Il
sonno di Thor
Innumerevoli
portali si aprivano l’uno dopo l’altro
nel cielo del regno unito, da alcuni di essi si alzavano alte fiamme
sfrigolanti.
Un
portale si aprì anche sul terreno, facendo volare
una serie di uccelli dal basso verso l’alto, le creature
stridevano
terrorizzate.
Cadaveri
di elfi oscuri erano disseminati sulle
strade, intorno agli edifici semidistrutti e sugli ampi crateri di
ciò che
rimaneva di un immenso prato verde.
Sotto
gli occhi sgranati e terrorizzati di Jane, una
parte della torre nera che aveva attraversato il portale per rovinare
sull’elfo
oscuro, era crollata addosso a Thor. Urlò, tentando
inutilmente di rialzarsi,
le gambe le cedevano, le braccia non le rispondevano e le sue intere
membra le
dolevano.
“Thor!”
chiamò a gran voce, fino a raschiarsi la voce.
Un alto fumo si era diffuso tutt’intorno.
Loki,
con l’aspetto di un agente S.H.I.E.L.D. iniziò a
scavare tra le macerie. Riconobbe la mano di Thor sporca e insanguinata
sotto
un macigno. Scavò con più forza, fino a spezzarsi
le unghie, liberando il corpo
del fratello, i capelli biondi di quest’ultimo erano
macchiati di sangue e
anneriti dalla terra.
Loki
prese Thor tra le braccia, lo sentì respirare, lo
scosse, ma il dio del tuono rimase incosciente.
Jane
intravide appena la figura di Loki nel denso
fumo.
“T-ti
prego… salvalo…” supplicò,
mentre le lacrime le
rigarono il viso.
Ci
fu un bagliore verde e Loki si teletrasportò.
***********
“Ringrazia
che lo S.H.I.E.L.D. vi abbia prestato
soccorso a Greenwich dopo quanto è successo a
Manhattan” disse Natasha. Si
appoggiò alla parete accanto alla porta e mise la mano sulla
pistola.
Loki
fissò il viso ingrigito di Thor, osservò i suoi
occhi chiusi e la bocca aperta, la barba dorata era madida di sudore e
si
sentiva il suo respiro rantolante. Il bip di un macchinario risuonava
ovattato
e la luce che entrava dalla finestra attraverso le tende e le
inferriate
illuminava di giallastro la stanza bianca.
“Su
Midgard vi è ignoto il concetto di alleanza.
Diffidate dei vostri campioni e non riconoscete la validità
dell’aiuto tra
compagni. Mi chiedo come mai mio fratello vi consideri ancora
amici” ribatté
sibilante Loki.
Romanoff
si sistemò una ciocca ondulata dietro
l’orecchio e sporse le labbra carnose.
“Vuoi
forse dirmi che a te interessa di Thor?”
domandò.
Loki
ghignò, mostrando i denti lattei, le iridi gli
brillarono di verde e si voltò.
“A
te interessa dell’agente Barton o della tua nota
rossa?” chiese.
Natasha
corrugò la fronte e dilatò le narici.
“Lui
è il tuo cielo, ti ha salvato, ma tu continui a
inseguire solo il tuo peccato”. Aggiunse mellifluo Loki,
accavallò le gambe e
si appoggiò allo schienale della sedia.
Natasha
strinse con forza il calcio della pistola fino
ad arrossare le dita affusolate, rendendo ancor più bianche
le nocche candide,
le gote nivee le divennero rosate.
“Al
contrario di te, io quella nota posso cancellarla
e avere un futuro” ribatté gelida, sollevando il
capo.
Il
figlio di Laufey si voltò e tornò a guardare
Thor.
Un tentacolo di magia verde si allungò dal suo ginocchio e
sfiorò una ciocca
bionda, spostandola.
“Oh,
noi non possediamo i nostri cieli. No, noi
possediamo solo il nostro inferno” rispose il mago.
***********
Tony
si grattò il petto all’altezza di una piccola
conca, che risaltava sulla sua pelle abbronzata e impallidì.
“Cosa
vuol dire in coma? Point Break è un semidio,
come può essere in coma?” domandò e la
gola gli bruciò.
“Non
sappiamo se si riprenderà, Stark” ammise Clint.
“Mi
sa che ho bisogno di un bicchiere. Dopo un bel
bicchiere tutto assume di senso… Sì”
cercò di convincersi Stark. Raggiunse il
suo piano bar, chiuse gli occhi e regolò il respiro.
“Il ragazzone sicuramente
se la caverà, ma posso sapere qualcosa in
più?” domandò, versandosi da bere.
“Non
sono venuto qui per parlare di Thor. In questo
momento lo S.H.I.E.L.D. è in crisi, al suo interno hanno
trovato innumerevoli
traditori Hydra. C’è una terribile caccia
all’uomo e non si sa da parte di chi
verso chi.
Non
abbiamo abbastanza uomini per controllare Loki e
ci serviva il tuo aiuto” sussurrò Occhi di falco.
Tony
lo raggiunse e gli mise in mano una bottiglietta
di birra ghiacciata. Le sue labbra erano piegate in un piccolo ghigno
strafottente.
“Penso
sia giunto il momento di offrire il drink
promesso a piccolo cervo, ma…”. Le sue iridi
castane si fecero più scure e
liquide. “… non ho nessuna intenzione di
abbandonare un Avengers. Cap non è
qui, perciò me ne devo occupare io. Dimmi
cos’ha” disse secco.
Clint
deglutì rumorosamente e distolse lo sguardo.
“La
rigenerazione Asgardiana è qualcosa di miracoloso,
ma Thor non si sta svegliando lo stesso. I dottori dicono che il trauma
cranico
si sta riassorbendo e dovrebbe essere già sveglio a
quest’ora.
