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Autore: supersara    23/05/2018    8 recensioni
FANFICTION SCRITTA PER IL CONTEST "SFIDA A CATENA - GARA A COPPIE" INDETTO DAL GRUPPO SU FACEBOOK "TAKAHASHI FANFICTION ITALIA"
Kagome è perdutamente innamorata di Inuyasha da diverso tempo, ma lui sta con un'altra ragazza. Nonostante tutto Kagome decide comunque di provare a confessargli i suoi sentimenti.
Scritta con Ameliasvk a quattro mani.
Vi anticipiamo che è una storia semi-demenziale, comica e soprattutto moralmente sbagliata!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ayame, Inuyasha, Kagome, Koga, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"FANFICTION SCRITTA PER IL CONTEST "SFIDA A CATENA - GARA A COPPIE" INDETTO DAL GRUPPO SU FACEBOOK "TAKAHASHI FANFICTION ITALIA". 
Sfida a coppie: Ameliasvk (Kagome) e supersara (Inuyasha) - prompt: bacio per zittire.
 


IN AMORE VINCE CHI FUGGE
 
 

KAGOME

Guardai l’orologio alla parete, per poi sospirare e tornare con il pensiero alla fonte di tutti i miei tormenti. Era un martedì pomeriggio come tanti altri: il sole era in procinto di tramontare, filtrava dalle tendine colorate dell’aula di economia domestica. Ayame mi sedeva accanto, mentre la signora Pierotsuki se ne stava tutta impettita con le mani incrociate sotto il petto giunonico a guardarci lavorare all’uncinetto. Ai suoi occhi non sfuggiva niente, infatti era da un po’ che mi osservava di sottecchi, come se avesse già capito le mie intenzioni suicide.
-La pazienza è la virtù dei forti- ci redarguì con voce saggia e severa, aggrottando le sopracciglia disegnate -E ricordate sempre che chi va piano va sano e va lontano!-
Ultimamente le sue lezioni erano sempre meno frequentate, non che l’affluenza degli studenti fosse mai stata straordinaria, ma nel suo piccolo, il club di economia domestica retto dalla venerabile signora Pierotsuki, poteva vantare il quel momento un seguito di ben quattro adepti: io, la mia amica Ayame, il suo ragazzo Koga e l’amico del suo ragazzo, Inuyasha.
-Oh, tesoro- sospirò d’un tratto la grossa matrona rivolgendosi a me -hai la testa fra le nuvole! Hai scucito tutta la catenella dell’uncinetto!-
Guardai con disappunto il mio defunto lavoro, ormai ridotto a una matassa informe di filo sbrogliato.
-E che ca…- sbottai riuscendo a intercettare l’occhiataccia omicida della signora Pierotsuki, la quale era solita dire che una signorina in età da matrimonio doveva mantenere un linguaggio elegante anche nelle situazioni più disperate -E che ca… vallo!- ripresi la frase salvandomi in calcio d’angolo.
-Non conosco proverbi efficaci sui cavalli, ma ricorda, ragazza mia: se parliamo di animali è meglio un giorno da leoni che cento da pecora!-
Quella frase mi folgorò. Improvvisamente tutto mi fu chiaro e la via da seguire si materializzò magicamente davanti a me, contornata da un’atmosfera soffusa, uccellini cinguettanti e ridenti unicorni dal crine arcobaleno. Senza neanche volerlo, la saggia donna mi aveva dato la giusta spinta che mi serviva per svegliarmi e prendere in mano la mia vita!
Mi alzai di scatto e le affidai il mio uncinetto.  Avevo gli occhi spiritati, le mani che tremavano, eppure non ero mai stata così risoluta: -Tornerò da leone vittorioso!-
Ayame alzò un sopracciglio, ma la signora Pierotsuki dilatò le narici guardandomi intensamente negli occhi, poi annuì concludendo con un solenne: -Non fare prigionieri!-
***
Feci un respiro profondo mentre con la scaltrezza di uno 007 in missione segreta per conto della regina, mi tenevo appoggiata dietro lo stipite della porta del laboratorio. Inuyasha stava faticosamente cercando di far entrare un filo bianco dentro la cruna del suo ago. Mi morsi nervosamente il labbro inferiore: un leone! Dovevo essere un leone! La verità, però, era che mi sentivo la più codarda delle gazzelle, pronta a fuggire non appena lui si fosse girato nella mia direzione. Possibile che lo trovassi così schifosamente carino? Era stupendo, non potevo fare a meno di pensarlo, e ripensarlo, e ripensarlo ancora! Continuamente, ossessivamente, sbavando senza alcuna dignità dietro a ogni suo minimo gesto. Sospirai, poggiandomi melodrammaticamente una mano sul cuore. Era bellissimo mentre imprecava contro chissà chi soltanto perché la sua pazienza era praticamente pari a zero. A volte mi chiedevo per quale motivo uno come lui si fosse iscritto al club di economia domestica della signora Pierotsuki, anche perché aveva dell’incredibile una cosa del genere.
