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Autore: Geddy    16/07/2018    2 recensioni
Xander si sposa e Buffy non può certo andare al matrimonio da sola sapendo che ci sarà Angel con quella...E se a rispondere all'appello per un accompagnatore fosse un vampiro ossigenato?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, Riley Finn, William Spike, Willow Rosenberg, Xander Harris
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’INVITO
Buffy Anne Summers
Il mio nome era scritto in bella grafia sul retro della busta da lettera. La presi in mano e la rigirai lentamente fra le dita. Speravo vivamente che non fosse ciò che credevo. Saggiai sotto i polpastrelli la carta pregiata, leggermente ruvida. Mi accostai alla finestra, aprii le tende e misi la lettera in controluce per cercare di vedere il contenuto. Sbuffai, non si vedeva assolutamente nulla. Potevo lasciarla chiusa, ma sì certo! Infondo era facile smarrire una lettera, i postini facevano spesso confusione e magari l’avevano consegnata all’indirizzo sbagliato. Se qualcuno me lo avesse chiesto avrei risposto così. E poi non potevo proprio andarci…insomma ero impegnata, molto impegnata. Posai la lettera sull’isola della cucina e lanciai un’occhiata alla pattumiera, nah, esagerata. Ripresi la busta e la misi nella credenza, dietro una confezione di caffè scaduta. Sì, lì poteva andare, o forse…no, lì no. Un angolino della busta era ancora visibile, dovevo nasconderla meglio. La ripresi e la infilai nelle pieghe del divano, quello sì che era un nascondiglio perfetto! Molte cose andavano perse così…Mi sistemai sul divano sodisfatta, ma prima che potessi appoggiare la schiena al comodo cuscino, il telefono cordless cominciò a squillare, lo afferrai senza pensarci e spinsi il pulsante di accettazione della chiamata.
“Casa Summers”
“Buf! L’hai ricevuta??” La voce eccitata di Willow mi perforò i timpani e allontanai la cornetta dal povero orecchio, mi sembrava quasi di vederla saltellare per la stanza in preda alla gioia. Perché non potevo essere anche io così felice?
Per un attimo mi chiesi quale strategia fosse meglio adottare, dire a Willow che non l’avevo ricevuta o confessarle il mio disagio?
“Buf ci sei?”
“Cosa? Oh sì, sì ci sono”
“Allora?”
“Allora cosa?”
“Hai ricevuto l’invito o no?”
“Io, io…” Non ce la faceva proprio a mentirle
“Hai visto che carta bellissima? Avranno speso un patrimonio! Devi assolutamente venire qui una settimana prima, dobbiamo andare tutte insieme a scegliere gli abiti e i regali! E poi…”
A quel punto smisi di ascoltarla, la voce della mia amica diventò un brusio indistinto, fastidioso ed indistinto.
Una settimana prima aveva detto, una settimana intera insieme a loro, a tutti loro. Non che non volessi rivedere i suoi amici, anzi…mi mancavano da quando mi ero trasferita a Los Angeles, ma tutti loro significava proprio tutti, compresi quei due. E non sapevo se sarei riuscita a reggere la loro presenza insieme, proprio insieme nel senso di fidanzati. Oh merda! Certo che non ci sarei riuscita!
“Buffy? Mi sentiiii?” la voce di Willow era scocciata
“Non hai sentito una parola di quello che ho detto, vero?”
“Scusa mi sono distratta, ecco io non ho ricevuto l’invito. Forse i postini l’hanno perso, o forse loro non mi vogliono nel loro giorno…e…e anche se mi avessero invitata, ho da fare, molto da fare. Super impegnata, sai con lo studio…”
“Buffy!”
“…il lavoro…”
“Buffy!”
“…le lezioni…”
“BUFFY!”
“s-si?”
“So che è difficile per te…” cominciò con voce più dolce la mia migliore amica, e a quel tono comprensivo mi si strinse il cuore.
