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Autore: Cry_Amleto_    13/07/2018    0 recensioni
Tratto dalla storia:
"«Non è giusto» la Sua voce è irriconoscibile. Quasi sobbalza nell'udirla.
Il canto si interrompe.
Il silenzio è un peso opprimente.
Non smette di accarezzarlo. Ora anche Lui ha aperto gli occhi.
Quelli sono rimasti gli stessi di sempre. L’unica cosa a non essere stata corrotta da quel Male.
Blu. Di un blu impossibile, di quello che si dipinge in cielo solo in determinate ore del giorno, quando fa bel tempo e non c’è una nuvola. Cobalto.
Le proprie labbra si stiracchiano in un sorriso triste.
«Non è giusto.» gli fa eco. "
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ma ora non ha importanza'
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Gli accarezza i capelli lentamente, il calore del Suo capo in grembo, gli occhi chiusi, la testa buttata all’indietro, la stanchezza che scava nel suo volto giovane lasciando solchi prematuri. Le labbra screpolate dalla mancanza d’acqua sono socchiuse, si muovevano piano. Un canto le abbandona, basso, un soffio a mala pena udibile. Una ninnananna. Il tono è dolce quanto rassegnato, amareggiato a tratti. 
Continua ad infilare le mani tra i Suoi capelli corvini, a districarne i nodi con attenzione per non fargli male.
Gli asciuga il sudore dalla fronte, le lacrime dalle guance spigolose. 
Canta, perché non gli è rimasto altro da offrirgli.
Canta, perché non ha altro rimedio per alleviare la sofferenza di Lui, una sofferenza che lo pugnala come la più spietata delle lame.
Canta, perché è l’unica cosa che può fare. 
È vecchia, questa ninnananna.
Non ricorda chi gliel’ha insegnata.
Non ricorda da quanto tempo non la canta.
Non ricorda chi è stata l’ultima persona per cui ha messo insieme quelle note che sono insieme l’ineluttabilità del calare del sole e la serenità che solo la luce tenue e carezzevole della luna può donare.
Ma ora non ha importanza. 
Quella canzone sembra essere composta solo per quel momento, quel breve battito di ciglia. 
Canta, riaprendo gli occhi e puntandoli su di Lui, sul suo volto così bello anche nella sofferenza, anche corroso da quel Destino che non lascia scampo.
La voce si spezza, mentre Lui viene scosso da quella tosse spietata, le labbra, nel giorno morbide e ridenti, bianche e sporche di sangue.
Raccoglie le gocce di sangue con le dita, stringendo poi il pugno macchiato della sua linfa vitale con le poche forze che gli rimangono.

 
«Non è giusto» la Sua voce è irriconoscibile. Quasi sobbalza nell'udirla.
 
Il canto si interrompe.
Il silenzio è un peso opprimente.
Non smette di accarezzarlo. Ora anche Lui ha aperto gli occhi. 
Quelli sono rimasti gli stessi di sempre. L’unica cosa a non essere stata corrotta da quel Male. 
Blu. Di un blu impossibile, di quello che si dipinge in cielo solo in determinate ore del giorno, quando fa bel tempo e non c’è una nuvola. Cobalto.
Le proprie labbra si stiracchiano in un sorriso triste.

 
«Non è giusto.» gli fa eco.

La sua mano ora è ferma sulla Sua guancia. Le dita lunghe disegnano pigre traiettorie sulla pelle alabastro.
 
“Mi dispiace,” vorrebbe dirgli “mi dispiace non poterti portare via di qui. Mi dispiace non poter far altro che raccontare storie di mondi lontani, di non poterteli mostrare. Mi dispiace per le promesse non mantenute. Mi dispiace per quelle che non ho avuto il coraggio di farti. Mi dispiace per averti spinto a credere in un futuro dove la Guerra non è che una storia che spaventa i bambini. Mi dispiace di non essere riuscito a farti vedere quanto sappia essere bello, questo mondo che ci uccide. 
Mi dispiace non poter far altro che guardarti morire, che morire con te.”

 
Tace, però. Lo stringe al petto, le labbra strette, i tratti eleganti del volto accartocciati. 
Lui gli posa stancamente una mano sulla guancia. Nonostante le ombre sotto i Suoi occhi cerulei, nonostante la sofferenza straziante che traspare da ogni piega del Suo volto troppo bianco, Lui gli sorride per rassicurarlo.
E a vedere il Suo sorriso ridotto all’ombra di ciò che era, muore ancora un po’. 
Ma non ha importanza. Niente sarà mai niente paragonabile al Suo dolore. 
Risponde al Suo sorriso, mettendoci quanto più impegno possibile.

 
«Non ti lascio.» è l’unica cosa che può dirgli, stringendolo ancora un po’.
 
Non mente. Non mentirebbe mai a Lui. Non lo lascerà, né in quel momento, né quando sarà tra le fredde braccia della Donna Scura. Non lo lascerà mai. 
Il suo posto è al suo fianco, per sempre, qualunque forma le loro anime potranno mai assumere.

 
«Lo so.»

Quelle due brevi parole sono le ultime che spezzano il Silenzio. Poi del Loro mondo non rimane che polvere.

[660 parole]
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Boh, cose angst a caso. Molto a caso. Potrei farci una long, però, e dare un senso a tutto ciò. O anche no. 
   
 
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