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Autore: LightSnow    28/06/2018    0 recensioni
Come ha fatto Elisio a scappare dalle profondità della terra dove è stato sepolto con la sua Arma Suprema?
Ora che il suo destino è cambiato per sempre, che ne sarà di lui?
Ma soprattutto; si è unito al team RR così facilmente, senza che accadessero guai e drammi?
Giovanni gli avrà fatto una proposta che non potrà rifiutare, a discapito qualcuno del tutto inaspettato
Storia partecipante al contest di scrittura di Pokemon Millennium (sono la stessa autrice)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elisio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Fior d'Elisio                



                                                                                                                               Fior d' Elisio


L'ultima cosa che vidi fu quella parte di cielo che cercavo disperatamente di afferrare per salvarmi, vidi il sole diventare sempre più lontano, mentre la terra oscura mi trascinava giù con sè, fino a farmi sparire nelle profondità più remote e dimenticate. Le mie angosce si cristallizzarono nella mia mente, ferme e immobili, come i petali della mia Arma Suprema, ormai appassiti.
La consapevolezza della vita eterna era assordante, avevo raggiunto ciò che gli uomini hanno sempre ambito, in ogni epoca e in ogni luogo. Avrei dovuto essere al culmine della società, alla vetta del mondo per aver ottenuto un simile traguardo, di un mondo la cui bellezza sarebbe rimasta intatta per sempre, se solo fossi riuscito nel mio intento. E invece eccomi qui, sepolto sotto terra come la più infima delle creature, neanche i Dugtrio si avventurano così in profondità.
Eppure fremo; sento che non tutto è perduto. Provo quasi le sensazioni di un seme che viene infossato nella terra, che lentamente germoglierà e sboccierà nel fiore più bello. Un fiore squisitamente letale.
Quando un seme germoglia s'innalza per uscire dal terreno.
E qualcuno ora mi ha riportato alla luce.

 
< ...Dove... mi trovo? >
< Buongiorno mio carissimo Elisio! Ti sei svegliato finalmente! Ti trovi nella mia base di ricerca. I miei Excadrill stavano scavando nel terrenno quando uno di loro ti ha trovato e ti ha portato in superficie.  >
< Con chi sto avendo il piacere di parlare? >
< Uhh, ma che modi raffinati! Altro che quel volgarotto buzzurro del mio ex capo! Piacere, io sono Acromio. >
Quel tale che mi aveva liberato dalla mia terrosa prigione pareva essere un tipo tecnologico, con il suo camice intriso di marchingegni, i suoi occhiali professionali e il suo ciuffo moderno.
< Per quale motivo mi hai disseppellito? >
< In realtà non era mia intenzione disturbarti. Stavo conducendo delle ricerche per conto mio sulla misteriosa Arma Suprema di AZ. Riportare in vita persone e pokemon sarebbe un traguardo importantissimo per la scienza! E le vittime da sacrificare non mancano mai, per il progresso questo ed altro! Ma tu questo lo sai già bene, non è vero mio caro Elisio?
So cos'hai fatto. E sono uno dei pochi. Sai, per tutti eri un filantropo, un uomo dedito al bene altrui e all'avanzamento tecnologico con quel tuo gioiellino, l' Olovox.
Ma quelli che stanno ai vertici sanno quale genocidio volevi attuare. Volevi addirittura far fuori tutti i pokemon e le persone che non facessero parte del tuo team, il tutto per avere il tuo mondo personale, tutto per te. Con così pochi sopravvissuti avrei avuto poche cavie sulle quali testare i miei sperimenti, e usare i pokemon è così comodo, se fossi stato in te. Ma chi vi capisce a voi megalomani esaltati, uff.... >
Di sicuro Acromio è una persona egocentrica ed egoista, ha completamente frainteso la mia ideologia ed è parte della feccia che avrei dovuto cancellare.
< Sarà stato il fato a farci incontrare? Comunque mi è capitata una bella occasione tra le mani, vediamo di farla fruttare al meglio... >
I suoi occhi divennero languidi e socchiusi, mentre un sadico ghigno lo rese ancora più inquietante. Si leccò il labbro con la punta della lingua, come se stesse pregustando il sapore del mio sangue.
< Vedi, caro il mio Elisio... >
Per quanto avesse reso la sua voce melliflua e persuasiva, potevo intuire che quello non fosse un invito ma una minaccia.
< ... Noi due siamo entrambi uomini di scienza. E come tali abbiamo fatto scoperte, soprattutto in ambito tecnologico, molto importanti.... A me non interessa l'immortalità, la vedo come una condanna. Quel che m' interessa sono i risultati delle tue ricerche, la tua mente, se ti alleassi con me potremmo arrivare ai limiti della conoscienza umana! >
Menzogne. Acromio non punta al progresso per il bene di tutti. La sua brama egoistica di potere è viscida quasi quanto lui. Vuole solo sfruttarmi e usare il mio lavoro per i suoi piani personali. Glielo leggo negli occhi.
< NO! Io, Elisio, sono un uomo che ha valori e dignità, e non scenderò mai al tuo infimo livello di verme. Compirò la mia missione da solo e con le persone che io riterrò degne di seguirmi. > e con passo regale e a testa alta come il re dei Pyroar lasciai la stanza.







