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Autore: Iaiasdream    16/07/2018    2 recensioni
Un Serial Killer si aggira per il Campus Anteros. Le prime vittime sono due studentesse del secondo anno, violentate e uccise a distanza di poco tempo. Tre mesi dopo, lo stesso crudele destino sembra colpire anche Ambra, la quale si salva per un miracolo.
La polizia indaga, ma ciò che non sa è che l'assassino attacca solo ragazze che hanno a che fare con una certa persona. Questo, Astral Dolce lo capirà nel momento in cui il suo cuore inizierà a palpitare per l'oggetto di ossessione del criminale, diventando automaticamente la prossima preda.
Genere: Erotico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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1.
Serial Killer
 
 
Gioire delle disgrazie altrui. È questo quello che fanno Yeleen e tutte le persone come lei; è questo quello che faceva Ambra prima di essere una modella anoressica e con seri problemi mentali.
Questa volta, però, credo che Yeleen non stia mentendo. Per aver scomodato finanche il prof Zaidi, sono sicura che sia successo qualcosa di davvero grave.
Ryan, ops… il professor Zaidi, dopo avermi restituito il tablet, mi ha, stranamente, chiesto di aspettare un suo avviso prima di uscire dal suo appartamento. Cioè: non è la prima volta che vi entro, per dirla tutta non è la terza e nemmeno la quarta, ho solo avuto due volte il privilegio di intrufolarmi nell’appartamento del docente più affascinante dell’Anteros: la prima a causa di quei maledetti brutti ceffi che provarono ad aggredirmi una sera mentre ritornavo ai dormitori. Cavoli, ricordo ancora quella notte e la sento vivida sulla mia pelle come un fastidioso brivido. Fortuna volle che Ryan si trovasse nei paraggi e mi salvasse. Insistette per portarmi a casa sua almeno per farmi riprendere… la seconda volta… be’ è questa. Come sono finita di nuovo nel suo appartamento? Chani ha preso il mio tablet e inconsapevolmente l’ha scambiato con quello del professore.
Giacché domani ho un compito importante, ho preferito riparare al piccolo danno.
Il problema è un altro: detesto a morte Ambra e Yeleen, proprio perché spuntano come funghi velenosi ogni volta che la mia vita accenna svolte inaspettate.
Prima di ricevere una chiamata dal campus, Ry… Dio! ZAIDI stava per dirmi qualcosa a proposito della visita a casa sua. Ha iniziato col: “Che piacevole sorpresa!”, proseguendo con “Aspetti, signorina Dolce, vorrei dirle qualcosa.”, terminando con “A proposito delle visite…”. Naturalmente interrotto dal copioso squillo del telefono in cui gli hanno annunciato che è successo qualcosa di grave al pub, quello frequentato dagli universitari, dove il mio ex ragazzo suona ogni sabato e dove lo stesso, mi rinfacciò tutti questi dannati anni di lontananza che hanno portato alla nostra rottura.
Quanti miliardi di volte ho tentato di spiegargli che i miei genitori non hanno potuto mantenere un doppio affitto e non mi avrebbero mai permesso di andare ad abitare con lui a soli diciotto anni. Dovevamo trasferirci, punto.
Ma Castiel no, non voleva sentir ragioni. Per lui ero diventata maggiorenne e automaticamente indipendente. “Te la sei solo spassata apposta per l'ultimo anno. Hai trovato il babbeo di turno e c’hai provato.” Queste sono state le sue taglienti, ultime parole, prima di chiudermi in faccia la chiamata.
Perché forse, il bulletto dei miei attributi mancanti ha dimenticato quando Astral Dolce si è fatta umiliare dalla sua ex per salvargli il culo! O quando ha rischiato di beccarsi un pugno dal delegato per dividere le loro dannate liti infantili sempre a causa della moretta intrigante e falsa come le mie unghie ricostruite!
E poi, non è che tutti abbiano la fortuna che ha avuto lui da quando aveva sedici anni. Parlo della sua assurda emancipazione! Non tutti i genitori si svegliano la mattina e ti dicono: “Figliolo caro, per portare il pane a casa, dobbiamo lavorare, tu fai come se fossi orfano!”
È a causa del menefreghismo di questi se il suo carattere è peggiorato col tempo. Al posto di tutti quei tatuaggi che si è fatto sulle braccia, avrebbe potuto stamparsene uno sulla fronte: Don’t touch my ego!
Dannato Castiel! Quanti pianti mi son fatta per lui, per la nostra storia finita assurdamente.
