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Autore: cabin13    15/07/2018    2 recensioni
Ma non è vero che la sua bambina è sparita. Non è vero. Non è vero.
Vero?
La donna ha sempre quel sorriso isterico in viso quando le lacrime fanno capolino dagli angoli degli occhi. Un singulto scuote le sue esili spalle così forte che teme di spezzarsi. Si accroge di star piangendo solo quando avverte copiose goccioline salate rigarle le giance, il naso che tira su. La testa pare sul punto di esplodere, nella sua mente è ripetuto come una cantilena.
Non è vero, non è vero.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Find out the truth


Sono troppi giorni che il telefono non squilla.

Colleen si tormenta le dita delle mani, si preoccupa, è agitata. In cuor suo si ripete che Katie si è semplicemente dimenticata, che si trova nel deserto dell'Arizona dove il segnale fa schifo, che deve impegnarsi per recitare la parte di Pidge Gunderson e quindi dedicarsi anche alla scuola, che non può far saltare la copertura a cui entrambe hanno lavorato per mesi per colpa di una sciocca telefonata ogni fine settimana.

Ma sono comunque due settimane che non riceve notizie da sua figlia, nemmeno un breve messaggio in cui la informa che non c'è nulla di nuovo.

Colleen ha tentato di contattarla lei, sia tramite sms che via Whatsapp, ma le notifiche di quest'ultimo non raggiungono nemmeno il telefono della ragazza. La donna ogni tanto controlla il social, ma l'ultimo accesso di Pidge e le spunte sotto il messaggio non cambiano mai.

La sua bambina non calcola il cellulare da due settimane.

A lavoro, quel giorno, è riuscita a convincere il suo capo a concederle un periodo di ferie – non sono servite neanche tante contrattazioni, all'uomo è bastato scrutare attentamente il viso più pallido del solito, le sue occhiaie pronunciate e i suoi movimenti stanchi per capire subito che la povera signora era sull'orlo di una crisi.

Una cosa simile è accaduta l'anno prima, quando il notiziario nazionale ha riportato il fallimento della missione Kerberos e la prsunta morte di suo marito, suo figlio e il loro pilota Takashi – grande amico di Matt e Sam.

Colleen non è crollata a pezzi e si è sforzata di andare avanti solamente per Katie, è riuscita a conservare il suo sorriso solo grazie a lei. Nessuna delle due ha creduto un solo istante alla scusa della Garrison; Takashi è un pilota formidabile e un suo semplice errore non è credibile come causa di incidente. Inoltre Matt e sua sorella si sono tenuti in contatto durante tutto il viaggio ai confini del Sistema Solare – grazie al trucco che Sam ha insegnato al loro primogenito – e la ragazza è certa di aver ricevuto un messaggio in cui i due Holt riportavano di essere atterrati sulla luna.

Colleen ricorda la rabbia sua e di sua figlia quando la Garrison ha liquidato l'intera faccenda con fare misterioso e sbrigativo, ricorda la scoperta fatta da Katie sul pc di Iverson prima di venire cacciata dall'accademia, ricorda i sorrisi tirati di entrambe quando si sono ritrovate a festeggiare il compleanno della donna solamente loro due: è stato un momento felice, sì, ma c'era comunque un gran vuoto che aleggiava intorno a loro.

Forse si sta paranoie inutili, forse è solamente lo stress.

Colleen si lascia andare a un sospiro stanco, la schiena curva premuta contro il sedile dietro di lei e le dita che tamburellano nervosamente contro il volante mentre resta imbottigliata nel traffico di fine giornata.

Lo smartphone è posato sul sedile del passeggero accanto a lei, la connessione dati attivata nel caso venga in mente a Katie di chiamarla ora. Ogni tanto non può fare a meno di spostare lo sguardo dalla strada allo schermo scuro dell'apparecchio, poco le interessa che sia un'azione rischiosa – tanto le macchine prigioniere dell'ingorgo vanno a passo d'uomo, il massimo che potrebbe fare è toccare appena con il parafango il didietro della vettura davanti.

Durante l'intero tragitto, però, il display si illumina una sola volta e Colleen vi si lancia sopra come quando un vagabondo trova finalmente l'acqua dopo giorni e giorni di stenti nel deserto.

