Serie TV > Veronica Mars
Segui la storia  |       
Autore: JEH1929    18/07/2018    0 recensioni
"Perché, per quanto si cerchi di fuggire dal passato, di lasciarselo alle spalle, quello è sempre lì dietro l’angolo, pronto a richiamarti indietro alla minima deviazione.
Non posso sfuggire all’attrazione fatale di Neptune."
Fanfiction ambientata 5 anni dopo la fine della terza stagione, senza tenere conto del film e dei libri.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan Echolls, Un po' tutti, Veronica Mars
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sudore mi scorre lungo la schiena, lasciando una sensazione di fastidio e provocando un brivido. Il cielo è scuro, nuvoloso. Neptune non è quasi mai nuvolosa. Eppure l’aria è pesante, greve di umidità, come sul punto di piovere. It never rains in California, la canzone continua a frullarmi in testa, a ripetizione, ne conosco solo pochi versi, ma quelli si ripetono perpetuamente nella mia mente. Scuoto la testa, cercando di cancellare quella canzone, senza alcun risultato. La musica aumenta di volume, fino a quando mi accorgo che sta suonando dalla radio della mia auto. Sono nella mia macchina, non in quella che mi è stata data in sostituzione mentre la mia veniva riparata. Questo è strano, non ricordo di essere andata a riprenderla. Scrollo via il pensiero e continuo a guidare, mentre la canzone continua. Per qualche strano motivo non mi sento in grado di allontanare le mani dal volante per cambiare stazione radio, quindi It never rains in California continua a suonare. Adesso il sudore mi imperla anche la fronte, non ho ricordo di aver mai sudato tanto. L’aria umida certamente non aiuta.
- Veronica, che cosa stai facendo?
Sobbalzo. Non mi ero accorta che qualcuno fosse seduto sul sedile del passeggero. Volto la testa e con la coda dell’occhio vedo la donna con i capelli biondi seduta al mio fianco. No, è una ragazzina.
- Dai, non dirmi che ti sei dimenticata di me? – chiede e scoppia a ridere.
Nel momento in cui sento la sua risata energica la riconosco. Lilly. Stranamente questa cosa non mi sembra anormale.
- Che ci fai qui?
- Boh… non so. È il tuo subconscio che mi ha richiamata, immagino.
Non posso distogliere lo sguardo dalla strada più di tanto, ma riesco a scorgere sull’espressione sul volto della mia amica. Mi accorgo che indossa lo stesso vestito che aveva l’ultima volta che l’ho vista viva, che è anche quello con cui l’hanno ritrovata. Le labbra piegate nel suo solito sorriso ironico, gli occhi che mi guardano come se fossi la stessa sciocca ingenua che ero prima. Forse però ha ragione. Decido di cogliere l’occasione.
- Conosci Lara Crane?
- Oh, Veronica, sempre a investigare! Non ci vediamo da sette lunghi anni e tutti quello che mi chiedi è se conosco Lara Crane?
Colpita e affondata.
- Come stai? – chiedo allora.
- Come vuoi che stia? Ho la testa spaccata!
Scoppia a ridere, mentre un rivolo di sangue comincia a colerle dal lato della testa colpito dal posacenere.
- Tra poco il vero colpevole sarà reso pubblico e questa volta nessuno potrà smentire le prove.
- Oh, niente sarà mai abbastanza per quello che mi ha fatto.
Rimango in silenzio.
- Niente sarà mai abbastanza per nessuno di loro.
La voce al mio fianco è cambiata. Non riconosco chi sta parlando, sicuramente non si tratta più di Lilly. Mi volto verso il sedile del passeggero. Accanto a me c’è ancora una donna bionda, giovane, anche se più grande di Lilly come l’ho vista poco fa. È minuta, carina, non credo di averla mai conosciuta. Allora che ci fa accanto a me? La ragazza sorride, ma il suo è un sorriso triste.
- Sai, ci ho provato davvero con tutte le mie forze. Era veramente la cosa che desideravo più al mondo. Ma per colpa tua il mio desiderio non si è realizzato. Lui ha sempre voluto te e soltanto te. Una volta me lo ha confessato, quando era ubriaco.
Ma di cosa diavolo sta parlando?
- Chi sei? – le chiedo.
- Lui non ha mai visto nessun altro a parte te, però non ha fatto nulla, per questo non riuscivo a rassegnarmi. È stata anche colpa tua se sono morta. – dice, senza rispondere alla mia domanda.
Torno a guardarla. Adesso delle lacrime silenziose le cadono dagli angoli degli occhi. Improvvisamente so chi è.
- Sei Lara.
