margery St. John» 

 

Brandon fece un lieve inchino e Margery sorrise amaramente.

 

«Prenditi cura di mia madre» disse quest'ultima e il ragazzo annuì. «Vi spedirò delle lettere non appena mi sarà possibile!» esclamò prima di allontanarsi e salire sulla carrozza.

 

Per tutto il resto della giornata Margery non proferì parola e si impegnò piuttosto a lottare contro i suoi sentimenti per ricacciare dentro le lacrime, le quali minacciavano di sgorgare dai suoi occhi da un momento all'altro.

 

Non lo trovava giusto. Doveva assumersi la responsabilità di una famiglia che, sebbene fosse la sua vera famiglia, non conosceva. E con la quale non aveva mai avuto niente a che fare.

Perché doveva essere lei a salvare la dignità di una famiglia a causa di un errore commesso dalla sua sorellastra?

Avrebbe davvero dovuto sposare un uomo? Suo padre le aveva già trovato un pretendente?

 

«Signorina, siamo arrivate» la informò Katrina.

 

Solo in quel momento Margery si rese conto che la carrozza aveva smesso di procedere.

Il cocchiere le porse la mano per aiutarla a scendere dalla carrozza.

Margery stava letteralmente tremando, ma alla fine si fece forza e afferrò la mano.

 

Sebbene fossero in viaggio da tutto il giorno e il cielo stava già cominciando ad imbrunire, Margery si sforzò di osservare l'enorme palazzo davanti a lei e di coglierne più particolari possibili.

Non aveva mai visto un edificio del genere. Era grande almeno duecento volte la sua casa a Bletsoe.

 

«Dove ci troviamo?» chiese Margery alle sue dame di compagnia.

 

«Nella contea del Middlesex. Questa è la reggia del re Henry VIII e della sua novella moglie Anne Boleyn» rispose Aline.

 

Novella moglie? Che ne era stato di Catalina di Aragona? 

In campagna le notizie arrivavano sempre piuttosto in ritardo, perciò non c'era da stupirsi del fatto che Margery non fosse adeguatamente aggiornata.

Ciò che però le risultava incomprensibile, era il motivo per cui si trovasse nella corte del re, se l'obiettivo del lungo viaggio che aveva caratterizzato quella giornata avrebbe dovuto essere quello di ricongiungersi ai suoi familiari.

 

«I vostri genitori sono ospiti a corte» aggiunse la dama, notando lo sguardo confuso di Margery.

 

Scortata dalle sue dame, Margery fece per entrare a corte, ma venne fermata da alcuni soldati.

 

«Siete pregata di dirmi il vostro nome» ordinò un uomo.

 

«Margery, signore»

 

La guardia spalancò gli occhi e fissò Margery a lungo senza parlare.

C'era qualcosa di strano nel suo sguardo, che incuriosiva la ragazza.

 

Chi era davvero quell'uomo?

 

«Siete davvero voi» enunciò poi quest'ultimo.

 

La sua non era una domanda, ma piuttosto un'esclamazione di stupore.

 

«E voi chi siete?» domandò Margery, prima di ricevere una gomitata da parte di una delle sue dame.

 

Evidentemente si era rivolta all'uomo utilizzando un tono troppo rude, ma, d'altra parte, dopo tutte quelle ore di viaggio, era troppo stanca per cercare di essere cortese. Inoltre, le sue lezioni per essere educata nella giusta maniera non erano ancora incominciate.

 

«Da come mi guardate sembrate conoscermi alla perfezione, ma io non vi ho mai visto e non ho la benché minima idea di chi possiate essere» proseguì la mora, continuando a sostenere lo sguardo di quell'uomo.

 

Normalmente non avrebbe avuto il coraggio di guardare negli occhi una persona di rango così tanto superiore al suo, ma ormai era tutto diverso.

Aveva tutte le facoltà di guardare negli occhi un nobile senza vergognarsi, era la figlia di John St. John.

 

In più, c'era qualcosa in quel soldato che le trasmetteva una certa sicurezza. Non si sentiva fuori luogo.

 

L'uomo abbassò lo sguardo, come se provasse vergogna o forse rimorso per quello che avrebbe detto di lì a breve.

 

«Sono tuo padre» rispose l'uomo, lasciando Margery di stucco.

   
 
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