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Autore: roby_lia    12/05/2018    1 recensioni
All’occhiata esasperato di Bruce, Clint si limita a fare spallucce “Abbiamo ancora di gemelli Maximoff da recuperare, e Strange passa fin troppo tempo sul nostro divano per ignorare la cosa. E comunque ricordati che sei stato tu ad iniziare ad accrescere la famiglia.”
“Mh, veramente credo che quella sia colpa tua, quando hai preso in simpatia Thor durante quella rissa al bar,” lo corregge Natasha, rubando un sorso del suo caffè.
Clint si riprende la tazza e poi fa di nuovo spallucce “Vero.”
Human!AU - Per qualche motivo tutti vanno a cercare rifugio a casa di Bruce e lui si chiede cos'ha fatto di male nella sua vita passata per meritarsi amici del genere.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Loki, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incest
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Infinity War? Che Infinity War, non ho idea di cosa tu stia parlando
Human!AU dove finiscono per essere tutti coinquilini. Sì, proprio tutti, povero Bruce.
Lievi, molto lievi, accenni a Thorki, Ironfrost e pure Stucky e Stony perchè ancora non so decidermi, mentre i Clintasha li giudicano tutti dai loro lunghi anni di matrimonio.




Casa è dov'è il cuore, dicono

Bruce Banner non aveva avuto un’infanzia facile, e i suoi problemi di gestione della rabbia non l’hanno aiutato ad essere popolare al liceo, ma come molte cose anche quei problemi vengono sorpassati, riesce a farsi degli amici anche più incasinati di lui in certi casi, ottiene un laboratorio ed una cattedra e le cose sembrano andare tutte per il meglio.
Il primo vero appartamento che può permettersi ha solo lo stretto indispensabile. Una cucina che si apre sul salotto, un bagno ed una camera da letto. Pensa brevemente di rendere l’ultima stanza libera uno studio, ma con amici come Natasha Romanoff e Clint Burton opta per una seconda camera, e svariati kit di pronto soccorso sparsi per l’appartamento.

 

Il primo ad aggiungersi a tempo indeterminato è Tony Stark, e Bruce non è troppo sorpreso. Non fa nemmeno in tempo a leggere la notizia di come Tony sia stato diseredato che se lo trova fuori dalla porta, uno scatolone di cianfrusaglia sotto un braccio, una bottiglia di whiskey nell’altra mano e gli occhiali storti in viso.
Bruce sospira, lo fa entrare e ordina la pizza per due.

 

Loki li raggiunge poche settimane dopo, in uno stato mentale che varia dalla follia omicida alla depressione più totale.
Mentre lui nasconde qualsiasi cosa potrebbe essere usato come arma, lascia che Tony lo distragga con la sua infinita scorta di alcool. Non è spesso che si scopre di essere adottati dopotutto.
Quando la notte cala fa quasi per chiedere se deve preparare il divano letto, ma gli altri due si sono già appropriati della stanza per gli ospiti, dormendo scompostamente uno sopra l’altro.
Bruce recupera le bottiglie vuote, gli sistema meglio le coperte addosso e aggiunge un secchio in parte.
Poi scrive a Thor.
“È con me. Sta bene. Dagli tempo.”
 


Vanno avanti così per qualche mese. Lui continua a lavora all’università, Tony sta sviluppando un progetto dopo l’altro per farsi un nome da sé e riuscire a superare persino suo padre, e Loki tiene un basso profilo con lavori al di sotto delle sue possibilità per non rischiare nemmeno lontanamente di far sapere ad Odino dove si trova.
Bene o male tirano avanti, e Bruce ringrazia le pareti spesse dell’appartamento quando gli altri due decidono che del sesso da ubriachi è la cura migliore per le famiglie problematiche.
Un giorno Bruce torna a casa per trovarvi un fuoco accesso. Loki fissa le fiamme con un ghigno folle, in parte a lui una busta con documenti riportanti un nuovo cognome mentre quelli vecchi vengono ridotti in cenere.
Quella sera si addormentano tutti e tre sul divano. Quando anche Loki crolla, Bruce è quasi tentato di scrivere a Thor, di far avvenire quell’incontro per cui l’altro lo sta pregando insistentemente da settimane, ma il volto di Loki è asciutto dalle lacrime mentre dorme sulla sua spalla, decide di dargli ancora un po’ di tregua prima del prossimo dramma.
 