“…ma è il matrimonio di Xander e tu non puoi mancare. E poi lo so che l’invito ti è arrivato, posso vederlo nascosto esattamente sotto il tuo sedere” rise la streghetta.
“Bel nascondiglio, ma Buf, tu non puoi nasconderti per sempre. Prima o poi dovrai affrontare la situazione”
Deglutii a vuoto, sapevo a cosa si riferiva e non ero sicura che comprendesse a pieno quello che mi stava chiedendo.
“Non si potrebbe fare poi?!”
“Buffy!”
“E va bene, va bene. Verrò.” Lo dissi pur sapendo di avere appena firmato la mia condanna a morte, non morte nel senso di corpo morto (magari!) morte morale, ammesso che esista qualcosa del genere. Ma davvero, non potevo permettere che il passato rovinasse i rapporti costruiti da una vita. E Xander di certo rappresentava il tipo di rapporto costruito da una vita che durava una vita intera. Non potevo fargli questo…
“Brava! Non preoccuparti comunque, ho in mente un piano che ti aiuterà ad affrontare il tutto!”
“Mi farei un incantesimo che mi farà dimenticare tutto?” chiesi speranzosa
“Ma no sciocchina! Farò in modo che tu non ti senta sola”
“Willow, io non mi sentirò solamente sola, ma anche sfigata e depressa. E poi se non lo ricordi te lo rammento io: ho sfacciatamente detto che sono fidanzata e come ben sai non è vero, il che mi rende doppiamente sfigata, visto che verrò al matrimonio SOLA e depressa!”
“E appunto come ti dicevo, ho un piano”
“Non mi piace… Vai avanti”
Le idee di Willow, almeno per quanto riguarda la sfera sentimentale, non sono mai state il massimo. Non che io possa vantarmi di aver mai fatto meglio, certo…
“Ho trovato un ragazzo che sarebbe disposto ad accompagnarti…”
“E dove lo avresti trovato questo tizio?”
“Bhè…”
“Parla Will!”
“Su un sito, si chiama rentforaboy. Aspetta non giudicare! E’ molto discreto. Nessuno saprà nulla, a parte noi. E poi lui è molto carino, vedrai!”
“Tu sei impazzita! Non affitterò un accompagnatore!”
“L’ho già fatto io, ho dato un acconto, il resto dovrai pagarlo tu… 150 $ al giorno per una settimana. Ti aspetta sabato alle 10.00 al cafè Rouge. Biondo. Ciao!”
La mia “amica” aveva parlato in fretta e chiuso il cellulare altrettanto in fretta per non darmi modo di replicare. E così mi ritrovai con la bocca spalancata e il telefono muto all’orecchio. Il mio primo pensiero fu: 150$ al giorno? Era una fortuna! Non volevo affatto sprecare i soldi che mamma mi aveva lasciato in quel modo. Anche se…beh mamma avrebbe voluto la mia felicità, e non avere un accompagnatore significava essere molto infelici. E qui veniamo al secondo pensiero formulato: Un accompagnatore in affitto. Ero davvero caduta così in basso? La risposta cruda era sì. Da quando avevo ricevuto la notizia che Angel stava con lei, proprio lei… non avevo fatto altro che scivolare verso il fondo…
Passai il resto della giornata -e buona parte della settimana successiva- a combattere fra l’orgoglio e la paura. Orgoglio brutalmente calpestato dal presentarmi al matrimonio di Xander e Anya con un finto fidanzato per ingannare il mio ex fidanzato che avrei voluto fosse ancora attuale fidanzato, ma che era irrimediabilmente il fidanzato di un’altra…e la paura di passare una settimana intera a sorbirmi gli sguardi impietositi di suddetti fidanzati.