Lei annuisce, continuando a piangere silenziosamente.
- Puoi dirmi chi è stato ad ucciderti?
Lei scuote la testa.
- Per favore, Lara, voglio che il tuo assassino sia assicurato alla giustizia, potresti aiutarmi.
Lara scuote nuovamente la testa.
- Tutto quello che volevo era lui, ma tu me lo hai portato via prima ancora che potesse essere mio. – continua a balbettare, mentre le lacrime cadono copiose.
Mi accorgo che non sto guardando la strada da un po’ ormai, quindi riporto lo sguardo sulla carreggiata. Mi trovo a un incrocio, mi è stranamente familiare.
- Veronica, attenta!
La voce è quella di Lilly, significa che è tornata.
Mi volto verso sinistra e noto che un’auto mi sta venendo addosso. Non riesco a scorgere il guidatore, la sua immagine è scura, fumosa, ma posso vedere distintamente l’auto. È blu scura, larga, modello antiquato, leggermente usurata, forse una vecchia Ford.
Prima che mi colpisca riesco razionalmente a pensare che questo incrocio mi è familiare perché è qui che è avvenuto il mio incidente. E che quella che ho visto deve essere stata l’auto che mi ha colpita.
 
 
Mi sveglio con il cuore che batte a mille, il sudore che mi imperla la fronte, sono completamente fradicia. Poi mi ricordo quello che ho sognato e la realtà mi investe. Ricordo Lilly, il sangue che le colava lungo la tempia, poi Lara, le sue lacrime, le sue insensate parole di accusa nei miei confronti e il suo ostinato rifiuto nell’aiutarmi. Anche se alla fine lo aveva fatto o forse era stata Lilly. Mi avevano mostrato l’auto che mi aveva colpita tentando di uccidermi, l’auto che il mio subconscio aveva deciso di cancellare. Adesso tutto quello che devo fare è trovarla. Ma prima devo avere una prova tangibile che quella che ho sognato è davvero la macchina giusta e non solo il frutto della mia immaginazione. E c’è un solo modo di farlo: i filmati della sorveglianza stradale.
Dieci minuti dopo sto camminando nel familiare corridoio del dipartimento di polizia di Neptune. Quante volte sono stata qui. Prima della morte di Lilly per venire a trovare mio padre o per portargli il pranzo, in seguito per carpire notizie e trovare indizi. Ed è esattamente con quest’ultimo obiettivo che sono qui oggi.
Inga è andata in pensione, quindi non troverò il suo sorriso cordiale ad accogliermi. Ma ne sono sollevata. Me lo ha detto mio padre, specificando che qualche volta si vedono ancora e lei gli porta i suoi cagnolini. Mi affaccio all’accoglienza e vi trovo un poliziotto giovane. Probabilmente è più giovane di me. A volte trovo assai piacevole essere una donna. Mi avvicino al banco sorridendo affabilmente. Non appena mi scorge il giovane agente arrossisce.
- Cosa posso fare per lei?
- Oh, ci sono tante cose che potresti fare per me. – miagolo, con la voce più sensuale che mi riesce di tirare fuori.
Lui deglutisce.
- Ehi, Morrow, qualsiasi cosa ti dica non fidarti di lei.
La voce proviene dall’ufficio dello sceriffo.
Un Vinnie decisamente sovrappeso e invecchiato appare sulla soglia.
- Che cosa sei venuta a tramare? – mi chiede, con un sorriso.
- Chi, io?  - domando, con voce fintamente innocente, facendo un sorrisone a Morrow, che arrossisce di nuovo.
- Ma niente di niente! – concludo.
Vinnie mi fa un cenno, invitandomi a raggiungerlo nel suo ufficio. Lo seguo, salutando la mia nuova conoscenza con un cenno.
- Che vuoi? – chiede, non appena mi chiudo la porta alle spalle.
- Vorrei il video di sorveglianza del traffico all’incrocio … l’altro ieri.
Vinnie mi studia in silenzio.
- E cosa otterrei io in cambio?
Ovviamente non gli importa il motivo per cui voglio il video. Almeno Lamb avrebbe fatto lo sforzo di chiedermelo, prima di cercare di ottenere un compenso.
- La mia eterna gratitudine? – propongo, con un sorriso innocente.
Lui sorride a sua volta, con il suo solito sguardo furbo.
- Per quanto sia allettante, mi vedo costretto a rifiutare.
Sorrido.
- Che ne dici se sarò io ad ottenere la tua eterna gratitudine per il fatto che non pubblicherò su internet il video in cui chiedi a tua madre di prepararti un panino al tonno? Non credo che nuocerebbe granché alla tua rielezione, ma probabilmente nessuno ti prenderebbe più sul serio…
- Di che video parli?
