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Autore: BluAvis    10/07/2018    1 recensioni
Dopo lo scontro con Bakugou, nel torneo del festival sportivo, Uraraka Ochako viene ricoverata d’urgenza. Alcuni compagni di classe provano a farle visita, ma l’infermeria è vuota. Secondo quanto detto da Recovery Girl, lividi ed ustioni sono stati guariti con successo, ma la paziente ha riportato un preoccupante trauma cranico e una conseguente amnesia. Preoccupati per lo stato di salute della compagna, i ragazzi della U. A. decidono di recarsi direttamente a casa sua. Riuscirà la giovane Uravity a recuperare la memoria?
-BluAvis
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ochako Uraraka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ricordati di Noi, Ochako!
My Hero Academia

 
Gli studenti della 1°A sostavano davanti la porta di casa Uraraka. Midoriya e Iida, dopo aver sentito la notizia, si erano precipitati immediatamente. Asui, Ashido e Kirishima, ugualmente preoccupati, non avevano esitato ad accompagnarli. Erano passati diversi secondi dal suono del campanello, ma vi era stata risposta.
- Forse non sono a casa? Saranno andati in qualche clinica?
Domandò Ashido, ansiosa.
- Probabilmente non vogliono visite, vorranno stare accanto la figlia.
Fece notare Asui. Sia Midoriya che Iida rimanevano in silenzio, a pochi centimetri dall’uscio, come se cercassero di vedere attraverso il legno. Kirishima scuoteva la testa, sconsolato.
- Ma che mi combini, Bakugou? Degli attacchi così potenti contro una ragazza così fragile. Quelle esplosioni hanno danneggiato perfino me, con il Quirk che ho. Non oso immaginare quanto si sia fatta male Uraraka-san.
Nel bel mezzo delle riflessioni, la porta si spalancò, rivelando un profilo femminile. Midoriya agì d’istinto.
- Uraraka-san!!!
Ma non era Ochako. Era più alta. Nonostante l’acconciatura ed il colore fossero simile, i capelli erano lunghi fino alla schiena. I suoi lineamenti, seppur corrotti da un’evidente preoccupazione, erano molto più maturi della ragazza in grado di manipolare la gravità.
- Buongiorno, voi siete per caso conoscenti di mia figlia?
Li accolse così. Non era irritata dalla visita improvvisa e dall’assenza di preavviso. Più che altro, appariva profondamente scossa dalla situazione generale. Le condizioni della figlia erano veramente così critiche? Dopo un corale cenno di assenso, li invitò ad entrare, ringraziandoli con un inchino sincero.

La giovane Uraraka era in salotto, seduta placida su un divano. Aveva qualche benda qua e là, ma in sostanza stava bene. I cinque visitatori si accomodarono attorno alla compagna. Lei ricambiava quegli sguardi apprensivi con occhi freddi e confusi, quasi con sufficienza.
- Ochako-chan, come ti senti, kero?
- Uraraka-san! Siamo venuti appena possibile per accertarci delle tue condizioni!
- Non è mai successo che Recovery Girl mandasse a casa uno studente dopo un suo trattamento. Eravamo in pensiero per te!
La ragazza guardò uno ad uno ciascun interlocutore. Era completamente assente. Infine, dopo qualche secondo di apparente riflessione, puntò il dito verso un punto indeterminato, di fronte a loro.
- Voi chi siete?
Nelle prime battute, nessuno capì, come se la domanda non fosse stata recepita.
- Cosa hai detto, Uraraka-san?
- Intendo… voi chi siete? Io non vi conosco.
La stanza piombò nel silenzio.

La madre di Uraraka entrò in salotto, portando con sé un vassoio pieno di tazze fumanti. Ne approfittò per spiegar loro.