Mi guardai in una vetrina, neanche mi riconoscevo.
Barba incolta, capelli che superavano le spalle, la mia veste logora e sgualcita. Quasi mi rivedevo in AZ, ai tempi chissà quali sontuosi vestiti e che splendida corona portava, ora invece sembra uno zingaro. Mi tolgo i rimasugli di terra dai vestiti, mi stringo la cravatta e mi sistemo i capelli pettinandoli con le mani: sono pur sempre un uomo di classe, io.
Chissà quanti anni sono passati da quando quella ragazzina mi ha sconfitto, liberando Xerneas e Yvetal. Ora probabilmente sarà una donna adulta, forse anche madre.
Mi guardo in giro, la società è progredita di molto, e i sistemi ora esistenti sono molto più sofisticati e moderni dell'ultima volta che ho messo piede a Luminopoli. Ologrammi, rudimentali macchine volanti e schermi al plasma spuntano ovunque camminando per la città, ne sono affascinato.
Entrai nel mio bar per rinfrescarmi un po', ma il gestore appena mi vide cercò subito di cacciarmi via, dicendo che solo le persone con un certo tono potevano entrare lì, e i barboni non erano i benvenuti. Inutilmente dicevo che ero io, Elisio in persona, al suo cospetto, e nel MIO bar, che era una copertura per il mio nascondiglio segreto. Non volle sentire ragioni. Mi stava spingendo fuori, quando notai un gruppo di uomini che stava guardando la scena, e ne erano tutti turbati. Ma certo! Loro erano alcune delle mie ex reclute!
< Aspetti a cacciarmi di qui! Chieda a loro, quel gruppo mi conosce bene! Sono Elisio! >
Il burbero gestore si rivolse a loro.
< Ma chi? Quel pezzente? Mai visto! Ahaha, me ti pare che un tizio così può essere il grande Elisio? >
< Pace all'anima sua! >
< Ahh lui si che era un grande capo! >
< E di certo se fosse ancora vivo non sarebbe messo così male! Dai su vattene va, che non sei nessuno! >
< Ahaha, già, torna dal buco di culo da dove sei uscito, schifoso parassita lurido! >
< AHAHAHAHA! >
Rimasi impietrito. Come potevano non riconoscermi? Come potevano trattarmi così?  
< Senti... esci va, che qui fra poco ti tirano dietro le bottiglie >
Il gestore mi buttò fuori come un sacco dell' umido, e molta gente del locale che si era fatta prendere dalla vicenda mi lanciò dietro bottiglie, frutta, sassi, e qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, di tutto pur di farmi del male e ridere di me e di quanto fossi indifeso. Alcuni Litleo e Poochyena mi diedero la caccia finchè non mi riparai dietro un bidone dell' immondizia, non mi videro e se ne andarono.
Iniziò a piovere. Ero distrutto. Mi accasciai mollemente a terra, mentre la pioggia lavava via le mie lacrime e il mio orgoglio. Non importa quanto la società sia progredita, le persone vili, senza compassione e senza rispetto ci sono sempre state. Cambia il mondo che li circonda, ma gli uomini rimangono sempre gli stessi. La feccia c'era nei tempi di AZ, quando ero il capo del team Flare e anche adesso. Non c'è via d'uscita. O meglio, c'era, ma ormai è andata perduta in me, che avrei voluto propagare morte, e che invece ora sono il simbolo della vita che non finisce mai. Che ironia. E se prima almeno avevo un posto nella società, ora non appartengo più a questa. Non ho più nulla da perdere. Sono un re che ha perso la corona, ma ho ancora l' eternità davanti, e voglio assolutamente realizzare il mio piano. Anche se dovrò abbassarmi ai livelli di coloro che voglio distruggere. Per adesso mi servono, ho bisogno di loro.
Guardai il cielo uggioso.
In fondo, un fiore per crescere forte ha bisogno dell'acqua e del letame.






