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Autore: luciadom    13/05/2018    4 recensioni
Per la Festa della Mamma, la Piccola Lady organizza una piccola sorpresa per sua madre con l'aiuto di Endymion e Sailor Jupiter.
DALLA STORIA:
King Endymion aveva sempre una rosa rossa con sé.
Sapeva essere un simbolo importante per lui, ma non conosceva , o meglio non conosceva ancora, il vero significato di quel fiore.
Si era sempre chiesta perché lui adorasse così tanto le rose rosse a stelo lungo.
Aveva più volte pensato di chiederglielo, ma più volte non l’aveva fatto.
Spesso lo vedeva regalarne alla Regina, ma quel giorno, le rose non sarebbero bastate.
Quel giorno doveva essere speciale, come speciale era sua madre.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chibiusa, Endymion, Makoto/Morea, Serenity | Coppie: Endymion/Serenity, Mamoru/Usagi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie
- Questa storia fa parte della serie 'Piccoli momenti '
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono dell’autrice Naoko Takeuchi e li uso solo per passione e senza scopo di plagio o lucro.
 
Garofani rossi

 
- Vorrei taaaaaanti garofani rossi! -
 
Due braccia paffute e dalla carnagione candida come la Luna, si aprirono a formare un arco immaginario, accompagnando quella richiesta.
 
- Garofani rossi?-
 
Il giardiniere di corte ridacchiò, di fronte l’entusiasmo della Principessina.
La Piccola Lady aveva intenzione, con la complicità di suo padre, di fare una sorpresa alla Regina.
Era la ricorrenza della Festa della Mamma, e su consiglio di Jupiter, addetta anche alla custodia dei giardini reali, quel giorno Neo Queen Serenity avrebbe ricevuto una piccola, significativa sorpresa.
 
- Sì sì!- gli rispose la Piccola Lady.
 
Portò le braccia conserte e lo guardò decisa.
La bellezza di sua madre e la decisione di suo padre in un corpo ancora tanto piccolo.
 
- Sailor Jupiter mi ha detto che oggi, alle mamme, si regalano i garofani rossi! La mia Mamma però ne merita taaaaaanti tanti!-
 
Allargò di nuovo le braccia, abbracciando poi se stessa.
Il suo giardiniere sorrise, annuì e si abbassò alla sua altezza.
 
- Dove volete che ve li faccia recapitare?-
 
Chibiusa, così come veniva dolcemente soprannominata a Palazzo, si massaggiò il mento.
 
- Hmmmm… non lo so! Papà ha portato la Mamma a fare una passeggiata lungo le siepi, per darmi il tempo di organizzare la mia sorpresa! Ma non so quanto tempo ho, ha detto che non ci potevamo dilung… ehm … -
 
Si massaggiò la mezzaluna sulla fronte con un dito, non riuscendo a ricordare quella parola.
- Dilungarvi? - le suggerì l’uomo.
 
- Sì proprio così! Vuol dire che dobbiamo fare presto, Masaki?-
 
- Esatto! Allora, avete pensato a dove la Regina dovrà trovare il vostro regalo?-
 
Chibiusa inclinò la testa su un lato, battendo un piede per terra.
 
- Non lo so se nella sua stanza o nella mia, dove giochiamo insieme … -
 
- Nella stanza di sua maestà la Regina potrebbe essere un’idea, no? -  suggerì di nuovo lui. - È più grande e spaziosa, e potrebbe contenere tutti i fiori che desiderate. -
 
- Oh sì, hai ragione!-
 
La Principessa batté entusiasta le mani, saltellando sul posto poco incline al protocollo di corte.
Masaki Miura, loro fedele giardiniere e fioraio da sempre, le prese una mano, invitandola gentilmente a seguirlo.
 
