Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: jarmione    16/07/2018    2 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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Jack E William, addetti a remare, si guardavano attorno e fra di loro.
Anche se avevano assistito alla stessa scena che aveva visto Joe, non riuscivano ad essere arrabbiati o altro con Evelyn.
Nonostante fossero tutti dei ladri e mascalzoni, i gemelli si rendevano abbastanza conto che se erano in galera era solo colpa loro e non di Luke, che cercava di mettere le cose in regola e far rispettare la legge.
Anche se un Dalton non fraternizzava con il nemico, potevano capire lo stato d’animo di Evelyn.
Lei non era una vera Dalton, in fondo, non era nata dalla loro stessa madre e padre.
Jack, ogni tanto, si domandava perché avesse scelto un Dalton.
Poteva avere uomini di ogni genere e invece aveva scelto un delinquente, un detenuto ergastolano che non poteva darle nulla; nemmeno una famiglia.
La osservava, stava accanto ad Averell.
Le faceva qualche piccolo sorriso, imitato da William.
Lei ricambiava, ma distoglieva subito lo sguardo rivolgendolo a Joe, il quale osservava la vastità del lago come se fosse un pirata alla ricerca di un galeone da depredare nell’immenso oceano.
Sospirò e spostò lo sguardo su Averell, che sembrava tranquillo.
“Come fai ad essere così calmo” gli domandò.
“Perché al momento ho lo stomaco pieno” si guardò la pancia alcuni istanti “ma credo che fra poco comincerà a brontolare”
Evelyn rise, ma tornò seria quasi subito “Mi vuoi ancora bene?” gli domandò, dato che anche lui aveva assistito alla scena.
“Ma certo!” esclamò lui con un gran sorriso “sei la mia sorellina! Come faccio a non volerti bene?”
Questo la rincuorò un poco e, per ringraziarlo, appoggiò la testa sulla sua spalla.
Arrivati circa a metà del lago, non era ancora accaduto nulla e questo fece preoccupare Evelyn.
Lanciò un occhiata verso l’isola, indicatale da Caius Pupus, ed un brivido le percorse la schiena.
– Ti prego fa che non cantino – Pensò – Fa che non cantino –
Ma quello scongiuro non servì a molto.
In lontananza, si iniziò ad udire un canto.
Dapprima sommesso, poi sempre più alto e ammaliante.
Era un canto suadente, divino, un canto degno degli dei.
Joe fu il primo dei fratelli ad udirlo “Ma che cos’è?” domandò, mentre sul suo volto appariva uno sguardo da ebete.
I gemelli lo sentirono subito dopo, ed anch’essi assunsero il medesimo sguardo sognante.
Persino Averell ne rimase incantato.
“Sembra il canto che ci faceva la mamma prima di dormire”
“Zitto, imbecille!” urlò Joe “e voi due…” rivolto ai gemelli “remate!” ed indicò in direzione dell’isola.
Jack e William obbedirono e remarono spediti.
“No…” Evelyn entrò nel panico “no, ragazzi, fermi! Tornate indietro! Andate a riva!”
Cercò di farli riprendere, ma sembrava essere diventata invisibile.
Nessuno la ascoltava.
Raggiunsero l’isola nel giro di cinque minuti.
Una volta sbarcati, i quattro fratelli corsero all’interno della boscaglia che delimitava la spiaggia, lasciando Evelyn da sola sulla barca.
Di primo acchito la ragazza ebbe la tentazione di raggiungere la riva opposta e chiedere aiuto a Luke.
Subito dopo le venne la voglia di prendere i fratelli e trascinarli via di peso.
Infine preferì restare appiccicata ai fratelli e tenerli d’occhio.
Quella prova sarebbe stata la più difficile.
“Dannazione” mormorò Evelyn “Ma perché non l’hanno messa per ultima?”
– E perché ho dei fratelli così imbecilli? – soggiunse rivolta a se stessa.
Poteva capire Averell, ma Joe e gli altri no!
Guardò i fratelli, che si erano subito fiondati nel punto da cui proveniva il canto.
C’erano delle donne, sicuramente le sacerdotesse di cui le avevano parlato Caius Pupus e Luke.
Dovette ammettere con sé stessa che erano, effettivamente, splendide.
I loro capelli, raccolti da chignon e code, erano color argento e brillavano sotto la luce del sole.
E la sacerdotessa a capo delle altre, era ancora più bella, unica con i capelli corvini.
Quella chioma nera fece andare su di giri Joe, mentre Jack, William ed Averell si lasciavano ammaliare dalle altre.
Per un attimo, ad Evelyn venne un istinto omicida.
Vedere Jack che si lasciava abbindolare da sguardi languidi e poco pudici la fece infuriare.
Ma dovette stare calma.
Non era colpa di Jack, ma delle sacerdotesse.
Il loro canto ammaliava i poveri sventurati che decidevano di attraversare il lago e nessuno poteva resistergli, a parte ovviamente le donne.
Le sacerdotesse guidarono i fratelli attraverso l’isola, facendo loro fare un giro turistico.
I quattro erano completamente inebetiti.
Giravano su loro stessi, saltellavano come delle ragazzine e…sembravano ballare a ritmo di qualche musica a lei inudibile.
A volte i fratelli, mentre le seguivano, si distaccavano e si osservavano attorno in solitario.
Evelyn, ne approfittava per cercare di persuaderli e al diavolo le sacerdotesse.
“Jack…” si avvicinò a lui “Jack, ascoltami, andiamocene via” ma più che un sorriso ebete non ottenne.
Stessa cosa William ed Averell.
Con Joe fu tutto più difficile.
Seguiva la sacerdotessa a capo di tutte e non si staccava mai da lei.
“Se solo Luke fosse qui…” pensò ad alta voce e la sua mente riandò ai discorsi scambiati con Lucky Luke poco prima di partire…
 