< Guarda guarda chi torna con la coda tra le gambe >
< Hai vinto Acromio. Lavorerò con te, ma solo se riuscirai a darmi i mezzi per il mio scopo. Intendo denaro, edifici, laboratori di ricerca... devo ripartire da zero. >
< Sai Elisio, sei un uomo pieno di sè, orgoglioso fino al midollo e hai manie di controllo. E nonostante tutto questo hai un ottimo tempismo. >
Mi sventolò sul naso una lettera, ormai non si usano più, e quando si usano è perchè c'è sotto qualcosa di losco e non si vuole essere intercettati.
La aprì.
Era da parte di un certo Giovanni, voleva che io mi unissi alla sua enorme organizzazione, i Rainbow Rokets, che nell'ombra stava reclutando tutti i capi dei vari team di ogni regione, uomini che come me avevano raggruppato sotto di sè schiere di uomini, pronti a combattere solo per difendere le loro idee. Anni e anni di duro lavoro, di reclutamento, di investimento di grandi capitali, di metodi per catturare i pokemon leggendari, di studio, tutto andato in fumo a causa di una manciata di ragazzini. Davvero frustrante.
Ognuno di noi ha provato a cambiare il mondo da solo, fallendo miseramente. Ma forse, insieme, riusciremo a schiacciare l'ennesimo ragazzino troppo intraprendente. Questa lettera trasuda speranza e potere. Devo accettare, voglio accettare, è la mia occasione per sbocciare. Ma considero anche gli altri capi come feccia. Troppo presuntuosi e ambiziosi, io devo essere l' unico sovrano di un nuovo mondo. Per gli altri c'è spazio sotto terra. Ma per ora ho bisogno di loro.
< Non pensavo che Giovanni, che per me è uno sconosciuto, venisse a sapere così in fretta della mia vicenda >
< Giovanni è proprio come Ghecis: ha una fitta rete d' informatori e sa subito ogni cosa che lo può interessare. E proprio come il mio ex capo non  sopporta il rifiuto: non voglio neanche pensare a quello che ci potrebbe fare se rifiutassimo la sua offerta, ma a differenza di Ghecis Giovanni ci va giù pesante... >
Vidi lo scienziato tremare e impallidire. Sapevo che Giovanni era un uomo senza scrupoli e crudele come pochi, ma il fatto che fosse riuscito a spaventare uno come Acromio la diceva lunga su di lui...
< Comunque ho ricevuto anch'io la lettera e mi unirò anch'io al team, saremo comunque colleghi. In fondo per un certo periodo sono stato anch'io uno di quei brutti cattivoni ahah >
Non risi.
< Preparati, domani mattina partiamo per Alola, dove si trova la sede dei Rainbow Rokets. >





L'aereo atterrò nel tardo pomeriggio. L'atmosfera di Alola era esotica ed estiva. Il clima caldo, le giornate lunghe, il mare cristallino e la flora rigogliosa ne facevano un paradiso terrestre. Preferisco la raffinatezza della mia Kalos, ma questa regione più selvatica e rustica non mi dispiace. Le persone del posto sono molto cordiali e amichevoli, e ci hanno fatto omaggio di una ghirlanda di fiori quando io e Acromio siamo atterrati ad Akala come benvenuto. Almeno qui non penso che sarò cacciato in malo modo da un bar, soprattutto perchè sono in compagnia di Acromio, che ispira fiducia a chi non lo conosce.
Sistemammo i nostri bagagli in un hotel lì vicino e finalmente ebbi un po' di tempo per prendermi cura di me stesso: mi tagliai la barba, andai dal barbiere e mi comprai dei vestiti nuovi: Elisio era tornato.
Sfilai per le lussureggianti strade della città a testa alta e con portamento regale, volevo essere ammirato. Mai più Elisio verrà trattato come uno scarto della società, sarà lui ad eliminare gli altri. Mi sentì ricaricato di un'energia dirompente, avrei potuto ruggire e il mondo si sarebbe prostrato ai miei piedi. Alcune persone mi guardarono con una certa riverenza, e ne fui lusingato: dall' alto dei miei due metri ho sempre fatto provare alle persone una sorta di muto rispetto nei miei confronti.
Sarà il clima, ma è risaputo che il sole fa crescere forti i fiori.
Ero pronto ad affrontare Giovanni.