Quando Natasha e Clint arrivano è notte fonda e Bruce si chiede perché non possa avere degli amici normali.
La rossa studia le due forme nude addormentate sul letto mente Clint sbuffa e inizia a prepara il divano.
Quando Bruce si veglia la mattina dopo, le due spie sono già in piedi, Loki e Tony stanno curando i postumi della loro ultima sbronza e c’è un pacco annunci di case ed appartamenti che aspetta solo lui per essere esaminato.
Bruce sospira, si versa un’abbondante tazza di caffè e si siede al tavolo con gli altri.
 
 


La nuova casa è decisamente più grande, non che ci voglia molto, spaziosa ed ha addirittura un giardino.
Il quartiere forse non è dei migliori, più lontano dal suo lavoro e i loro frontisti, Scott Lang e la sua allegra banda, sono decisamente dei ladri nemmeno troppo bravi, ma il caffè all’angolo è ottimo a sentire Clint e c’è abbastanza spazio sia per i libri che Loki fa apparire dal nulla e per tutte le armi di Natasha, quindi Bruce non se la sente troppo di lamentarsi.
(Le pareti, grazie a dio, continuano ad essere abbastanza spesse, anche se devono decisamente mettere delle regole sull’utilizzo dei bagni perché no Clint, non importa se quel bagno è l’unico con una vasca.)
E a quanto pare quella doveva essere proprio la via dei disadattati, perché ci mettono poco a scoprire che l’altro loro vicino è Stephen Strange, il famigerato migliore neurochirurgo al mondo, almeno prima dell’incidente che gli è quasi costato le mani.
Strange bussa alla loro porta un sabato mattina, mentre loro stavano facendo le pulizie ascoltando la musica a tutto volume, litiga con Tony su quale sia la migliore canzone degli AC-DC e Loki lo invita a restare per il the. Sono uno strano trio, Strange, Tony e Loki, soprattutto quando Strange inizia a passare più tempo a casa loro, ma almeno hanno smesso di minacciarsi di morte ogni tre per due, e questo Bruce lo prende come un miglioramento.
 

Thor suona alla porta di casa un giovedì pomeriggio, durante un tremenda temporale primaverile con vento tuoni e lampi che sembrano preannunciare la fine del mondo. E probabilmente è la fine di un mondo, almeno a vedere la faccia di Loki.
Gli occhi di Thor sembrano ancora più azzurri di quello che Bruce ricordava, ma forse è solo per il contrasto con i capelli bagnati e i continui lampi che glieli illuminano in modo strano.
Vanno a parlare nella stanza che Loki a dichiarato come sua, anche se più che dormirci l’ha usata come deposito per i suoi libri e i progetti a cui non vuole ammettere di star lavorando, mentre loro si radunano tutti in salotto a guardare film, nient’altro da fare con un tempo del genere.
Thor scende verso le dieci di sera, recuperando qualcosa da mangiare e prima di tornare in camera senza dire una parola.
La mattina dopo li trovano accoccolati sul divano, Loki contro il petto di Thor, una tazza di caffè fumante tra le mani e una colazione per un esercito che attende gli altri abitanti della casa già in tavola.
Thor fa un periodo in cui va e viene praticamente ogni giorno, mentre cerca di mediare le cose tra Loki e i loro genitori, finché un giorno Bruce torna a casa e trova Frigga seduta al tavolo della cucina insieme a Loki e Natasha.
Thor si trasferisce definitivamente il giorno dopo.
“Era ora,” dice Tony, “Ci serviva qualcuno per recuperare tutti i biscotti che Loki nasconde nei ripiani più alti.”
 
