Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Il Professor What    08/07/2018    0 recensioni
Il Dottore, come sappiamo, viaggia nel tempo e nello spazio, a bordo della sua macchina e con i suoi compagni. La serie e gli altri media ci hanno fatto vedere che, occasionalmente, il nostro Signore del Tempo preferito ha visitato anche il nostro paese. Ma se ci fossero state altre avventure, che la serie non ci ha mostrato? Questa è la seconda di tredici storie dove il Dottore interagisce con la storia del nostro paese.
Nella Firenze del 1881, Carlo Collodi è deciso a terminare la storia di Pinocchio con un finale ben diverso da quello che conosciamo. Qualcuno, però, non è affatto contento della cosa, e pone una minaccia che sembra seria alla vita dello scrittore. Al Secondo Dottore, Jamie e Zoe il compito di capire di chi si tratta, e come fermarlo.
Genere: Avventura, Commedia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 2
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Doctor Who: The Italian Adventures'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Parte 5

“O andiamo, resisti!” esclamò il Dottore, mentre un’altra scossa faceva tremare le pareti del TARDIS. Con suo sommo terrore, Zoe, aggrappata alla parete accanto a De Magistris, notò che un angolo del soffitto si era crepato.

“Dottore, si sbrighi!”

“Sto facendo il possibile!” replicò il Signore del Tempo, cercando di contenere il proprio nervosismo. Il TARDIS non era stato progettato per viaggiare al di fuori da ogni dimensione spaziotemporale, e purtroppo le coordinate date dal collegamento psichico con la mente di Collodi erano terribilmente imprecise.

“Signor Collodi, si concentri! Pensi alla sua storia!”

“Ci sto provando, capitano, ma non è facile!”

“Be’, sarà meglio che ci riesca in fretta! Ho il sospetto che questa nave non reggerà a lungo!”

Il Dottore non volle commentare. Non ce ne era bisogno. Negli ultimi dieci minuti, il TARDIS era stato ripetutamente colpito da ondate di pura energia nativa di quella dimensione, che stavano man mano erodendo la sua struttura. Se non avessero finito alla svelta il loro viaggio, il Dottore temeva che sarebbe finita come l’altra volta, con il TARDIS a pezzi e loro costretti a vagare nel vuoto cosmico.

“Ne arriva un’altra!” urlò il capitano, mentre la luce rossa del segnale di pericolo tornava a illuminare la console. Il Dottore riprese freneticamente a spingere i tasti, nella speranza che Collodi questa volta riuscisse a concentrarsi abbastanza per farli arrivare a destinazione. “O cielo, cielo…” mormorò, quando vide che, da un indicatore, che il TARDIS iniziava a sfaldarsi.

“Signor Collodi!” urlò. “Il TARDIS forse potrà respingere questa ondata, ma non credo resisterà alla prossima! Solo lei può salvarci la vita!”

“D-d’accordo” mormorò lo scrittore, portandosi le mani alla tempia e iniziando a richiamare le immagini della sua storia come gli erano venute in mente la prima volta, quando l’idea era fresca e l’ispirazione aveva scacciato la sua pigrizia. Il pensiero gli diede una forza inaspettata, e si aggrappò ad esso: non alle immagini, non ai personaggi, non alle battute, ma al suo desiderio, alla sua passione, all’eccitazione di sentire un mondo nascere.

Cri-cri. Cri-cri.

“Che diavolo…”

Cri-cri. Cri-cri.

“Ma… ma è un grillo!” esclamò il capitano, notando per primo il gigantesco insetto nero, con un bastone nelle sue zampe centrali, apparso dietro lo scrittore.

“No”, disse quest’ultimo, con una vocina acuta e saccente. “Sono il Grillo parlante, e credo che voi abbiate bisogno di una guida.”

Risultati immagini per grillo parlante collodi

“Ooh, era ora!” sbuffò il Dottore, improvvisamente molto più rilassato.

“Dottore…” disse Zoe. “Non ci sono più scosse!”

“Naturale, ragazza mia, siamo sulla strada giusta!” spiegò il Dottore. “Collodi è riuscito a collegarsi con la Terra dei Racconti, adesso dobbiamo solo aspettare di giungere a destinazione… se il signor Grillo sarà così gentile da inserire le coordinate.”

“Certamente” disse quest’ultimo, chinando le lunghe antenne. Il Dottore gli lasciò il posto alla console, e andò a raggiungere Collodi, che in tutto questo si stava ancora premendo le mani sulle tempie, con gli occhi chiusi. “Signor Collodi”, gli sussurrò il Dottore, “ce l’ha fatta. Siamo diretti verso il posto della sua storia.”