E fra questi pensieri arrivò il sabato dell’appuntamento senza che io avessi preso una decisione. Allora scelsi saggiamente di rimandare la decisione a quando avrei visto il mio pseudo-fidanzato. Tanto non firmavo mica un patto con il diavolo, potevo conoscerlo ed eventualmente dirgli che non avrei avuto bisogno di lui.
Prima di uscire mi diedi un’ultima occhiata allo specchio. Avevo indossato un abitino blu un po’ scollato che cadeva morbido fino a metà coscia, lo tirai un po’ più giù lisciando il tessuto con le mani. Sperai che non fosse troppo corto e che non dicesse ‘ehi guardami’. Non conoscevo il tizio, ma non volevo sembrare ancora più disperata di quanto già non mi sentissi.
Arrivai al bar. Era un bel posto immerso nel verde. I tavolini erano ordinatamente disposti su una pedana bianca in pieno sole. Di fronte c’era un piccolo chiosco rosso che serviva da bere.
Subito notai una testa ossigenata e mi bloccai ad osservarla a distanza di sicurezza.   Mi dava le spalle. Esitai…sarei potuta andare via, andare al matrimonio da sola, farmi umiliare, affrontare con pizza e gelato il dolore del dopo e tornare abbattuta alla mia misera e solitaria vita. Mentre formulavo questi pensieri l’ossigenato si voltò e appuntò il suo sguardo su di me.
Forse la mia faccia terrorizzata o la mia esitazione, non saprei dire con certezza cosa lo indusse a credere che fossi proprio io la ragazza che stava aspettando, ma si alzò e con andatura ciondolante si avvicinò tendendomi la mano.
“Sono Spike, piacere dolcezza. Tu devi essere Buffy.”
Gli strinsi la mano a mia volta. Era davvero carino: gli zigomi alti, il mento volitivo, il naso dritto e delle labbra davvero niente male. Anche lo stile era particolare, ma quello non ero sicura mi piacesse, troppo ‘vampiresco’ per i miei gusti. O forse era solo troppo rock…
“Preferisci farlo qui in piedi dolcezza?”
“Cosa? Fare cosa?” chiesi inebetita lasciandogli di scatto la mano.
“Parlare.”
“Oh no, no andiamo al tavolo.”
Sotto lo sguardo divertito di Spike mi accomodai al tavolo. Lui prese posto difronte a me, un po’ scomposto. Alzò il viso verso il sole assaporando il calore sulla pelle chiara, sfilò una sigaretta dalla tasca dello spolverino nero e la mise fra le labbra senza accenderla.
“Adoro il tepore del sole” disse e poi tornò a prestarmi attenzione. Molta attenzione. Il suo sguardo si posò sulle mie gambe scoperte per risalire lentamente verso il seno e poi in su, verso il collo, le labbra e infine gli occhi.
“Allora Buffy…vuoi dirmi come mai hai richiesto i miei servizi?” Non mi piaceva affatto quella parola. “Servizi” quali servizi? Accompagnare era un servizio?
“Mettiamo le cose in chiaro. Non sono una di quelle. Insomma io non voglio servizi. Quello che voglio dire è che non potrei…”
“Ho capito amore, niente sesso. La tua dignità è salva. Anche se…”
Si fermò dal continuare il suo esame lascivo incrociando il mio sguardo truce, ma almeno un punto era chiarito.
“Allora amore?”
“Un mio amico si sposa e al suo matrimonio c’è anche il mio ex ed io non voglio andarci da sola. Non che non possa avere un vero fidanzato, è solo che sono molto impegnata e non ho tempo per una relazione stabile e così…”
“Non devi darmi spiegazioni tesoro. Sarò il tuo finto fidanzato per quanto?”
“Una settimana.”
Spike emise un lungo fischio, si accomodò meglio sulla sedia e riprese a guardarmi con fare languido arricciando la lingua davanti ai denti.
“Sarà molto divertente. Potrei farti uno sconto visto che sei così carina.”
