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Autore: lone_wolf_08    16/07/2018    2 recensioni
Il Reame Boscoso era la sua casa. Thranduil e Legolas la sua famiglia.
Eppure la sua vita lì non sarebbe potuta durare per sempre. Il coraggio di una donna sarà messo a dura prova da un destino inevitabile e da un passato doloroso.
Morwen lo guardò negli occhi: “Chi sono io?”
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo 6 : LA SCELTA GIUSTA



"Puoi andare dappertutto, ma non ti allontani da quello che hai dentro"



Quando Morwen giunse al punto di raduno, erano già tutti seduti a disposizione circolare e chiacchieravano in attesa che si cominciasse. Elrond era già seduto e stava parlando con un elfo dai lunghi capelli biondi in piedi di fronte a lui. Legolas, anch'esso già seduto, fece cenno all'amica di sbrigarsi. Così, Morwen, passando in mezzo al cerchio sotto lo sguardo curioso di presenti, sedette a fianco dell'elfo. Evidentemente si stavano chiedendo chi fosse quell'umana dai vestiti elfici nella rappresentanza di Bosco Atro. La donna, guardandosi intorno, vide uomini, elfi e perfino nani. Si chiese se tra quest'ultimi alcuni avevano partecipato all'impresa di Thorin Scudodiquercia, di cui aveva tanto sentito parlare Thranduil. Come se le avesse letto nel pensiero, Legolas, fece un cenno della testa verso un nano dall'imponente barba rossiccia che parlava animatamente con uno che la donna immaginò fosse suo parente, tanta era la somiglianza.

"Quello è Gloin: uno dei nani della compagnia di Thorin II".

Dopo poco arrivò Gandalf insieme a due piccoli uomini dai grandi piedi e i capelli ricci. Tali tratti distintivi ritraevano la razza Hobbit di cui le aveva parlato il Re del Reame Boscoso quando era piccola. Uno era vecchio, l'altro giovane. Il primo si sosteneva grazie ad un bastone e sembrava fisicamente molto fragile, ma il suo passo non era affatto incerto e, quando Morwen incrociò i suoi occhi, vi lesse dentro una forza incredibile. Legolas le sussurrò all'orecchio.

"Quello è Bilbo Baggins, il famoso Hobbit che aiutò Thorin Scudodiquercia e la sua compagnia a riprendersi Erebor".

Morwen lo guardò di nuovo, stavolta con grande ammirazione e si chiese come aveva fatto un piccoletto come lui ad affrontare si tanti pericoli e avversità. Di certo affrontare un drago non era un'impresa da poco, perciò le era chiaro che in lui c'era molto più di quanto non apparisse. Poi guardò il giovane; capelli scuri e occhi di un azzurro intenso. I due Hobbit si sedettero anch'essi e il consiglio cominciò. La voce forte e decisa del Signore di Imladris risuonò nell'aria.

"Stranieri di remoti paesi e amici di vecchia data. Siete stati convocati per rispondere alla minaccia di Mordor. La Terra di Mezzo è sull'orlo della distruzione. Nessuno può sfuggire. O vi unirete o crollerete. Ogni razza è obbligata a questo fato, a questa sorte drammatica".

Così, dopo aver scrutato tutti i presenti, si rivolse al giovane Hobbit dai capelli neri.

"Porta qui l'Anello, Frodo"

Il mezz'uomo si alzò e andò ad appoggiare su una tavola rotonda di pietra un piccolo anello d'oro. Poi, come se si fosse tolto un enorme peso di dosso, si risedette sospirando sulla sua sedia. I presenti ammutolirono all'istante. Si sentiva solo il rumore dell'acqua delle cascate, che si infrangeva sulle rocce instancabile. Morwen sentì Legolas irrigidirsi vicino a lei. Nell'aria si percepiva una strana tensione.

"Come potete essere certi che si tratti dell'unico?"

A rompere il silenzio era stato un uomo dai capelli biondo scuro tagliati sopra le spalle, un pizzetto curato e gli occhi grigi. Il suo aspetto era nobile e lo sguardo orgoglioso e severo. Legolas si girò verso l'amica.

"Si chiama Boromir. È il primogenito del sovrintendente di Gondor".

