Da un pò pensavo ad una storia in cui Brian e Justin fossero soltanto amici prima di inizare la loro storia d'amore e dopo averne lette un paio di questo genere, mi è finalmente venuta l'ispirazione, aiutata dai Blink182.
Il titolo e le frasi tradotte messe in corsivo nella storia, sono dei Blink182, della canzone "I'm Lost Without You" che potete ascoltare mentre leggete e comunque, andando qui: http://www.youtube.com/watch?v=VJ7lMcNnFCI
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Mi capita di pensare che la nostra
amicizia finirà con l’uccidermi e la cosa ridicola è che non riesco a trovare un
solo motivo per cui non siamo niente di più.
Quando ci siamo conosciuti, io
avevo sedici anni e lui quattordici. Ero seduto con Michael sugli spalti del
campo di football a guardare gli allenamenti e lui era venuto verso di noi.
Mickey aveva fatto qualche battuta sul fatto che era il junior più carino che si
era visto da quando avevamo cominciato noi il liceo e prima che potessi
chiedergli di chi stesse parlando, me l’ero ritrovato davanti con un sorriso
stampato in faccia che gli faceva brillare gli occhi ed ero rimasto
assolutamente accecato da lui e mi porse la mano dicendo “Ciao, sono Justin” e
prima che potessi porgergliela, lui aveva già afferrato la mia mano stringendola
con forza e mi disse “Tu sei Brian” e ricordo che Michael era scoppiato a ridere
e Justin si era limitato a guardarlo brevemente con aria curiosa prima di
tornare a guardarmi e poi mi aveva detto “Mi sono appena trasferito e vorrei
fare amicizia con te” e non gli ho mai chiesto perché quel giorno avesse deciso
con tanta determinazione che noi dovessimo essere amici perché la verità vera,
era che non mi importava in che modo, ma volevo avercelo in torno e da allora
non se ne era più andato e non avevo mai nemmeno tentato di allontanarlo da
noi.
Quando il liceo è finito, almeno per me e Michael, gli ho trovato un
lavoro al Diner della mamma di Mickey soltanto per poter avere sempre una scusa
per poterlo incontrare e poi ha finito anche lui il liceo e stava per andare a
New York per l’università e gli chiesi di restare e lui non mi chiese neanche
allora perché non riuscissi a lasciarlo andare e sono passati dodici anni da
quando ci siamo incontrati e non cambierei niente con lui anche se non dovessi
mai trovare il coraggio di dirgli che mi sono innamorato di lui e come se
vederlo ogni volta baciare quelli che sono stati i suoi ragazzi negli anni non
facesse male abbastanza, gli chiesi anche di venire a vivere con me mentre non
finivamo l’università “per dividere le spese”, gli dissi ed era una bugia e
forse lo sapeva anche lui ma non mi ha mai detto niente e non se n’è nemmeno
andato.
Ed eccoci arrivati alla fine di un’altra
giornata da schifo in ufficio.
Sento il profumo della cena appena esco dal
montacarichi e mi viene da sorridere. Agli occhi degli altri, potremmo sembrare
una vecchia coppia sposata. Emmett ci prende sempre in giro dicendolo e ogni
volta Justin arrossisce e sorride e vorrei poter baciare via quel sorriso dal
suo volto.
Giuro che potrei andare avanti per sempre. Per favore fammi sapere che il mio cattivo giorno finirà.
Vorrei poter credere che tutto questo non cambierà mai e giuro che potrei andare avanti per sempre. Tornare ogni sera a casa da lui e lasciare che mi faccia dimenticare qualsiasi brutta giornata possa avere.
Faccio scivolare la porta di metallo e lui
è lì a cucinare. Si soffia via dal viso un ciuffo di capelli e poi si volta
verso di me con lo stesso sorriso di tanti anni fa e non riesco a fare a meno di
rispondere con la mia versione del suo sorriso splendente. Sospiro e mi avvicino
a lui.
“Sei tornato tardi oggi” mi dice mentre mi fa assaggiare la sua nuova
salsa. Ogni settimana, il Venerdì, trova una nuova ricetta da preparare e adoro
anche questo in lui.
“Brutta giornata”.
Mi sorride e mi abbraccia
riponendo distrattamente il cucchiaio nel lavello.
“Domani andrà
meglio”.
“Domani è Sabato” gli rispondo mentre chiudo le braccia attorno alla
sua schiena stringendolo a me e inspiro il profumo dei suo capelli e chiudo gli
occhi.
“Appunto. Niente lavoro Boss”.
Fa un passo indietro sfuggendo al
mio abbraccio e continuo a guardarlo cucinare fino a quando non mi dice che la
cena è pronta e che devo andare a cambiarmi e con un sorriso vado verso la mia
camera.