Entrammo in un castello nero come il catrame, su cui spiccava lo stemma multicolore dei Rainbow Rockets. Giovanni questa volta ha voluto fare le cose in grande.
All'interno della nobile dimora era steso un tappeto rosso, mentre ai lati due candelabri davano un tocco vintage, che era subito distrutto non appena l' occhio guardava più avanti: due bodyguards equipaggiati con ogni sorta di sistema di difesa si paravano di fronte a noi, all'entrata della porta principale. Io e il mio compagno mostrammo le nostre lettere: una guardia impose ad Acromio di aspettare in una confortevole stanza per gli ospiti che si trovava subito sul lato sinistro, mentre l' altra mormorò qualcosa al microfono e mi scortò all'interno del castello. Vidi con la coda dell'occhio Acromio parlare animatamente con un altro strambo scienziato.
Il bodyguard non mi tolse gli occhi di dosso per tutto il tempo, e controllò ogni mio minimo gesto. Ero così importante per Giovanni? O semplicemente mi temeva?
Finalmente arrivammo davanti a un enorme portone d'avorio con delle insenature vermiglie, che contrastavano con il nero dilagante del palazzo. Nel centro del portone predominava una enorme R scarlatta, l'unica di questo colore. Davvero buon gusto. Se al suo posto ci fosse stata la fiammeggiante F del mio team sarebbe stato ancora meglio.
L'omaccione si fermò al lato del portone, e mi intimò di aprirlo.
Entrai.
Davanti a me c'era uno sfizioso salotto accessoriato con ogni comfort: poltrone di velluto regolabili, un caldo camino, la vista spettacolare delle enormi vetrate, un tavolino di cristallo e una serie di vini pregiati sistemati sulla parete. Infine, seduto sulla poltrona più grande, accanto al prezioso Persian per il quale è diventato famoso, vidi il proprietario di tutto questo: Giovanni.
Mi guardò con un'insolita benevolenza negli occhi, bevve un sorso dal suo calice di vino e m'invitò ad accomodarmi.
< Buonasera Elisio. Prego, accomodati. Questa poltrona sarà sicuramente più accogliente di tutta quella terra in cui sei rimasto imprigionato per anni. >
< Ti ringrazio, Giovanni. Anche se io non so quasi nulla sul tuo conto, so che tu conosci molte cose di me, e saprai anche che il mio passato è rimasto sepolto per sempre sotto quelle macerie. Io ne sono uscito e sono un uomo nuovo. >
< Davvero interessante questa tua crescita personale. Ma, vedi, del passato non ce ne si libera mai davvero, si può provare a scappare, ma alla fine gli uomini ricadono sempre nella loro natura. Guarda me, dieci anni fa ho creato il team Rocket, e nonostante tutti gli impedimenti che ci sono stati, ora sto creando il team più forte di sempre. Mi sembra più che sufficiente come esempio. >
< Se mi hai fatto chiamare con così tanta urgenza e mi tratti con tutto questo riguardo immagino che tu debba chiedermi un grande favore >
< Hai centrato subito il bersagio, ottimo. In fondo eri anche tu un capo di un team. Ebbene si, per farla breve, ho bisogno di te. Voglio che tu azioni uno speciale prototipo dell' Arma Suprema. Solo tu sei in grado di azionarla. I miei informatori non riescono a rintracciare AZ, quindi l'unico che può attivarla sei tu. >
Sgranai gli occhi.
< Quindi tu vuoi... >
< L' IMMORTALITA'! >
Balzò in piedi, e strinse il bicchiere fino a romperlo.
< Voglio ciò che tu sei riuscito a raggiungere! Voglio la vita eterna! Elisio, dammi ciò che mi renderà invincibile! >
I pezzi di vetro gli stavano lacerando la mano, e qualche goccia di sangue stava colando giù, mentre i suoi occhi e il suo ghigno sgranato mi tennero incollato alla poltrona.
< In cambio, Elisio, ti darò un Ultramondo. E' un universo raggiungibile grazie a una particolare Ultracreatura.  Lì potrai creare da zero il tuo mondo ideale, il mondo che hai sempre voluto! >
Mi brillarono gli occhi. Finalmente avrei avuto l'occasione di una vita, la possibilità di creare un mondo di persone giuste e di buon cuore, che si sarebbero divise le risorse equamente, senza conflitti, e senza motivo di conflitto, perchè non ce ne sarebbero stati. Nemmeno i pokemon. Fu questo quel che pensai quando Giovanni mi spiegò tutta la storia delle Ultracreature e mi accertai che avrebbe pagato la sua parte con un'Ultramondo, sterminando le Ultracreture al suo interno per renderlo abitabile.