Ma in quattro anni mi sono ripresa, a singhiozzi, ma ce l’ho fatta. Dopo di lui, non c'è stato nessun altro, oddio! Mi frequentavo con qualcuno ma non mi sono sbilanciata più di tanto. E sì! Non è facile dimenticare un tipo come Castiel.
Ma lui questo non lo sa e non dovrà mai saperlo. Non gli darò mai la soddisfazione di ridersela alle mie spalle con la sua nuova ragazza.
Già, perché lo stronzo non perse tempo!
“Credevi che ti avrei aspettata?”
Che cazzo di domande sono? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, lui che fa? Manda a puttane la nostra storia per fidanzarsi con… con… Yeleen?!
Cristo! Quella retina impagliata è il clone di Ambra! Lui odiava Ambra! Che diavolacci c’ha trovato in quella?
Oh, Santo Cielo! Perché mi sono soffermata su questi pensieri? Mi succede ogni volta che vedo Yeleen o penso a Castiel.
Al diavolo quei due idioti.
Mi sono ripromessa che mi sarei concentrata sugli studi e avrei lasciato il passato dov'è.
Ok, ma adesso non posso lasciare che il tempo passi. Che cavolo ho deciso, di rimanere qui? Andiamo, Astral, è il tuo professore, questa è la sua casa, lui non c'è e tu devi uscire. Sì devo uscire.
Senza indugiare oltre, vado via.
Mi ritrovo per la strada illuminata dai lampioni. Il cielo è volto all’imbrunire e… ok, al diavolo le cazzate. Devo tornare al campus. Sì, da quella sera ho una fottuta paura di fare qualche altro brutto incontro.
A un tratto sento squillare il cellulare, mi affretto a rispondere senza guardare il nome sullo schermo.
<< Ehi, Astral, dove sei? >> chiede Alex stranamente serio.
Guardo l'ora sull’orologio da polso, sono le nove e trenta. Orario stranissimo: l’unico gemello rimasto in circolazione non è ancora ubriaco.
<< Che c'è, Latin Lover, vuoi una mano a scolarti il boccale di birra… >>
<< Ambra, ha rischiato grosso. >> m'interrompe indurendo il tono di voce.
<< Cosa ha combinato? >> sbuffo un sorriso sarcastico << Ha dimenticato di prendere la pillola… >>
<< Astral, niente puttanate questa volta. >>
Ok. Adesso sono preoccupata, << Che succede, Ale? >>
<< Dove sei? >>
<< Nei pressi dell’appartamento di Zaidi. >> rispondo prontamente fregandomene del silenzio carico di sorpresa del mio amico.
<< O-ok. Ehm… raggiungimi, così ne parliamo. Sono al pub. >> riprende sconcertato.
Chiudo la chiamata senza aggiungere altro e m’incammino verso il locale.
Le luci a intermittenza dell’ambulanza attirano la mia attenzione, lampeggiando sulle pareti dei palazzi, c'è anche la polizia e un gruppetto di persone accalcate davanti alla porta principale. È difficile notare Alex da dove sono io e la mia bassa statura ne è la causa principale.
Sento qualcuno piangere e qualcun altro raccontare l'accaduto con voce stridula. Mi avvicino con cautela cercando di capire che cosa stanno dicendo.
È Melody, sta parlando con un poliziotto, poi qualcuno mi distrae afferrandomi per una spalla. Mi giro di scatto, sorpresa. Alexie mi guarda preoccupato. << Ma che diavolo è successo qui? >> chiedo allontanandomi dalla folla e trascinando il ragazzo con me.
<< Ambra è stata aggredita nei bagni dei locali. >>
<< Che cosa? Come: aggredita? >>
<< Non sappiamo bene come sono andate le cose. Qualcuno l’ha stuprata e poi… accoltellata. >>
Allibita e anche terrorizzata da quella rivelazione, mi volto istintivamente verso l’ambulanza alla ricerca della modella, ma non la vedo, così ritorno a guardare Alex << È… è viva? >>
Detesto Ambra, lo ammetto, ma sentir parlare di lei così, mi… angoscia, ecco.
Il mio migliore amico fa spallucce aggiungendo che non si sa ancora se riuscirà a sopravvivere, << Per fortuna che l’ha trovata Melody. >>
Melody? Che diavolo ci faceva la Monaca di Monza nel pub? Lei odia questo tipo di posti. Poi ricordo di averla vista parlare con i poliziotti.