- Venite con me Altezza, vi mostro i miei esemplari migliori.-
 
Chibiusa si lasciò guidare da lui, fidandosi ciecamente.
Da quando aveva memoria, suo padre si recava quotidianamente da lui per le sue rose rosse.
King Endymion aveva sempre una rosa rossa con sé.
Sapeva essere un simbolo importante per lui, ma non conosceva , o meglio non conosceva ancora, il vero significato di quel fiore.
Si era sempre chiesta perché lui adorasse così tanto le rose rosse a stelo lungo.
Aveva più volte pensato di chiederglielo, ma più volte non l’aveva fatto.
Spesso lo vedeva regalarne alla Regina, ma quel giorno, le rose non sarebbero bastate.
Quel giorno doveva essere speciale, come speciale era sua madre.
Eh già.
La sua non era una mamma come tutte le altre.
La sua era unica.
Suo padre le raccontava sempre che Crystal City era nata grazie a lei.
A volte, la sera prima di darle il bacio della buona notte, suo padre le diceva sempre che se fosse fasta una brava Principessa, un giorno sarebbe stata una grande regina.
A dire il vero, le parlava sempre anche di una certa Sailor Moon, a cui pareva che la sua famiglia dovesse molto.
Le diceva che era stata una giovanissima ma forte guerriera, che vestendo alla marinara, aveva combattuto contro innumerevoli mostri e demoni.
Senza quella fantomatica paladina della legge, le veniva detto spesso che forse il suo mondo sarebbe nemmeno potuto sorgere.
La Piccola Lady provava spesso ad immaginarne le fattezze, ispirandosi alle parole di suo padre, ma chissà perché, l’unica immagine che le si formava sempre nella mente era quella di sua madre.
Forse perché era il suo modello?
Forse perché stava iniziando a sognare d’essere come lei, un giorno?
Tutto ciò che avevano, la loro famiglia, il loro palazzo, il loro regno … era tutto merito della Regina e del Cristallo d’Argento.
Più volte era rimasta incantata ad ammirarlo nella Sala della Preghiera, una zona del palazzo cui le era permesso andare solo se accompagnata.
Non era un semplice cimelio.
Era così luminoso e chiaro, puro, che era capace di donare calore e pace già al solo lasciarsi accarezzare dai suoi raggi benefici.
Chissà se un giorno sarebbe stata anche lei come sua madre …
Chibiusa se lo chiedeva sempre, soprattutto quando dall’alto della balconata principale, vedeva i loro sudditi acclamarli.
Soprattutto vedeva acclamare lei, Serenity, Regina della Terra e della Luna, ma prima di tutto, sua madre.
La sua mamma.
Chibiusa era il centro del mondo per i suoi genitori.
King Endymion e Neo Queen Serenity erano continuamente impegnati nelle loro mansioni di sovrani, nei viaggi per la pace e la stabilità sul Pianeta, nelle riunioni con gli officianti reali e le Guerriere per la protezione del reame, ma non dimenticavano mai ciò che erano davvero: una famiglia.
Sotto le vesti regali, sotto le medaglie, la corona e gli scettri, sotto l’aria più matura nonostante l’eterna giovinezza, c’erano ancora loro.
La sua Mamma e il suo Papà, e lei era loro bambina.
 
- Eccoci qui Principessa. -
 
Masaki interruppe i suoi pensieri, fermandosi in un’ala della grande serra.
La Principessa arrestò automaticamente il suo passo ed alzò gli occhi ad ispezionare l’ambiente attorno a sé, restandone estasiata.
Attorno a sé, si estendevano decine e decine di garofani, alcuni ancora uniti al terreno e alla pianta, altri già ben recisi e sistemati in eleganti ceste di vimini bianchi.
Colori d’ogni sfumatura, dal rosa al giallo al bianco più puro, ma le bastò posare gli occhi su una zona particolare, per lasciare la mano del giardiniere e correre incontro alla sua curiosità.
Si fermò in un angolo ben curato, interamente in rosso.
 
- Questi!- disse decisa.
 
- Subito Maestà! - Masai sorrise ancora e si mise subito al lavoro. - Come mai proprio questi? Ci sono tanti altri colori, e tanti altri fiori! Perché proprio i garofani rossi? -
 
Un po’ immaginando la risposta, un po’ spinto dalla curiosità, l’esperto floreale chiese il perché di tanto entusiasmo.
 
- Jupiter mi ha detto che sono simbolo di purezza e dolcezza! -
 
Il giardiniere sorrise al suono di quel nome.
Jupiter, una delle Guardiane, la Senshi protetta da Giove, era come lui e con lui amante di piante e fiori, e ne conosceva tutti i segreti.
 
- Sono fiori perfetti per la nostra Regina.- concluse, dando così sicuramente seguito ai pensieri della sua Principessa.
 
Chibiusa annuì vigorosamente.
 
