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Autore: LorasWeasley    07/06/2018    0 recensioni
AU [newtmas]
"Anche Newt stava sorridendo, Thomas lo conosceva così bene da sapere che era un sorriso totalmente sincero. Inoltre la guardava con affetto.
Thomas sentì la gelosia montare e non si rese conto di quello che stava facendo fino a quando non finì di fare una scenata in mezzo alla piazza."
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Newt/Thomas, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Jealousy


Thomas era sempre stata una persona istintiva.
Non ci pensava due volte quando doveva agire, non era un tipo che pensava, se voleva una cosa se la prendeva o comunque faceva in modo di ottenerla.
Stava correndo quel pomeriggio di una domenica soleggiata.
Correva sempre per superare la corsa dei pensieri nel suo cervello, non che ci riuscisse granché comunque.
Tutta la sua mente era invasa da Newt.
Newt, il ragazzo che solo qualche anno prima, di punto in bianco, era entrato con forza nella sua vita trasferendosi dall’Inghilterra a casa del suo migliore amico: Minho.
Newt, il ragazzo dolce e gentile che aveva imparato a conoscere pian piano.
Newt, che aveva tantissimi segreti e situazioni familiari assurde, ma era sempre disponibile per gli altri.
Newt, che era diventato per lui così speciale da non rendersene neanche conto.
Newt, il ragazzo che vedeva praticamente ogni giorno.
Lo stesso ragazzo che ormai non rispondeva al telefono da quasi 24 ore.
Che l’aveva baciato la sera prima, a una delle tante feste organizzate da Minho, mentre entrambi erano ubriachi.
Thomas si fermò piegandosi sulle ginocchia per prendere fiato.
Stava uscendo pazzo, perché Newt non rispondeva? Si era pentito di tutto? Si sentiva in imbarazzo?
Aveva anche provato a chiamare Minho, per chiedere a lui se sapesse qualcosa, ma l’orientale aveva risposto solo alla terza chiamata, con un mugolio infastidito di chi stava ancora dormendo risentendo dei postumi dell’alcool, l’aveva mandato al diavolo e aveva staccato il telefono.
Poteva pensare che Newt era nello stesso stato, ma era certo che non fosse così.
La sera prima non avevano bevuto così tanto.
Forse lui un po' più del biondo, quindi Newt doveva essere vigile e cosciente, inoltre erano le 4 del pomeriggio, sapeva che il suo amico - poteva ancora chiamarlo così? - non dormiva mai fino a quell’ora.
Ricordava di massimo due birre, ricordava che aveva la mente leggermente annebbiata non solo per via dell’alcool, ma anche per il caldo opprimente, per la calca di persone, per il rumore della musica assordante…
Ricordava che aveva cercato un po' di sollievo uscendo in giardino, ma la situazione non era migliorata, continuava a sentire caldo. L’aria afosa di metà luglio poi non aiutava.
-Tommy stai bene?
La voce di Newt lo fece tornare alla realtà, non ricordava quanto tempo dopo il ragazzo lo avesse raggiunto, forse subito, forse non aveva mai staccato il suo sguardo da lui.
-Ho solo caldo- aveva risposto il moro, tamponandosi la fronte sudata.
Il biondo aveva sorriso, poi gli si era avvicinato e gli aveva appoggiato le mani sul viso, aveva i palmi freddi.
Thomas ricordava di aver sospirato di piacere e gli si era strusciato di più contro.
Qualche secondo dopo si stavano baciando, non avrebbe saputo dire chi avevesse cominciato, non era un bacio troppo affannoso, ma non era neanche uno di quelli calmi e quasi imbarazzati.
Entrambi erano ben consapevoli di quello che stavano facendo ed era quasi normale.
Come se lo facessero da sempre, come se fosse una normale routine.
Non sapeva neanche dire quanto tempo erano rimasti li, semplicemente baciandosi.
Fu Newt a interrompere il contatto, si fece leggermente indietro spingendolo dalle spalle e annunciò –Devo vomitare- come se anche quella fosse una cosa normale di tutti i giorni.
Poi si girò di lato e vomitò davvero.
Thomas rimase immobile, non pensò neanche lontanamente di aiutarlo in qualche modo, il suo cervello ormai completamente andato.
Newt si rialzò tranquillo, sul viso nessun segno di malessere, si guardò intorno e adocchiò una lattina di birra poggiata su un davanzale li accanto, la afferrò e ne prese un sorso che fece scorrere in bocca per togliersi il sapore del vomito, poi la sputò. Infine riportò lo sguardo sul ragazzo che aveva di fronte.
Solo a quel punto Thomas ricorda di essersi accorto che le sue guancie erano leggermente rosse.
Poi ricorda che Teresa aveva urlato il suo nome seccata, dicendo qualcosa come che lo stava cercando da tanto, che era tardissimo e che la loro madre li avrebbe uccisi.
Se l’era praticamente trascinato via e non aveva avuto neanche il tempo di salutare Newt, figurarsi di parlare di quello che era successo.