 

Sono le sei e mezza di mattina quando qualcuno bussa insistentemente alla porta. Sono tutti più o meno svegli, più per gustarsi la colazione cucinata da Thor ancora calda che altro, ma Scott Lang e company hanno più l’aspetto di chi non ha dormito affatto quella notte.
“La vostra colazione ha un profumo magnifico, vi dispiace se ci uniamo?” il sorriso di Scott cerca di essere innocente, ma deve ancora lavorare sugli angoli.
“Inoltre siamo ricercati dalla polizia, speravamo di poterci nascondere nel vostro seminterrato per un po’”
Natasha si volta verso Bruce, che si limita a scrollare le spalle.
Entro fine giornata il seminterrato è diventato incredibilmente accogliente, nonostante i borbottii di Tony alla perdita della sala giochi, e dalla mattina dopo Thor inizia a preparare quattro porzioni in più ad ogni colazione.
 
 

Alle tre di mattina di tre settimane dopo c’è sangue ovunque e Bruce ha perso il conto di quante volte ha detto “Non sono quel genere di dottore!!” mentre si occupa di Sam Wilson, Steve Roger e Bucky Barnes che a quanto pare Natasha e Clint hanno deciso di adottare durante la loro ultima missione.
Conseguenze di dividere la casa con delle spie, a quanto pare, anche se Bruce è abbastanza convinto che sia da incolpare più Clint che Natasha, se li conosce bene.
È Loki alla fine che va a chiamare Stephen. Le sue mani non saranno più quelle di una volta, ha scoperto un insano amore per la meditazione e lo yoga, ma ha comunque più esperienza medica di Bruce, e riesce a guidarlo accuratamente in quello che deve fare, anche se Bruce spera di non trovarsi mai più a dover amputare un braccio.
 

Una volta che Bucky è stabile e nascosto insieme agli altri due nell’attico, Bruce scende le scale desiderando nient’altro che una tazza di camomilla e dormire per i prossimi sei mesi.
Il resto dei coinquilini sta già cercando tra annunci in internet, giornali e chiamando conoscenti alla ricerca di una nuova casa.
All’occhiata esasperato di Bruce, Clint si limita a fare spallucce “Abbiamo ancora di gemelli Maximoff da recuperare, e Strange passa fin troppo tempo sul nostro divano per ignorare la cosa. E comunque ricordati che sei stato tu ad iniziare ad accrescere la famiglia.”
“Mh, veramente credo che quella sia colpa tua, quando hai preso in simpatia Thor durante quella rissa al bar,” lo corregge Natasha, rubando un sorso del suo caffè.
Clint si riprende la tazza e poi fa di nuovo spallucce “Vero.”
 
 
 
 