Glielo mostro. Era stato sette anni fa, quando lo avevo spiato per scoprire per conto di chi disturbasse di notte una studentessa per farle bocciare gli esami, e avevo conservato il video. A volte il mio vizio di conservare tutto mi era inaspettatamente utile.
Vinnie lo guarda fino in fondo.
- Allora è così che mi hai beccato quella volta, con la spilla che hai dato a mia madre?
- Esatto.
Vinnie fa schioccare la lingua.
- Non sei male come detective.
- Grazie, neanche tu lo eri, quando rispettavi la legge.
- Eeeeh, che vuoi fare? A volte ci si abitua alla comodità! – dice, allargando le braccia a mostrarmi l’ufficio.
Scoppio a ridere.
- I video?
- Chiedi a Morrow.
 
 
La Mars Investigation è deserta, quando passo all’ora di pranzo a portare qualcosa da mangiare a mio padre.
- Lo sceriffo non c’è.
Weevil mi accoglie, sdraiato sul divano, sicuramente l’ho colto durante un pisolino.
- Sono venuta a portargli il pranzo. – annuncio.
Weevil si alza e si stiracchia.
- Che ne dici di darne un po’ al buon vecchio Weevil? – chiede, sporgendosi ad annusare il profumo del panino nella busta.
- Giù le mani. – gli colpisco le nocche e lui scoppia a ridere.
- Progressi nel caso? – chiede poi.
Non ho neanche bisogno di chiedergli di cosa stai parlando, ma il mio sguardo deve accendersi, perché Weevil fa una faccia strana e sorride.
- Quando fai quella faccia sembri un’invasata. – annuncia, - Una detective invasata.
- Se mi presti il tuo computer potrei verificare se la mia ipotesi è corretta.
- Prego.
Infilo il CD della telecamera di sorveglianza nel computer e scorro fino all’ora del mio incidente. Si vede la mia auto e poi dallo stop dall’altra parte un’auto blu che si muove velocemente verso di me, una vecchia Ford Granada blu. Allora avevo avuto ragione. Colpisce violentemente la mia macchina, che sbanda vistosamente, e poi scappa via.
- Quella saresti tu? – chiede Weevil, non mi ero accorta che fosse alle mie spalle.
Annuisco.
- Sei fortunata ad essere viva. Sai chi sia lo stronzo?
- No, ma è proprio quello che ho intenzione di scoprire.
Mando indietro il video e lo riguardo a rallentatore. La targa non si vede.
Impreco.
- Non si vede la targa.
- Non mi sembra che sia mai stato un grosso problema per te.
In quel momento il mio cellulare squilla. Lo prendo e leggo il messaggio. È da parte di Logan. Nel ricordare ciò che è accaduto l’ultima volta che ci siamo visti arrossisco leggermente.
- Veronica, stai arrossendo come una ragazzina. Penso che sia la prima volta in vita mia che ti vedo arrossire in questo modo.
- Non è vero! – protesto.
- Oddio, non sarà di nuovo quell’idiota? – Weevil alza gli occhi al cielo.
- Non so di cosa tu stia parlando.
- Beh, si tratta proprio di quell’idiota. Prima o poi riuscirò a capire cosa ci trovate tutte in lui.
Si allontana dalla scrivania, per tornare verso il divano. Probabilmente vuole riprendere il sonnellino che ho interrotto.
 -Aspetta, detective Navarro!
Lui si gira, sentendosi chiamare in questo modo, con un sorriso divertito.
- Avrei un lavoro per te. – annuncio.
 
 
Con Weevil impegnato a trovare l’auto per me, ho tutto il tempo del mondo per occuparmi del mio altro problema, prima di andare all’appuntamento che Logan mi ha proposto. Al Camelot, che strano posto per incontrarsi.
