Vedo il suo sorriso.
Riapro gli occhi. Continuo a vivere incubi, da sveglio o da addormentato. La mia vita è un incubo.
Tic toc: sono già le tre.
Mi tiro su, passandomi una mano trai capelli. Non valeva la pena rimanere a letto per pensare. Giro appena il volto, guardando la mia figura dallo specchio accanto al letto.
Vedo un uomo. I capelli scuri e disordinati, gli occhi verdi sono spenti. Ha delle occhiaie veramente profonde, la pelle è diafana, troppo per una persona viva. Non mi riconosco in quella figura e probabilmente non mi avrebbe riconosciuto neanche lei.
Tic toc: abbasso lo sguardo, coprendomi gli occhi con una mano. Quanto mi fa male la testa, dio.
Tic toc: Quanto odio questo dannato orologio.
Tic toc: Quanto ho amato questo dannato orologio.