"La tua domanda è lecita, Boromir figlio di Denethor. Per questo ora sei qui e per questo risponderò al tuo dubbio raccontandoti la storia dell'anello dalla caduta di Isildur". Quando Elrond ebbe finito, Morwen intervenne.

"E il signore oscuro sa del ritrovamento di esso da parte di Bilbo Baggins?".

Gloin rispose alla sua domanda.

"Certo che lo sa! Non per niente uno dei suoi servi del male venne tempo fa a Moria per chiedere informazioni sulla tanto strana razza Hobbit. Noi non gli dicemmo niente, così se ne andò irritato, ma non essendo più tornato deducemmo che dovette aver trovato informazioni altrove" concluse amaramente.

"E come seppero che fu proprio Bilbo a trovarlo? Chi disse loro il nome dello Hobbit?" chiese ancora dubbioso il gondoriano.

A rispondergli, stavolta, fu un uomo dal nobile aspetto, con i capelli scuri e una leggera barba.

"Fu la creatura di nome Gollum a riferirglielo. Mentre cercava l'anello per conto suo, venne catturato dagli orchi e, sotto tortura, nominò Baggins e la Contea".

"E da qui entrai in gioco io" intervenne Gandalf.

"Dopo la riconquista di Erebor. Lasciai Bilbo con la certezza che avesse trovato solo un semplice anello magico; ignoravo si trattasse proprio dell'unico. Ebbi dei dubbi solo tempo dopo e, successivamente, alla festa di compleanno di Bilbo, quando esso passò in eredità a Frodo, dovetti metterlo in guardia. Andai a cercare informazioni alla grande biblioteca di Minas Tirith e, dopo aver letto delle pergamene su quel fatale oggetto, tornai nella Contea. Misi l'anello nel fuoco e vidi apparire le scritte elfiche che lo caratterizzano. In quel momento potevo esser certo di trovarmi davanti al Flagello di Isildur. Raccontai a Frodo la sua storia e lo esortai a partire il prima possibile. Dopodiché dovetti andarmene con la necessità di conferire con il bianco stregone" concluse Gandalf rivolgendo poi lo sguardo verso Frodo, come per esortarlo a continuare.

Lo Hobbit intervenne riportando la sua testimonianza.

"Purtroppo io non partì immediatamente, infatti traslocai prima in una casa nella terra di Buck dove Pipino, Merry e Sam che mi avevano aiutato nei preparativi, decisero di farmi una sorpresa unendosi a me nel mio imminente viaggio verso Gran Burrone".

Poi, dopo aver raccontato della partenza dalla terra di Buck fino all'arrivo di Brea e da Brea fino a Gran Burrone, terminò il racconto sotto lo sguardo sempre più stupito di Morwen. Come aveva fatto un piccoletto come lui a resistere alla ferita di un pugnale Morgul? Questi mezz'uomini la incuriosivano parecchio. Venne scossa delle sue riflessioni dalla voce di Frodo che, rivolgendosi a Gandalf, chiese

"Perché tardasti così tanto a raggiungerci? Avevamo paura che ti fosse capitato qualcosa".

Tutti spostarono gli occhi sullo stregone che non tardò a rispondere.

"Come vi ho già detto andai a trovare Saruman per chiedergli consigli, ma ad Isengard scoprì amaramente che il saggio stregone si era lasciato corrompere dalla sete di potere. Mi chiese di unirmi a lui nel suo progetto di conquista della Terra di Mezzo. Egli cerca l'anello per sconfiggere l'Oscuro Signore e assumere il potere. Lui stesso mi disse di non essere più Saruman il Bianco, bensì Saruman multicolore".

"Infido traditore!"

"Lasciami finire Gimli figlio di Gloin"

Il nano si zittì ma borbottò qualcosa, chiaramente ancora furioso.

