Cap.5
Incapaci di stare lontani
La
semioscurità regnava nella nuova torre.
Steve
finì di scaricare l'ultima cassa nel laboratorio, il ciuffo
biondo
cenere gli ondeggiava davanti al viso.
"Ti
devo ancora una volta delle scuse, Stark" disse rivolto
all'uomo steso su un divanetto sfondato.
<
Spero la mia voce non rimbombi troppo, sembra parecchio ubriaco.
Gli
dovrei chiedere scusa anche per l'ennesima invasione a casa sua
>.
"Ultron
era controllato da un'entità aliena che trasforma gli uomini
in pipistrelli-insetti giganti" spiegò.
Tony
mugugnò, tastò in giro fino a trovare una
bottiglia e la prese.
"Tecnicamente,
come disse Point Break, era controllato dalla gemma
della mente, ma apprezzo tu abbia creduto a tutti tranne che a me".
Steve
si deterse il sudore con una mano.
"Non
sono uno che crede, ma... Ci tenevo tu avessi qualcuno in cui
farlo".
Avanzò
con passi incerti.
"Rhodei
ci ha detto le stanze dove metterci..." sussurrò.
<
Fortunatamente la Justice si è separata da noi prima.
Diamine, ogni
squadra ha il suo riccone.
Chi
avrebbe mai detto che esistesse anche Batman e non solo Superman!
>.
"Però
c'è qualcuno che prima volevo farti incontrare".
"Capitano.
Pensava davvero bastasse togliermi un guanto per restituirmi la
sanità mentale?
Che
un incantesimo
voluto da divinità volanti potesse salvarmi?
Vengo
perchè è tempo
che io venga. Nient'altro" disse Luthor. Piegò le labbra in
un sorriso
gelido.
<
Spero sia la
giusta scelta > pregò Rogers.
Tony
si mise seduto, con la bottiglia già per metà
vuota in mano.
"Uno
dei randagi?".
La
porta si socchiuse.
"Direi
più la legge degli sconfitti". La voce di Lex
s'insunuò
incerta nella camera.
Steve
unì i talloni con uno scatto.
"Vi
lascio".
Tony
scattò in piedi e la bottiglia gli cadde di mano,
frantumandosi con un
tonfo.
"Alex".
Lex
entrò con passo tremante, tenendo le mani dietro la schiena.
"Non
ti sei ancora stancato del mio modo pessimo di trattare l'altrui
presenza?" chiese, dimenandosi sulle punte dei piedi. Aveva la punta
delle
orecchie rosea.
Rogers
scivolò fuori dalla stanza, chiudendosi dietro la porta.
Tony
raggiunse Lex e lo abbracciò, premendogli il naso contro il
collo.
"Non
mi stanco mai di te" mormorò.
Luthor
s'irrigidì.
<
Ti ho perso così tante volte nei miei sogni che non sembri
quasi reale
>.
"Sarei
qui per il bene dell'universo, o per aiutare il male e bla bla
bla".
La
voce gli tremava.
Tony
inspirò profondamente, si rilassò e sorrise.
"Scegline
una, non posso fare entrambe".
"Quello
è il mio ruolo. Il tuo...". Lex gli posò una mano
sul
viso, sfiorando alcune ciocche di capelli con le dita.
"Visto
che non firmi il divorzio".
Gli
avvolse la vita con l'altro braccio.
"E'
vincere una battaglia mai vinta in nessun universo: quella contro
la tua prossima morte".
<
Sciocco titano. Usato da forze che si manifestano attraverso creature
come Ultron.
Credi
alla favola di risorse impossibili >.
Tony
sporse il capo per strusciare il viso contro la mano di Lex, socchiuse
gli occhi che brillarono d'oro.
"Facile.
Posso farlo perfino da sobrio. Ma il divorzio non lo
firmo".
Lex
gli morse il collo, con la punta dei denti.
"Vuoi
creare accordi di Sokovia per supercattivi?
Perché
io firmo se corrotto" insinuò.
Tony
mugolò, gli passò le mani sui fianchi.
"Creo
Accordi di Sokovia per super cattivi prima di cena, se devo
corromperti" sussurrò.
Lex
gli allontanò la mano dal viso, per appoggiargli le dita sul
collo.
"Io
speravo che tradirmi ti fosse piaciuto a sufficienza".
Tony sporse il collo, gettando indietro il capo con gli occhi chiusi.
"Da
quando andare a letto con qualche bella ragazza fa parte dei
tradimenti?".
"Solo
belle ragazze?" domandò Luthor. Si piegò in
avanti e gli
mordicchiò il labbro.
Tony
mugugnò pensoso, gli strinse i fianchi.
"O
ragazzi. Comunque, scappatelle senza valore".
Lex
rise, stringendolo più forte a sè.
"Sai
chi sta corteggiando Clark?".
<
Quei sogni erano solo sogni.
Nessuno
gli ha fatto del male e nessuno gliene farà. L'unica
minaccia resto
io >.
Tony
gli si struscio contro, gli posò un bacio sul collo.
"Quel
fedifrago di Wayne".
"Fedifrago?"
domandò Luthor, iniziando a spogliarlo.
Tony
lo aiutò a togliersi la maglia.
"Poteva
anche condividere con noi due, invece che tenerlo tutto per
sé. Clark è abbastanza grosso per tre".
"Al
momento è in friendzone" rispose Luthor.
Si
sfilò le scarpe e saltellò a piedi nudi sul
pavimento.
Tony
slacciò i pantaloni e indietreggiò fino al divano.
"E
Clark è in friendzone con te. C'è del karma".
Luthor
giocherellò con la chiusura dei propri pantaloni.
"E
tu col 'tuo'?".
La
sua voce era più indagatoria.
Tony
ridacchiò.
"Geloso
di Mr 'Farei di tutto per te ma non lo ammetto?'. Ne vuoi un
altro?".
"Ah
no. Te lo lascio volentieri" rispose Lex. Gli appoggiò la
testa contro il petto.
Tony
lo strinse, gli mordicchiò il collo e si mise seduto.
"Ho
pensato solo a te, lo sai bene. Se vuoi ora posso dargli una
chance, ma il divorzio continuo a non firmarlo".
Luthor
si sedette di fronte a lui.
"Ho
un marito testardo" convenne.
Tony
si sfilò i pantaloni e scivolò in ginocchio.
"Il
gioco funziona come al solito?" chiese.
Sporse
il collo e prese la mano di Lex.
"O
mi merito una punizione per le scappatelle?".
Luthor
gli afferrò il mento e lo baciò.
"Sei
l'unica cosa bella nella mia vita".
Ci
fu un guizzò nel suo sguardo.
"Però
punizione" convenne lascivo.