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Autore: Eivor17    23/05/2018    1 recensioni
Robin/Margot x Alice/Tilly (MadArcher, CuriousArcher)
SPOILER 7X19 E 7X20
Dal testo:
Alice ricambiò lo sguardo di Robin per qualche secondo, prima di poggiare la fronte sul suo petto e sussurrare, con un sorriso: «Insieme.»
Personaggi: Robin/Margot, Alice/Tilly, Rumplestiltskin, Gothel e Rogers (li scrivo perché non tutti sono presenti in lista)
Genere: Fluff, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nuovo, personaggio, Signor, Gold/Tremotino, Tilly/Alice
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Ciao a tutti! Vi anticipo solo che questa breve (brevissima) fic fa riferimento agli episodi 19 e 20 della 7° stagione, quindi se non li avete visti NON leggete! 

Mi sono ricollegata a quando Gothel fa prigionieri Rogers e Tilly. Buona lettura! 

P.S.: i personaggi di Robin/Margot, Rogers e Gothel sono ancora da aggiungere alla lista, mi farebbe molto piacere se passaste a votarli :) 

 

 

Together 

 

«Umani... anche quando sono belli sono velenosi» disse Gothel, avvicinandosi a Rogers con una chiave e uno spillo fra le mani. 

«Che cosa fai?» chiese Tilly preoccupata. 

«Prendo un altro brandello di magia.» rispose sua madre raccogliendo una goccia di sangue dalla mano del detective. «Ma, per la cronaca, ribadisco un concetto importante: posso prendere solo un po' di sangue... oppure queste streghe possono prenderlo tutto. Quindi te lo chiedo di nuovo: vuoi aiutarmi o vuoi vederlo morire?» chiese in tono tagliente. 

«Non farlo, Tilly.» la pregò Rogers guardandola negli occhi. 

La ragazza, spaventata, guardò prima sua madre, poi suo padre e, infine, prese il mantello che una delle streghe le porgeva. Gothel lo interpretò come un segno di resa. 

«Molto bene» disse. «Quando vedrai quanta bellezza faremo rifiorire, sarai lieta di averci aiutate. Abbiamo quello che ci serve. Cominciamo.» ordinò, rivolta alla Congrega. 

«Tendimi le mani.» imperò guardando Tilly, che obbedì. 

La ragazza scambiò un fugace sguardo con Rogers tornando poi a concentrarsi immediatamente su Gothel. 

«L'antico amore: il sangue di tuo padre.» disse la strega poggiandole fra le mani l'ampolla in cui aveva appena versato il sangue del detective. 

«Il nuovo amore: il sangue della donna con cui desideri passare la vita.» continuò mettendole fra le mani una fiala anch'essa contenente sangue. 

«Cosa? Margot? Che ne sai di Margot?» cominciò a domandare Tilly, allarmata. Quella donna aveva fatto del male a Margot? 

E in quel momento capì. Non si trattava solo di lei o di Rogers. 

Fu assalita dal panico. 

Gothel la zittì con uno sguardo e continuò come se non ci fosse stata interruzione alcuna. «L'amore tradito: la chiave per il giardino che sarebbe stato tuo di diritto.» terminò, mettendole in mano anche una chiave che all'apparenza sembrava avere forse migliaia di anni. 

«C-cosa dovrebbe accadere?» chiese la ragazza, confusa, guardando i tre oggetti nella sua mano. 

All'improvviso, delle fiamme scarlatte si sprigionarono dalle sue mani e salirono verso l'alto con suo sommo stupore. 

«Per favore, non farlo, Tilly.» la pregò ancora il detective. «La mia è solo una vita. Se sono veramente tuo padre allora... allora ti chiedo, come padre, di non farlo.» 

«Sento che è vero...» Tilly aveva le lacrime agli occhi. Si sentiva così felice per averlo ritrovato... e anche così spaventata. «Tu sei mio padre. Ma è per questo che devo farlo. Non sarò responsabile della tua morte.» concluse categorica, trovando la forza di ignorare Rogers che scosse la testa e prendendo posto nel Cerchio della Congrega delle Otto. 

Gothel iniziò a recitare: 

«Streghe della natura, parole vane, 

le nostre volontà, le più indegne, le più profane. 

Finché dal potere non fummo lontane, 

per trasformar le ferite in calore immane. 

Le nostre intenzioni emergono sane, 

non puerili, non cristiane. 

Chiudi il Cerchio e liberaci 

dalle bestialità umane.» 

 

Tilly non comprese il senso della maggior parte della litania, ma una cosa l'aveva capita: una volta presa la mano di sua madre e chiuso il Cerchio, si sarebbe sprigionato qualcosa di oscuro e misterioso. 

«Prendi la mano di tua madre. Sono la tua famiglia.» sussurrò la strega, suadente. 

Tilly chiuse gli occhi per un attimo e si fece coraggio. Le loro dita si toccarono e il Cerchio si chiuse. 

Gothel sorrise trionfante. 