“Potremmo comunque mandarla con i fratelli, a patto che non intervenga, qualunque cosa succeda”
“E se non ci riescono?” domandò Evelyn.
“Tu cosa credi sia meglio?” le domandò, di rimando, Luke “se guardi il lato positivo, è sempre meglio del penitenziario” lei non sembrava tranquilla “pensa ai tuoi fratelli…” Evelyn li guardò “preferisci che concludano i loro giorni in una galera? O su un’isola chiamata ‘isola del piacere’?”
 
Per quanto il cowboy fosse stato chiaro, era comunque difficile stare lì a guardare senza intervenire.
Provò a distrarsi guardandosi attorno anche lei, pur di resistere alla tentazione di intromettersi e mandare a monte la prova.
Gli uccellini cinguettavano ed i fiori emanavano un profumo intenso.
Pensò alla signorina Betty, se fosse stata lì si sarebbe di certo messa a fare lezione di botanica.
Ma più tentava di distrarsi più qualche forza estranea la obbligava a volgere nuovamente lo sguardo verso i fratelli.
Erano sempre appresso alle sacerdotesse che, tra l’altro, li accarezzavano e li baciavano senza ritegno.
In quel momento ebbe rimorso per aver sempre detestato la signorina Betty.
Avrebbe preferito mille volte ascoltare la sua voce stridula che vedere quelle donne comportarsi in quel modo.
No, non poteva più resistere, ed era passata si e no mezz’ora dal loro sbarco sull’isola.
“Quel che è troppo, è troppo!”.
Cercò di raggiungere i fratelli, i quali andavano dietro alle sacerdotesse in fila indiana.
Joe per ultimo.
“Joe!” lo chiamò.
Vedendo che non l’ascoltava, passò alle maniere forti e lo prese per le spalle obbligandolo a guardarla negli occhi.
“Joe” lo implorò “Joe, vieni via e andiamocene da qui”
“Si, mia sacerdotessa” e si fiondò fra le sue braccia con sguardo languido e…viscido.
Uno sguardo che non aveva mai visto in lui.
Rabbrividì “Joe!” tentò di allontanarlo, ma lui era ancora sotto l’effetto del canto delle sacerdotesse e non sembrava ascoltarla, ne vederla e la situazione le stava sfuggendo di mano.
“Levati, Joe!”
“Vieni qui mia bella sacerdotessa” le mani si spostarono dalla vita ai fianchi e, senza che se ne rendesse conto, Joe la baciò.
Evelyn sgranò gli occhi.
L’aveva già baciato una volta e non voleva ripetere l’esperienza.
Ben sapendo che si sarebbe pentita subito dopo, raccolse tutta la forza che aveva e gli tirò uno schiaffo che potevano udirlo persino al penitenziario.
 
