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Autore: _thantophobia    17/05/2018    1 recensioni
[Regalo di compleanno per la Conviventeh | E per Nor, visto che oggi è festa nazionale in Norvegia][Presenza del Magic Trio + Islanda][ScotNor solo per la Conviventeh][Romantico | Kinda fluff?]
Le ha piantate apposta, perché Sòlasta una volta gli aveva detto di trovare bellissimi quei rametti carichi di piccole campanule bianche. Aveva detto che gli sarebbe piaciuto averle anche a casa, ma il suo cuore era troppo gelido perché potessero sopravvivere – e allora ha creato una piccola alcova nel suo giardino, riparata dal sole e dagli sguardi, solo per lui.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Norvegia, Scozia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tha gràdh agam dhut

 

 

 

Le ha piantate apposta, perché Sòlasta una volta gli aveva detto di trovare bellissimi quei rametti carichi di piccole campanule bianche. Aveva detto che gli sarebbe piaciuto averle anche a casa, ma il suo cuore era troppo gelido perché potessero sopravvivere – e allora ha creato una piccola alcova nel suo giardino, riparata dal sole e dagli sguardi, solo per lui.

-…posso aprire gli occhi adesso?-

-Assolutamente no, Sòlasta.- ridacchia, accompagnandolo con una mano sulla schiena mentre con l’altra gli stringe la destra per non farlo cadere. –Ancora un po’ di pazienza.-

-Se cado e ti trascino con me, e sai che ne sono perfettamente capace, poi non lamentarti.- lo sente borbottare a mezza voce, ma gli stringe comunque la mano nella propria per reggersi meglio quando sente lo stivale sinistro scivolare sul terreno.

Quando lo lascia andare fa un paio di passi avanti e gli bacia la fronte, dolcemente, come era solito vederlo fare con il fratello. –Ora puoi guardare.-

Le palpebre si schiudono lentamente rivelando quelle pozze scure come il suo cielo, su al nord, quando è notte e c’è l’aurora, e poi i suoi occhi si sgranano sorpresi.

-Le hai piantate davvero.- è un sussurro estatico, il suo, mentre osserva i cespugli di fiori bianchi che ondeggiano stancamente al vento come il mare tranquillo delle sue baie.

-Te l’avevo promesso, giusto?- gli prende dolcemente la mano e se la porta al viso baciandone il palmo. Ha sempre le mani così gelide… -Solo per te, mo chridhe.-

Sòlasta gli dona uno dei suoi rari sorrisi e gli getta le braccia intorno al collo – e lui lo tiene stretto a sé mentre cade sulla schiena in mezzo ai fiori, contento di essere riuscito a farlo sorridere.

-Mi ripeti il nome di questi fiori, Sòlasta?- sussurra dopo qualche secondo, in cui si è crogiolato nell’abbraccio di Sòlasta.

Calluna, ma è più conosciuta come erica volgare.- Sòlasta si solleva sui gomiti senza smettere di sorridere. –Come hai fatto a chiedere i semi se non sapevi il suo nome?-

Gli sorride, accarezzandogli la guancia. –Ho conservato un rametto seccato che ho trovato in uno dei tuoi libri.-

-L’hai fatto davvero per me.- non è una domanda, ma comunque non ci sarebbe bisogno di rispondergli: è più che evidente.

Le aveva piantate apposta, così potrà osservarlo leggere assorto trai cespugli carichi di piccole campanule bianche, e per un po’ di tempo potrà fantasticare che Sòlasta sia solo suo, che la prossima volta tornerà per restare.