- Sì. La mia Mamma è sempre gentile e dolce, ed è amata da tutti. Sa dare tanto amore e lo merita anche lei!-
 
Il giardiniere guardò compiaciuto la maturità di quella bambina.
Alcuni dei suoi atteggiamenti non erano decisamente propri di una bambina di soli cinque anni, ma in lei scorreva sangue nobile, e la nobiltà non stava soltanto nella legittimità del suo titolo.
Non aveva ereditato soltanto un titolo regale dai suoi genitori, ma le doti di entrambi.
La bellezza, la dolcezza e l’allegria erano le stesse della Regina, sempre pronta a dare un sorriso a tutti, e la determinazione, la decisione, e l’orgoglio, erano propri di suo padre. A volte, in seguito ad un rimprovero, non mancava mai di mostrare il suo disappunto.
Quegli occhi così grandi e sinceri esprimevano già tanta forza.
 
- Avete ragione Altezza.-
 
Masaki continuò a sistemare i fiori richiesti e chiamò uno dei suoi assistenti perché li trasportassero nella stanza da letto regale.
L’ora successiva fu ricca di su e giù per portarvi quanti più garofani possibili.
Il Re aveva già disposto che fosse anche preparata una deliziosa e forse infantile torta alle fragole, decorata tra l’altro con coniglietti in pasta di zucchero, e che fosse portata in camera assieme ai fiori.
All’ora prevista per la sorpresa, Chibiusa si sistemò al centro dell’enorme lettone dei suoi genitori, dove tante volte era corsa a ripararsi dopo degli incubi.
Per rendere la sorpresa ancora più da effetto, si nascose poi dietro la tenda del baldacchino, ritirò tutti gli orli del vestitino bianco perché non si scorgesse nemmeno un centimetro del suo corpo, ed accucciò anche la testa tra le mani, per celare i vistosi codini.
Sorrise ed ascoltò i passi e le voci dei suoi genitori sempre più vicini.
La porta si aprì e dal suo nascondiglio riconobbe un sospiro soffocato da parte di sua madre.
 
- Felice Festa della Mamma, Amore mio!-
 
La calda voce di suo padre commentò la sorpresa, sicuramente riuscita.
Attraverso la stoffa della tenda, Chibiusa non poteva che distinguere solo le loro sagome, ma per il momento le fu sufficiente.
La Regina portò entrambe le mani al viso per l’emozione.
Aprì la bocca per dar voce ai suoi sentimenti, non ancora preparata a tutto il resto.
 
- Mamo - Ch …-
 
Il vecchio nomignolo del Re che conoscevano in pochi non fu pronunciato in tempo.
La Principessa uscì dal suo nascondiglio e sollevato il vestito per non inciampare, saltò giù dal letto e corse dritta tra le braccia di sua madre.
 
- Tanti tanti auguri Mamma!!!-
 
La voce squillante e gli occhi luminosi di sua figlia, furono in quell’abbraccio più di quanto Serenity avesse potuto desiderare.
Si guardò meglio attorno e riconobbe la torta sul suo comodino, ma i suoi occhi azzurri erano ammaliati dalla perfezione di quei fiori.
Li riconobbe all’istante e collegò ognuno di essi ad un ricordo remoto.
Ricordò di un picnic con le amiche e con Mamoru, a quando erano stati solo dei semplici ragazzi, con il peso del mondo sulle spalle, ma con l’immancabile voglia di vivere.
Allora non era ancora Regina.
Erano i tempi della scuola, quando era solo una studentessa un po’ pigra e una semplice adolescente innamorata del suo fidanzato.
Il Re allora non era che un semplice studente di Medicina.
Jupiter, all’epoca la semplice e forte Makoto Kino, aveva raccontato la storia di quei fiori dopo averli intravisti nel parco della loro scampagnata.
 
- Sapete ragazze … - aveva esordito. - Una volta li ho regalati a mia madre, l’ultima Festa della Mamma prima dell’incidente aereo. La signora del banco dei fiori, mi aveva detto che i garofani hanno un significato particolare. Stanno ad indicare purezza e dolcezza, un po’ come il rapporto tra madre e figlia, così decisi di prenderli.-
 
L’avevano guardata con un misto di tenerezza e commozione, ben sapendo cosa poteva voler dire per lei quel ricordo, ancora adolescente e già da tempo orfana.
Si erano strette attorno a lei trasmettendole tutto il loro affetto e il loro calore.
Serenity l’abbraccio di quel picnic, ancora lo sentiva fisicamente.
Se chiudeva gli occhi e si concentrava, poteva sentire le braccia delle sue amiche unite l’una all’altra, le loro risate e il loro legame strettissimo.
 
- Ti è piaciuta la sorpresa, Mammina?-
 
Serenity tornò immediatamente al suo presente, volgendo lo sguardo a specchiarlo in quello della Principessa.
 