< Giovanni, mi sono confrontato con il mio collega e il prototipo dell' Arma Suprema è stato completato grazie alle conoscienze del signor Acromio. Anche le cavie da sacrificare sono pronte. Se volete seguirmi, possiamo subito testarla, grazie anche all'esperienza del signor Elisio. >
L'uomo che aveva parlato era lo stesso scienziato che stava parlando con Acromio nell'altra stanza. Di sicuro si saranno scambiati qualche informazione succosa e si saranno trovati, anche questo tizio con degli strani occhiali verdi sembra avere le stesse intenzioni di Acromio. Chiamatelo intuito.
< Grazie Vicio. Elisio, cosa hai deciso? Azionerai l'Arma Suprema e mi donerai l' immortalità, in cambio della realizzazione del tuo sogno? Oppure rifiuterai conscio delle conseguenze? >
< Per quanto detesti persone senza scrupoli nè valori come voi, ambisco al mio obiettivo più di qualsiasi altra cosa. Voglio la gloria e la felicità che mi spettano. Accetto. >
Lo sguardo di Giovanni si accese di un' inquietante soddisfazione, mentre quel Vicio rideva sotto i baffi. Può sembrare assurdo, ma in quel momento avevo più paura dello scienziato che del più grande boss mafioso. Sarà la mia esperienza con Acromio o il mio intuito, ma so che al peggio non c'è mai fine, e qui non so chi mi disgusti di più. Ma ho giurato che per raggiungere il mio obiettivo avrei nuotato nella feccia. E io sono un uomo che mantiene la parola data.




Entrammo in una stanza enorme. Io mi sedetti sul trono, e vidi il comando da tirare non appena mi fosse stato dato l'ordine di farlo. Giovanni era protetto da una speciale tuta tecnologica (probabilmente realizzata da Acromio viste tutte le somiglianze) che lo avrebbe protetto da radiazioni pericolose. Eravamo separati da un vetro anti proiettile da Vicio e Acromio, che con un'equipe di scienziati d'élite stavano controllando che tutto fosse al suo posto, che i parametri fossero regolari e che l'atto si fosse compiuto senza intoppi. Nelle profondità erano stati catturati nuovamente Xerneas e Yvetal: il primo avrebbe dovuto togliere la vita alle vittime da sacrificare e il secondo avrebbe dovuto donare la vita eterna a Giovanni. E a proposito di vittime, coloro che erano state scelte per questo ingrato compito erano un ragazzo e i suoi pokemon, che erano stati immobilizzati con rudimentali catene in una piccola area, affinchè non potessero scappare, e sopra di loro si apriva un tubo che, grazie al potere di Yveltal, gli avrebbe risucchiato l'energia vitale, mentre un altro tubo conduceva a Giovanni, che grazie a Xerneas avrebbe ottenuto la vita eterna in cambio.
Guardai i condannati al patibolo.
Vidi un Carracosta, un Vanilluxe, un Archeops, un Klinklang e uno Zoroark che si dimenavano nel vano tentativo di liberarsi, nel panico più totale.
Il loro allenatore invece non si era fatto prendere dalla paura e cercava di tranquillizzarli.
Stava sussurrando qualcosa a quelle creature.
Proprio come se potesse parlare con i pokemon.
Nel laboratorio, separato da noi dal vetro anti proiettile, vidi entrare un uomo imponente e abbastanza avantti con l'età. Aveva i capelli verdi e lunghi, gli occhi di un rosso sanguinario e una strana veste che gli raggiungeva le caviglie.
Vide il ragazzo e ghignò compiaciuto: < Ora non ti potrai più intromettere nei miei piani, N. >
< Padre! Guarda dove la sete di potere ti ha portato! Sei così consumato dal tuo desiderio che sei arrivato a supportare degli assassini! >
< E si sarebbe potuto evitare se solo tu avessi accettato il tuo incarico da re. Il tuo trono impolverato è un relitto come tutto il castello del team Plasma: non lo hai mai accettato, eppure ora stai per fare la sua stessa fine. E' il tuo destino. E' il mio volere. >
< Guardati attorno, Ghecis! Osserva il mondo che hai intorno! Non è ai tuoi piedi come pensi!
Il tuo obbiettivo era governare Unima, e visto che è fallito ti sei unito a uomini ancora più crudeli che hanno il solo scopo di far soffrire persone e pokemon.
Questo mondo appartiene a tutti i suoi abitanti indistintamente, e il vostro egoismo non riuscirà mai davvero a prevalicare. Ognuno di voi, capi dei team, è stato sconfitto una volta, e verrà sconfitto nuovamente, perchè gli ideali di pace, di fratellanza, di amore resteranno sempre vivi in ogni uomo, in ogni pokemon, e voi non riuscirete mai a distruggerli.
E non importa se voi con le vostre menzogne convincerete gli altri a diventare criminali per soldi, a espandere la terra, a ampliare i mari, a distruggere universi, a diventare dei sovrani o a compiere dei genocidi, perchè la verità uscirà sempre allo scoperto alla fine. E la verità è che coloro che vi hanno sempre supportato, dalle reclute ai generali, hanno capito che i vostri desideri sono puramente egoistici, e vi hanno abbandonato. Adesso voi siete qui, da soli, e ancora non avete capito che quello che fate va contro gli ideali e la verità di ogni essere vivente, per questo siete destinati alla sconfitta eterna! >
Rimasi senza fiato.
In un solo discorso aveva bruciato le mie convinzioni e quelle di ogni altro capo, e ci aveva mostrato per ciò che eravamo davvero: cenere.
Tremavo. Stavo vacillando sempre più. Che le sue parole fossero vere? Che fosse il nostro egoismo indiscriminato la causa della nostra rovina? In fondo, stavo guardando un padre che aveva dato il consenso per l'esecuzione del suo stesso figlio solo perchè non fosse d'intralcio. Non era estremo? Io e tutti noi ci eravamo spinti troppo oltre? Se avessi davvero attuato il mio piano mi sarei sentito così, sarei sprofondato così in basso?
NO! Nessun rimpianto, nessun ripensamento. Ghecis e gli altri sono feccia, devo ricordarmi che sono in mezzo a loro, di sicuro nel mio mondo i valori citati da N ci sarebbero stati. E' un ragazzo così puro, è così sporca la sensazione che provo nel doverlo uccidere. Di sicuro sarebbe stata una persona degna. Però se mi ha paragonato alla feccia vuol dire che mi considera come tale, non è d'accordo con me, e io non posso tollerare il dissenso.
La sua vita e la sua morte sono entrambe in mano mia.
Cosa devo pensare, cosa devo fare?