- Ochako è in questo stato da quando si è risvegliata dall’incontro. È una forma di amnesia causata da continui colpi alla testa. La mia piccolina non ricorda nulla, non riconosce né i suoi familiari né gli amici. Non riesce neanche a ricordarsi come usare il suo Quirk…
Le rivelazioni della donna furono spiazzanti. Il duello con Bakugou, per quanto sbilanciato, aveva visto Uraraka impegnarsi fino in fondo, esponendosi anche ai forti urti causati dagli attacchi esplosivi dell’avversario. Comunque, in quel momento, era più importante pensare ad un modo per farle tornare la memoria.
- Ci sarà pur qualcosa che possiamo fare.
- Recovery Girl ha detto di farle vivere una normale routine, in modo da stimolare la sua parte mnemonica.
- Allora ci penseremo noi!!!
Urlò Kirishima, forse con più impeto del necessario. Era sempre stato un ragazzo appassionato, ma tendeva spesso ad esagerare, perdendo compostezza. Quell’euforia, però, parve non dispiacere alla madre.
- A-assolutamente sì! Ritornando a scuola, Uraraka-san riavrà i suoi ricordi!
Provò a rincarare la dose Midoriya, seppur più timidamente rispetto al compagno;
Iida, invece di incitare la proposta, cominciò ad inchinarsi ripetutamente; Ashido batté le mani, entusiasta, provando a coinvolgere la stessa Uraraka; Asui si limitò a gracidare contenta, mettendosi a disposizione.
- Ochako è proprio fortunata ad avere amici come voi.
Commentò la donna, commossa. Uraraka guardava quelle manifestazioni d’affetto a lei rivolte, senza riuscire a capire perché le meritasse. Era molto confusa, ma qualcosa, in quella scena, la fece sorridere.

Il giorno dopo, l’intera classe 1°A si presentò a lezione. Tutti gli studenti, all’infuori dei cinque visitatori, erano stato informati da Aizawa circa le condizioni di Uraraka. Quest’ultima sedeva composta, ascoltava la lezione e prendeva diligentemente appunti, ma niente di ciò che stesse vivendo le ricordava qualcosa di effettivamente vissuto.
Tentava di non far trasparire il senso di disagio, ma già ad ora di pranzo cominciarono a trasparire i primi segni di instabilità. Era circondata da quindicenni che non aveva mai visto, ascoltava le spiegazioni di insegnanti di cui ignorava il nome, cercava di far riaffiorare un potere del quale non aveva memoria.

C’era quella ragazza dai grandi occhi neri, Ashido, forse, che non si staccava un secondo da lei. In poco tempo le aveva fatto visitare praticamente tutta la scuola, indicandone convulsamente ogni angolo a suon di “Ti ricordi? E di questo? Ti ricordi? Eh? EH?”. Per quanto potesse sembrare insistente, non era irritante. Forse era una sua amica.
C’erano quei due, poi, che si stuzzicavano a vicenda. Uno si chiamava Kaminari, la seconda aveva degli spinotti che le penzolavano dai lobi, ma non era riuscita a tenere a mente il nome. Sembravano avere un’ottima affinità, ma quando aveva chiesto loro se fossero fidanzati, avevano negato con insistenza. Giusto, la ragazza aveva pure rifilato un pugno sul costato del compagno, senza un apparente motivo.
C’era il tipo responsabile con gli occhiali, quello che aveva continuato ad inchinarsi davanti sua madre. Era molto strano, ma di buon cuore, non ci voleva molto per capire quanto quella rigidità fosse riflesso del suo senso di dovere. Era il capo-classe, a quanto aveva capito.
Infine, c’era lui. Un ragazzo ordinario, dalla capigliatura disordinata. Il classico tipo che non si nota. Non si approcciava in modo assillante, anzi, era come se la stesse evitando. La cosa non la sorprese. In fondo, era appena stato dimenticato. Sarebbe stato normale, se si fosse offeso. Eppure, qualcosa in lui la innervosiva, forse non avevano un buon rapporto. Chissà…

La ragazza con le sembianze da rana, Asui, o meglio, “Tsuyu-chan”, la scortò fino al tavolo, per pranzare insieme agli altri. Lì seduti, lo studente focoso dai capelli rossi discuteva animatamente con un biondino dallo sguardo rabbioso.
- Ti rendi conto di quello che hai combinato?! Potresti almeno scusarti!
- T’ammazzo, capelli di merda!!! Io non devo chiedere scusa a nessuno!
- Se sta in queste condizioni è colpa delle botte che le hai dato in testa!
- Ma crepa!!!
Il tizio si alzò dal tavolo e uscì dalla mensa senza neanche finire il pasto. Certo che quella classe era piena di individui particolari. Peccato non ricordasse nessuno di loro. Davvero un peccato.