Inserisco il nome Ben Kaczynski nel motore di ricerca. Promettente agente dell’FBI, carriera eccellente, maggior numero di arresti per un agente di così giovane età. Ma tutto questo lo so già, è stato lui stesso a dirmelo. Scorro fino a trovare le informazioni che mi interessano. Sette anni fa. Lo scandalo dell’arresto di Norris gli era evidentemente costato caro. Nonostante il mio articolo fosse stato pubblicato soltanto su un giornale scolastico, Norris era stato rilasciato e Ben Kaczynski era stato pesantemente degradato e punito per aver falsificato delle prove. Pochi mesi dopo era stato licenziato o si era licenziato, non si capiva bene. Non compariva niente per un paio di anni. Fino a quando, circa cinque anni fa, era stato arrestato per ubriachezza molesta: era armato di una pistola carica, al momento dell’arresto, il che gli aveva assicurato di trascorrere qualche mese nella prigione della contea. Era stato rilasciato e da allora, per i successivi tre anni, non aveva fatto altro che entrare ed uscire dalla prigione. Tutto questo fino a due anni fa. Dopo non c’era niente, neanche una multa per eccesso di velocità. Non risultava una residenza, niente auto. Sembrava scomparso dalla faccia della terra. Che abbia trascorso gli ultimi due anni a maturare una vendetta nei miei confronti e a spiarmi? Mi sembra troppo perfino per un maniaco. Ma è sinceramente l’unico a venirmi a mente che possa utilizzare attrezzature così sofisticate come quelle che mi hanno detto Mac e Travis.
Effettivamente aveva più di un motivo per detestarmi, gli avevo praticamente rovinato la vita con quell’articolo. Del resto l’avevo salvata all’innocente Norris Clayton, colpevole soltanto di aver bullizzato il suo vicino di casa quando era ancora alle medie, ma non sicuramente di avere l’intenzione di far saltare in aria una scuola. Avevo decisamente fatto la cosa giusta, eppure avevo rovinato la vita ad una persona. In passato non avevo mai pensato al fatto che quello che facevo poteva cambiare delle vite, non sono in positivo, ma anche in negativo. Adesso che sono più vecchia non posso non rifletterci ogni tanto. Avevo effettivamente distrutto la carriera di Ben Kaczynski. E lui aveva mille motivi per torturarmi. Inoltre le lettere così precise, prive di impronte o tracce di alcun tipo. Deve per forza trattarsi di un professionista.
Alzo lo sguardo, Backup mi sta fissando con i suoi occhi sornioni.
- Cosa ne pensi Backup? - gli chiedo.
Lui continua a osservarmi imperterrito, poi casualmente lo sguardo mi cade sulla sveglia e impreco. L’appuntamento! Afferro la borsa e corro fuori.
 
 
Veronica è in ritardo.
Quando Duncan mi ha chiamato, proponendomi di passare al Camelot e di far venire anche Veronica per un secondo mi sono sentito in ansia.
Ripensando a quello che mi ha detto Duncan, che è ancora innamorato di lei, non posso fare a meno di sentirmi insicuro. Se poi ripenso a quello che è successo ieri sera. Come un idiota mi sono lasciato andare e l’ho quasi baciata. Lei è rimasta immobile, non ha reagito in alcun modo. È vero che non mi ha colpito o allontanato bruscamente, non è indietreggiata, né mi ha insultato, però non ha neanche fatto alcun gesto per incoraggiarmi. Forse sono stato troppo impulsivo, come al solito.
- Ciao, Logan! Ci sono! – Veronica mi corre in contro, affannata.
Ricambio il suo saluto.
- Scusa il ritardo. – dice, quando si riprende dalla corsa.
- Non preoccuparti.
Mi accorgo che non ha incrociato il mio sguardo neanche una volta. E non riesco a capire se questa sia una cosa positiva o negativa. Probabilmente negativa.
- Perché proprio qui?
- È stato Duncan a chiedermi di venire.
- Duncan? – sobbalza, stupita.
Annuisco.
Ci dirigiamo verso la porta del motel che Duncan mi ha indicato e bussiamo.
Duncan ci apre e sorride nel vederci. Cerco di studiare la reazioni di Veronica, ma lei abbassa di nuovo lo sguardo.
- Vi ho chiamati qui perché volevo che anche Logan conoscesse Lilly. – annuncia Duncan.
Allora distolgo lo sguardo da Veronica e lo indirizzo verso il resto della stanza. Seminascosta dietro la porta del bagno, una bambina bionda mi sta fissando.
- Andiamo Lilly, adesso puoi uscire! – la incoraggia Duncan, - Sai, voleva farsi bella per te. – aggiunge poi sottovoce nella mia direzione.
Io sorrido, divertito.
Dopo qualche altro minuto in cui il padre insiste per farla uscire, finalmente Lilly decide di farsi vedere. E non appena la guardo sono come sbattuto nel passato. I suoi grandi occhi azzurri, i capelli chiari e lisci. Rivedo la mia Lilly di secoli fa. Le assomiglia davvero molto.
Devo avere un’espressione davvero stupida in volto perché la bambina sembra perdere ogni traccia della timidezza mostrata fino ad allora per scoppiare a ridere.
- Ma tu non sei una star di Hollywood? Non stare lì con quella faccia da pesce lesso! – dice, ridendo.