“Davvero?” chiese lo scrittore.

“Sì, davvero. Continui a concentrarsi, ormai non dovrebbe mancare molto.”

***

“Oh, no…” sbuffò Jamie. Era davvero tornato nella Terra dei Racconti, maledizione! “E adesso?” esclamò frustrato, trattenendo l’impulso di dare un calcio al muro.

“Non ti preoccupare, questa volta sarà meno difficile” disse qualcuno alle sue spalle. Una donna era apparsa all’altro capo della stanza, avvolta in una lunga veste bianca. Aveva gli stessi capelli turchini della bambina che gli aveva aperto la porta.

Immagine correlata

“E lei chi è?”.

“Rilassati, non sono qui per farti del male” lo rassicurò la donna. “Ti ho aperto la porta, no?”

“Ma la bamb…”

“Io sono quella bambina. Io sono la Fata dai capelli turchini, e ho bisogno del tuo aiuto, Jamie McCrimmon.”

“Come sai il mio nome?”

“Non sei già stato qui una volta? Dovresti sapere che l’Intelligenza comprende istantaneamente tutti i dati di chi vi arriva, per includerli all’interno delle proprie storie.”

“Ma se è stata distrutta!”

“E temo che questo sia uno dei motivi per cui ora sta accadendo questo.”

Jamie stava per ribattere, ma venne interrotto dal suono di qualcuno che bussava alla porta. La Fata si diresse in fretta ad aprire, non senza aver rapidamente fatto cenno a Jamie di osservare la striscia di carta che usciva da uno dei computer. Diffidente, il ragazzo la prese in mano.

“È bianco” osservò. “Non c’è scritto niente!”

“Non ci può essere scritto niente” disse la Fata dietro di lui. “L’Intelligenza è stata sovraccaricata e privata del suo controllore, non riesce più a scrivere una storia.”

“Ma allora come…?” domandò Jamie voltandosi di nuovo verso la Fata, che adesso, notò Jamie, stava delicatamente appoggiando Pinocchio contro il muro. Il burattino sembrava svenuto. “Sta bene?” chiese Jamie, preoccupato.

“Si riprenderà" disse la Fata. "Non è la prima volta che questo gli capita. Ma non rimane comunque molto tempo."

“Per cosa?”

***

“Incredibile” mormorò Collodi, uscendo dal TARDIS. Un intero paese si estendeva davanti a lui: dolci colline ondulate piene di foresta, sulle cui cime sorgevano piccoli borghi, mentre in lontananza si stendeva il mare con il suo manto azzurro. “E questo l’avrei creato io?”

“L’Intelligenza della Terra dei Racconti l’ha reso concreto, ma… sì, l’ha creato lei” sorrise Zoe. “Ed è bellissimo” aggiunse.

“Per ora” commentò il Dottore. “La Terra cambia a seconda dell’immaginazione cui è collegata, perciò dovremo stare attenti.”

“E perché?” domandò il capitano. “Non può controllarla il signor Collodi?”

“Se potesse, dubito molto che avrebbe permesso a Pinocchio di venire in casa sua. In qualche modo, la storia di Pinocchio, passata e futura, ha assunto vita propria.”

“Temo che la sua analisi sia corretta, Dottore” intervenne il Grillo. “È per questo che sono qui. Il mio compito è guidare tutti voi dalla Fata, così che possiamo risolvere questa faccenda in fretta.”

“Fata? Quale Fata?” domandò Collodi. “Non ci sono Fate nel mio libro! Avevo avuto l’idea, ma l’ho abbandonata per…”

“Non ha sentito quello che ha detto il Dottore?” intervenne Zoe. “Questo luogo esiste fuori dalle coordinate dello spazio-tempo. L’Intelligenza ha concentrato qui tutti gli elementi della storia, sia quelli che ha già scritto sia quelli che scriverà, e le assicuro che nel suo libro c’è una Fata!”

“Andiamo” disse il Grillo, facendo loro segno di avviarsi. “La Fata saprà spiegarvi…”

Un suono di campanelli interruppe il Grillo. Qualcosa di grosso e pesante, di forma rettangolare, stava risalendo la collina nella loro direzione. Sembrava essere una specie di trasporto, su cui era stipato un gran numero di gente. Il gruppo guardò meglio, e la forma, ora più vicina, apparve chiaramente essere un carro, trainato da due lunghe file di sei asini ciascuna, pieno zeppo di ragazzi che facevano un gran baccano. A cassetta, sedeva un uomo grasso, molto pallido, nemmeno fosse fatto di burro.