Aveva smesso di correre, dopo aver ripreso fiato però non era rimasto fermo, semplicemente aveva iniziato a camminare, non era neanche certo di dove stesse andando.
Quando il profilo di una figura ben conosciuta non lo fece gelare sul posto.
Newt era li. Seduto su un tavolino di un bar.
Aveva davanti una coppa di gelato con la quale stava giocando e di fronte a sé stava seduta una bella ragazza.
Aveva i lunghi capelli biondi raccolta in una treccia, era sorridente e stava raccontando qualcosa che doveva essere davvero molto divertente.
Anche Newt stava sorridendo, Thomas lo conosceva così bene da sapere che era un sorriso totalmente sincero. Inoltre la guardava con affetto.
Thomas sentì la gelosia montare e non si rese conto di quello che stava facendo fino a quando non finì di fare una scenata in mezzo alla piazza.
-Tommy!- sussultò confuso Newt quando lo vide avvicinare a grandi falcate.
Il moro neanche lo sentì, gli si parò davanti con le braccia incrociate e neanche si premurò di mantenere un tono di voce basso.
-“Tommy” un cazzo Newt! Perché non rispondi alle chiamate o ai messaggi? Vuoi far finta che quello che è successo ieri non sia mai esistito? Vuoi ignorarmi? Te ne vai in giro e a spasso come se nulla fosse con una ragazza, che tra parentesi non ho mai visto anche se sembrate molto legati, come se non mi avessi mai baciato? Non ti credevo completamente una persona così, Newt, e non me ne andrò di qui fino a quando non mi darai una spiegazione plausibile.
Newt era senza parole, boccheggiava senza riuscire a dire nulla mentre il suo viso diventava completamente rosso.
Fu la ragazza a mettersi in mezzo, guardò il biondo con un sorrisetto divertito e malizioso commentando –Wow, non pensavo che ti fossi trovato un ragazzo, non me l’avevi detto!
Poi si alzò e si sporse in avanti porgendo la mano al nuovo arrivato, il sorriso che non era mai scomparso dal suo viso.
-Ciao, sono Sonya, la sorella di Newt, piacere di conoscerti.
Fu il turno di Thomas nell’impallidire e poi diventare completamente rosso, non accettò la mano della ragazza, farfugliò qualcosa di incomprensibile che sembravano molto delle scuse e scappò letteralmente via, senza riuscire a guardare Newt negli occhi.
Quest’ultimo si risvegliò dal suo shock quando sua sorella gli diede un calcio ben assestato da sotto il tavolo alla caviglia con la quale ancora zoppicava.
Sussultò per il dolore e mise finalmente a fuoco il volto duro di Sonya –ti prendo ancora a calci se non gli corri dietro.
E prima di risponderle in un qualsiasi modo il corpo del biondo si stava già muovendo, seguendo l’ordine della sorella.
-Tommy!- corse veloce e solo per puro caso riuscì a fermarlo bloccandogli un braccio.
Thomas era così imbarazzato che non riusciva a guardarlo in faccia.
-Scusa Newt, davvero mi dispiace tantissimo, non so cosa mi sia preso… Io non… Dio. Sto uscendo pazzo per te.
Newt non parlava, aveva le labbra socchiuse e continuava a stringere il braccio del più piccolo, come se avesse paura che questo scappasse via.
-Dì qualcosa…- mormorò a quel punto il moro.
Newt sorrise imbarazzato, non disse nulla, ma gli si avvicinò e lo baciò leggermente sulle labbra, fu qualcosa di abbastanza veloce, alla fine erano ancora in mezzo alla strada e la gente passava e li guardava.
Fu un contatto minimo ma bastò per calmare entrambi.
-Non trovo il mio telefono dalla festa, non ho idea se sia nascosto da qualche parte da Minho o qualcuno se lo sia preso. Stamattina di punto in bianco inoltre mi sono ritrovato Sonya a casa, non avevo idea che sarebbe scesa dall’Inghilterra per una settimana di vacanza, voleva fare una sorpresa. Avevo così tante cose per la mente che non ho avuto il tempo per tentare di contattarti in qualche modo… Inoltre non pensavo che ti saresti fatto tutti questi complessi, di solito sono io quello, no?
Thomas arrossì di nuovo per quella accusa velata, ma che Newt aveva detto con un tono tranquillo e divertito, segno che lo stava solo stuzzicando.
-Okay- rispose solamente, non una delle sue uscite più intelligenti.
Newt non sembrò farci caso, sorrise e gli prese la mano –E poi mi piaci così tanto- mormorò quasi a se stesso –Non uscirei mai con qualcun altro proprio il giorno dopo averti finalmente baciato.
-Mi piaci anche tu- disse di getto l’altro ragazzo.
Il biondo continuò a sorridere –Ti va di conoscere mia sorella?
Avrebbero avuto tempo e modo di capire davvero quello che erano e quello che stavano provando e, soprattutto, avrebbero parlato in un posto intimo e privato.
Thomas annuì e lo seguì, per il momento gli andava benissimo vivere il momento, l’importante era che fosse accanto a quello che, sperava, sarebbe diventato il suo ufficiale ragazzo.

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