                                                                          ***


Elisio non se ne accorse, visto il delirio psicologico in cui versava, ma lo Zoroark di N si era trasformato in un minuscolo Joltik, e si era infiato nel tubo che collegava il suo allenatore e i suoi compagni a Xerneas. Cosa che non era sfuggita nè a Vicio nè ad Acromio, che osservarono il piccolo ragno elettrico infiltrarsi, sapendo perfettamente cos'avrebbe combinato. Il piano che N aveva suggerito al suo pokemon poco prima fu un improvviso colpo di fortuna per i due scienziati, che ghignarono sotto i baffi.


                                                                           ***

Mentre ero in balia dei miei pensieri contrastanti e non sapevo se anteporre convenienza alla nobiltà d'animo o viceversa, la discussione tra Ghecis e N era alle battute finali.
< Tsk, e ti mostri così convincente solo ora? Se ti fossi fatto vedere così sin da Quattroventi non saresti stato una delusine su tutta la linea. La tua tesi sarebbe stata più forte se avessi avuto almeno Reshiram al tuo fianco, e invece è partito per chissà dove lasciandoti solo, dando l'opportunità al Trio Oscuro di catturarti. >
< Ha sentito che Zeckrom e Touko erano nei guai, ma a quanto pare l'aiuto disinteressato è impossibile da concepire per te. >
< Tsk, ho sentito abbastanza. Giovanni, hai il mio permesso per farlo fuori. >
Giovanni, nella sua tuta insonorizzata, di tutto questo aveva sentito solo l'ultima frase, perchè ripetuta da uno degli scienziati al microfono.
Subito sentì la voce di Giovanni nel mio auricolare: < Procedi. >
< GROOOOOHHHWWW! >
Cos'era stato?!
Vidi tutti gli scienziati correre da una parte all'altra in preda al caos totale.
La voce ansiosa di Vicio ci diede un indizzio: < Giovanni, signor Elisio, i nostri computer si stanno disattivando uno dopo l'altro! Pare che ci sia un intruso che abbia liberato un pokemon leggendario, ma non sappiamo quale! >
Vidi N sorridere rincuorato: per lui e i suoi pokemon c'era ancora una speranza. Infatti se il pokemon liberato fosse stato Yveltal avrebbe avuto salva la vita, perchè il pokemon non gliel'avrebbe tolta una volta scarcerato.
Ma nel caso in cui il suo pokemon avesse liberato Xerneas, le speranze di sopravvivere sarebbero state pari a zero. Vidi in quel momento che il suo Zoroark era sparito. Ma certo! Di sicuro si era trasformato in modo che non potessimo vederlo ed era lui l'intruso! Ora di sicuro starà distruggendo ogni cosa con gli artigli della sua forma originale a giudicare da tutti questi rumori, ed è riuscito a liberare un leggendario!
< Sbrigati Elisio! Aziona quella leva prima che quel dannato pokemon mandi all'aria tutto! Lo avrà pure liberato, ma quel pokemon è pur sempre in quella stanza, e se azioni subito il comando andrà tutto bene! >
Avvicinai con riluttanza la mano al comando, e lo afferai con decisione.
Il mio palmo spingeva in avanti la leva, mentre le mie dita  la tiravano indietro.
Dentro di me si stava scatenando una tempesta di emozioni devastanti: avrei dovuto uccidere N, un ragazzo con valori e nobili propositi nei quali mi rispecchiavo o avrei dovuto tenere in vita una persona che mi considerava feccia e che sarebbe stata una minaccia per tutta l'organizzazione?
La voce di Giovanni che urlava di muovermi, la confusione degli scienziati, i rumori dei due pokemon che stavano distruggendo ogni cosa, il volto speranzoso di N.
Il tempo si fermò.
Il mio egoismo e i miei ideali l'ebbero vinta su di me ancora una volta.
E io spinsi la leva.