Risultati immagini per omino di burro pinocchio

“Oh, no…” mormorò Zoe.

“Dalla sua esclamazione, suppongo che questi non siano amici” osservò Collodi, poco prima che il carro si fermasse davanti a loro.

“Buongiorno, viaggiatori!” esclamò l’Omino, con una voce untuosa. “Perdonate se mi intrometto, ma avete l’aria di chi si è perso.”

“No, assolutamente, grazie” replicò subito il Dottore. “L’amico Grillo, qui, intende farci da gui…”

“Quale amico?” domandò l’Omino con un sorriso di gentile sarcasmo. Il Grillo era sparito. “Sembra che siate soli” continuò l’Omino. “Ma se mi dite dove dovete andare, sono sicuro di poter trovarvi un posto sul mio carrozzone.”

“Ah, sì?” domandò il capitano. “E posso sapere dove starebbe portando questi ragazzi?”

“Al Paese dei Balocchi!” sorrise l’Omino. “Un posto meraviglioso, dove non saranno costretti ad andare a scuola, e potranno fare quel che vogliono dalla mattina alla sera. Ogni settimana è composta di sei giovedì e una domenica, e…”

“E suppongo che abbia l’autorizzazione dei genitori per farlo” continuò il carabiniere.

“Ovviamente no, per chi mi ha preso?” replicò l’Omino, offeso. “Questi sono tutti scappati di casa, regolarmente! Ha mai visto un fannullone dare retta ai propri genitori?”

“Benissimo, allora in nome della legge io…” disse il capitano, facendo per muoversi a fermarlo. L’Omino alzò la frusta nell’aria e, con uno schiocco, lo colpì in pieno viso, costringendolo ad arretrare. Collodi si fece avanti, furioso.

“Come si permette?” esclamò Collodi. “Questo signore è un rappresentante della legge!”

“Mi perdoni, cercavo di colpire uno dei miei asini. Sa, ho fretta, entro mezzanotte devo prendere altri bambini…”

“E invece no, caro signore, la sua corsa finisce qui! Li faccia scendere tutti, adesso, e li rimandi a casa!”

“Ma…”

“ADESSO!”

Borbottando deluso, l’Omino indicò ai ragazzi di scendere dal carro. Questi ultimi obbedirono, senza risparmiare allo scrittore occhiatacce e insulti. Alla fine, sulla strada rimasero soltanto l’Omino e i viaggiatori.

“Molto bene” disse allora Collodi. “Ora la carrozza è vuota. Suppongo che per lei non sarà un problema darci un passaggio, vero?”

***

“Quindi vediamo se ho capito” disse Jamie. “L’Intelligenza aveva scelto Collodi come possibile sostituto per il controllore, prima di scegliere il Dottore, e l’aveva contattato per sondarlo. Di conseguenza, più Collodi creava la storia di Pinocchio, più l’Intelligenza la ricreava qui.”

“Esatto.”

“Poi, però, siamo arrivati io, il Dottore e Zoe, e abbiamo sovraccaricato l’Intelligenza mandandola in cortocircuito. Siccome però, nella linea temporale di Collodi, la storia non era conclusa, voi siete rimasti qui.”

“Corretto” annuì la Fata. “Siamo in un limbo. Non possiamo terminare la storia, perché Collodi non l’ha scritta, ma al tempo stesso, essendo in un luogo fuori dalle regole dello spaziotempo, sappiamo che essa va avanti, e questo ci tiene vivi. Per sistemare tutto, Collodi deve essere convinto a finire la storia. Pinocchio ci stava provando, ma nel mondo reale, purtroppo, egli è privo della possibilità di parlare, come ognuno di noi fuori da qui. Ha provato a scrivere e a disegnare, ma è stato inutile.”

“Capisco” disse Jamie, osservando la figura immobile del burattino davanti a lui. Sembrava dormire così pacificamente, senza alcuna pena, e il ragazzo scozzese provò compassione per quella creatura che non poteva né vivere né morire. Su uno dei computer della stanza, una lucina prese a lampeggiare. Pinocchio aprì gli occhi, scattò in piedi come spinto da una molla e afferrò la carta che ne usciva.

“Sono qui!” esclamò. “Fatina, sono arrivati! Collodi, il Dottore, Zoe e un carabiniere!”

“Dove sono? C’è scritto?” domandò Jamie.

“Sulla strada per la costa, dentro la carrozza dell’Omino! Stanno venendo qui!”

“Non c’è tempo da perdere, dovete raggiungerli!” disse la Fata. “Purtroppo, alcuni dei personaggi sono diventate incarnazioni del desiderio di Collodi di non continuare la storia. Faranno di tutto perché questo non avvenga!”

