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Autore: Tima_Las    02/07/2018    0 recensioni
"Acqua.
Tanta acqua.
Tanta acqua illuminata d’arancio; il sole che colpiva di striscio la cresta dell’onda prima che questa si scagliasse contro la roccia sotto all'elfo seduto in cima ad essa."
Il principe di Bosco Atro torna nella terra di mezzo diversi anni dopo la sua partenza per Valinor.
Troverà un mondo nuovo, completamente cambiato: intrighi, sotterfugi, nuovi elfi, vecchie storie taciute...e amori.
Genere: Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Eldarion, Elfi, Elrond, Glorfindel, Legolas
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 1
 
Acqua.
Tanta acqua.
Tanta acqua illuminata d’arancio; il sole che colpiva di striscio la cresta dell’onda prima che questa si scagliasse contro la roccia sotto all'elfo seduto in cima ad essa.
Una volta giunto a Valinor Legolas aveva preteso, nonostante il suo retaggio, di non alloggiare assieme agli altri nel sontuoso palazzo dedicato ai reali dell'ultima era, ma isolato sulla cruna di una scogliera, in una piccola casa di legno con finestre su ogni lato così che potesse sempre scorgere il mare.
“Che cosa fai ancora lì fuori?” disse una voce dietro egli, sulla soglia della porta, cogliendo di sorpresa.
“Valar Gimli, torna a letto.” esclamò Legolas alzandosi di colpo.
“Un vecchio nano che spaventa un elfo...devi essere davvero preoccupato se non mi senti arrivare.”
“Si, sono preoccupato per te. Hai sentito Lord Elrond, devi riposare.” disse avvicinandosi e voltandolo posandogli una mano sulla spalla.
“Lord Elrond vuole farmi riposare da più di vent’anni!”
“Vuole che tu stia bene.” rispose l’elfo accompagnandolo a letto “Ti preparo qualcosa di caldo da bere.”
“Dammi una pinta di birra.” borbottò il nano sedendosi sul morbido materasso.
“Non credo proprio...” sorrise l'elfo lasciandogli una pacca sulla spalla mentre gli sistemò la coperta assicurandosi che fosse ben coperto e che le finestre fossero chiuse. Si voltò subito dopo prendendo una pentola e riempiendola d'acqua.
Il nano lo guardò affaccendarsi nella piccola cucina che l’elfo aveva imparato ad utilizzare per aiutare il nano prima che per se stesso.
“Tu stai aspettando che io muoia...” mormorò il nano sapendo di essere ben udito dall'amico; da elfo il suo udito era comparato, se non superiore, alla sua vista sopraffina.
“Ma che stai dicendo? Non è vero...”
“Oh si...fissi il mare da settimane.” rispose tossendo, si coprì la bocca con la mano serrando gli occhi avvertendo pochi momenti dopo uno un panno coprirgli le labbra.
“Sto bene!” esclamò spostando la mano dell'altro in un gesto colmo d’ira e carico di rassegnazione alla fine ormai vicina "Scusa..."
“Non stai bene...” sussurrò l’elfo.
“Che cosa fai lì fuori ogni giorno?”
“Nulla...”
“Legolas...”
“Nulla ti dico!” sospirò l’elfo “Tutto quello che conta è qui a Valinor dal momento in cui abbiamo deciso di partire.”
“Per me...non per te.” rispose il nano stendendosi sul cuscino prendendo un lungo respiro “Sono rimasto solo io...tu...no...” disse guardandolo negli occhi “Che cosa c’è?”
“Non sento più mio padre...” ammise Legolas sottovoce.
“Fa male?”
Il principe lo guardò, colto di sprovvista da quella domanda.
“Ho imparato qualcosa stando con gli elfi, sai?”
“Non fa male...” ammise l’elfo.
“Allora non è morto...”
“No, non lo è...” annuì Legolas alzandosi spostando la pentola dal fuoco e versandone due tazze in un infuso che aveva già sistemato al loro interno e porgendone una al nano che afferrò lentamente, le mani di un anziano.
“Domani vado da Lord Elrond...sono sicuro avrà un letto per un povero nano morente.”
“Ma che dici?”
“Legolas! Non iniziare, sapevi benissimo già dall’inizio che sarebbe successo. Ti avevo detto di non affezionarti a me!” disse sorridendo provocandogli un piccolo sorriso “Devi andare Legolas...”
“Non si torna indietro da Valinor...”
“Neanche per amore?”
“No...” rispose sottovoce voltando il manico della tazza da una mano all'altra.
“Sicuro? Mi sembra che qualcuno ci abbia provato e ci sia riuscito.”
“Glorfindel è pazzo e non vale come esempio.” rispose Legolas sbrigativo.
“Si, ma c’è riuscito...” disse portandosi la tazza alle labbra.
“La mia risposta è no.” rispose l’elfo sedendosi sul bordo del letto.
“Tuo padre ha bisogno del tuo aiuto...o magari no, ma credo ne abbia bisogno...e tu non devi vedermi morire.” affermò il nano.
“Ho giurato che sarei stato sempre al tuo fianco! Fino alla fine!”
“Las...” sussurrò chiamandolo col soprannome che da anni gli aveva trovato “Non siamo più in guerra, mi hai già donato più anni di quelli che avrei mai sperato nella terra di mezzo...basta...ti stai solo impegnando a trovare una scusa per non partire.”
“Perché dovrei?”
“Perché le tue credenze ti bloccano...non faresti nulla di male partendo...ripetilo...”
“Non posso...”
“Puoi invece.” disse prendendogli la mano “Prepara la mia sacca, domani vado da Lord Elrond.”
Legolas lo guardò abbassando poi il viso.
“No, non...non domani...”
“Ricorda tuo padre...non rimandare...”
“Non sto rimandando...ho bisogno di una nave. E qui da solo, finché non la trovo, non ci torno.” disse sincero guardandolo negli occhi.
“Bravo ragazzo.” sorrise il nano “Vai da Glorfindel...”
“No...”
“Vacci! Lui sa cosa fare. Principino ti serve un esperto di fughe in questo.” sorrise Gimbli tossendo poco dopo.
“E va bene, va bene ci vado! Basta che non ti sforzi!” disse prendendogli la tazza dalle mani fino a quando la tosse non si acquietò di nuovo.
“Grazie...” sussurrò quando glie la rimise fra le mani.
“Bevi, è caldo e ti calmerà la tosse.” disse accarezzandogli il braccio.
   
 
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