Fummo inondati da un polverone a causa dello Zoroark che aveva scavato in superficie ed era riemerso proprio nel momento fatilico, nè io e Giovanni e nè gli scienziati avevamo visto quello che era successo.
Sperai in cuor mio che il pokemon illusionista avesse liberato Yveltal, e che quel giovane fosse ancora vivo. L'avrei potuto prendere sotto la mia ala e fargli capire meglio le mie intenzioni.
Una figura imponente si intravedeva in mezzo al polverone. Cercai di capire dove fossero le sue ali, cercavo di ritrovare la sagoma di Yveltal.
D'un tratto, il polverone cessò, e lo vidi.
Xerneas.
Scesi dal mio trono e iniziai a correre verso N.
Era per terra, immobile.
E come lui, tutti i suoi pokemon.
L'avevo ucciso.
Li avevo uccisi tutti.
E' questo quello che si prova quando si uccide una persona? Questo misto d' incredulità, angoscia, tutto sembra così assurdo e irreale. E io volevo addirittura uccidere un'intera specie? E' davvero questo il mio ideale?
Mi sentivo sospinto da una tempesta, impossibile per me agire o oppormi al briciolo di vera umanità che ormai pensavo aver perso per sempre.
Stavo sbocciando, ma queste raffiche cercavano di sradicarmi.
Mi chinai sul giovane, le mie dita si posarono sul suo viso e lo voltarono delicatamente verso di me.
I suoi capelli verde prato incorniciavano un viso ormai cadaverico, che aveva perso la grinta di qualche istante prima, i suoi occhi, che prima guizzavano determinati e pieni di energia vitale, ora erano vitrei e immobili. Le mie certezze non furono mai così in bilico come in quel momento.

Mentre pensavo a tutto ciò Xerneas e Zoroark riuscirono a fuggire, e a causa di tutti i danni subiti dai macchinari, presto anche Yveltal riuscì a scappare per sempre.
Giovanni invece era al culmine della furia: dato che Xernes era stato liberato, non aveva ottenuto la vita eterna.
< Maledizione! Tutto questo, tutti questi sforzi e tutto questo denaro speso per nulla! >
Diede un calcio al corpo inerme di N, che venne scagliato via.
< Non mi sei servito a nulla! Schifoso moccioso, hai voluto essere una palla al piede fino alla fine! Tu e i tuoi merdosi pokemon! >
< Tsk, tipico di quell'incapace. Neanche in punto di morte sei riuscito a darmi soddisfazioni. >
Dopo aver sputato questo velenoso giudizio, Ghecis uscì dalla sala, urtando inavvertitamente il pulsante del microfono che ci fece sentire tutto quello che si sentiva lì dall'altra parte del vetro.
< Davvero un peccato, Acromio, il piano improvvisato di N ci avrebbe permesso di far fuori Giovanni. >
< Tranquillo caro Vicio, ci saranno altre occasioni per attuare il nostro piano. Peccato però, in fondo questo prototipo non avrebbe mai permesso di ottenere la vita eterna. Ma Giovanni avrebbe creduto il contrario, avrebbe abbassato la guardia, e l'avremmo fatto fuori. Non si merita di essere a capo di un'organizzazione simile: ha fatto il suo tempo, ora deve togliersi dai piedi e lasciare posto a delle vere e geniali menti criminali come le nostre! >
Vicio stava per annuire soddisfatto quando, con un'espressione terrorizzata, ci indicò, e a giudicare dalle nostre facce, capì che avevamo sentito tutto. Acromio si girò, sgranò gli occhi, restò immobile per qualche secondo e subito scappò via.
Aveva il terrore di affrontare Giovanni.
E faceva bene.
Al suo posto avrei corso a perdifiato come un pazzo, fregandomene dell'aria che bruciava nei polmoni, avrei corso più veloce della luce pur di non dover affrontare Giovanni.
Questi infatti sembrava il demonio in persona, lo guardai in faccia e me ne pentì subito dopo.
Digrignava i denti furioso, le sue vene pulsavano in rilievo dalla fronte, i suoi occhi spalancavano le porte dell'inferno.
< ACROMIOOO!!! 
 CORRI FINCHE' PUOI, DANNATO TRADITORE! GUARDIE, PRENDETELO E AMMAZZATELO! E CATTURATE VICIO! >