"Ebbene, poi venni imprigionato ad Orthanc e fuggii solo grazie all'aiuto di Lady Galadriel. Raggiunsi Brea in velocità e lì, venni a sapere con gran sollievo che Frodo e gli altri avevano incontrato Grampasso ed erano già partiti".
Così, rassicurato dalla presenza del loro accompagnatore, mi concedetti una notte di riposo, per poi ripartire alla volta di Collevento, dove i Cavalieri Neri mi tennero in assedio. Riuscii poi a scappare e, dato che trovare Frodo nelle Terre Selvagge con il nove alle calcagna era impossibile, decisi di recarmi direttamente a Gran Burrone per poi inviare aiuto da lì. Dovevo fidarmi di Grampasso"

"Eppure non mi è chiara una cosa" disse Boromir pensieroso.

"Che ne è di Gollum dopo che rivelò al nemico le informazioni sull’anello?".

"Riuscii catturarlo sull'Emyn Muil e ora marcisce nelle celle di Bosco Atro" rispose l'uomo dai capelli scuri e l'aspetto nobile. Doveva essere Gampasso, dato che durante il racconto di Gandalf annuiva seriamente come per confermare le parole dell'amico.
Legolas si alzò in piedi.

"Mi dispiace contraddirti, ma ciò che dici non è più vero. Io e Morwen siamo qui, in veste di messaggeri del nostro Re Thranduil, per comunicarvi la fuga di Gollum del Reame Boscoso. Purtroppo, fummo troppo buoni con lui e gli concedemmo qualche libertà in più, come qualche uscita all'aria aperto e.…".

"Lui se ne approfittò e fuggì" concluse tagliando corto Morwen, evidentemente infastidita. Lei infatti, a suo tempo, non aveva mai approvato quella decisione.

Legolas si risedette guardando storto l'amica per aver concluso così bruscamente, ma lei non sembrò farci caso. Ci fu di nuovo silenzio. Poi a romperlo fu di nuovo Boromir.

"Allora questo è un dono. Un dono ai nemici di Mordor. Perché non usare l'Anello? A lungo mio padre, Sovrintendente di Gondor, ha tenuto le forze di Mordor a bada. Grazie al sangue del nostro popolo, tutte le vostre terre sono rimaste al sicuro...Date a Gondor l'arma del nemico; usiamola contro di lui!" disse ad alta voce alzandosi dal suo posto.

"Non potete servirvene. Nessuno di noi può. L'Unico Anello risponde soltanto a Sauron...non ha altri padroni".

Era stato Grampasso a contraddirlo. Morwen incrociò i suoi occhi e rimase un'attimo incantata nel vedere quelle iridi azzurre, piene di determinazione e saggezza. Boromir allora, rivolgendosi verso colui che aveva parlato, rispose sgarbatamente.

"E cosa ne sa un Ramingo di questa faccenda?" disse marcando con disprezzo il termine "ramingo".

Legolas, infastidito da tanta arroganza, si alzò di scatto per rispondere a tono all'uomo di Gondor.

"Non è un semplice Ramingo"

Morwen si sorprese della sua reazione. Di rado perdeva la pazienza, rispondendo con così tanto fervore; e se lo faceva era per difendere qualcuno a cui teneva molto.

"Lui è Aragorn, figlio di Arathorn. Si deve a lui la vostra alleanza".

Morwen e Boromir guardarono stupefatti l'uomo di cui avevano appena scoperto l'identità. La donna si sentì confusa... Quindi Grampasso e Aragorn erano la stessa persona! ...Il famoso amico di Legolas. Eppure, non riusciva a capire come faceva a conoscere l'elfo da molto tempo ed essere così giovane. Aveva anche combattuto a fianco al padre di Kludd per un periodo. Doveva essere un mezz'elfo, altrimenti non si sarebbe spiegata il suo aspetto così giovane a dispetto delle esperienze che aveva vissuto. Ma non fu solo questo a provocarle una strana sensazione... Boromir invece, visibilmente incredulo, si rivolse all'uomo in questione.

"Aragorn? Costui è l'erede di Isildur?"

"Ed erede al trono di Gondor" concluse con fierezza Legolas.

Aragorn, imbarazzato, invitò Legolas a sedere.

"Havo dad, Legolas".

Poi Boromir, riassumendo la sua compostezza, si risedette dichiarando con superbia.

"Gondor non ha un re. A Gondor non serve un re".

Morwen si infastidì del comportamento adottato da quell'uomo tanto orgoglioso. Chi si credeva di essere? Poi Gandalf tornò sull'argomento precedente.

