Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: PerseoeAndromeda    06/06/2018    0 recensioni
La battaglia è il tempo che si ferma in quegli istanti: il cozzare delle armi, le tue grida, quelle dei nemici, quelle dei compagni, si spengono nel surreale silenzio di un'anima immobile e spenta perché, se non la si facesse tacere, se tutto non si riducesse a silenzio, ogni senso andrebbe in pezzi.
[Fanfic partecipante alla challenge #26promptchallenge indetta dal gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kento Rei Faun
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Questa fanfic partecipa alla challenge #26promptchallenge indetta dal gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart

#26promptschallenge - prompt 6/26

#RESPIRARE
/re-spi-rà-re/
verbo transitivo

1. Processo mediante il quale si realizza lo scambio gassoso fra l'organismo e l'ambiente; compiere il processo della respirazione; inspirare ed espirare l’aria; vivere.

Fandom: Yoroiden Samurai Troopers

Ship: Nulla e tutto... loro cinque si amano, punto :P

Warnings: violenza, scenario di guerra, angst

 

 

 



Vivere insieme, morire insieme

 

Siamo guerrieri
Guerrieri solitari
Il pianto del nostro cuore
È solo per la battaglia
È per questo che viviamo
(Lonely blood, Image song di Shu-Rei-Fan)

 

 

 

 

La battaglia è un buco nero, un vuoto che ti ingloba totalmente, fino a strapparti al mondo reale.

Quando sei lì non puoi fare altro che combattere, non hai scelta.

Colpire, difendersi, ancora colpire e parare un altro attacco e non importa cosa ti accada intorno, non puoi permetterti di distrarti, sei solo, la battaglia è solo tua…

Siamo io ed il nemico, l’uno di fronte all’altro, ma so che i miei nakama sono lì, intorno a me e sopportano il mio stesso destino.

Devi fare finta di nulla, devi continuare a colpire, renderti cieco di fronte a quel che accade, di fronte al sangue che versi e al tuo stesso sangue che cola…

E soprattutto non devi, assolutamente, guardare il sangue dei tuoi nakama, non devi ascoltare le loro grida, perché sarebbe la tua fine e probabilmente anche la loro.

La battaglia è il tempo che si ferma in quegli istanti: il cozzare delle armi, le tue grida, quelle dei nemici, quelle dei compagni, si spengono nel surreale silenzio di un'anima immobile e spenta perché, se non la si facesse tacere, se tutto non si riducesse a silenzio, ogni senso andrebbe in pezzi.

Allora tutto si muta in una solenne danza che mette in gioco la vita e la morte e senti le ferite che si aprono, la carne che sanguina, gli occhi che piangono, il corpo che cerca di non tremare e di mantenersi saldo.

La cosa più orribile è che lo sai, nonostante in quegli istanti tu sia sordo, cieco…

Lo sai che lì, da qualche parte, un tuo nakama sta sanguinando, sta soffrendo, ma tu devi pensare a difendere te stesso o la battaglia sarà persa…

Forse lui sta morendo e non potrai accertartene finché tutto non sarà finito, non potrai correre da lui, stringerlo tra le braccia e condurlo via dal pericolo, perché tutto sarebbe perduto… per la squadra, per la missione, per un bene più grande al quale siamo stati consacrati… o dovrei dire immolati.

A un certo punto sai che non ne puoi più, che non riesci ad andare avanti se non li senti, se non li trovi, se non ti aggrappi alla loro presenza e allora, in quel silenzio dei sensi in cui clangore di armi e grida vengono estinti dall’annullarsi dell'anima, li cerchi, non puoi farne a meno, devi sapere che loro sono lì, che stanno ancora bene e che insieme, ancora una volta, ne uscirete, aggrappati gli uni agli altri, cinque frammenti di un unico cuore che ricomincia a battere, cinque respiri che diventano un unico respiro.

Arriva un certo momento, quando la battaglia è al suo culmine, in cui so di dover cercare la loro presenza, il solo modo che abbiamo per permettere al nostro Ryo di vincere è cercarci l'un l'altro, perché lui ha bisogno del nostro flusso vitale. Ci rendiamo vulnerabili e inermi, perché esistiamo solo per lui, per donargli ogni nostro battito, ogni nostro respiro.

Li cerco, perché da solo non sarei nulla, nessuno di noi può nulla, ora, se non ci affidiamo a lui, a Ryo.

Chiudo gli occhi, raccolgo ogni respiro, lo rendo ancora più profondo e ascolto.

E li sento, uno ad uno, il respiro gentile e un po’ nervoso di Shin, quello teso di Touma, quello fermo, composto, di Seiji, li riconosco, come riconoscerei le loro voci, sento quello di Ryo che ci chiama, un respiro come un grido che ci invoca e ci avvolge.

Siamo cinque respiri, un unico, immenso alito di vita nel buio della lotta, quattro aure di virtuosa energia e il nostro Ryo che ci accoglie, in un’esplosione di luce bianca.

La lotta è nelle sue mani adesso, tutto il nostro essere è in lui, in ogni sua mossa, in ogni colpo che sferra ci siamo anche noi, in ogni suo respiro i nostri respiri.

Non esistiamo da soli, non siamo niente da soli: insieme continueremo a respirare oppure, insieme, cesseremo di farlo.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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