***

“È stato bravo” disse Zoe a Collodi, mentre la carrozza viaggiava per le strade del paese. “Davvero molto bravo, vero, Dottore?”

“Eccellente, mia cara, eccellente” annuì quest’ultimo.

“Oh… grazie” disse Collodi. “Ho solo pensato… ecco… che se davvero tutto questo è frutto della mia immaginazione, allora se mi sforzavo abbastanza potevo imporre la mia volontà. I vantaggi di essere l’autore, insomma.”

“E ha avuto perfettamente ragione” disse il capitano, battendogli una pacca sulla spalla. Collodi fremette a quel gesto forse troppo amichevole, ma poi abbozzò un sorriso di circostanza e riprese a guardare fuori dal finestrino alla sua sinistra. Gli alberi della foresta passavano veloci di fronte ai suoi occhi, mentre alla sua destra il riflesso azzurro del mare colorava il vetro di un sottile alone blu. “Però, devo essere uno scrittore migliore di quanto pensassi, se ho immaginato tutto questo.”

“Lo è” disse Zoe. “Il suo libro appassiona bambini e adulti a distanza di secoli. Io vengo dal XXV secolo, e mia sorella ancora lo legge ai suoi bambini. Ci sono film, e fumetti, e…”

“Zoe, non credo che il signor Collodi possa seguirti se continui. Il cinema sarà inventato solo fra quindici anni, e i fumetti ancora dopo” la interruppe il Dottore.

“No, no, Dottore, la lasci continuare. Fa sempre bene sapere che la morte non sarà la fine.”

“Oh, non lo è, non lo è” commentò il Dottore, portandosi involontariamente le mani alla giacca, come faceva nella sua prima incarnazione.

“Posso chiederle perché ha interrotto il lavoro?” chiese il capitano a Collodi. “Perché non vuole andare avanti? Insomma, a giudicare da quel che vedo, mi pare che di idee ne abbia parecchie.”

Lo scrittore non rispose subito. Zoe, il Dottore e De Magistris lo videro guardare dalla finestra, gli occhi stretti e lo sguardo nel vuoto, prima di replicare.

“Vi è mai capitato di avere paura delle conseguenze di una buona azione? Avere un progetto in mente, qualcosa che siete sicuri che, se lo portaste a termine, sarebbe il coronamento di tutta la vostra vita. Oppure non ne avete idea, iniziate a farlo, e solo dopo vi accorgete che sarà quel progetto, quella storia, quella persona, quell’azione, che in qualche modo potrebbe… Io non ho mai creduto molto alle storie sull’immortalità dell’arte, secondo me sono balle che si raccontano quei fanatici dei tedeschi: arte e letteratura o sono dirette ad aiutare il paese, oppure sono inutili, questo ho sempre pensato. Ma con questa storia ho sentito fin dall’inizio che c’era qualcosa di più. Quando… quando ho scritto il capitolo di Geppetto che dà forma a Pinocchio, io… io ho avuto paura.”

“Di cosa?” chiese Zoe.

“Di stare creando qualcosa di talmente grande che… non lo so di preciso. Mi è sembrato di guardare in un abisso, e la cosa più terribile è che non avevo veramente paura, al contrario sentivo il desiderio di caderci dentro e non uscire fuori mai più. Sono comunque andato avanti, ma poi la paura è… è diventata intollerabile. Dottore, lei crede che…?”

“No, signor Collodi” rispose quest’ultimo. “La Terra dei Racconti non le ha fornito questa sensazione. L’Intelligenza che la governava dava forma alle fantasie altrui, ma non era capace di crearne di proprie. Quello che lei ha sentito, signor Collodi, è stata la grandezza della sua storia, della sua creazione.”

“Lo immaginavo. È solo che…”

“È normale, sa?” continuò il Dottore. “Lei ha visto l’abisso della grandezza, si è reso conto che poteva essere molto più di quanto pensava, e, non essendone abituato, ha avuto paura. Sappia però che, se lei non fosse grande davvero, stia sicuro che non avrebbe mai avuto un’esperienza del genere.”

“Lei dice?”

“Io lo so. Ho passato anni, secoli interi, a domandarmi se dovevo andarmene da casa mia; e anche quando sono finalmente partito, mi ci è voluta un’intera vita, e non sto scherzando, per capire davvero la portata della mia scelta. E ne ho avuto paura, così tantache sono dovuto letteralmente diventare un uomo nuovo per liberarmene. E sa una cosa? Lo rifarei ancora... quasi tutto, perché ciò che sto vivendo ora è così stupendo che compensa ampiamente tutto ciò che ho lasciato. Non bisogna mai rifiutare un’opportunità per essere grandi, se questa ci viene offerta. Lei continui la storia, e vedrà che alla fine non se ne pentirà.”

