L'azzurro dei suoi occhi
{ L’aveva dipinto così tante volte da non poterlo più dimenticare }
La
prima volta che Feliciano vide quelli occhi più azzurri di
un cielo
terso in estate fu quando era ancora una piccola nazione sotto la
supremazia austriaca, quando Ungheria si divertiva a vestirlo da
ragazza nonostante fosse un maschietto e quando tra le piccole manine
paffute reggeva una scopetta con cui spazzava le immense stanze della
casa dove abitava insieme ai due.
Gli
si erano parati davanti senza preavviso, insieme a
un’espressione
troppo seria per stare sul viso di un bambino, e poi il loro
proprietario si era presentato a lui sotto il nome di Shinsei Roma.
Feliciano era rimasto imbambolato qualche istante ad osservare quelle
due gemme rare e bellissime, poi gli aveva sorriso dolcemente e ad
occhi chiusi, dicendogli che lui era Italia, e aveva visto quel
bambino un po’ serioso arrossire di risposta sulle guance
paffute e
bianche come latte, mentre i suoi occhi diventavano più
liquidi ed
intensi, velati da una patina di imbarazzo ed introversione.
Fu
in quel momento che Feliciano decise che avrebbe cercato in tutti i
modi di dipingere il più verosimilmente possibile quegli
occhi, per
non scordarseli mai più e per tenerli sempre con
sé.
Anche
quando aveva capito di essersi innamorato di quel timido bambino
dagli occhi paradiso non smise di ritrarre quei due laghi
cristallini, usando acquerelli, tempere o semplici pastelli,
riempiendo fogli su fogli di miriadi di azzurri diversi per trovare
quelli giusti per gli occhi del suo amato.
Quando
Shinsei Roma se ne andò per la guerra salutandolo con un
bacio a
fior di labbra, non aveva ancora trovato i colori giusti.
ක
Gli
occhi di Shinsei Roma gli erano sempre piaciuti oltre ogni
limite immaginabile. Erano grandi e puri, di un azzurro più
bello
del colore del cielo e del mare, con pigmenti di un celeste pastello
vicino alla pupilla, simile al colore bianco sfumato delle nuvole, in
contrasto con le screziature più scure, sottili linee quasi
blu, che
partivano dal centro e andavano a sfociare sul marcato contorno
dell’iride. Il resto era di quel cielo, di quel mare, limpido
e
magnetico, perfettamente compatto e in sintonia con le altre
sfumature.
Quegli
occhi, che tante volte aveva cercato di riportare su tela, gli erano
rimasti così impressi nella mente che quando si
trovò di fronte a
quelli di quel soldato dal volto austero e dai capelli di grano non
poté non compararli da quanto erano simili, da quanto,
eccetto per
la forma più piccola ed affilata, fossero identici in quei
colori
amalgamati tra loro e in quella loro profondità.
Solo
che quelli che si era trovato davanti non erano gli occhi del suo
Shinsei Roma, ma quelli di Ludwig, la Germania, e Feliciano non
riusciva a capire come fosse possibile averli ritrovati dopo anni di
desiderio e speranza, ma su un’altra persona che pareva
guardarlo
con una certa prudenza mista a una stoica indifferenza.
ක
Ludwig
era diverso da Shinsei Roma.
Aveva
la sua stessa riservatezza e quell’eccessiva dose di
timidezza che
lo faceva imbarazzare anche per le cose più piccole e
innocue, come
uno sfiorarsi di mani o uno sguardo più intenso,
però era anche più
rigido, più freddo, più scontroso.
Quella
dolcezza e quel timore innocente con cui Shinsei Roma soleva
rivolgerglisi non erano presenti in Ludwig, che la maggior parte
delle volte lo rimproverava con parole dure ed aggressive, eppure...
Eppure
Feliciano non poteva non sovrapporre le immagini dei due, non poteva
non pensare, in una parte recondita della sua mente, che loro fossero
la stessa persona.
Forse
per quei piccoli gesti ed espressioni facciali che li accomunavano,
forse per quel sorriso appena accennato che spuntava ad entrambi
quando lui diceva qualcosa di dolce o di giusto, forse per i
sentimenti e le sensazioni che aveva provato per uno ed ora aveva
iniziato a provare per l’altro, o forse per quegli occhi
azzurri
che erano troppo, troppo, uguali tra loro, ma la sua testa, il suo
cuore, gli dicevano che loro erano uno.
ක
Fu
quando Ludwig gli si avvicinò in una mattina di calma
placida, con
uno sguardo diverso dal solito e le guance imporporate, che Feliciano
capì che tutte le supposizioni che aveva fatto erano giuste.
Gli si
sedette a fianco, con la sua postura rigida e composta, mentre sopra
le loro teste un cielo coperto di ciuffi di nuvole faceva loro
compagnia, e con un tono profondo ma titubante, quello che usava di
solito quando qualcosa lo imbarazzava, gli confidò di un
sogno
ricorrente che aveva iniziato ad infestargli le notti con la sua
delicatezza, e a Feliciano si inumidirono gli occhi di una gioia mai
provata mentre lo ascoltava, rivivendo il suo passato ad ogni parola
pronunciata. -C’è questa bambina che ultimamente
mi appare sempre
in sogno. Mi sorride dolcemente con la sua scopetta in mano e mi dice
che è felice di aver finalmente rincontrato il suo Shinsei
Roma. Una
notte ho sognato perfino di baciarla e di provare una
felicità
enorme dentro al cuore. Vorrei tanto sapere che significa-. I suoi
occhi erano puntati davanti a sé e non lo guardavano, ma
Feliciano
sentiva comunque la loro intensità sulla pelle e tutte le
emozioni
nascoste dietro la loro patina stoica. E il racconto di quel sogno,
quel sogno che non era solo un sogno, ma il ricordo di un passato
lontano che Ludwig aveva dimenticato ma che lui, invece, aveva
custodito nel cuore per anni, lo travolse con tutta la sua forza e
trattenere le lacrime che gli premevano sugli occhi non gli fu
più
possibile.