Quando mi siedo a tavola lo guardo mangiare lentamente e leccarsi le
labbra prima di bere il vino e vorrei potermi alzare e fare il giro del tavolo e
prenderlo tra le mie braccia e non lasciarlo mai andare e a volte mi spaventa
l’effetto che ha su di me. Con tutti gli altri riesco ad essere cinico,
distante, bastardo ed egoista, ma quando si tratta di Justin, non mi riesce di
essere nessuna di queste cose perché ho paura che se ne possa andare ed è come
se tirasse fuori il meglio di me e non so mai dare il giusto peso a tutto
questo. A volte mi dico che è perché è il mio migliore amico e non voglio
deluderlo, a volte mi dico che è perché lo amo e non voglio dover fare a meno di
lui e più ci penso e più mi confondo e ogni volta che usciamo e mi scopo
qualcuno, quando sto per venire e chiudo gli occhi, immagino sempre il suo viso
sudato, le labbra che gli si aprono e chiudono a ritmo frenetico cercando di
ricordarsi come respirare e gli occhi lucidi e l’azzurro reso blu dall’orgasmo e
mi ci vuole soltanto quest’immagine a farmi venire e non dovrei pensarci perché
so che lui mi conosce e nessuno vorrebbe avere una relazione con me perché
proprio lui che può avere il meglio del meglio, dovrebbe voler sprecare la sua
vita con uno come me?
Finirò depresso come tuo amante, tuo amico. Dammi le tue labbra e con un bacio cominceremo…
Eppure a volte è così difficile dover
accettare che un giorno arriverà qualcuno e lo porterà via e diventerò soltanto
l’amico del liceo e lui resterà per sempre l’unico uomo che io abbia mai voluto
veramente.
E vorrei potergli chiedere le sue labbra e baciarlo per fargli
capire che saremmo grandiosi assieme. Nella mia testa va sempre nello stesso
modo. Mi alzo e lo bacio e con un solo bacio cominceremo tutto il resto e mi
aspetto sempre che prima o poi troverò il modo di farlo ma mi manca il coraggio
di ammettere a tutti che mi sono innamorato di quello che era un ragazzino
fissato col disegno e l’arte, mi manca il coraggio di tenerlo per mano per
strada e far vedere a tutti che di qualcuno mi importa più che di Mickey e
soprattutto in maniera diversa.
Lo guardo uscire dalla sua stanza con
quello che lui chiama pigiama ma che è un vecchio pantalone di tuta e una mia
vecchia t-shirt che adoro vedergli addosso. Si viene a sedere vicino a me sul
divano e mi sorride.
“Ti è piaciuta la cena?”.
“Come sempre”.
Poggia la
testa sulla mia spalla e si poggia il mio braccio sulla sua. Non gli ho mai
chiesto perché lo faccia ma ogni volta che mi raggiunge sul divano per guardare
un film, si mette sempre così e non riesco a trovare nessun motivo per cui mi
possa dare fastidio, così glielo lascio sempre fare. Se le persone mi
guardassero come sono con lui quando siamo da soli, smetterebbero di pensare che
sono uno stronzo egoista. Soprattutto Debbie.
Più che la TV guardo Justin. I suoi capelli sparsi sulla mia spalla che mi fanno il solletico al collo e le sue dita che giocano distrattamente con le mie e il modo in cui si mordicchia il labbro quando qualcuno viene ucciso nel film. Odia i film horror eppure li vuole sempre guardare. Una volta gli chiesi perché e lui mi rispose perché semplicemente gli davano i brividi.
Sei spaventato dal restare solo? Perchè io lo sono. Sono perso senza di te.
Vorrei chiedergli tante cose quando stiamo così. Cose importanti e cose stupide. Vorrei sapere tutto su di lui e vorrei che lui sapesse tutto di me e vorrei chiedergli se un giorno andrà via… se pensa che un giorno tutto questo sarà soltanto un ricordo e basta.
Quando il film finisce lui si alza in piedi e resta davanti a me e mi fissa dritto negli occhi e si morde il labbro inferiore e vorrei sapere a cosa sta pensando perché so che lui non mi dirà niente.
Sei spaventato dall’andare via stanotte? Perché io lo sono. Sono perso senza di te…
“Buona notte Brian” mi dice alla fine e io
annuisco e lui va verso la porta della sua camera.
Un giorno vorrei riuscire
a chiedergli di restare so che lui lo farebbe e non chiederebbe nemmeno di
sapere perché voglio averlo sempre con me.
Spengo la tv e la luce nel
soggiorno e vado verso la mia stanza.
Lascerò la mia camera aperta fino all'alba per te…
Lascio la porta aperta come ogni volta. È il mio modo di fargli sapere che nessuno è veramente importante della gente che mi porto a letto. Anche quando torno a casa con qualcuno, non lo faccio mai restare la notte e lascio la porta aperta perché lui lo possa sapere e ci sono notti in cui spero che per un qualsiasi motivo o senza averne affatto, venga da me.