Qualche mese e due case dopo, Bruce entra in cucina con uno sbadiglio.
Thor è già intento a preparare la colazione, i capelli umidi per la doccia dopo la corsa, mentre seduti al tavolo Scott e Dave stanno già bevendo il caffè, cercando di svegliarsi abbastanza per dare il cambio a Luis e Kurt al loro ultimo appostamento. Grazie agli agganci di Natasha erano riusciti a sistemare i casini in cui si erano ficcati con la polizia e da ladri erano passati a testare sistemi di sicurezza. Faceva ancora strano dirlo, ma almeno con quel lavoro Scott era riuscito a riallacciare i rapporti con l’ex moglie e adesso Cassie passava spesso i weekend da loro.
Loki è seduto sul bancone vicino ai fornelli, con Thor che spesso lo avvicina per posargli un bacio sul collo o altri tipi di coccole mattutine, e ancora non gli sembra possibile che esista qualcuno al mondo capace di far sorridere così Loki senza promettergli qualche tipo di arma.
Il suo buongiorno viene ricambiato da borbottii più o meno chiari e Loki gli allunga una tazza già ripiena di caffè da sopra le spalle di Thor.
“Allora, com’è andata la corsa questa mattina?”
Sam gli risponde con un’occhiataccia, mentre al suo fianco Pietro gli dà una pacca sulle spalle.
“Solo tre giri sui vecchietti e otto su di me, sta decisamente migliorando.”
“Sta zitto e beviti il tuo smoothie, Maximoff,” ringhia l’ex soldato, ficcandogli il bicchiere tra le mani con tanta forza da fargli cadere un paio di gocce sulla maglia.
Il ragazzo ride, prendendo un sorso, prima che la sua espressione si faccia improvvisamente più seria.
“Clint e Natasha si sono fatti sentire?”
I gemelli si erano affezionati particolarmente alle due spie, ed ogni volta che erano in missione cercavano di tenersi in contatto per farli stare tranquilli.
“Li ho sentiti un’ora fa, come da programma. Sta andando tutto bene,” è Bucky a rispondere, entrando dalla porta sul retro che dava sul vasto giardino.
Bruce non sa da dove hanno recuperato le capre, Bucky e Thor, le ha semplicemente trovate lì una sera tornato dal lavoro e ha deciso di non fare domande per il suo stesso bene. Ma a Bucky piace prendersene cura, e dai discorsi nostalgici di Thor sulla loro infanzia, Bruce è abbastanza sicuro che a breve dovranno aspettarsi anche cavalli e, probabilmente, anatre, galline e pulcini, conoscendo la sua fortuna.
“Vado a dirlo a Wanda,” Pietro è già fuori dalla cucina quando viene richiamato dal grido gemello di Sam e Bucky.
“Lo smoothie, Pietro!”
Il ragazzo torna sui suoi passi con una plateale alzata al cielo degli occhi, mentre Loki torna ad allungargli il bicchiere con uno sbadiglio.
“Grazie papà due e papà tre.”
I due ringhiano mentre gli altri sorridono a quello scherzo ormai vecchio.
“Meglio noi che Steve, ricordatelo ragazzo,” ribatte Bucky, mentre Pietro finisce la bevanda in un sorso veloce prima di correre dalla sorella, oltrepassando Steve nel corridoio, un asciugamano ancora tra le mani mentre si asciugava i capelli.
“Io cosa?”
C’è un leggero giro di risate, prima che Thor cambia argomento dichiarando che la colazione è pronta.
“Tony ha passato di nuovo tutta la notte in laboratorio,” li informa Loki, mentre Thor deve prenderlo letteralmente in braccio per convincerlo a mangiare seduto alla tavola come un decente essere umano.
Steve scuote la testa, andandolo a chiamare, mentre puntuale come suo solito Strange entra a sua volta, dopo la sua meditazione in giardino.
“E tu assolutamente non lo sai perché hai passato la notte in bianco a scrivere a tua volta, vero?”
Loki lancia un’occhiataccia all’ex neurochirurgo, prima di decidere d’ignorare la sua presenza per il resto della giornata.
Era nato come una sfida, il libro che Loki stava scrivendo.
“Una bugia è solo una storia raccontata,” aveva detto una volta, dopo averli incantati tutti un sabato sera, raccontando una storia che avrebbe solo dovuto aiutare a far dormire Cassie, “E io sono già il dio delle bugie,” aveva aggiunto con un sogghigno.
“Dio dei miei stivali,” aveva ribattuto Tony, “Pubblica un libro e poi ne riparliamo.”
La scommessa era stata accettata, anche se Loki ancora si rifiutava di dargli qualsiasi indizio sull’argomento della sua storia.
Si sono appena seduti al tavolo, Bucky e Sam che litigano su chi si merita il primo pancake, Steve che fa uno dei suoi soliti rimproveri a Tony con un braccio attorno alle spalle di Bucky, Tony che lo ignora, Wanda e Pietro che li prendono in giro, quando il rumore di due paia di familiari tacchi si fa sentire dall’ingresso.
“Ragazze! A cosa dobbiamo l’onore?”
Pepper e Hope si accomodano sulle sedie libere ricambiando i saluti.
“Per i pancake di Thor questo ed altro,” risponde Hope, servendosi una generosa porzione “E dovevo comunque portare il caffè a Luis e Kurt.”
“E io devo assicurarmi che Tony non si dimentichi casualmente di farsi la doccia per la riunione di questa mattina.”
“Ah. La riunione. Certo. Giusto.”
“Con Re T’Challa,” gli ricorda la donna con un sospiro, e a quelle parole Tony subito s’illumina, mentre tira fuori il cellulare.