Ma sicuramente era ancora più incredibile il fatto che io, Kagome Higurashi, mi fossi così perdutamente invaghita di un ragazzo conosciuto in quest’improbabile situazione! Mi ero iscritta al club pomeridiano all’inizio dell’anno scolastico, più per beneficenza verso Ayame che per altro. Mi aveva letteralmente supplicato e io, incapace di negarle qualsiasi cosa, avevo finito per acconsentire.  Non voleva proprio saperne di separarsi dal suo Koga, il quale avevo in seguito scoperto essere il figlio della signora Pierotsuki. Trovavo davvero strano che ci fossero dei ragazzi in un ambiente simile, e se potevo capire Koga per questioni di parentela, Inuyasha era proprio fuori luogo. Alla fine la risposta più coerente che ero riuscita a darmi era che, di questi tempi, saper fare i lavori domestici faceva comodo a tutti.
Scossi la testa con decisione: sicuramente non era il momento di perdersi in futili considerazioni. Ormai avevo preso la mia decisione, ovvero parlare con Inuyasha e rivelargli i miei loschi sentimenti! Ayame mi aveva consigliato di lasciar perdere perché Inuyasha era fidanzato da mesi con una certa Kikyo, che non avevo mai visto dal vivo ma che mi ero apprestata a stalkerare sui social… era carina, certo… però insomma, io senza dubbio ero molto meglio! Anche se un purosangue non fa mai a gara con i pony!
Diedi una testata contro il muro sconsolata. Stavo proprio diventando stupida dietro a Inuyasha!
-Kagome?- la sua voce mi giunse all’orecchio così all’improvviso che non riuscii a fare a meno di urlare.
Lui gridò a sua volta, colto di sorpresa, ma poi si ricompose.
-Che è successo?- chiese allarmato.
Avvampai per la troppa vergogna e cercai di uscire da quella situazione come meglio potevo.
- Oh… beh, credevo di aver visto un batuffolo di polvere a terra, invece era solo un topo!- mi giustificai.
-Come un topo?! Che schifo! Da che parte è andato?- domandò, raggiungendomi a grandi falcate sull’uscio della porta.
-No, no!- feci mettendo le mani avanti -Volevo dire che credevo di aver visto un topo, invece era solo un po’ di polvere, ma non temere, adesso se ne è andata da quella parte!- indicai verso destra, perfettamente conscia di aver detto un mucchio di cavolate.
Inuyasha guardava a terra perplesso, probabilmente stava cercando un batuffolo di polvere a forma di topo, o viceversa.
-Inuyasha! Ti devo parlare!- sbottai. 
In fin dei conti, quale momento migliore di quello in cui ero appena stata scambiata per una pazza per confessargli i miei sentimenti?
-Ok, ma dopo. Devo prima finire di aggiustare il centrino della signora Pierotsuki-
Abbassai lo sguardo sconfitta, forse il coraggio mi sarebbe mancato da lì a qualche minuto dopo.
-Se è urgente puoi darmi una mano e parlare nel mentre, che ne pensi?-
Annuii cogliendo l’occasione prima che potesse sfuggirmi dalle mani.
Un attimo dopo stavamo entrambi rammendando il centrino che il gatto della signora Pierotsuki aveva quasi distrutto, ma soprattutto io stavo cercando le parole giuste. Volevo provare a fargli un discorso maturo e convincente, ed era necessario che non dicessi baggianate.
-Inuyasha, la verità è che…- feci una pausa per aumentare la solennità del momento, ma in realtà aumentò solo la mia ansia -lo so che sei fidanzato, cavolo! Però… ecco, mi piaci! Che ci posso fare? Non l’ho fatto apposta!- nel dubbio, mi buttai sulla difensiva prima che potesse anche solo aprir bocca.
Inuyasha restò completamente di sasso e invece di tagliare il filo in eccesso attaccato al centrino, si affettò un dito con la forbice, sporcando la candida lana con una copiosa quantità di sangue. Inutile dire che entrammo nel panico più di quanto non fossimo già.
 