 

 

*

 

 

Lukas inarca un sopracciglio chiaro, osservando la scatola arrivata da Copenaghen nemmeno un’ora prima e poi il ragazzino seduto sulla sua poltrona a gambe incociate. –Spero per te che tu non abbia riempito di briciole la poltrona, Ìs. Perché altrimenti te le faccio togliere con le pinzette.-

Islanda solleva le spalle, raccogliendo le briciole che si erano fermate sulla maglia e buttandole dentro la scatola vuota. –Tranquillo, Nore: non verrai invaso dalle formiche.-

Norvegia decide di ignorarlo, preferendo osservare i dettagli di quella fatina intagliata nel legno. –Erano buoni, almeno?-

Islanda soppesa un attimo la risposta, poi: -Questa volta Dan ha un po’ esagerato con il burro.-

-Però te li sei comunque mangiati tutti.- lui è riuscito a mangiarne appena la metà di uno rotto, prima che Eirik prendesse il possesso dell’intera scatola.

-Ho detto che ha esagerato, non che erano immangiabili.- si giustifica la piccola Nazione, incrociando le gambe sulla poltrona e accedendo la televisione.

Sta per ribattere che quella è solo una scusa per esserseli mangiati tutti, quando il campanello inizia a suonare al ritmo di London calling: nemmeno guarda dallo spioncino di chi si tratta, perché solo una persona può suonare il campanello al ritmo di London calling.

-Ehy!- esclama Inghilterra, allargando le braccia. –Buon compleanno, Lukie!-

-Sei indipendente da centotredici anni!- Romania spunta alle spalle dell’inglese prima di lanciarsi nel suo appartamento, forse alla ricerca dei biscotti di Danimarca, mentre Arthur lo abbraccia così forte da fargli male.

-Bloody Hell, sembra ieri che ti finanziavo per tirarti su e invece sono già passi più di cento anni! E guardati adesso!- Inghilterra si scosta e lo tiene per le spalle. –Sei cresciuto così in fretta!-

Gli viene quasi da ridere. –Guarda che sono più vecchio di te, Arthie.-

-Non importa, lasciami fare!- esclama ancora, superandolo per entrare nel suo appartamento. –Allora, sembra che gli altri mi abbiano scambiato per un fattorino: ho un po’ di regali da consegnarti. Anche se noto che qualcuno è già arrivato.-

Romania, rannicchiato in un angolino del divano, tiene tra le mani la scatola vuota di biscotti, mormorando che non aspettava alto che assaggiarli ma anche questa volta è arrivato tardi, mentre Islanda e Mr Puffin giocherellano distrattamene con la fatina di legno.

Inghilterra posa sul tavolino la borsa che si portava sulla spalla, iniziando a rovistarci dentro. Ne tira fuori un barattolo di caffè. –Questo è da Spain. Ha chiesto a Jamaica di preparare una miscela di caffè speciale. Questo,- e tira fuori un sacchetto di carta chiuso con un nastrino blu. –è di France. Sono madeleine, ha anche detto che Italy ha aggiunto di mangiarle tutte perché all’ultimo meeting gli sei sembrato sciupato.-

Norvegia e Islanda si scambiano uno sguardo più che eloquente – da quando Inghilterra ha ancora contatti personali con Francia e Spagna? – ma Romania nega con la testa, segno che è meglio lasciar perdere.

-Oh, Wales e Ireland ti mandano gli auguri.- si interrompe un attimo, prima di tornare a rovistare alla ricerca di qualcosa.

-Te ne manca uno, di fratello.- Islanda nemmeno smette di guardare la televisione.

Inghilterra raddrizza la schiena. –Scotland può anche andare a impiccarsi con il suo kilt, e poi non si fa vedere da quasi una settimana. Sarà andato a vivere nelle Higlands come il barbaro che è, ne sono certo.- poi si schiarisce la voce, mettendogli tra le braccia un orso polare di peluche. –Questo è da parte di Mattie. Alfie come al solito se ne è dimenticato, a forza di seguire Donald ovunque. E questo… - estrae dalla tasca interna della giaccia di tweed verde una busta da lettere, tenendola di fonte a sé. –…è da pare mia e di Vlad.-

Lukas si illumina come il Sole. –È quello che credo io?-

-Dipende… - Romania cerca di fare il vago, ma non riesce a trattenere la risata quando Lukas strappa letteralmente la busta dalle mani di Inghilterra e la apre in un baleno.