In un modo o nell’altro, quella faticosa giornata di scuola giunse a termine. Uraraka si incamminò da sola verso casa. Sia Ashido che le altre ragazze avevano proposto una serata al femminile, ma aveva rifiutato. Era grata per tutti gli sforzi che stessero concentrando sulla sua riabilitazione, ma aveva bisogno di solitudine per riflettere. Mentre attraversava il ciottolato d’ingresso, sentì chiamare.
- Uraraka-san! Uraraka-san!
Era il tipo che non si nota. Impacciato, tremante e scapigliato, proprio lui.
- Ah ehm… salve… Mi… Mi?
- Midoriya. Sono Midoriya.
- Sono terribilmente dispiaciuta, non deve essere facile per te. Perdonami.
- Oh no no no! Non devi preoccuparti! I-in fondo hai un'amnesia, no? È come se stessi incontrando tutti per la prima volta, quindi è normale non ricordare ogni nome! Poi io non sono certo uno che spicca tra la folla, quindi…
Continuava a parlare, agitando entrambi le mani con fare imbarazzato. Sembrava quasi mortificato dall’aver attirato la sua attenzione.

Improvvisamente, qualcuno gli diede addosso. Il ragazzo biondo incollerito gli aveva dato una forte spallata.
- Spostati, Nerd di Merda!!!
Il ragazzo spettinato perse l’equilibrio, sbilanciandosi in avanti.
- Attento!
Uraraka si mosse d’istinto. Distese il braccio nel tentativo di afferrargli la collottola ed impedire la caduta. Non sarebbe riuscita a tirarlo su, ormai, non ne avrebbe avuto la forza. Non appena il suo indice entrò in contatto con il tessuto della giacca, però, il corpo del compagno si sollevò magicamente da terra, fluttuando a mezz’aria.
Fu come essersi liberati di un peso enorme. Una lunghissima serie di immagini esplose davanti gli occhi di Uraraka. In una frazione di secondo, fu spettatrice della propria vita, dal primo vagito all’ultimo frammento di memoria: una pioggia di pietre e un’enorme esplosione.
Midoriya era ancora sospeso a mezz’aria, gli occhi spalancati. Bakugou, dopo averlo spinto, aveva continuato a camminare, disinteressato. Uraraka congiunse le dita davanti al petto.
- Rilascio.
Con delicatezza, i piedi del ragazzo toccarono terra. La studentessa le rivolgeva un sorriso sereno, quasi commosso.
- Cadere porta male, non è vero, Deku-kun?
- Uraraka-san…
La realtà fu un sollievo tale che spinse i due compagni ad abbracciarsi, in preda a sonore risate di gioia. In quel momento, Midoriya guardò oltre la spalla dell’amica, intravedendo un piccolo puntino nero, qual era Kacchan. Che il testardo impulsivo l’avesse spinto di proposito, in modo da ricreare quella situazione tanto familiare ad Uraraka? Forse si sentiva in colpa per tutta quella faccenda.
In fondo… aveva il cuore tenero…


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Grazie per aver letto fino alla fine! Spero sia stato di vostro gradimento. Ho apprezzato e continuo ad apprezzare My Hero Academia, sia nella sua stesura manga sia nella sua trasmissione anime. Come spesso accade, la mia attenzione viene attirata da personaggi secondari, ai quali mi piace dar maggior luce nei miei “lavori”. Detto questo, vi auguro un buon proseguimento.
E ricordate tutti: PLUS ULTRA!
                                                                                                                                                                                             - BluAvis
   
 
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