Qualcosa del suo comportamento mi irritava a morte, non sapevo definire cosa fosse ma di certo non avrei potuto passare una settimana intera con lui. E poi andiamo! Non era credibile come mio fidanzato un tipo così, sarebbe stato un meglio un tipo alla Angel, o alla Riley.
“Senti lasciamo perdere” dissi alzandomi “ho deciso di fare a meno di un accompagnatore. Addio.” Mi allontanai in fretta lasciandolo lì al tavolo da solo. Era stata tutta una follia, una follia partorita dalla mente perversa di Willow.
“Ehi gattina, ho detto che ti avrei fatto lo sconto!”
Il tizio mi aveva seguita il che, se possibile, mi irritò ancora di più.
“Senti tu!” mi voltai puntandogli il dito al petto “Non sei adatto per me, sei troppo…”
“Vampiresco baby? Alle ragazze piace” disse spingendo sfrontatamente il petto contro il mio dito.
“Oh ma per piacere! Vampiresco tu? Ma lo sai almeno che ai vampiri non piace il sole? Studia di più per il tuo ruolo B-a-b-y-!” mi voltai per andarmene.
“Al diavolo ragazzina sfigata.”
Avrei potuto spezzargli benissimo le ossa una ad una con la mia forza, ma mi limitai a lanciargli un’occhiataccia inceneritrice. -sarebbe bello avere anche il potere di incenerire nella dotazione ordinaria della cacciatricetipo-   
“Cosa hai detto scusa?”
L’ossigenato rise sfrontato, appoggiò la schiena al muretto della via e accese la sigaretta che pendeva dalle labbra, aspirò il fumo e me lo espirò in faccia
“ti ho chiamata sfigata”
Lasciai cadere la borsetta e strinsi il pugno. Volevo dargliene uno solo, assestato sul suo muso, giusto per fargli passare la voglia di parlare.
“Buffy? Buffy Summers?”
Prima che la mia giusta ira potesse trovare sfogo nel cancellare un certo ghigno, una voce conosciuta mi chiamò bloccandomi sul posto. La giornata stava davvero prendendo una brutta piega, chiusi gli occhi e respirai forte prima di voltarmi verso la voce.
“Signora Harris! Che piacere vederla a Los Angeles!” La mamma di Xander era davanti a me, con tanto di marito e buste dello shopping a seguito.
“Oh cara, che fortuna averti incontrata qui, Xander dice che non riesce a beccarti al telefono di casa. Visto che ci siamo incontrate te lo dico io. Ti abbiamo sistemata a casa nostra, abbiamo mandato gli zii in albergo, per amor del cielo non avremmo potuto tenerli in casa un intero week end!”
Prima che potessi obiettare o ribellarmi o scappare e nascondermi, la signora Harris si voltò verso Spike che osservava la scena con un sorriso compiaciuto sulle labbra:
“E tu devi essere il suo ragazzo! Willow ci ha detto che saresti venuta accompagnata, ho preparato il letto matrimoniale caro!”
Aprii la bocca per spiegarle che quello era solo un conoscente incontrato per strada, ma Spike mi precedette, lanciò via la sigaretta, prese la mano della signora Harris e la portò alle labbra in un perfetto baciamano da gentiluomo
“La ringrazio Signora, sarà un piacere per noi averla come ospite”
La signora Harris diventò paonazza e piegò la testa di lato e l’altra mano all’altezza del cuore, sembrava una ragazzetta a cui hanno chiesto di fare il primo lento. Se non fosse stata una situazione tragica avrei riso di cuore, ma al momento l’espressione sul mio viso era seconda solo a quella del signor Harris: fra l’esasperato e il rassegnato.
“Oh cara, ma dove hai trovato un così bel ragazzo? Finalmente hai cambiato genere, non se ne poteva più con quei Ken…questo sì che fa per te!”
Spike mi fece un occhiolino compiaciuto, ora sì che ero finita nei guai seri.
   
 
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