INUYASHA

Kagome farneticava scuse sconclusionate mentre cercava di tamponare il sangue che mi usciva ancora dalla ferita. Io ero come caduto in uno stato catatonico. Ancora non riuscivo a elaborare quello che mi aveva detto solo pochi minuti prima.
-Forse ci vogliono un paio di punti- piagnucolò -E dobbiamo trovare il modo di smacchiare il centrino della signora Pierotsuki, altrimenti siamo morti!-
Dovevo assolutamente dirle la verità. Quel segreto che mi portavo dietro da tantissimo tempo ormai, e che non avevo mai avuto il coraggio di confessare a nessuno. Non potevo più resistere. Lei era lì, accanto a me. Mi stava sostenendo, aveva detto che le piacevo! Era il momento migliore per togliermi quel peso dal cuore.
-Kagome- iniziai a dire seriamente.
Lei mi puntò addosso due occhi stralunati.
-Kagome- ripetei.
Il suo volto s’illuminò, mentre l’accenno di un sorriso si dipinse sulle sue labbra.
 -Sì…- mormorò con aria trasognata.
-Io sono innamorato di Koga da anni!-
Calò un silenzio di tomba. Persino il mio sangue di arrestò all’improvviso.
Lei era come paralizzata, il suo occhio destro tremolava visibilmente, tanto che cominciavo a credere di averla rotta.
-D… di Koga?- riuscì a dire solo dopo diversi minuti.
Annuii sentendomi colpevole di chissà che cosa.
-E… e Kikyo?- domandò quasi con voce robotica. -Tu… lei… insieme?-
Aveva anche cominciato a esprimersi come un robot.
-Non stiamo insieme- spiegai. -È una copertura che mi sono creato. Non ho mai detto a nessuna di questa cosa!-
-Oh…- fece abbassando la testa pensierosa. Rimase così per un paio di minuti, in uno stato di lutto interiore, tantoché cominciai a temere che si fosse spenta.
Poi, mi afferrò improvvisamente le mani, riprendendo ad articolare frasi di senso più o meno compiuto -Inuyasha, parlo contro i miei interessi, ma se provi qualcosa nei confronti di Koga, allora devi dirglielo!-
Mi sentii come se mi avessero dato un pugno alla bocca dello stomaco, quindi farfugliai: -No! Non posso! Mi schiferebbe! E poi sta con Ayame!-
-Lo so, ma questo non vuol dire niente! Anch’io fino a poco fa pensavo che tu stessi con Kikyo! Però se non ti togli questo peso, non potrai mai essere felice! Meglio un giorno da leoni che cento da pecora!-
Stavo per ribattere, ma proprio in quel momento sentimmo la voce di Koga che canticchiava la sigla di One Punch Man per il corridoio.
-Se non vuoi farlo tu…- minacciò Kagome alzandosi dalla sedia che mi stava di fronte. -Allora lo farò io!-
Entrai nel panico e la fermai trattenendola per un braccio e gridando un “fermati” disperato.
-Kog…- Iniziò a dire, ma la interruppi prima che fosse troppo tardi con l’unico modo che mi venne in mente: la baciai per tapparle la bocca. Lei si immobilizzò all’istante, come un gatto che veniva preso per la collottola, mentre proprio in quel momento Koga passò davanti alla porta, si fermò per dare un’occhiata all’interno e ammiccò facendomi vedere un soddisfatto pollice in su, prima di andarsene via proprio come era venuto.
Quando mi separai da Kagome, la trovai che fissava il vuoto con un sorriso ebete sulla faccia. Forse era terribilmente arrabbiata, anzi, sicuramente mi stava odiando per quello che le avevo appena fatto.
Sulla soglia della porta era improvvisamente apparsa la signora Pierotsuki, con quel passo ferino e quel tempismo che solo le madri over quaranta possiedono.
Provai vergogna per me stesso e pentimento per la mia condotta infame. Quella povera ragazza mi aveva appena confessato i suoi sentimenti e io mi ero comportato nel più ignobile dei modi. Non se lo meritava.
Lasciai la stanza di corsa, quasi scappando come un ladro. Tuttavia, l’ultima cosa che riuscii a sentire prima defilarmi con la coda tra le gambe, fu uno dei soliti proverbi completamente inutili della signora Pierotsuki.
-In amore vince chi fugge!-
 