- - - - - - - - - - - - -Due Mesi Dopo- - - - - - - - - - - - -
È un mese che si vede con questo stupido musicista. Glielo hanno fatto conoscere Mel e Linz e potrei ucciderle soltanto per questo. Oggi era la prima volta che sarebbero andati a cena fuori da quando si erano messi assieme ufficialmente e io me ne sto come un vecchio padre apprensivo disteso sveglio sul divano fumando quella che sarà probabilmente la millesima sigaretta della serata, aspettando che torni.
Ha avuto altri ragazzi ma questa volta è diverso. È il primo da quando ha finito l’università e adesso ha ventisette anni e potrebbe cercare qualcuno con cui sposarsi e mettere su una famiglia e non riesco a sopportare l’idea che non sia io quel uomo eppure lui non ha motivi di pensare che io possa voler essere quel uomo.
Dove sei adesso? Riesco a sentire i passi…
Sento la porta del Loft aprirsi e lo sento
camminare nel buio cercando di evitare di andare a sbattere in qualcosa e mi
viene da sorridere quando capisco che è solo.
“Brian?” lo sento chiamare e
per un momento vorrei non rispondere e fargli credere che non mi sia importato
che lui sia uscito ma mi ritrovo a dirgli “Sono sul divano”.
Lo sento
sospirare e poi si butta sul divano finendo sulle mie gambe. “Scusa”. scivola
fino a sdraiarsi accanto a me.
Sto sognando e mi impedirai di svegliarmi per potere credere a questo…
“Come è andata?” mi ritrovo a
chiedergli.
“Non credo mi piaccia come pensavo. All’inizio era divertente e
mi portava i fiori e mi dedicava le canzoni ma…”.
“Hai capito che non sono
cose importanti?”.
Lascerò i miei occhi pazientemente fissi su di te…
Le luci della strada gli illuminano il
volto e non riesco a staccare gli occhi dal suo viso.
Abbassa i suoi occhi
nei miei e mi ritrovo le sue dita a percorrere il contorno delle mie labbra e la
mia mano si perde tra i suoi capelli.
“Mi ha detto ti amo” dice in un
sussurro.
E sto per chiedergli cosa gli ha risposto ma lui mi precede. China
la testa fino a quando le sue labbra sono separate dalle mie soltanto dalle sue
dita e contro di esse, con un altro sussurro, mi dice “Io però, non gli ho
potuto dire “anche io” perché non è lui che amo” e poi lascia che la sua bocca
trovi la mia e mi sento inebriato e intossicato e come se stessi galleggiando
nel vuoto e come se fossi ubriaco fradicio e sento la testa leggera e poi le sue
mani stringono il mio viso fra esse e con la punta della lingua disegna il
contorno delle mie labbra e io apro la bocca e uso la mano che ho fra i suoi
capelli per portare il suo viso più che vicino che posso e stringo l’altro
braccio attorno alla sua vita e me lo stringo contro e quando i nostri bacini si
toccano, gli sento lasciar uscire un gemito che si perde nella mia bocca e so
per certo che potrebbe succedere di tutto ma non lo potrei mai più lasciar
andare.
Quando abbiamo bisogno di respirare, poggia la sua fronte contro la mia e respiriamo la stessa aria e mi dice “Non l’ho baciato” e mi accorgo di aver pensato di chiederglielo almeno mille volte da quando mi ha iniziato a parlare di lui e adesso sto sorridendo come un cretino e questa volta sono io ad unire le nostre labbra e sono io a staccarmi per primo e solo perché ho bisogno di guardarlo, di guardare dritto nei suoi occhi e vedere se è certo di cosa stiamo facendo perché è una di quelle situazioni che non puoi più cambiare e se dovesse tirarsi indietro adesso, non saprei cosa fare.
“Brian” sussurra e apro gli occhi e lo
guardo dritto nei suoi e non vedo altro che amore e poi mi sorride come quella
volta a scuola. “Volevo farlo da quando ti ho conosciuto. Eri il più bello della
scuola per me” e ridiamo assieme e lui mi accarezza il viso e io faccio lo
stesso. “Ti amo” dice contro le mie labbra e per la prima volta in tutta la mia
vita, sento di poterlo dire anche io e di poter soprattutto essere sincero nel
farlo perché so che la verità è che sarei perso senza di lui e non voglio
lasciarlo mai più andare.
Gli do un breve bacio e gli sorrido e lo guardo
dritto negli occhi mentre gli dico “Ti amo” e il suo volto si illumina come mai
prima.
Perchè Io Sono Perso Senza di Te...