"Ha ragione Aragorn. Non possiamo servircene".

Elrond quindi, riprendendo le redini del consiglio, esclamò gravemente.

"Non esiste altra scelta. L'Anello deve essere distrutto".

"Allora cosa aspettiamo?" dichiarò Gimli, alzandosi risoluto dal suo seggio.

Con la fedele ascia in mano, si avvicinò alla tavola e sferzò un colpo micidiale all'Unico. Fu questione di attimi. Morwen si sentì male, la sua testa prese a girare e d'un tratto la ragazza si trovò di fronte a Kludd, con una spada in mano, pronto a colpirla. Poi tutto tornò normale; rivide Legolas vicino a lei, gli altri partecipanti e Gran Burrone attorno. Le cadde lo sguardo su Frodo, il quale sembrava parecchio scosso. Sembrava essere stato male anche lui. La ragazza non poté fare a meno di chiedersi se anche lui aveva avuto una visione come la sua. Gimli invece era a terra, la sua ascia era frantumata e qualche pezzo fumante si trovava ancora sulla tavola. L'anello era ancora intatto! Qualche forza oscura aveva respinto quell'attacco e ciò fu subito spiegato da Elrond.

"L'Anello non può essere distrutto qui, Gimli, figlio di Gloin, qualunque sia l'arte che noi possediamo. L'Anello fu forgiato tra le fiamme del monte Fato. Solo lì può essere annientato. Dev'essere condotto nel paese di Mordor, e va ributtato nel baratro infuocato da cui è venuto".

I presenti si guardarono con un brutto presentimento. Poi il signore di Imladris concluse guardando tutti accigliato.

"Uno di voi deve farlo".

Calò il silenzio nel portico. Nessuno voleva recarsi a Mordor, e non per questo erano da biasimare, ma un sacrificio andava fatto se si voleva sconfiggere Sauron. Fu Boromir a dare voce ai pensieri di molti, accusando l'impossibilità di tale missione.

"Non si entra con facilità a Mordor. I suoi cancelli neri sono sorvegliati da più che meri Orchi. Lì c'è il male che non dorme mai. E il Grande Occhio è sempre all'erta. È una landa desolata, squassata da fiamme, cenere e polvere. L'aria stessa che si respira è un'esalazione velenosa. Neanche con diecimila uomini sarebbe possibile. È una follia".

Legolas si alzò di nuovo e guardando con sfida l'uomo esclamò.

"Non avete sentito ciò che ha detto re Elrond? L'Anello deve essere distrutto a qualsiasi costo!".

"E tu lo faresti a costo della tua vita? Voi elfi predicate tanto bene ma poi siete i primi a tirarvi indietro quando qualcuno è in difficoltà!" disse a gran voce Gimli.

Morwen si alzò dal suo posto guardandolo in cagnesco.

"Perché voi nani sareste meglio? Avete l'egoismo nei geni!".

Gimli infuriato andò verso di lei. Legolas si mise in mezzo fermandolo.

"E se falliamo, cosa accadrà? Cosa accadrà quando Sauron si riprenderà ciò che è suo?" disse a gran voce Boromir alimentando la preoccupazione che serpeggiava tra i partecipanti.

Poi si alzarono tutti e cominciò un'animata discussione, che a mano a mano si trasformò in un chiassoso litigio.

"Ma non capite? Mentre bisticciamo fra noi, il potere di Sauron si accresce! Nessuno può sfuggirgli! Sarete tutti distrutti!". Gandalf cercava di calmare gli animi ma nessuno sembrava dargli ascolto.

Cercando di sovrastare il rumore qualcuno gridò.

"Lo porterò io!".

Nessuno parve sentire quella voce che allora si ripeté più forte.

"Lo porterò io!".

Tutti si girarono per vedere chi avesse parlato. Morwen fece lo stesso e si accorse con stupore che era stato Frodo, il quale, a disagio per i numerosi occhi puntati su di lui, continuò più intimorito.

"Porterò io l'Anello a Mordor. Solo... non conosco la strada".