“T’Challa! Vero!”
“Tony, no. Lascia in pace Peter.”
“Ma lui e Shuri-”
“Peter ha scuola.”
“Peter può imparare di più da cinque minuti con Shuri che cinque anni nel migliore liceo del mondo. Divertendosi di più, tra l’altro.”
“Scrivili e per pranzo ci autoinvitiamo da sua zia May e la sua terribile cucina.”
“…sei perfida, sappilo.”
“Sono sicura che né Peter né Shuri hanno bisogno di te o T’Challa per organizzarsi un’uscita. I ragazzi si arrangeranno.”
“Guastafeste.”
Lo sciroppo d’acero viene fatto girare e altro bacon è aggiunto in tavola.
“Allora, quando torna Rhodey?” domanda Sam.
“Tra due mercoledì. Andremo a prenderlo in aeroporto.”
“Noi?”
“Sì Tony, noi. Manderò Happy a prenderti. Steve, per favore, assicurati che indossi dei pantaloni.”
Mentre Steve le risponde, Bruce fa un suono interrogativo per attirare l’attenzione mentre finisce di masticare e poi ingoia “Alla fine questo weekend viene Cassie?”
“Nah, abbiamo una galleria d’arte da testare quella sera, Cassie verrà la prossima settimana.”
“Dovrebbe tornare Nebula invece, o almeno così ha detto a Gamora.”
“Oh, grandioso. Ci mancava qualcun altro con una strana ossessione per i coltelli in questa casa.”
Loki e Bucky fingono di non aver capito la battuta, ma se fosse in Tony, Bruce si guarderebbe le spalle da una tremenda vendetta nei prossimi giorni. E per fortuna che Gamora e Natasha non erano nei dintorni.
Era stato Thor a raccattare i cosiddetti Guardiani della Galassia, una sgangherata band che cercava un posto per una sottospecie di raduno spirituale dove scrivere le loro prime canzoni originali. Alla notizia gli era stata prontamente offerto di affittare la dependance, e da quel giorno si può sentire in pratica a qualunque ora del giorno un sottofondo musicale provenire da lì.
 (Bruce è convinto che cercassero più che altro un posto dove nascondersi, perché hanno decisamente le facce di chi è in grado di far incazzare un sacco di persone in un molto breve lasso di tempo, ma chi sono loro per giudicare dopo aver fatto incazzare a morte i tre vicini, Fury, Hill e Coulson, dopo solo due ore che si erano trasferiti?)
 “Altri programmi per la giornata?”
“Pensavo d’iniziare a tirare giù le mele, ci stai Bucky? Potremmo chiedere anche a Groot e Rocket.”
“State solo attenti che Rocket non tagli l’albero mentre voi non guardate,” borbotta Loki.
I due più giovani dei Guardiani avevano preso in particolare simpatia Thor. Tutti i Guardiani avevano preso in particolare simpatia Thor, se doveva essere sincero, e a Loki la cosa non sembrava andare particolarmente a genio, ma poi aveva conosciuto Nebula e aveva deciso che valeva la pena sopportare quella banda di imbecilli dopotutto.
In effetti nemmeno Bruce riesce a capire come Thor riesca ad andare d’accordo con Groot, che in pratica si rifiuta di parlare, e Rocket, che ama fin troppo far esplodere le cose. Ma Thor, come ha scoperto col tempo, è pieno di sorprese, dalle sue lauree in astrofisica e lettere e civiltà antiche, alla sua bravura per l’oreficeria, lavoro che fa da casa mentre Loki gli gestisce il sito per le vendite.
“E tu ricordati che sta sera siamo a mangiare fuori.”
“Che gioia,” borbotta il minore. Le cose sono ancora tese tra Loki e Odino, ma almeno ci stanno provando.
“A me serve un nuovo paio di scarpe,” stanno parlando intanto Wanda e Pietro.
“Possiamo andare a fare un giro dopo scuola. Io finisco alle tre.”
“Io alle due e mezza. Ci vediamo fuori dalla biblioteca?”
“Certo.”
“Ottimo, e per le quattro al solito Starbucks all’angolo che vi porto a casa.”
C’è un vago scambio di sguardi al disopra della testa di Tony, poi Steve sospira avendo perso la guerra con Pepper.
“Con chi ti devi vedere, Tony?”
“Ehm…”
Ci fu un generale giro di gemiti disperati.
“Tony!”
“Cosa?! Questo tipo, Visione, ha delle idee brillanti nel campo dell’intelligenza artificiale, Bruce! Anzi, sai cosa, dovresti esserci anche tu!”
“Tony, tu non t’incontrerai con uno sconosciuto con cui hai scambiato solo e-mail.”
“Avanti, non mi succederà niente di male.”
“Non è per il tuo di bene, ma per il suo.”
“L’ultima volta stavi per rapire un ragazzino, ti ricordo.”
“Io non stavo per rapire Peter.”
“No certo, l’hai praticamente solo adottato.”
“Oh, state zitti.”
Quando le risate finiscono, Tony si raddrizza improvvisamente.
“Uh invece! Lang non ti dispiace se prendo in prestito un paio delle tue formiche, vero?”
“Cos- No! Assolutamente no, non ci pensare nemmeno! Stai lontano dalle mie formiche!”
“Eddai, hai persino nominato un’intera dinastia come me!”
“Non l’ho fatto e se è per questo sei stato tu ad uccidere Anthony ventiduesimo e ventitreesimo.”
Tony aprì la bocca, pensandoci per qualche istante prima di scrollare le spalle “… mi servono ancora quelle formiche,” e lasciato cadere rumorosamente la forchetta sul piatto inizia a correre.
“Non ci provare! Me le ha regale il padre di Hope. Stark!!” Scott gli fu velocemente dietro, mentre loro si fissavano l’un l’altro.
Alla fine è Hope a fare spallucce “Più bacon per noi.”
 