-Vorrei
tanto sapere anche perché somiglia così tanto a
te- Ludwig si
voltò, gli occhi azzurri liquidi e talmente brillanti da
riuscire a
illuminare ogni cosa intorno a loro, uno dei suoi rari sorrisi ad
increspargli le labbra sottili, ma quando notò le sue
lacrime,
l'espressione calma che aveva in volto si allarmò e
Feliciano potè
vedere tutti i dubbi che gli affollarono i pensieri passare
all'interno di quegl'occhi cristallini sgranati dal timore.
-F-Feliciano? Perché stai piangendo? H-ho detto qualcosa che
ti ha
turbato?-
Lui
scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli castani,
-perché
quella bambina ero io, Ludwig- gli rispose subito dopo, sorridendo
con le guance rosse, -perché quando io ero solo Italia e tu
Shinsei
Roma mi hai baciato per davvero, poco prima di andartene per sempre-
Ludwig
ci mise qualche istante per metabolizzare quelle parole, il cuore che
sembrava uscirgli dal petto da quanto batteva forte, e l'unica cosa
che riuscì a fare fu mormorare -Feliciano...- con labbra
tremanti.
-Sono
felice che Shinsei Roma sia tu, Ludwig. Sono felice perché
come ho
amato il te bambino, ora amo il te di adesso. Lo amo tanto, tanto-.
Feliciano, con le guance ancora bagnate, non riuscì
più a resistere
e, in uno slancio, si aggrappò alla divisa militare del
tedesco,
portando la bocca a contatto con quella dell'altro. Le labbra di
Ludwig erano fini, estremamente delicate e morbide nonostante a prima
vista sembrassero dure e quasi impercettibili, un piccolo pezzo di
paradiso per le labbra più grandi e piene di Feliciano. E la
sua
lingua che, timida e lieve, si faceva spazio nella sua bocca per
incontrare la gemella e lasciarsi andare a lei ed ai suoi tocchi,
aveva il sapore più dolce e buono che avesse mai assaggiato,
migliore perfino della sua adorata pasta, migliore perfino di
qualsiasi altra cosa, migliore perfino di quel che ricordava del
bacio che una volta si erano scambiati da bambini. E Feliciano in
quel momento aveva l’impressione di essere arrivato a toccare
quel
cielo azzurro che somigliava tanto agli occhi di Ludwig con entrambe
le mani, e mai come allora la consapevolezza che lui e Shinsei Roma
fossero la stessa persona si fece così forte nel suo cuore e
nella
sua anima.
Ed
era estremamente felice di questo perché uno lo aveva amato
di un
amore bambinesco e più dolce del miele, mentre
l’altro lo amava
con ogni parte sé, con un’intensità
talmente forte da lasciare
senza voce e senza fiato e sperò, con altrettanta forza, che
anche
per Ludwig fosse così, che anche lui dopo aver sovrapposto
le
immagini di quella bambina dal vestito verde e gli occhi buoni e il
soldato imbranato e fifone che non sapeva allacciarsi gli scarponi da
solo, avesse provato la stessa felicità e lo stesso senso di
completezza.
Quando
si staccarono e Feliciano poté specchiarsi di nuovo in quei
quadri
azzurri dipinti da un artista con fin troppo talento, fu felice di
vederci il suo rifletto dentro che, sorridendo con spensieratezza,
affogava in tutto l’amore che essi contenevano, mischiato
insieme a
tutti quegli azzurri e quei celesti che lui non era mai riuscito a
trovare da nessuna parte per poter colorare i suoi schizzi. E mentre
si avvicinava di nuovo alle sue labbra per rubarne il respiro ed i
movimenti, pensò che, in fondo, non aveva più
bisogno di cercare di
riprodurli su tela. Dopotutto era meglio ammirare gli originali
sapendo che non lo avrebbero più lasciato, piuttosto che una
misera
riproduzione priva di tutte quelle sfaccettature che essi
contenevano.
Angolo autrice:
Hey... *esce fuori timidamente dal suo nascondiglio, facendo “ciao” con la manina* mi presento, io sono EngelDreamer, ma potete chiamarmi Engel e questa oneshot è stata il mio primo esperimento nel fandom e spero non sia uscita un disastro >.< Ovviamente non poteva non essere una GerIta, che è diventata la mia OTP suprema all’interno dell’universo di Hetalia dopo soli due o tre episodi XD Questi due mi hanno presa un sacco e spero di averli caratterizzati bene e di averli fatti restare IC, in caso contrario avvertitemi! Poi ovviamente non potevo non mettere il passato di Feliciano insieme a Shinsei Roma (che sono convintissima sia Germania da piccolo e nessuno potrà farmi cambiare idea al riguardo u.u) perché ho adorato con tutto il mio cuore quelle parti e perché da piccoli sono due cupcake adorabili! Spero che la shot vi sia piaciuta e se vi va di lasciarmi un parere, positivo o negativo che sia, io sono felice ^.^ Dato che anche altre coppie (quali la SpaMano, la Itacest, la FrUk, la UsUk, la AusHun, la SuFin, la DenNor, la Grecia/Giappone, la PruCan e la PruAus) mi piacciono parecchio, forse mi uscirà qualcosa anche su loro, a vostro rischio e pericolo, ma non prometto nulla quindi forse vi salvate u.u
Detto questo ringrazio di cuore chiunque abbia usato un po’ del suo tempo per leggere questa shot
Io vi saluto e a presto ^.^
EngelDreamer