In quel momento, alla ragazza, parve un fragile bambino bisognoso di affetto e sicurezza e dentro di lei qualcosa le diceva che aiutarlo sarebbe stata la scelta più giusta. Gandalf, con uno sguardo di pura ammirazione, si fece avanti verso di lui dichiarando

"Ti aiuterò a portare questo fardello, Frodo Baggins. Finché dovrai portarlo".

Aragorn, che era rimasto seduto non prendendo parte al tumulto, si alzò dal suo seggio solennemente.

"Se con la mia vita o la mia morte riuscirò a proteggerti, io lo farò. Hai la mia spada".

Legolas lo seguì a ruota.

"E hai il mio arco",

"E la mia ascia", si aggiunse Gimli.

Boromir si avvicinò a quello Hobbit sorprendentemente coraggioso. La sua espressione era indecifrabile: quasi un misto di sorpresa e ammirazione in uno sguardo divertito.

"Reggi il destino di tutti noi, piccoletto. Se questa è la volontà del Consiglio, allora Gondor la seguirà".

"Ehi!"

Da dietro i cespugli saltò fuori un altro Hobbit, paffutello e dai capelli biondi e mossi. Egli si pose accanto a Frodo a braccia conserte, dichiarando con sicurezza.

"Padron Frodo non si muoverà senza di me!"
Elrond faticò a trattenere un sorriso e rispose in modo provocatorio ma divertito.

"No, certo, è quasi impossibile separarvi. Anche quando lui viene convocato ad un Consiglio segreto e tu non lo sei".

"Ehi! Veniamo anche noi!"

Da dietro le colonne del portico sbucarono altri due Hobbit, sorprendendo per la seconda volta il Signore di Imladris.

"Dovrete mandarci a casa legati in un sacco per fermarci" dichiarò risoluto uno dei due.

Poi l'altro, con un'espressione saccente affermò.

"Comunque, ci vogliono persone intelligenti per questo genere di missioni, ricerche...Cose!"

L'amico lo guardò.

"Ma così ti autoescludi, Pipino".

Morwen dovette stare attenta a non scoppiare a ridere di fronte a tutti. Doveva ammettere che quei due erano un vero spasso. Elrond osservò ognuno di loro e poi guardò l'intero gruppo con fierezza. Morwen pensò fosse soddisfatto dell'entusiasmo dimostrato dai piccoli componenti ma anche della presenza di guerrieri forti ed esperti nel gruppo.

"Nove compagni"

"Dieci!"

Esclamò Morwen facendosi avanti e raccogliendo gli sguardi di tutti. La giovane vide negli occhi di Legolas un misto di confusione e imbarazzo e si chiese perché. Poi Elrond riprese, riottenendo su di sé l'attenzione.

"Molto bene! Dieci compagni! Voi sarete la Compagnia dell'Anello!".
In quel momento nient'altro era importante per Morwen: andarsene, alla volta di un'avventura. Fare la cosa giusta perché ciò che stavano per fare poteva salvare la Terra di Mezzo, anzi, di questo ne era quasi sicura. Sapeva che era quella la sua occasione di fare la differenza e non ci avrebbe rinunciato tanto facilmente. Poi una vocina si insinuò nella sua testa.
Non starai invece scappando da qualcosa?


Nota dell'autrice:


Sono tornata gente! Si credo di essere tornata dall'oltretomba 😂 Finalmente ho finito la maturitaaaaaaaaà e posso dedicarmi alla storia con più impegno! Voi non sapete che bello è la sensazione di libertà dopo gli esami! È dal primo di luglio, il giorno successivo all'orale che festeggio, e mi sembra quasi impossibile aver già fatto 5 anni di superiori...Solo che a volte mi trovo a girare per casa dicendomi "e ora che faccio?" ahahaha.
Passiamo alla storia.
Non posso nascondervi la difficoltà che ho trovato scrivendo questo capitolo. La parte difficile è stata infatti incastrare il libro con il film. Infatti, nel libro, oltre che ad essere molto più lungo, il consiglio si sviluppa in modo un tantino diverso. Perciò mi ci è voluto un po' per farli combaciare. Spero solo di esserci riuscita... Datemi i vostri preziosi pareri!
Che avrà stavolta il nostro Legolas? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!!!
Recensite numerosiii ❤

Peace and Love

Kia

PS: vi piace di più questo font?

   
 
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