- Lilly! – la rimprovera Duncan, ma sta già ridendo.
Così come sta ridendo anche Veronica e dopo qualche istante anche io mi ritrovo a ridere.
Dopo le cose si fanno più semplici. Questa Lilly somiglia alla mia Lilly, ma è più dolce, con quel sorriso gentile che ha preso da sua madre. Ed è una bambina veramente simpatica. Dopo la sua iniziale timidezza, si rilassa, facendo divertire moltissimo noi tre.
Soltanto dopo un’ora mi accorgo di aver completamente dimenticato la mia ansietà nei confronti di Veronica e Duncan e di stare semplicemente godendomi il tempo con i miei due migliori amici. E sembra essere lo stesso per loro due: Veronica è finalmente tornata a guardarmi in faccia e Duncan è tornato ad essere il ragazzo che conoscevo come il mio migliore amico.
Quando infine salutiamo Duncan e ci dirigiamo alle nostre auto, Veronica sembra felice. E anche io lo sono.
Ci fermiamo, senza parlare, ma stranamente il silenzio non è pesante.
- Che ne dici di vederci domani? – chiedo, improvvisamente.
Lei sorride.
- Per me va bene.
 
 
Non appena arrivo a casa trovo mio padre e Leo che si stanno sorbendo una birra.
- Ehi Veronica! – mi saluta Leo.
- Cosa stiamo festeggiando? – chiedo, sedendomi sul bracciolo della poltrona di mio padre.
- Leo mi ha dato la bella notizia!
Alzo lo sguardo sul mio amico e lui mi sorride.
- Ho pensato a quello che mi hai detto. – inizia, - e devo ammettere che hai ragione.
Fa una pausa, assaporando un sorso di birra.
- Se è in mio potere cambiare qualcosa a Neptune, è ciò che devo fare.
- Parole sante, amico! – mio padre è già alla terza birra e sembra leggermente euforico.
Rimaniamo a festeggiare la futura candidatura di Leo per un altro po’, almeno fino a quando entrambi sembrano in grado di reggersi in piedi, poi faccio accomodare il nostro ospite sul divano e accompagno mio padre a letto.
Prima di spegnere la luce, mio padre mi fa cenno di avvicinarmi.
- Domani consegneremo tutte le prove a carico di Aaron Echolls allo sceriffo e Duncan sarà un uomo libero.
Sorrido.
- È quello che merita. – dico.
- Già e senza di te non sarebbe mai stato possibile!
Mi deposita un bacio sulla fronte.
- Son fiero di te. – dice.
Gli auguro la buona notte e mi chiudo in camera mia, dove i resti della mia ricerca su Ben Kaczynski sono rimasti inalterati da come li ho lasciati. Mi siedo sul letto e prendo il telefono. Ci sono cinque chiamate perse da parte di Duncan.
Guardo l’ora e mi accorgo che è piuttosto tardi, ma so anche che vorrebbe che lo richiamassi, visto che la cosa sembra urgente.
Compongo il numero, sperando di non svegliarlo.
Lui risponde al secondo squillo.
- Veronica! – esclama.
- Duncan, è successo qualcosa? – domando, ansiosa.
Penso che possa essere successo qualcosa a Lilly e mi alzo dal letto come una molla.
- No, non preoccuparti, va tutto bene. – si affretta a rassicurarmi lui.
- Allora cosa volevi dirmi?
- Ecco… tuo padre ti ha detto che domani consegneranno tutto allo sceriffo?
- Sì.
- Presto sarò un uomo libero!
- Lo so e sono molto contenta per te. – gli rispondo, mentre un sorriso spontaneo mi attraversa le labbra.
Il silenzio dall’altro lato continua per un po’.
- Volevi dirmi qualcos’altro? – gli chiedo.
Lui esita ancora qualche momento.
- Beh, se per te va bene vorrei parlare domani, quando potrò uscire da qui tornando a essere Duncan Kane e non il ricercato di un tempo.
- Vorresti parlare? – chiedo, confusa.
- Sì. – la sua voce è stranamente decisa.
- D’accordo.




Ciao! Sono riuscita ad aggiornare prima del previsto!
Per la prossima volte, però, dovrete aspettare un bel po' di tempo, perchè devo prima terminare gli ultimi esami e poi partirò per le vacanze, quindi penso che aggiornerò verso la metà di agosto.
A presto e spero che il capitolo vi piaccia!

Ringrazio L Ignis_46, questa volta anche più del solito!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Veronica Mars / Vai alla pagina dell'autore: JEH1929