- Sì Piccola Lady, è stato un gesto molto dolce da parte vostra!-
 
Sua figlia si strinse forte a lei e strofinò il viso verso il suo petto.
 
-Ti voglio bene Mamma! Tanto tanto tanto!-
 
La Regina le baciò i capelli morbidi e profumati, poggiando il mento sulla sua piccola testa.
Alzò di nuovo lo sguardo sulla stanza, e spostò leggermente il viso quanto le bastava per guardare suo marito.
 
-Grazie, Amori miei … -
 
- Un pensiero speciale, per una Mamma speciale.- le disse il Re, togliendosi la mascherina che gli copriva sempre il viso ed unendosi a quell’abbraccio che era soltanto loro.
 
Serenity sorrise.
Chiuse gli occhi, inspirò profondamente e rilasciò andare l’aria in un sospiro di leggerezza e commozione.
Lei era una Madre Speciale, questo pensavano di lei suo marito e sua figlia.
Una Mamma speciale …
come lo erano state per lei le sue due mamme.
 
 
NdA
 
Ciao a tutti e buona Festa della Mamma, a chi tra le mie lettrici lo è!
Questa shottina ina ina ina, perché piccina piccina è, è nata di getto stamattina dopo che ho preparato dei dolcetti alla fragola per la mia mamma, e quando mi sono messa al PC per stilare il programma pedagogico per la giornata di domani all’asilo :D
È molto breve e scritta anche in maniera piuttosto semplice, essendo per la maggior parte  narrata dal punto di vista di una Chibiusa ancora piccola e ignara dell’antica identità dei suoi genitori.
Nella cronologia della storia originale, infatti, è da collocare a prima che Chibiusa intraprenda il viaggio nel passato e che venga quindi a scoprire chi sono stati di persona Serenity ed Endymion in gioventù.
I sovrani naturalmente lo sanno già, ma ancora non le gliel’anno raccontato nei dettagli.
Questo episodio è un ritaglio di vita familiare precedente all’attacco della Black Moon.
 
Garofani rossi
 
In questo blog ho trovato le informazioni che hanno completato la mia ispirazione :)

 
http://angologiapponese.blogspot.it/2013/05/haha-no-hi-festa-della-mamma.html
 
 
Masaki Miura
 
Per il nome del giardiniere di corte mi sono invece ispirata alla mia long, al capitolo del compleanno di Usagi. :D
Masaki vuol dire albero che fiorisce, per cui ho pensato potesse essere attinente al botanico in quell’occasione, e al personaggio di questa storia in quest’altra.
Il significato del nome richiama la natura, e ho qui dato un velato riferimento al rapporto con Jupiter, e allo stesso rapporto che Makoto ha con le piante.
Masaki Miura è nella mia long un vecchio amico di Mamoru, che gestisce un grande vivaio e che è botanico, e che accoglie Usagi e Mamoru per un romantico picnic tra fiori e piante.
 
Le altre mie storie
 
Quanto alle altre mie storie, la Song-Fic dal punto di vista di Usagi è a buon punto ma è ferma, perché ho poco tempo e stamattina mi sono dedicata solo a questa shottina, e per il nuovo capitolo della long ho scritto qualche pagina a penna, ma il resto è annotato in scaletta.
Le idee ci sono tutte tutte, ma sto avendo poco tempo.
Sto lavorando tanto, ma ho avuto e avrò anche degli intoppi che hanno minato la tranquillità di tutti i giorni, compresa la perdita di una persona di famiglia.
Lavorerò fino a fine luglio, e di questo non posso che essere felice, dopo tanti sacrifici sui libri finalmente sto realizzando il mio sogno di lavorare con i bambini.
I prossimi mesi non saranno impegnativi solo per il lavoro però, purtroppo, ma non ho più intenzione di far passare fino a quasi un anno di tempo tra un capitolo e l’altro.
L’ispirazione c’è, e cerco sempre di scrivere ogni volta che posso.
Per questo, voglio cogliere l’occasione a chi ha letto le mie ultime e recenti pubblicazioni qui su EFP, lo Spin-Off col secondo capitolo, la Song-fic e il capitolo del salvataggio e della rianimazione di Usagi nella long.
Grazie a chi c’è sempre, e a chi leggerà e vorrà magari lasciare una critica o un segno del suo passaggio qui.
 
Vi abbraccio e a prestissimo, spero!
 
Link mia pagina Facebook dove pubblico tutte le novità sul mio profilo EFP:
https://www.facebook.com/Luciadom-su-EFP-395482237531304/
   
 
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