Il sorriso le si gela in viso e deve lottare contro se stessa per non lanciarlo malamente fuori dal finestrino. Con tutti i trecento e passa giorni dell'anno, devono proprio scegliere questo per pubblicizzarle delle promozioni di cui non se ne farà mai nulla?

Alla fine riesce ad uscire dall'infernale traffico cittadino e nel giro di dieci minuti sta già facendo scattare le chiavi nella serratura del portone d'ingresso. Un nodo le stringe lo stomaco; di solito la casa non è così buia, suo marito o i suoi figli arrivano prima di lei, aprono tutte le impostre o accendoon le luci della sala.

Bae Bae, il cane, le passa accanto sfiorandole la gamba e Colleen si ritrova ad accarezzarlo distrattamente sulla collottola. L'animale scondizola e uggiola per ricevere maggiori attenzioni, buttandosi anche pancia all'aria. Il sorriso della signora Holt è vacuo quando le sue mani giocerellano coi ciuffi di pelo sul pancino del meticcio.

È stato Matt a chiedere di prendere un cucciolo, anni fa, e subito la piccola Katie aveva dato man forte al fratello. Se all'inizio sia lei che suo marito erano dubbiosi al riguardo, adesso Colleen è davvero sollevata di avere un amico peloso che rende meno vuota quell'abitazione e che, nei momenti in cui la tristezza prende il sopravvento, le si accoccola vicino capendo il suo dolore. È certa che anche Bae Bae sia triste, o perlomeno non capisca perché non trovi mai nessuno quando zampetta in camera dei ragazzi.

La donna si lascia cadere sul divano, il cagnolino subito che le salta in braccio e le posa sul grembo il musetto. Lei lo scosta un minuto, giusto il tempo di sollevarsi e sporgersi verso l'interruttore della luce, poi  si guarda intorno per capire in quale piega del sofà sia finito il telecomando. Non che abbia davvero voglia di guardare la televisione, ma la cosa potrebbe aiutarla a tenere distratta ls mente finché attende una chiamata che potrebbe anche non arrivare.

Accende la tv sul primo canale e posa con fare annoiato la testa contro uno dei cuscini. Ha beccato giusto giusto l'inizio del notiziario nazionale. Quindi perché no? si dice con una scrollata di spalle. In fondo oggi non ha ancora avuto modo di sentire le news del giorno.

La pagina della cronaca si apre con un breve reportage su una rapina avvenuta in Oklahoma in mattinata, l'inviata ricostruisce le dinamiche dell'accaduto per dopo intervistare un paio di testimoni e un poliziotto che si occupa del caso. Segue poi una breve descrizione dell'abbigliamento del ladro, ma Colleen non è molto interessata: sposta Bae Bae e si reca in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, mentre il servizio si conclude e la linea va al giornalista in studio.

Tornando verso il salotto la donna lo ascolta informare che c'è una notizia dell'ultimo minuto. Quasi le tremano le gambe quando sente che riguarda "la prestigiosa accademia internazionale Galaxy Garrison, specializzata nella formazione di nuovi esploratori interstellari", come la presenta il conduttore in maniera piuttosto pomposa.
 

Crash!

Il suo cervello registra in ritardo il suono del bicchiere andato a frantumarsi contro il pavimento, non percepisce nemmeno la voce dell'uomo che parla dalla tv o il tartufo del cane che le sfiora gentilmente la mano.

Dipsersi.

 

È una scritta rossa che occupa lo schermo nella sua lunghezza e si sovrappone a delle immagini in secondo piano, comunque ben visibili. Sono le foto di tre ragazzi con indosso le uniformi da cadetto dell'accademia, i loro nomi scritti in un carattere maiuscolo che resta impresso nella memoria.

Lance McLain.

Sa chi è. È il pilota nello stesso team di sua figlia, Katie le ha raccontato di lui nei suoi messaggi.

Hunk Garrett.

Anche quello non è un nome nuovo alle sue orecchie, essendo lui l'ingegnere della squadra.
 

Pidge Gunderson.

Colleen è tentata di pestare sui cocci del bicchiere, almeno con il dolore fisico potrà svegliarsi da quell'orribile incubo. Il viso sorridente di sua figlia la osserva dal teleschermo, gli occhiali di Matt che le ricadono sul naso e i capelli castano chiaro, tagliati alla bell'e meglio, che le sfiorano le spalle.

