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Autore: Federica20000824    01/08/2018    0 recensioni
Sequel "Il Diario di Sofia"
Sofia è una ragazza di 16 anni. Non ha una vita semplice, ha subito episodi di bullismo, e una violenza sessuale. Soffre di depressione, e cerca di andare avanti.
Tommaso è il suo migliore amico.
Si trova a dover affrontare la difficoltà che una persona così spezzata può rivelarsi, perché, dopotutto, le vuole bene.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'I Diari di Sofia'
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Le ore passano, e i genitori di Sofia sono davanti alle porte scorrevoli, opache, cosicché nessuno possa guardare al di là di esse. Con le braccia incrociate aspettano la dottoressa.
Serena si è addormentata sulla spalla di Tommi, mentre lui finge di dormire sperando che nessuno lo noti. 
"Non è neanche capace di uccidersi."
Il ragazzo apre un occhio, e vede la coppia uscire dalla sala d'aspetto e andarsene. Chissà dove.
Tommi si alza, ancora sconvolto dalle parole dure. Non male. Nella vita di Sofia è inspiegabile il ruolo delle parole. Il male peggiore e il bene migliore, le sono stati provocati dalle parole. Ha odiato le parole e in loro ha trovato la sua unica salvezza. Tommi la vuole vedere. Le vuole consegnare le proprie, di parole. Non può stare lì e pensare ancora.
Guarda l'ora, e sono le nove e mezza del mattino. Sono passate circa quattro ore. Le più lunghe della sua vita.
Prova ad entrare più volte, in tutti i modi, ma non essendo un parente, non lo lasciano passare.
Poi, quando ormai si arrende, e torna a sedersi, rimettendosi la testa di Serena sulla spalla, provando a dormire anche lui, un rumore di tacchi familiare lo distrae.
Un camice bianco gli passa davanti e si ferma. 
"Tommaso, chissà perché non sono sorpresa di vederti qui. Lei dev'essere Serena." La Dottoressa Vecchioni ha il solito rossetto rosso, abbinato agli occhiali, ai capelli, e alle scarpe.
"Buongiorno. Sì, è lei." Tommi si stringe i capelli in pugno.
"Ho come l'impressione che non lo sarà. Qual è il problema?" Si siede dalla parte opposta rispetto a Serena, e si toglie gli occhiali.
"Sa, Sofia ha appena tentato il suicidio, ed è in coma. Non sarà una bella giornata di sicuro. E per di più non mi lasciano entrare." La psicologa rimette gli occhiali e fa un cenno ai due infermieri, poi lancia un'occhiata a Tommi, che si alza.
Attraversa le porte scorrevoli, e uno dei due lo guida lungo un corridoio, poi apre una porta e lo lascia passare.
Non vorrebbe essere entrato. Odia vedere le persone soffrire e in particolare modo Sofia.
Si siede al suo fianco comunque, perché il bisogno di farle sapere quelle che sono le sue, di parole, è più impellente del suo istinto di non vedere, non sapere e non soffrire.
"Ciao Sofi. Io... Beh, volevo solo chiederti scusa." Le prende la mano, fredda. Lei non ha mai le mani fredde. E le hanno tolto il suo claddagh. Quello con cui Tommi giocava mentre ballavano. Il suo anulare è leggermente più sottile alla base per quell'anello, ma non le è mai importato tanto. Anzi, ama talmente tanto quello strano simbolo che non vi fa caso nel modo più assoluto.
"So che mi senti. Perché Sofi? Perché volevi andartene via? Io ti aiuto. Io ci sono per te, sempre, e quando avrai bisogno di me sarò sempre al tuo fianco. Perché?"
Finalmente riesce a piangere.
E lo fa, le lacrime corrono giù per il suo viso, e finiscono sulla sua maglia.
"Sofi, vuoi uccidermi. Vuoi che io provi il tuo dolore? Te lo porterei via se potessi. Se potesse salvare te, vorrei prenderlo tutto. Fino all'ultimo pensiero. Siamo incasinati uguali, Sofi, nessuno è perfetto, e se qualcuno c'è, non può essere amato dalle persone normali. Ami i difetti di una persona più dei suoi pregi, perché te la rendono più umana, e più vicina alla tua imperfezione. 
Ho sentito quello che ha detto tuo padre. Sofi, so che secondo il suo punto di vista dovresti essere perfetta. Siamo esseri umani, non possiamo.
Sei perfetta per qualcuno, nelle tue imperfezioni.
Per lui non sei e non sarai mai abbastanza. E allora non prenderlo come metro.
Vuoi sentirlo?
Tu sei all'altezza."
Poi all'improvviso si ricorda della frase scritta sul retro del Diario. Una canzone. Locked away.
"If I showed you my flaws, if I couldn't be strong, tell me honestly, would you still love me the same?"
La risposta che si è sempre data è diversa da quella che Tommi sta per darle.
"Io ti voglio bene ugualmente. La Sere te ne vuole ugualmente, tutti te ne vogliamo ugualmente."
Tira su col naso, e non intende lasciarle la mano. Sorride.
"Sofi, quando hai detto 'Tu non hai idea di quanto ti straami...', ti ho risposto sinceramente. E quando straami qualcuno, non importa quanto distrutto, debole, o incasinato sia. Ami quella persona in un modo straordinario punto e basta. Non mi vergogno a dirlo, anche all'infinito: io ti straamo."
Le bacia le nocche, e le accarezza le gote pallide. Le labbra bianche, i tubi che entrano ed escono da lei. L'ormai familiare bip dell'ECG. 
Sei così infinitamente... Fragile e forte.
Tommi la lascia, quando l'infermiere compare sulla soglia.
Lo riporta in sala d'attesa. 
Serena è di fronte alla psicologa, e stanno parlando, evidentemente una seduta improvvisata. Inizia ad arrivare gente, l'orario delle visite è iniziato.
La donna, quando vede Tommi, gli fa segno di seguirla. E lo stesso con Serena.
Li conduce in silenzio nel suo studio, all'ultimo piano dell'ospedale, in uno spazio che non sembra neppure una clinica. 
Per Serena è la prima volta, ma non per Tommi.
Lui ci ha passato ore lì dentro. 
La dottoressa li fa sedere sul divanetto, mentre lei prende posto sulla sua poltrona.
Non ha il blocco di fogli pieni di appunti come al solito, nota il ragazzo. Vuole far sembrare il tutto una chiacchierata tranquilla.
"Allora, non è sicuramente un momento facile, per voi due, ragazzi. Prima di tutto voglio dirvi che se avete bisogno di parlare, io vi ricevo come ora, senza bisogno di appuntamenti, pagamenti o permessi.
Venite giù e dite che mi dovete vedere. Tanto con questa storia, adesso rimarrò tutto il giorno qui per un bel po'.
A parte questo, vorrei sapere se pensate di sapere il perché lei abbia preso questa decisione, o se avevate idea del fatto che ci stesse pensando.
Come sapete, non fa quasi mai cose di punto in bianco, prima ci pensa molto e..."
"Mi ha detto che voleva morire."
La psicologa si ferma, alle parole di Tommi.
"Quando?" Serena e la donna lo guardano e lui si sente tremendamente in colpa.
"Ieri, a scuola."
  
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