Passarono alcuni giorni. Giovanni mandò dei sicari a uccidere Acromio ma questi non lo trovarono. Vicio venne preso in custodia, sorvegliato h24, Giovanni non poteva permettersi di ammazzarlo, vista la grande conoscienza di quest'uomo di Alola e degli Ultramondi. I corpi di N e dei suoi pokemon vennero gettati in mare.
Per quanto riguarda me, venni chiamato dal grande boss nel suo ufficio.
Quando entrai, non solo Giovanni, ma anche Ivan, Maxie, Cyrus e Ghecis si paravano dinanzi a me.
< Ho saputo che la morte di N ha fatto vacillare le tue convinzioni, Elisio. >
< Proprio così: quel giovane aveva una nobiltà d'animo che non avevo mai visto in altre persone. Era degno di partecipare al nuovo mondo che volevo costruire. E io l'ho ucciso. Ora non so se rinunciare a tutto quello a cui ho sempre creduto davanti a quello che ho provato nel vederlo morire o se proseguire a testa bassa nonostante ciò, e seguire l'obbiettivo che mi sono sempre prefissato. >
< Ebbene... ora più che mai ho bisogno di alleati fedeli. Il mio scopo ora è convincerti a stare dalla nostra parte, e quindi a seguire il tuo obiettivo. >
< Non devi dare così tanta importanza a quello stupido inutile. L' ho educato io, non ha mai pensato davvero nessuna di quelle cose. Era un semplice burattino senza valore. Non era così nobile come pensi. >
< Davvero, Ghecis? >
< Inoltre non puoi rinunciare alle tue aspirazioni per colpa di un futile essere umano. Per raggiungere la perfezione devi eliminare ogni forma d'inutile compassione. > asserì freddo e distaccato Cyrus.
< Hanno ragione! Molti cercheranno di ostacolarti, anche in questi modi, ma tu devi aver fede nel tuo scopo! > disse deciso Ivan.
< Inoltre per arrivare dove sei ora avrai fatto dei sacrifici notevoli. Sei sicuro di voler mollare tutto ora che sei così vicino al successo? > chiese puntiglioso Maxie.
< E infine, io posso far realizzare il tuo sogno. Ho i mezzi, e il tuo mondo è a portata di mano.Ce l'ho qui, pronto per te. Lo vuoi? > confermò magnanimo Giovanni.
Avevano ragione. Avevano tutti ragione.
Che mi era preso? Buttare via tutto per un ragazzo morto? Mai e poi mai! Ora non avevo più dubbi, ogni esitazione era cancellata per sempre.
< Si, lo voglio e lo avrò. Giovanni, oggi entro ufficialmente nel team Rainbow Roket. >
Finalmente, dopo tutto quello che avevo passato, stavo per fiorire, il bocciolo si era aperto e i miei petali si sarebbero mostrati in tutta la loro bellezza. Ma è una bellezza letale, che ucciderà ogni cosa attorno a sè, e sarà l'unica a sopravvivere e a spargere i suoi semi in nuovo terreno, in un nuovo mondo.
L'Ultramondo che mi spetta è il mio sole, e più tendo a questo, e prima i miei petali si apriranno.

                                                         ***

Che povero illuso era Elisio. Pensava di fiorire dopo tanta sofferenza, senza aver capito che fin dall'inizio è stato un seme marcio. Il suo egoismo lo ha incatenato nel terreno, e per quanto si tenti di far germogliare qualcosa di morto, il fiore non sboccerà mai. Il suo egoismo è stato la causa del suo fallimento e lo sarà anche nel futuro.
Elisio voleva fiorire, ma sboccerà solo un fiore morto, che s'illude della bellezza dei suoi petali quando ormai li ha persi tutti.
Elisio voleva seminare morte, ma come un  fiore appassito è destinato ad aspettare la propria fine, così Elisio è destinato ad aspettare la propria sconfitta eterna.
Elisio non poteva morire, semplicemente perchè dentro di sè era un seme già morto.





   
 
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