Forse
c’era una sostanza, in cui è entrato in contatto
a causa degli elfi oscuri, che lo sta avvelenando. Si pensa a
un’alterazione
perché è passato da un coma caldo a un coma
agitato” spiegò.
Tony
tornò al ripiano e vi appoggiò il proprio
bicchiere vuoto.
“Fortunatamente
Banner in questo momento è da me. Se
c’è qualcuno che può aiutarmi con delle
radiazioni galattiche è proprio il
dottore dal ragazzone verde”. Piegò di lato il
capo, grattandosi il pizzetto.
“Chi è il dottore che se ne occupa?”.
Aggiunse.
“Il
dottor Wilson” rispose Clint.
“Avverti
il dottor Wilson che sto per portare anche il
Dr. Strange, il miglior neurologo del paese.
Dimostriamo
che i soldi fanno la felicità. Se c’è
qualcuno che può capire se ci sono anche danni celebrali,
quello è lui” rispose
Tony.
**************
“Tranquillo,
ragazzone. La ‘cura’ è arrivata, Uomo di
Metallo sta per salvarti” sussurrò Tony. Si
piegò in avanti e posò un bacio
sulla fronte sudata di Thor.
Avvertì
dei passi alle sue spalle e comparve il guanto
dell’armatura sulla sua mano, creato dalla nenanotecnologie.
Loki
apparve con le mani alzate.
“Vengo
in pace” disse, la sua voce era rauca.
Tony
notò i suoi occhi rossi.
“Anche
lo S.H.I.E.L.D. ha buchi nella sicurezza, se
una Diva conquistatrice, con i vestiti di sua madre, se ne
può andare tranquillamente
in giro” sussurrò. Indicò con la testa
un tavolino. “Me lo aspettavo, trovi il
drink su quel tavolo” disse.
Loki
si massaggiò la spalla.
“Si
può davvero parlare di ‘cura’ o pensi di
esserla
tu?” domandò.
“Sì,
si può parlare di cura, visto che è
l’opera che
due medici, i migliori nelle loro categorie, stanno prestando per
guarire un
malato.
Al
momento stanno utilizzando i macchinari che ho
creato apposta per riuscire a svegliare tuo fratello.
Anche
se…” rispose Tony.
Loki
si sedette sul tavolo, fissando il proprio
riflesso deformato nell’alcolico.
“Anche
se?” domandò.
Stark
incrociò le braccia al petto e si appoggiò al
muro, leccandosi le labbra con espressione grave.
“La
vera cura per lui sarebbe sapere che ti sei
occupato di lui.
Temo
che il signore del martello non si ricordi
nemmeno chi è, se tu non gli sei accanto”
sussurrò.
Loki
bevve il drink in un sorso e sentì la gola
bruciargli.
<
Ha combinato diversi liquori midgardiani perché
sembrino quelli Asgardiani. Per essere un’imitazione, niente
male > pensò.
“Ho
hai paura di essere tu, per una volta, il principe
azzurro della bella addormentata dei fulmini? Se non è lui a
venirti dietro ti
spaventa?” lo stuzzicò Tony.
Loki
gli porse il bicchiere con un gesto stizzito.
Tony
si spostò, muovendo le mani davanti a sé.
“Dio
o non dio, non accetto le cose che mi porgono.
Sorry” disse. FerroVecchio si avvicinò con un
rumore sferragliante e, con la sua
mano robotica, prese il bicchiere dalle mani del dio
dell’inganno.
“Ti
dimostrerò che non temo niente, midgardiano
fastidioso” rispose Loki.
<
Grazie Stark per avermi dato una valida scusa
> pensò.
***********
Loki
osservò gli eccitanti che Strange iniettava a
Thor, Banner stava togliendogli le fasce.
Strange
aprì a forza un occhio di Thor e utilizzò una
piccola torcia grande un indice per controllare la reazione
dell’occhio.
“La
cura sta funzionando, si risveglierà a breve”
disse Strange sbrigativo.
<
Stark si è rivelato una sorpresa migliore di
quanto mi aspettassi. Non solo questo era il caso più
interessante della mia
carriera e il compenso il migliore pagamento, ma Tony è
anche affascinante.
Per
non parlare di come suona divinamente il
pianoforte > pensò.
“Però
sa-sarebbe meglio… che continuassi a
pa-parlargli” disse Banner con voce rauca, rivolto a Loki. Si
pulì gli occhiali
nella maglia con le mani tremanti.
Loki
gli fece un sorriso sincero.
“Dottore,
è venuto qui per salvare un amico. La
rispetto molto” sussurrò con voce sibilante.
Natasha
entrò nella stanza e vedendo Banner madido di
sudore, lo afferrò per un braccio.
“Venga
dottore, non vogliamo certo Hulk qui dentro”
disse secca.
Gli
occhi color smeraldo di Loki brillarono.
“Non
ha visto come il dottore arrossisce per lei.
Questa è la sua occasione di avere un lieto fine”.
Natasha sentì la voce di
Loki sibilarle nell’orecchio.
<
Hai deciso di affrontare finalmente il tuo
inferno per il tuo cielo?
Perché,
se è così, anch’io tenterò
di rendere Bruce il
mio nuovo orizzonte > pensò, uscendo dalla stanza.
Strange
vide Loki accomodarsi in una sedia ed uscì
silenziosamente.
Loki
afferrò la mano di Thor e si piegò in avanti,
sentendolo mugolare. Sorrise vedendo che il viso dell’altro
diventava più
roseo.
“Chissà
se sono davvero la tua cura, ma, comunque
andrà, questa volta sarò io ad occuparmi di te,
mio amato pentapalmo” sussurrò.
“Fra-tello…”
esalò Thor nel sonno, sorridendo.