Quindi sì, la nuova casa sembra funzionare. C’è abbastanza spazio per i bersagli di Clint e per le infinite corse di Pietro. Bucky continua a rifiutare qualsiasi protesi al braccio e l’ex banda di ladri sembra incapace di fare il bucato.
Strange gli fa compagnia durante lo yoga e Thor sembra accogliere randagi senza nemmeno farlo apposta (l’ultima dell’elenco si fa chiamare Val, beve decisamente troppo e Nat probabilmente le ha già liberato una stanza). Wong fa il migliore the del mondo quando viene a trovarli e Steve si tiene occupato urlando a Tony per il suo disordine.
Il futuro robot di Tony li ucciderà tutti, o peggio, vorrà unirsi alla famiglia e Natasha ha decisamente troppe armi per una singola persona, ma Bruce è abbastanza sicuro che metà dei pugnali che trova in giro siano di Loki e Bucky.
I Guardiani hanno ripreso a viaggiare, anche se si tengono in contatto e tornano spesso a trovarli, e quando non ci sono loro è Strange che fornisce buona musica per tutta la casa.
Devono decisamente allargare i laboratorio invece, e trovare un modo per convincere Sam che adottare un falco solo per dar fastidio a Bucky è una pessima idea, ma al momento Bruce ha altri problemi a cui pensare.
“Allora, chi vuole venire alla giornata porta i tuoi figli al lavoro quest’anno?”





Note
Il titolo è letteralmente una citazione da "La leggenda degli uomini straordinari" volendo, e il discorso che fa Loki su come le bugie sono storie raccontate è preso da Agent of Asgard, perché dall'ultima volta che ho scritto per questo fandom ho iniziato a leggere fin troppi fumetti a quanto pare.
Spero che sia stato divertente da leggere tanto quanto lo è stato per me scriverlo, dopotutto serve qualcosa di allegro visto com'è andata con il film che non dev'essere nominato.

ciao ciao
roby_lia
 
  
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