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Autore: Alchimista di Neve    03/07/2018    2 recensioni
Molto semplicemente, colonnello e tenente si sono sbarazzati per una sera dei propri gradi militari e sono usciti insieme a cena.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- È da molto che aspetta, Colonnello? –
Riza era scesa in strada quando mancavano tre minuti alle otto. Roy per qualche istante rimase stordito dall’eleganza che la donna esibì unitamente alla sobrietà che la contraddistingueva: si concesse un istante per rimirarla nel suo abito nero, che le disegnava il profilo sinuoso ed esaltava il biondo chiaro dei suoi capelli, e notò che ai lobi indossava due orecchini lunghi con frange di brillanti. Le sue spalle erano avvolte in un bolerino abbinato al vestito, e in mano stringeva una pochette nera.
- N-no, sono appena arrivato. – mentì il colonnello faticando a guardarla negli occhi, tanto preso com’era dalla sua bellezza a tutto tondo. Le aprì la portiera per farla accomodare al posto del passeggero, e dopo che lei ebbe tirato dentro l’ultimo lembo la richiuse, prima di fare il giro dietro l’auto tirando un forte sospiro: sarebbe stata un’impresa ardua resistere alla tentazione.
 
Riza era salita altre volte in macchina con il colonnello, il più delle volte temendo per la propria incolumità considerate le doti automobilistiche del suddetto; in quell’occasione, invece, si sentiva a disagio per altri motivi, vuoi perché non aveva la sua pistola d’ordinanza, vuoi perché la vicinanza col colonello le sembrava più una questione emotiva che di spazio.
- Allora, - Roy ritrovò la propria spavalderia – Visto che stasera siamo in libera uscita, lasciamo perdere cose come “sissignore”, “tenente”, “colonnello” e simili, d’accordo? –
Riza accennò un ghigno dal lato del finestrino, in modo che lui non lo notasse: - Sissignore. –
Lui sbuffò divertito e scosse la testa.
- La sto prendendo in giro, Roy. Non sono così seriosa, dovrebbe saperlo. –
Lui alzò un dito per riprenderla: - E… diamoci del tu. –
Lo osservò, lui incrociò brevemente il suo sguardo per riportare l’attenzione alla strada, poi con un sorriso sereno lei rispose: - Come vuoi. –
 
Roy poteva sentire il fumo uscirgli dalle orecchie, travolto dalle emozioni che il sorriso di Riza gli provocava: sul lavoro, e in generale negli ultimi anni, era raro vederla sorridere in modo così genuino e sincero. Se non avesse dovuto concentrarsi sulla guida, sarebbe rimasto a guardarla per ore.
- Allora, hai sentito gli Elric in questi giorni? – rompere il ghiaccio con un po’ di pettegolezzi gli sembrò una buona idea.
- Non i due fratelli, ma Winry mi ha telefonato giusto ieri. – rispose Riza guardando fuori dal finestrino – Alphonse si sta riprendendo bene. –
- Quei ragazzi sono veramente d’acciaio… - commentò Roy, con sommessa ammirazione. Pensò per un momento a Edward e Alphonse Elric, a come nel tempo aveva imparato a vederli come figli, poi volò con la mente all’idea di una famiglia, a quello che un uomo della sua età avrebbe dovuto iniziare a crearsi già da tempo: in quell’idea vedeva chiaramente gli occhi di Riza. Si riscosse dal flusso dei pensieri che rischiava di sopraffarlo: cha fervida immaginazione si ritrovava!
- Già. – Riza sorrise a un ricordo distante che sembrava fluttuare fuori dal finestrino – Dovremmo andare a trovarli, uno di questi giorni. –
Lasciarono che il silenzio si sedimentasse nell’abitacolo come la sabbia in una clessidra. Erano talmente abituati a dare e prendere ordini che si erano dimenticati come rapportarsi tra loro come persone comuni, sebbene con i rispettivi conoscenti non avessero queste difficoltà.
Roy interruppe di nuovo la stasi che si era creata tra di loro: - Hai ricevuto missive di ricollocamento o di promozione, ultimamente? –
- No, sono ancora tenente con la carica di assistente personale del Comandante Supremo. Tu? –
- In via ufficiosa Grumman mi ha accennato a una promozione a brigadiere generale. – un sorriso mesto gli si dipinse sulle labbra, non a caso.
- Congratulazioni. – Riza fu cauta nel pronunciare quella parola, come se stesse camminando su un campo minato, ma a Roy suonò semplicemente dolce e premurosa.
- L’importante è che non mi tenga troppo a lungo lontano dalla mia tenente. –
Non ne fu sicuro, ma gli parve di vederla arrossire lievemente.
 
Quando arrivarono al ristorante e Riza fece per aprire la portiera, Roy la interruppe a metà del gesto, riservandosi la galanteria di occuparsene lui. Lei scese e dopo che lui ebbe richiuso lo sportello lo prese sottobraccio; quel semplice atto le fece avvampare le guance: le sembrava di volare, e si scoprì restia a tornare coi piedi per terra. Quando si recarono a reclamare la propria prenotazione, il concierge li fece accomodare a un tavolo circolare nell’area non fumatori, in un angolo lontano dal resto della clientela. Ancora una volta Roy si comportò da gentiluomo e le spostò la sedia per farla sedere.
- Cosa vi porto da bere, signori? –
- La migliore annata di prosecco, e... – Roy si girò verso Riza, portandosi più sotto con la sedia - Acqua naturale o frizzante? –
- Naturale, per favore. –
Il cameriere si allontanò, lasciando i due da soli a studiare il menù. Riza doveva ammettere almeno a se stessa di non avere una gran fame, lo stomaco le si era contratto per il nervoso e guardare l’elenco delle portate non faceva che darle la nausea.
- C’è talmente tanta scelta che penso ti lascerò decidere anche per me. – con quella frase si sbarazzò della responsabilità di scegliere il proprio piatto. Non era schizzinosa, qualsiasi cosa sarebbe andata bene.
- Ah, allora dovrò scegliere bene! – commentò Roy con un sorriso, che Riza ricambiò. Pur tenendo sollevato il menù contro lo spigolo del tavolo, aveva lasciato che il proprio sguardo si posasse su di lui, vedendo per la prima volta quello che probabilmente vedevano tutte le donne con cui era uscito. Provò un moto di stizza a quel pensiero, ma lo ricacciò per lasciare il posto alla preoccupazione per il loro incontro; dopotutto erano ancora superiore e subordinata, e qualsiasi rapporto che non fosse professionale non era ben visto all’interno dell’esercito. Un velo di tristezza le adombrò il viso, ma lo dissimulò non appena il cameriere arrivò a portare il bere e a prendere l’ordine.






Angolo autrice: ecco il secondo capitolo! Aspettatevi un terzo :3
   
 
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