KAGOME

Dopo quello che era successo fra me e Inuyasha avevo bisogno di pensare, e avevo scelto l’unico posto in cui mi sentivo davvero me stessa: la tazza del bagno!
-Kagome! Ma insomma! Sei lì dentro da un’ora!- peccato che mia madre non riuscisse a capire l’importanza di quel momento di raccolta e profonda meditazione.
-Adesso esco! Lasciami un attimo in pace!-
Inuyasha mi aveva baciata, anche se lo aveva fatto solo per farmi tacere. Mi aveva confessato di amare Koga, e da qui finalmente avevo risolto il mistero del perché si fosse iscritto al club di economia domestica… forse. Per regola avrei dovuto tirarmi indietro, perdere completamente l’interesse… eppure quel bacio non mi era stato affatto indifferente! Anzi! Come cavolo mi era venuto in mente di aiutarlo a confessare i suoi sentimenti a Koga quando potevo approfittare della situazione? Come direbbe la signora Pierotsuki: “date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto”!
-Ma ti senti male!?- insistette mia madre.
-Ho una colica, ok mamma? Lasciami sola!- gridai con una voce più isterica del solito, ma per fortuna la sentii allontanarsi dalla porta.
Ora, la domanda fondamentale era se fosse gay o bisessuale! Insomma, almeno non era fidanzato, ma se gli fossero piaciute anche le donne allora magari… una possibilità avrei anche potuto averla! Del resto, che cosa aveva Koga di così speciale rispetto a me? Un ca… beh, appunto! Comunque era da vedere se le donne potessero interessargli o meno, e dopo aver scoperto questo piccolo ma fondamentale dettaglio, avrei potuto elaborare un piano d’attacco più articolato. Dovevo rimanere lucida, vigile e priva di scrupoli. Un solo passo falso e la possibilità di far cadere Inuyasha fra le mie braccia sarebbe sfumata in un mare di nebbia.
Un trillo improvviso mi riportò bruscamente alla realtà. Proprio in quel momento, avevo ricevuto un messaggio sul cellulare, e quasi mi venne un infarto quando mi accorsi che si trattava di Inuyasha.
Ti chiedo scusa per tutto! Mi sento una merda! Vorrei parlarti e cercare di rimediare a quello che ho fatto.
“Piccolo angelo” pensai “ma certo che possiamo parlare!”. Mi sentivo quasi una pazza depravata, ma come dice sempre la signora Pierotsuki ‘in amore e in guerra tutto è lecito’!
 