In silenzio, Collodi stese la mano e strinse quella del Dottore, con gli occhi che brillavano. L’espressione sul suo viso non aveva bisogno di parole.

***

Immagine correlata

“Eccoli!” esclamò Pinocchio, sporgendosi eccitato oltre il collo del Colombo. Jamie, sentendolo, si decise a superare le proprie vertigini e sollevò la sua testa così da poter guardare oltre la massa bianca delle ali. Decisamente non gli piaceva questo modo di viaggiare che la Fata aveva loro fornito, anche se non poteva negare che andare a piedi sarebbe stato peggio.

“Li vedo anch’io!” esclamò, puntando il dito sulla carrozza, che procedeva rapida sotto di loro, sul ciglio della scogliera. “Vola radente”, disse al Colombo, “fa’ che ci vedano!” L’animale, obbediente, si abbassò di quota, finché non fu arrivato a lato della carrozza.

“Dottore!” urlò Jamie. “Zoe!”

“Babbo!” gli fece eco Pinocchio, agitando le mani. “Babbo, sono qui!”

Dalla loro posizione, i due videro i viaggiatori riconoscerli, e agitare a loro volta le mani, con Zoe e il capitano De Magistris che tentavano di aprire il finestrino della portiera. Jamie e Pinocchio sorrisero, e il burattino disse  al Colombo che si portasse davanti al veicolo. L’uccello obbedì, si alzò in volo e, dopo essersi voltato indietro, fece per atterrare.

“Ma…” disse Jamie. “Sbaglio o non c’è nessuno alla guida?”

Pinocchio stava per rispondere, quando un gigantesco Serpente sbucò dal terreno e morse il Colombo al collo.

Risultati immagini per serpente pinocchio

***

Quando avevano visto Jamie e Pinocchio, Zoe e De Magistris avevano subito tentato di aprire il finestrino della carrozza, ma avevano scoperto che era bloccato. Il Dottore aveva provato ad abbassare il suo: c’era riuscito, ma questo gli aveva solo permesso di scoprire che non c’era più nessuno alla guida della carrozza, e gli asini stavano procedendo dritti verso uno strapiombo.

“Apra la portiera e saltiamo giù!” esclamò Zoe. Il Dottore aveva provato a spingere, ma esattamente come il finestrino dall’altra parte, la maniglia non voleva saperne di muoversi. Collodi era allora intervenuto, e concentrandosi intensamente era riuscito a sbloccare la portiera, consentendo loro di buttarsi giù. Nello stesso istante, il Serpente attaccò il Colombo: terrorizzati, i viaggiatori videro cadere Pinocchio in mare e Jamie verso terra, sbalzati dall'impatto. Per puro miracolo quest’ultimo riuscì all’ultimo momento ad aggrapparsi a una delle zampe dell'uccello, evitando la rovinosa caduta.

“Lasciate fare a me” disse il capitano, alzandosi e sparando al Serpente due colpi di pistola. L’animale si voltò verso il carabiniere con due occhi iniettati di sangue.

“No, capitano, aspetti!” disse il Dottore. “Jamie!” urlò poi verso il ragazzo. “Lascia andare la zampa!”

“Sei impazzito?”

“Fidati, so quello che dico!”

“Guardate! Pinocchio!” urlò Zoe, puntando il dito verso il mare. Un’enorme massa scusa era uscita da sotto le acque, un incubo dagli occhi giganteschi e dalle lunghe zanne, e si dirigeva verso il burattino. “Il Pescecane!”

Risultati immagini per pescecane pinocchio

NOTE DELL'AUTORE
- La Fata dai capelli turchini ha il volto di Gina Lollobrigida, come nel classico sceneggiato RAI realizzato da Luigi Comencini nel 1972.
- L'Omino di burro, il Serpente e il Colombo sono tutti e tre presenti nel romanzo. Il primo guida il carro per il Paese dei Balocchi, il secondo ostacola Pinocchio di ritorno alla casa della Fata, e il terzo porta Pinocchio al mare, dove vedrà Geppetto ingoiato dal Pescecane.
- Il Pescecane è il vero nome della Balena. Come avete notato, in tutta la storia ho usato i nomi originali di Collodi, non quelli del cartone disneyano o di altre versioni, tant'è che tutti i personaggi del libro assomigliano alle illustrazioni originali della storia.

Ci vediamo per il gran finale!
Il Professor What
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Il Professor What