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Autore: TomorrowAvenger    16/05/2018    0 recensioni
Da quando era stato catapultato in quell'isola maledetta, Teruteru Hanamura non smetteva di pensare a sua madre.
Sua madre, l'unica che poteva capirlo, l'unica che ascoltava le sue continue lamentele, l'unica che riusciva a confortarlo nei momenti più disperati...
Oh, il cuoco avrebbe pagato per averla lì con lui.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LetItBe Teruteru era disteso sul letto del suo cottage a piangere lacrime amare.
Erano stati catapultati di punto in bianco in un’isola sconosciuta, e per giunta dovevano anche uccidersi l’un l’altro…
«E’ una pazzia… Non può essere vero…»
Continuava a ripetersi il cuoco, abbracciando il cuscino per trovare un po’ di conforto.
In effetti, pensandoci razionalmente, non poteva essere vero. Eppure lo strano orso robotico lo faceva sembrare troppo credibile, per essere una bugia.

«Pensaci… Cosa farebbe mamma adesso…?»
Quando non sapeva cosa fare, chiedeva sempre a sua madre cosa avrebbe fatto lei al posto suo, e i suoi consigli si erano sempre rivelati utili.
Ma ora che sua madre non c’era… Cosa avrebbe fatto Teruteru in quella situazione disperata, senza nessuno ormai a cui chiedere consiglio?
«Cosa mi diceva sempre mamma?»
Il cuoco si lasciò andare ai ricordi, cercando di rammentare i consigli della madre.


When I find myself in times of trouble
Mother Mary comes to me
Speaking words of wisdom
Let it be


Teruteru ritornò a casa da scuola, con delle lacrime che scorrevano lungo le sue guance paffute.
Gettò via come un peso morto il suo borsone e si sedette al tavolo della cucina, con sua madre intenta a prendere i piatti per il pranzo.
La donna sentì dei singhiozzi provenire dal figlio appena tornato, e non potè fare a meno di avvicinarsi a lui
«Teruteru, perché piangi?»
«Niente, mamma…»
 Lei odiava quando Teruteru faceva così.


And in my hour of darkness
She is standing right in front of me
Speaking words of wisdom
Let it be


Si sedette anche lei ad una sedia vicina a quella del figlio, e ripropose la sua domanda
«Teruteru… Cosa è successo?»
Lui sembrava esitare all’inizio, ma poi si fece forza ed iniziò a parlare
«A scuola mi hanno preso in giro…»
«Per cosa?»
«Mi hanno dato del deboluccio attaccato alla mamma, del grassone rotolante e…»
Non sapeva se quel che stava per dire avrebbe offeso anche sua madre, per questo si fermò
«Cos’altro?»
Teruteru strinse i pugni, le lacrime ricominciarono nuovamente a scendere lungo il suo viso
«…Hanno detto che il cibo che prepari fa schifo e che per questo il tuo ristorante andrà presto in fallimento...»

La donna asciugò le lacrime al figlio con il grembiule, sorridendogli
«Tutti possiamo ricevere critiche… Costruttive o meno, bisogna accettarle»
Teruteru scosse la testa
«Non sono critiche, mamma… Loro non possono giudicare…»
«Perché?»
«Non ci sono mai stati nel tuo ristorante! Se ci venissero, anche una sola volta, si renderebbero conto di quel che hanno detto sulla tua cucina!»
La madre di Teruteru si alzò dalla sedia e mise il cibo sul piatto.

Let it be, let it be, let it be, let it be
Whisper words of wisdom
Let it be

«In questi casi bisogna solo lasciar perdere questo tipo di persone»
«Ma…!»
«Hai per caso risposto a tutte quelle provocazioni?»
«Ovvio! Non possono parlare così della tua…»
La madre lo interruppe
«Dovevi lasciarli perdere… Più tu rispondi, più loro si divertono.»
Teruteru abbassò la testa, cominciando a mangiare
«Scusami, mamma…»
Si sedette anche lei, a fianco al figlio
«Non preoccuparti, so come sei. Semplicemente non ci hai visto più ed hai avuto l’impulso di rispondere. Non fartene una colpa»
Il ragazzo annuì, e sua madre gli rivolse un altro dei suoi sorrisi
«Lascia che dicano quel che vogliano, lasciali stare… Vedrai che tornerà tutto come prima»
Teruteru sorrise, e continuò a mangiare con gusto.



“Lasciali stare, vedrai che tornerà tutto come prima”.
Il cuoco non smetteva di pensare a quelle parole: Forse avrebbe potuto lasciar stare quello strano orso e la sua compagna, come aveva fatto con quei ragazzi anni fa?
«Più reagiamo, più loro si divertono… Se li lasciamo perdere smetteranno e torneremo a casa…?»
Cercava di rassicurarsi con questo pensiero, ma dubitava fortemente di quel che pensava. Stavolta non poteva lasciar stare.




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Si, anche io ho un angolo autrice…
Stavolta ho provato a scrivere qualcosa senza avere una… Beta reader? Perché volevo provare a fare qualcosa totalmente da sola, quindi mi scuso se la prosa non è delle migliori ^^”
Parliamo però di Let It Be e la correlazione di questa canzone a Teruteru.
Ho sentito questa canzone la prima volta (prima volta in modo “dettagliato”, non so se mi spiego) , e sono andata lesta a cercarmi il significato, e quando ho capito che la canzone era dedicata alla madre di Paul McCartney e di come il cantante volesse ancora accanto a lu ho pensato subito a Teruteru e sua madre (Ho finito da poco Goodbye Despair, quindi appena sento una canzone le idee su questo gioco fioccano), e ho deciso di scriverci qualcosa…
Anche se non so se mettere questa one shot nella categoria “song-fic” o meno.
Ho voluto dare alla madre del nostro cuoco di fiducia il carattere che le ho dato perché stava pur sempre combattendo una malattia da sola, continuando a lavorare per la sua famiglia… O meglio, per il figlio dato che era rimasto solo lui (Il marito non viene spiegato, a quanto so, cosa faccia effettivamente, invece gli altri e due fratelli di Teruteru erano sempre fuori casa). Poteva benissimo chiudere il ristorante perché giustamente era malata ma non l’ha fatto… Questa cosa mi ha colpita e mi ha fatto pensare “Cavolo, questa è una donna forte”.
Alla prossima!
- Tomorrow

   
 
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