INUYASHA

Tirai un sospiro di sollievo. Ero profondamente grato a Kagome per avermi dato la possibilità di spiegare. Certo, non che ci fosse molto da dire, ma almeno potevo chiederle mille volte scusa per quello che avevo fatto.
Entrò nel locale in cui le avevo dato appuntamento circondata da un’aura di completa calma e comprensione.
Lì per lì, rimasi anche sbalordito nel vederla vestita di tutto punto, pettinata e truccata come se si stesse apprestando a solcare una qualche passerella. Si era persino messa i tacchi alti, lei che solitamente non osava nient’altro oltre che a un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica. Poverina, il dolore doveva averla fatta impazzire.
Successe però una cosa bizzarra.
Il solo incontrare il suo sguardo, stranamente mi tranquillizzò. Mi salutò con un caldo sorriso, facendomi sentire ancora più a mio agio. Quella situazione aveva del paradossale. Tutto mi sarei aspettato, tranne che mi accogliesse in quel modo.
Kagome era carina, dolce, gentile, mi ascoltava e sembrava davvero che mi capisse. Del resto era in una situazione simile alla mia ed egoisticamente parlando, chi meglio di lei poteva comprendere a pieno le mie emozioni? 
Quindi continuai a subissarla di scuse e discorsi travagliati. Eravamo entrambi vittime di un sentimento non corrisposto: a lei piacevo io, a me piaceva Koga.  
Non era per niente bello da parte mia sfogarmi con lei riguardo alle mie pene d’amore, ma non riuscivo a frenare la lingua, era più forte di me. Mi specchiai all’interno dei suoi grandi occhi castani e non potei fare a meno di sentirmi in colpa. Con tutte le probabilità, in quel momento mi stava odiando.
 

KAGOME

Inuyasha era troppo carino mentre mi confessava le sue pene d’amore! Probabilmente ero una persona orribile, ma come si dice? “Il fine giustifica i mezzi” e in un modo o nell’altro ero riuscita nel mio intento! Avere una sorta di appuntamento pseudo-romantico con lui. Beh, magari l’intento ‘romantico’ era unilaterale e verteva solamente dalla mia personalissima visione della realtà, ma in fin dei conti ero seduta con lui al tavolino di un bar e per di più stavo mangiando delle fragole con la panna! Nonostante piccoli, insignificanti (?) dettagli, fondamentalmente il nostro incontro stava andando a gonfie vele!
-Inuyasha, dimmi- iniziai furbescamente a chiedere dopo la sua centesima scusa -Ti piace da tanto Koga? E ti è sempre interessato solo lui?-
Sembrò rifletterci su, mentre io speranzosa avevo messo in allerta i miei sensi di ragno (che non avevo, ma mi sembrava come se stessi tessendo una ragnatela).
-Ho avuto delle cotte per alcune ragazze, ma poi ho iniziato a provare attrazione per lui, e dato che non ho mai potuto confessarglielo, sono rimasto come incastrato in questa situazione- sembrava davvero depresso, ma io dovevo andare fino in fondo.
-Oh- feci come se non fosse troppo importante, mangiai una fragola e poi ripresi con infinita nonchalance -Quindi ti piacciono anche le ragazze?-
-Beh, sì… in realtà Koga è l’unico ragazzo per il quale mi è capitato di provare interesse… per il resto se parliamo di attrazione, solo donne-.
Restai apparentemente impassibile, ma dentro avevo acceso i fuochi d’artificio e i pochi neuroni funzionanti che mi erano rimasti, avevano iniziato a ballare la hula.
 