*** 

Tilly non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Era prigioniera del suo corpo da quella che le sembrava una vita, ma non avrebbe potuto affermare con sicurezza che in realtà non fossero passati che pochi secondi. 

Provava una sensazione strana: vedeva cosa stava facendo, sentiva le strane parole che il rito le imponeva di pronunciare, ma era come osservarsi dall'esterno. Non era padrona del suo corpo e, a quanto pareva, neppure della sua mente. 

Il pensiero la fece rabbrividire. 

«Ehi, Tilly. Sono io, Margot.»  

All'improvviso Tilly riprese coscienza del mondo circostante e riuscì a voltarsi, seppur con immensa fatica, verso la donna al suo fianco. 

«Ci sono un sacco di persone preoccupate per te, ma io so che è solo uno dei tuoi giorni no. E se verrai con me, potremo trasformarlo in uno buono. Che ne dici?» Margot le sfiorò delicatamente una spalla. 

Sì! avrebbe voluto dirle. 

«No.» le uscì invece con una voce che non era affatto la sua. 

Perse di nuovo il controllo del proprio corpo. Vide la sua mano, tesa in avanti, che evocava la magia; vide Margot cadere, vinta dalla sua magia, e scivolò di nuovo nell'oblio, mentre una solitaria lacrima le solcava il viso. 

*** 

Tilly si risvegliò improvvisamente quando una potente magia raggiunse il luogo dove l'incantesimo si stava compiendo. 

Il Bacio del Vero Amore, da qualche parte a Hyperion Heights, aveva spezzato il Sortilegio Oscuro. 

Miriadi di ricordi invasero Tilly – no, non Tilly, ora lo sapeva... ricordava di essere Alice. Ricordò tutto: la torre, sua madre che avvelenava il cuore di suo padre, il troll che la liberava, la ricerca di una cura... e Robin. Ricordò il loro primo bacio, così come l'ultimo, che si erano scambiate appena prima di essere investite dal Sortilegio. Bastò una frazione di secondo per ricordare tutto; immediatamente si guardò intorno e la vide. 

Margot si stava togliendo gli occhiali e la guardava. 

«Robin...» disse Alice con la voce rotta dall'emozione. 

«Ragazza della torre.» rispose l'altra con un sorriso. 

Le due corsero ad abbracciarsi. 

Alice la strinse a sé il più possibile: «Sapevo che ci saremmo ritrova...» 

Ma Robin non la lasciò finire e la baciò con passione, annullando definitivamente ogni distanza fra i loro corpi. 

Alice avrebbe voluto sciogliersi in quel bacio che sapeva di tanti sentimenti inespressi; avrebbe voluto perdersi nella gioia nei loro cuori che in quel momento, ci avrebbe giurato, non potevano che battere all'unisono. 

Purtroppo, ci pensò Rumplestiltskin a riportarle alla realtà: «Alice, sei l'unica che può sconfiggere Gothel. Dobbiamo andare prima che sia troppo tardi.» 

Alice si staccò a malincuore dal petto di Robin. «Ti sbagli, io non posso affrontarla... lei è così potente e io... io sono solo io...» 

«No Alice, ci siamo noi con te.» le disse Robin, prendendola delicatamente per le spalle e guardandola intensamente negli occhi. «Ora che siamo insieme, niente e nessuno può sconfiggerci. Sistemeremo questa faccenda e poi, finalmente, saremo libere. Insieme.» 

 

*** 

«Io sono qui con te.» le disse suo padre, prima di darle la mano rischiando la vita. 

«E ci sono anch'io.» aggiunse Robin, stringendole l'altra mano. 

Tilly guardò dritta davanti a sé. A separarla da Gothel c'era solo un pozzo, apparentemente così insignificante, ma in realtà così pieno di valore. 

Ora si sentiva pronta. Poteva batterla. Le si rivolse con parole pregne di disprezzo. 

«Tu non sei mia madre. Tu vuoi rovinarmi come il mondo ha rovinato te, ma io non sono così. Non sono una reietta. Non sono un'orfana o una stracciona o una povera pazza che ha smarrito la via.» guardò suo padre che, orgoglioso, le sorrise. 

«Tu hai scelto l'odio.» continuò. «Ma io scelgo l'amore.» 

Alice guardò Robin per un momento, concentrandosi sul loro futuro insieme e sulle tante avventure che ancora aspettavano di essere vissute; tese le mani davanti a sé e riversò nella propria magia tutte le speranze, tutti i sogni e i progetti che aveva, insieme alle paure, alle preoccupazioni e alle debolezze che erano appartenute a Tilly. 

La sua magia investì in pieno Gothel che si trasformò in un albero sterile e privo di vita. 

La ragazza guardò suo padre, orgoglioso come mai era stato prima. 

Poi Alice si voltò verso Robin, che sorrideva radiosa osservandola. 

«C-ce l'abbiamo... fatta?» chiese, stupita. 

«Ce l'abbiamo fatta.» le confermò Robin. 

«Insieme?» fece ancora Alice. 

«Insieme.» ribatté Robin prima di annullare la distanza fra loro con un bacio. 

   
 
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