SCIAF!
 
*****
 
“Che cosa è stato?” chiese la signorina Betty, facendo rovesciare la tazza di the che aveva in mano
“Ah, non ne ho idea” rispose Peabody “saranno i Bracciarotte”
“A me sembrava il suono di uno schiaffone”
“Sciocchezzitudini”
Pit guardò Emmet “Dieci a uno che era Evelyn Dalton”
“Ci sto!”
 
*****
 
Joe spalancò gli occhi di colpo e…si ritrovò labbra contro labbra con Evelyn.
Si staccò immediatamente, arrossendo come un peperone.
Poi avvertì la guancia sinistra bruciare e realizzò cos’era successo.
Il suo volto cambiò colore.
Prima divenne bianco cadaverico, pochi istanti dopo paonazzo e per un attimo gli uscì fumo dalle orecchie.
Fece un balzo all’indietro.
“Che diamine ti è venuto in mente!” gridò rivolto verso Evelyn “come osi picchiarmi!? Io ti distruggo! Io ti rompo! Io ti spezzo! Io ti…ti…ti…!” si fermò di colpo, come se si fosse appena svegliato.
Si osservò attorno “Ma dove sono?” notò fiori, farfalle e uccellini “ma che razza di posto è? Come ci sono arrivato?” guardò Evelyn, che lo osservava con gli occhi lucidi.
“Siamo su un’isola, Joe” mormorò lei “da mezz’ora” aggiunse.
“Mezz’ora!?”
Evelyn annuì ed indicò con lo sguardo gli altri fratelli “Dobbiamo svegliarli…dobbiamo raggiungere Luke e Caius Pupus” poi indicò la riva opposta “dobbiamo andarcene. Ti prego, Joe” una lacrima le sfuggì, un po’ anche per il senso di colpa di averlo dovuto colpire.
Joe non capiva, era appena uscito dall’effetto del canto delle sacerdotesse e si sentiva scosso.
“Penso…penso che tu abbia ragione” ammise “ma faremo i conti più tardi!”
Si avviò dietro ai fratelli e li trascinò via di forza uno ad uno.
Per svegliarli li prese a schiaffi, sia perché doveva farli riprendere e sia perché non picchiava le donne e quindi usava i fratelli per vendicarsi.
Riprendendo conoscenza, scuotevano la testa e non capivano dove si trovassero.
“Che è successo, Joe?” domandarono in coro.
“Lasciamo perdere” borbottò lui “seguitemi!”
“Ma…” le sacerdotesse tentarono di fermarli “dove andate miei bei guerrieri?” domandò la donna dai lunghi capelli neri “non avete finito, potete restare qui per sempre se desiderate”
“Stai scherzando!?” sbottò Joe “Stiamo cercando di fare delle prove per avere sconti di pena e tu vieni a chiedermi di restare qui per sempre!? Piuttosto mi faccio un mese con Bracciarotte. Uhmpf” senza aggiungere altro trascinò Jack e William lontani.
“Ma io voglio restare, Joe!” disse Averell “qui ci sono le farfalle!”
“Muoviti, imbecille!”
“Averell” Evelyn lo prese per mano “vieni via, ti prego”
Averell la guardò “Ma tu stai piangendo, sorellina”
Evelyn scosse la testa “Per favore, fratellone, vieni via” e lo trascinò verso la barca.
Quando furono tutti a bordo, Jack e William iniziarono a remare, raggiungendo la riva opposta.
Caius Pupus e Luke, quando li videro arrivare, rimasero sbalorditi.
“Mi meraviglio di voi, ragazzi” si congratulò Luke “non mi aspettavo che ci metteste così poco”
“Sta zitto, cowboy” lo ammonì Joe “non è giornata” e lo superò, notando Caius Pupus che metteva una spunta sulla prova, dichiarandola superata.
“Ehm…Joe” si intromise William.
“Che vuoi!?”
“Che ti sei fatto alla faccia?”
Joe sembrava sul punto di sbottare, ma volle evitare l’argomento “Ho sbattuto contro un albero. Fatti gli affari tuoi”
  
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