INUYASHA

Povera Kagome… chissà come stava soffrendo in quel momento. Eppure era davvero un’amica sincera: nessuno mi aveva mai ascoltato così tanto, e a nessuno avevo potuto raccontare cose del genere.
Abbassai lo sguardo. Se fossi stato più debole, probabilmente avrei pianto, ma volevo conservare quel minimo di forza che mi rimaneva.
Lei mi prese la mano fra le sue con fare rassicurante.
-Io ti capisco, Inuyasha. Non devi sentirti in colpa- ero davvero commosso dalla sua bontà. Non lo avrei mai detto, ma un’amica buona e leale come lei era proprio quello di cui avevo bisogno. Ebbi un tuffo al cuore. La verità era che ne avevo bisogno da anni.
-Se me lo permetti, vorrei aiutarti- disse.
-Aiutarmi?- chiesi confuso.
-Sì. Ho una certa esperienza con queste cose: anzitutto Koga non si accorgerà mai di te se non lo fai ingelosire un po’! E sinceramente, se Kikyo è una copertura fasulla con cui non ti fai mai vedere… beh, non hai speranze- sembrava davvero convinta di quello che stava dicendo. Io ero una frana in quelle cose, quindi mi sentivo completamente alla sua mercé. Ne sapeva di sicuro più di me!
-Cosa dovrei fare?- chiesi col cuore in gola.
-Ti serve una copertura migliore, un’amica di cui ti puoi fidare- fece una lunga pausa, come per dare il giusto peso alle parole, poi aggiunse con enfasi: -E che non abbia secondi fini! Come me!-
Per un attimo la trovai un’idea geniale: riuscivo a immaginare di farmi vedere da Koga con una ragazza in carne e ossa, probabilmente era come diceva Kagome! Poi però mi ricordai che lei mi aveva confessato i suoi sentimenti solo il giorno prima.
-Ma… Kagome, tu riusciresti a fare una cosa del genere? Non sarebbe troppo doloroso per te? Non potrei mai chiederti un tale sacrificio!-
Lei scoppiò a ridere.
-Doloroso?- disse -Ma va! Noi donne abbiamo le spalle forti! E poi adesso non voglio più nulla da te! Mi interessa solo vederti felice con Koga!-
Ricambiai la stretta delle sue mani, poi mi avvicinai a lei commosso. La vidi arrossire e mi convinsi che il suo entusiasmo fosse dovuto sicuramente alla missione che si era prefissata di portare a termine, ovvero vedere me e Koga insieme. Che cara ragazza!
-Kagome- mormorai emozionato -Grazie!-
 

KAGOME

-Dovresti mettermi un braccio intorno al collo!- bisbigliai all’orecchio di Inuyasha. Lui annuì e ubbidiente come un cagnolino ben addestrato, mi cinse il corpo con tranquillità.
Koga e Ayame ci guardavano con aria soddisfatta, felici per noi e per il delizioso quadretto che incarnavamo in quel momento. Eravamo usciti tutti e quattro insieme, e avevamo scelto il cinema come meta. Insomma, avevamo preso parte a un appuntamento fra coppiette in pieno stile! Era quasi romantica come scena, peccato che Inuyasha fosse fermamente convinto, con quella trovata, di far ingelosire Koga.
Lo so, lo so: la mia era una vera e propria bassezza, mi stavo probabilmente illudendo da sola… ma sapete che vi dico? Prima o poi avrebbe dovuto sbatterci la testa. Sarebbe arrivato il giorno in cui Inuyasha avrebbe aperto gli occhi: avrebbe capito che a Koga di lui non importava un fico secco, e avrebbe sofferto! Sì, sarebbe rimasto solo, depresso, senza neanche una piccola, singola, gioia! In quel momento avrebbe avuto un disperato bisogno di due braccia calde e amorevoli pronte ad accoglierlo, ci si sarebbe gettato a capofitto, senza pensarci… e guarda un po’! Io avevo proprio due belle braccia forti e morbide, pronte solo per quel momento!
Del resto, come diceva sempre la signora Pierotsuki: chi la dura la vince! E io dico che in amore vince chi raggiunge chi fugge!
  
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