Mi allontano dal gemello e mi avvicino al gruppetto ancora accalcato sulla scena. La segretaria di Zaidi sta ancora parlando con l’ufficiale. Non so per che diavolo di motivo mi sto tanto preoccupando per una stronza che per tanto tempo è stata la mia croce. Dovrei fregarmene, ma c'è qualcosa che mi turba, forse la consapevolezza che anch'io qualche sera fa ho rischiato grosso e in un certo qual modo, nel mio inconscio mi sto chiedendo se fosse finita nello stesso modo anche con me?
Oddio, mi vengono i brividi solo a pensarci.
<< Signorina Dolce! >>, sento a un tratto alle mie spalle. Mi volto, il prof Zaidi si fa largo tra la folla per raggiungermi, ha un’aria preoccupata con una punta di severità.
<< Professore? >>
<< Che cosa ci fa qui? Le avevo detto di aspettarmi. >>
Aspettarlo? No, caro! Tu m’avevi detto di aspettare un tuo segnale per uscire, ma dato che non c'è stato, allora… che cosa volevi? << Ho saputo cosa è successo e mi sono precipitata qui. >>
Senza aggiungere altro e dopo avermi squadrata a fondo con i suoi occhi esageratamente chiari, Ryan mi afferra per un polso, fregandosene dei presenti e di qualche occhio indiscreto, e mi allontana dalla folla. Mi lascio trascinare concentrandomi sul calore dalla sua mano forte e quando arriviamo sul retro del pub, lui si volta verso di me e mi lascia la mano per toccarmi la spalla. << Sono preoccupato, Astral. >>
Oh, Cielo. È la prima volta che mi chiama per nome. Sono scombussolata. Sarà un caso che se lo ricorda?
<< Ciò che è successo alla tua coetanea non è stato un incidente da poco. >> prosegue serrando la mascella.
<< Che significa? >>
<< Ho parlato con l’ispettore, pare che ci sia stata qualche altra aggressione di questo tipo: due ragazze del secondo anno, tre mesi fa. >>
Tre mesi fa? Io non ero ancora giunta in paese, ecco perché non ne sono a conoscenza.
<< Questo significa che si tratta di un stupratore e assassino seriale. >>
Ed eccoli di nuovo quei brividi rigarmi la spina dorsale.
Scrollo le spalle, non ci posso credere, e se stiamo parlando dello stesso ceffo che mi ha aggredita? Oh, mio Dio!
<< Astral, va tutto bene? >> chiede Zaidi scuotendomi dolcemente.
Senza accorgermene, gli poggio una mano sulla camicia, stringendo in pugno un lembo. Lo vedo sussultare.
<< Professore, io… >> non riesco a dire che ho paura. Non è da me. Io sono fredda, distaccata, acida. Mando a fanculo velocemente e senza pormi tanti problemi, sono cinica, cazzo! Che mi succede ora, perché mi comporto così? E poi davanti all’uomo più intimidatorio che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita!
Lui, a un tratto, percependo il mio stato d'animo, avvolge le sue forti braccia attorno alle mie spalle e mi ritrovo col viso appoggiato sul suo petto dall’odore travolgente.
<< Sta’ tranquilla, ci sono io. >> soffia fra i miei capelli.
Santi del Paradiso! Se mi vedesse Chani in questo momento! Che cavolo sto facendo? È un professore!
Ma perché diamine devo incolparmi? È lui che ha iniziato questo strano tipo di approccio! Che significhi qualcosa?
Non ho neanche il tempo di continuare i miei pensieri che Ryan, con un’agilità che fregherebbe Superman, mi afferra il mento e mi stampa un casto bacio sulle labbra, della durata minima. Giusto il tempo per farmi percepire il calore della sua morbida bocca.
Quando si allontana, i miei occhi puntano il vuoto e sembrano uscire dalle orbite. Mi dice qualcosa, sottovoce, << Devo andare >> e lo fa come se niente fosse, lasciandomi in balìa di mille domande e una confusione in testa.
Avrei dovuto aspettarmelo? Sì, cazzo! Tutti quegli sguardi maliziosi, i pranzi insieme nella mensa del campus, e anche stasera a casa sua… non ci posso credere! Come ho fatto a non capirlo prima? Era tutto così palpabile!
Ritorno alla realtà solo quando sento la voce di Alexie chiamarmi a gran voce. Mi scuoto come per scrollarmi qualcosa di dosso e nel momento in cui mi accingo ad incamminarmi verso la parte opposta del pub, noto qualcuno a pochi passi da me che mi guarda severo, tanto che i suoi occhi plumbei sembrano volermi travolgere in una tempesta.
Castiel.
 
   
 
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