-Un biglietto per il concerto di Roger Waters alla Telenor Arena!- di solito, Norvegia non si scompone mai, ma adesso sembra pronto a mettersi a saltare dalla gioia. –Ma come avete fatto? Erano esauriti!-

Arthur gonfia il petto. –Siamo o non siamo i migliori amici del mondo?-

Eccome se lo sono. Vorrebbe abbracciarli, ma ancora una vola è il campanello a interrompere – questa volta, non suona a ritmo di London calling. È un fattorino con un sorriso gentile che gli porge un piccolo pacco e la cartellina per firmare il ritiro, poi saluta e se ne va.

-Un altro regalo?- chiede Romania curioso. –Chi manca ancora all’appello?-

-Quello di Dan è arrivato, e anche quello di Sve… - Islanda inizia a elencare sulle dita, mentre Norvegia prende un coltello dalla cucina e rompe lo spago marroncino che chiude il pacco e poi strappa la carta. Le mani si fermano, strette intorno a un vecchissimo libro di poesie che credeva di avere perso – quando solleva la copertina rigida e rovinata, è sicuro che il suo cuore abbia saltato un paio di battiti: proprio dietro la copertina, tenuto fermo alla pagina ingiallita con un pezzetto di nastro adesivo, vi è un rametto di erica volgare seccato ad arte. Norvegia sfiora i piccoli fiori bianchi con la punta delle dita, prima di farle scivolare lungo le poche parole scribacchiate vicino allo stelo con quella scrittura elegante ma decisa che non vedeva da troppo tempo:

 

Ho pensato ti avrebbe fatto piacere riaverlo.

Tha gràdh agam dhut, non dimenticarlo mai.

 

Non si rende conto di stare sorridendo fino a quando non sente male alle guance.

-Idiota.- mormora, scuotendo la testa senza però smettere di sorridere. –Sei il solito idiota.-

Perché, in fondo, anche lui aveva sempre sperato che un giorno sarebbe andato lì per restare.

 

*

 

-Non ti facevo così romantico.-

Scozia alza le spalle, rimanendo disteso sul prato. –Che ti posso dire? Sono o non sono una canaglia romantica?-

-No, sei una canaglia e basta.- sbuffa Inghilterra, incrociando le braccia e sedendosi sul piccolo dondolo vicino al fratello.

Allistor apre appena un occhio, guardandolo divertito. –Sei solo geloso della mia fortuna in amore, fratellino.-

Arthur sbuffa una risata, dandogli un leggero calcio nel fianco. Anche se non ha mai davvero capito cosa lega il suo migliore amico al maggiore dei suoi fratelli – era troppo piccolo per ricordarselo e, beh, non ha il coraggio di chiederlo a nessuno dei due – sa che è qualcosa di profondo, che non può essere spezzato.

-Ha sorriso, Brathair.- sa anche lui quanto siano rari i sorrisi di Norvegia. –Dopo che ha aperto il tuo regalo non ha smesso di sorridere.-

Anche Allistor, ora, sorride. –Beh, ho raggiunto il mio scopo.-

 

 

 

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri Post Partum

L’edera volgare è il fiore nazionale norvegese e il secondo fiore nazionale(??) della Scozia. Non ho resistito, scusate. Il titolo significa semplicemente credo “ti amo” in gaelico scozzese.

…wow, ho seriamente rischiato di non farcela.

Non c’è molto da dire, a essere sinceri, oltre che un Auguri Conviventeh! Questa è solo per te – te l’avevo promesso che sarei tornata a scrivere ScotNor, prima o poi, non devi mai perdere le speranze con me. E buon compleanno anche a Lukie, che oggi è festa nazionale su in quel di Norvegia.

Nessuno mi toglierà più dalla testa Arthur che suona il campanello a ritmo di London calling dei Clash, rido tantissimo.

 

Buon qualcosa a tutti voi, io torno a studiare

Maki

 

 

 

 

 

 

  
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