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Autore: ciredefa    07/07/2018    4 recensioni
Soul per poco non ebbe una sincope.
“Che ne pensi?” era il messaggio allegato alla foto, che rimase senza risposta per qualche minuto, suscitando poco dopo un sollecito da parte della ragazza, “Ti ho ucciso?”.
“Quasi” ammise lui, sentendo il cavallo del pantalone infinitamente più stretto di quanto lo era dieci minuti prima.

{ Soul/Maka | Storia partecipante al contest "Foto Ricordo" indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP }
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname su EFP e sul forum: Olivina su EFP, Rain_Elfwand sul forum di EFP.
Fandom: Soul Eater
Titolo: La colpa del merletto
Note: Questa storia partecipa al contest Foto Ricordo indetto sul forum di EFP da Fiore di Cenere. Il tema centrale era appunto una foto, una foto che dovesse suscitare … un sentimento. Side note: merletto è un sinonimo di pizzo, per chi ne fosse allo scuro. Questa è dunque la mia personale interpretazione, buona lettura~

 

La colpa del merletto


Quello che stava guardando era senz’altro un film terribile e Soul arrivò a quella conclusione dopo nemmeno venti minuti dall’inizio dello spettacolo. Era sicuramente il re-boot di una qualche pellicola di almeno trent’anni fa, i classici film tutto scazzottate, kung-fu e calci rotanti che sfidavano ogni legge della fisica conosciuta. Era finito in una vera propria trappola tesagli senza pietà dal suo migliore amico, Black*Star, che in quel momento si stava visibilmente godendo la visione a giudicare ai sonori “più botte!” ogni volta che un setto nasale si rompeva in primo piano.
Soul sbuffò e affondò nel sedile di velluto rosso, incerto su come passare quell’ora buona in compagnia dell’amico e degli altri duecento posti completamente vuoti attorno a loro. Tirò fuori il cellulare dalla tasca della felpa e cominciò a pigiare sul piccolo schermo: nessun messaggio in arrivo, i social silenziosi, nulla di nulla. Sbuffò di nuovo. Iniziò a pentirsi delle sue scelte di vita, sopratutto quella fatta quella mattina, quando Maka le aveva proposto di accompagnarla a fare un giro per i negozi del centro.
« Io e Tsubaki usciamo insieme oggi pomeriggio, vuoi venire anche tu? » le chiese lei, mentre metteva sparecchiavano la tavola dopo pranzo. Le passò i bicchieri, « nah, Black*Star ha detto che dovevamo andare in un posto » lui fece spallucce e i due si scambiarono lo stesso sguardo interrogativo, ma poi Maka lasciò perdere « va bene, capisco ». Col senno di poi avrebbe preferito di gran lunga qualche ora di passeggiata tra vestiti e librerie che a quella tortura legalizzata.
Non passò poco dai suoi pensieri che la lucina delle notifiche del suo cellulare si illuminò, e catturò in un istante tutta l’attenzione di Soul. Aprì il blocca-schermo: era un messaggio di Maka, parlando del diavolo.
Come procede con Black*Star?” recitava il messaggio, inviato pochi minuti prima.
Credo di aver fatto l’errore più grande della mia vita” scrisse in fretta lui, “mi ha portato al cinema. A vedere un film sul kung-fu”, scelse l’emoticon più distrutta psicologicamente.
Maka dall’altra parte del cellulare rise un po’, “Una cosa romantica insomma, ah ah”.
Romantica quanto un calcio in culo” sbottò, buttando uno sguardo sull’amico al suo fianco: si era un po’ calmato, ma non abbastanza da fermarsi dal commentare ogni scena di combattimento.
Soul cambiò discorso, “te invece?”.
Non ho trovato ancora nulla di carino” ne seguì una faccina triste, “a proposito, ti avevo scritto per chiederti un parere” ci fu un pausa di qualche secondo, “su una cosa in particolare”.
Spara” digitò in un attimo, visibilmente incuriosito.
C’è qualcuno vicino a te?” scrisse lei con un tono preoccupato. Soul fece una faccia interrogativa “Solo Black*Star, ma è troppo preso dal film per badare a me. La sala è vuota”. “Okay, aspetta” e sotto il nome di rubrica di Maka apparve l’orario dell’ultimo accesso a suggerire che aveva chiuso il cellulare.
Dopo cinque minuti buoni il cellulare di Soul s’illuminò di nuovo, lui aprì senza badare troppo l’anteprima. « Oh cazzo » esordì poi sottovoce appena vide la foto: in quel momento la sua mente si dimenticò del tutto del film che stava sopportando.
Soul ingrandì la foto a tutto schermo: Maka si era scattata una foto dentro a quello che sembrava il camerino di un negozio, quasi completamente nuda eccetto per il paio di mutandine sottili di pizzo nero che indossava in completo contrasto con la sua pelle chiara, probabilmente il suo potenziale acquisto. Aveva il viso arrossato chiuso nel suoi capelli biondi che sciolti le arrivavano alle spalle, era girata di lato a mostrare le sue poche ma buone curve, il seno coperto in punta dalla mano che non reggeva il cellulare. Soul per poco non ebbe un sincope.
Che ne pensi?” era il messaggio allegato alla foto, che rimase senza risposta per qualche minuto, suscitando poco dopo un sollecito da parte della ragazza, “Ti ho ucciso?”.
Quasi” ammise lui, sentendo il cavallo del pantalone infinitamente più stretto di quanto lo era dieci minuti prima.
E’ in offerta in coppia con il reggiseno, lo prendo?
Se lo vuoi prendilo pure, a me non dispiace mica.
Maka digitò per un po’, prima di inviare il messaggio successivo.
Tutto qui?
Come tutto qui?
Non so, magari un ‘ci stai bene!’ o ‘il colore ti dona!’ per orientarmi un secondo.
Soul aggrottò le sopracciglia, per poi prepararsi a dare una risposta degna della situazione.
Stai sicura che ti salto addosso appena ti vedo indossarle, preparati” e finì, soddisfatto di se stesso. L’albino percepì l’imbarazzo di lei dall’altra parte del dispositivo, “ … okay, li prendo”, esultò un po’. “Ci vediamo a casa” e la faccina con l’occhiolino fu più che prevedibile.
Il film era quasi giunto al termine e mentre Black*Star già era pronto a parlare di quanto fosse stata bella la scena in cui il protagonista atterra dieci nemici in un solo colpo, Soul lo liquidò con poche e frettolose parole e dire che scappò dal cinema fu un eufemismo. Lui però preferiva chiamarle semplicemente priorità.

   
 
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