La spiegazione del giornalista è un suono ovattato, ma la signora Holt si sforza comunque di calmare l'improvviso ronzio che le sta annebbiando il cervello e cerca di ascoltare.

Katie e i suoi compagni sono scomparsi da circa due settimane, le ricerche operate nella zona circostante non hanno dato nessun risultato. La notizia viene diffusa a livello nazionale per allargare il raggio di ricerca, ai cittadini viene chiesto di collaborare e di contattare immediatamente le autorità se sanno qualcosa al riguardo. Aggiunge inoltre che le famiglie dei tre studenti sono già state informate della notizia.

La donna si sente come se le avessero rovesciato addosso un secchio di acqua gelata. Sua figlia è scomparsa senza lasciare traccia e lei ovvio che non ne sapesse nulla, quando Katie è entrata a scuola la seconda volta hanno convenuto che, nei chili di scartoffie da compilare, fosse meglio non inserire il contatto di Colleen come adulto referente, in quanto il cognome Holt è famoso tra i piani alti della Garrison – e avrebbe destato qualche sospetto. Quindi nessun familiare è stato avvertito della scomparsa di Pidge Gunderson.

Le sue labbra si incurvano in un sorrisino, non c'è nessuna traccia di allegria sul suo viso. È un'espressione a metà tra l'isterico e l'esaurito.

Non può nemmeno chiamare la scuola per accertarsi che sia vero, per avere la sicurezza che tutto non sia frutto di un disguido dei dirigenti. Non può, altrimenti sia lei che sua figlia potrebbero ritrovarsi accusate di chissà quali imbrogli governativi o che altro e per questo finire nei guai con la legge.

Ma non è vero che la sua bambina è sparita. Non è vero. Non è vero.

Vero?

La donna ha sempre quel sorriso isterico in viso quando le lacrime fanno capolino dagli angoli degli occhi. Un singulto scuote le sue esili spalle così forte che teme di spezzarsi. Si accroge di star piangendo solo quando avverte copiose goccioline salate rigarle le giance, il naso che tira su. La testa pare sul punto di esplodere, nella sua mente è ripetuto come una cantilena.
 

Non è vero, non è vero.

Colleen si accascia a terra, sis tringe le mani al petto, ignora le schegge del bicchiere che le feriscono le gambe. È vagamente conscia di Bae Bae sceso dal divano che avvicina il musetto alla sua faccia per capire cosa succede e d'istinto gli cinge il collo con le braccia, le dita che stringono spasmodicamente il pelo corto e morbido.

L'empatia degli animali è una cosa stupenda, è l'unico pensiero razionale che riesce a formulare tra sé e sé: il cane rimane lì con lei, si lascia stringere; forse a modo suo sta cercando di consolarla. Nemmeno lei sa perché o di cosa, ma gli è grata.

Sono rimasti solo loro due, in una casa che d'improvviso le pare minacciosa, troppo vuota e silenziosa. Colleen ha perso tutto ciò che poteva perdere per essere felice, la sua intera famiglia è scomparsa nel giro di un anno, volatilizzata, e lei è rimasta sola.

Ma è sempre stata una donna forte e se c'è una cosa che ha imparato in questi mesi da sua figlia è che non deve mai abbandonare la speranza, deve intestardirsi, pretendere una verità che è sua di diritto. La Garrison non ha raccontato tutta la storia per intero e non l'ha fatto nemmeno per la missione Kerberos.

Non ha più nulla da perdere, non ha più nulla che possa andare storto di cui preoccuparsi; può solo scoprire cosa c'è sotto, cos'hanno insabbiato in Arizona.

E trovare le famiglie McLain e Garrett per lei può essere un buon inizio.


 

Hola gente
L'idea per questa storia era nella mia testa già da un po' e lo stimolo finale mi è arrivato quando cazzeggiando su instagram ho trovato una fan art in cui mostravano la scomparsa di Lance, Hunk e Pidge al tg
Io sono convinta che Pidge non abbia fatto tutto da sola per infiltrarsi alla Garrison dopo essere stata espulsa e non credo nemmeno che Colleen Holt si sia bevuta la storia dell'incidente su Kerberos
Come al solito il titolo non c'entra una cippa con la storia, ma vabbé...
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios

   
 
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