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Autore: Jeon_Dia    04/08/2018    0 recensioni
BLACKPINK FANFICTION
PAIRING: Chaennie (Chaeyoung x Jennie)
"Chaeyoung non calcola Jennie Kim.
Jennie non sopporta Park Chaeyoung.
Una festa, dell'alcol e un pizzico di follia possono bastare a cambiare completamente la situazione.
Ma per Chaeng innamorarsi di una delle ragazze più popolari della scuola comporterebbe un rischio enorme. Soprattutto perché nascosta dietro quell'aria snob e narcisista, la vita di Jennie è molto più complicata di quanto non sembri."
[Songfic in parte ispirata a "Square One" e "Square Two" ; Contiene citazioni e parti di testo delle seguenti canzoni: "Boombayah", "Whistle", "Playing With Fire", "Stay", "As If It's Your Last".]
©Jeon_Dia
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Dormo da Lali stasera.
Fu quella la scusa che Chaeyoung usò con sua zia Bom. Beh, in realtà poteva essere considerata una mezza verità, dato che in quel momento si trovava davvero a casa di Lalisa, ma di certo non si stavano preparando per andare a dormire.
—Rosie, passami il mascara!
Come al solito Lisa si era appiccicata allo specchio all'ultimo minuto. Suo cugino Kunpimook le aspettava all'ingresso per accompagnarle a casa Kim, dove si sarebbe tenuta la festa più esclusiva del semestre, almeno secondo la sua migliore amica.
Chaeyoung trovò il mascara tra i cosmetici sparsi sul letto e lo tirò contro la nuca della sua amica.
—Ahi!— si lamentò lei.
—Ti ho già detto di non chiamarmi Rosie!
Lisa le fece il verso per poi concentrarsi sul suo trucco, che quella sera doveva essere assolutamente impeccabile.
Era evidente che la tailandese fosse più che entusiasta di partecipare a quel mega evento che augurava l'inizio dell'anno, a differenza della sua amica che non aveva la minima voglia di avere a che fare con tutti quei ricconi dalla puzza sotto al naso, soprattutto la padrona di casa.

Jennie Kim, ovvero una delle ragazze più ricche, snob, e ovviamente popolari della scuola, era conosciuta soprattutto per le sue feste, per le quali non badava a spese, con lo scopo di invitare gli studenti a suo parere più meritevoli della sua compagnia. Chaeyoung l'aveva inquadrata già dal primo giorno. Era il tipo di persona a cui piace stare al centro delle attenzioni, sempre con il suo gruppetto scelto e inavvicinabile, pronta a sfoggiare qualsiasi nuovo acquisto per suscitare invidia agli altri studenti. Più gente "comune" teneva alla larga, più la sua fama e il suo ego crescevano. A Rosé non piaceva per niente. Eppure c'erano due motivi per cui aveva deciso di accettare l'invito che sorprendentemente aveva ricevuto: Lisa, che come lei era stata etichettata come straniera dall'inizio della scuola, che voleva cogliere l'occasione per riscattarsi; Jane, la ragazza australiana con la quale aveva appena chiuso una catastrofica relazione a distanza, e che voleva dimenticare il prima possibile. Il tutto condito con il suo bisogno di sfogarsi e liberarsi dello stress accumulato.

Finalmente Lalisa si staccò dallo specchio e posando come una modella le chiese: —Come sto?
Chaeyoung la squadrò da capo a piedi. Indossava una canotta a rete bianca, dal collo alto che le scopriva la pancia e lasciava intravedere la fascia push-up nera. Un paio di pantaloni blu notte con catenelle pendenti dai passanti per la cintura e doppio strappo attorno alle ginocchia le fasciavano gambe, cosce e glutei, e per comodità aveva dei bassi stivaletti neri con lacci, in modo da poter ballare e sfrenarsi senza problemi. Con una mano la tailandese fece svolazzare i capelli categoricamente ossigenati facendo spostare l'attenzione dell'altra ragazza al suo viso. Come se le labbra di Lisa non fossero abbastanza carnose, le aveva messe in risalto con del lucidalabbra e gli enormi occhi da cucciolo erano circondati da una linea di eyeliner e ciglia curve e scurissime che gli conferivano un'aria più matura e pericolosa, nonostante i suoi tratti infantili. Di certo avrebbe illuminato il villone della Kim come un faro.
—Lali, sei uno schianto!
Lalisa sorrise ed annuì soddisfatta.
—Coraggio, babe!- esclamò avvicinandosi a lei e tirandola per un braccio per farla alzare.
—Dobbiamo andare...

Jennie avanzava velocemente lungo il corridoio, pronta ad accogliere i suoi ospiti. La festa era iniziata da un mezz'ora circa, ma non era un problema: era la star della serata, e come ogni grande celebrità aveva tutto il diritto di farsi attendere. Dietro di lei, sua cugina Jisoo cercava di tenere il passo, reggendo una bottiglia di Hennessy, che ritualmente sarebbe stato offerto dalla padrona di casa soltanto alle persone verso le quali provava particolare interesse. Senza fermarsi, la ragazza strinse il nodo alla bandana rossa che le teneva le lunghe onde castane lontane dal viso, stessa cosa che fece con la cinta nera che le teneva su i jeans chiari pieni di strappi. Come sempre era impeccabile e pronta a spezzare cuori. 
La musica non era ancora tanto alta nella sala da ballo inferiore della villa, dove era stata allestita la festa, dato che tutti puntarono lo sguardo su Jennie, quando quest'ultima con un calcio spalancò la porta che separava il resto della casa da quell'ambiente caotico. La ragazza si affacciò dal pianerottolo che sovrastava la pista da ballo, e facendosi passare un microfono da un inserviente si annunciò.
—È arrivata la regina!
Tutti gli invitati la acclamarono. Jennie fece vagare lo sguardo sui presenti, notando due fastidiosi elementi, che avevano approfittato di urla e applausi per infilarsi discretamente nella sala. Quei microbi di Park Chaeyoung e Lalisa Manoban.
Come si permettono ad arrivare dopo di me?! pensò.
Mantenne la calma continuando a sorridere ai suoi invitati. Aveva qualcosa in serbo per le due studentesse straniere, per Chaeyoung in particolare.

Quando vide Park Chaeyoung per la prima volta, l'anno scolastico era cominciato da appena qualche settimana. Se ne andava in giro a testa bassa, giocherellando con le ciocche dei fluenti capelli ramati visibilmente in imbarazzo, facendosi trascinare in lungo e in largo da quell'altra sfigata della sua amichetta tailandese. Jennie odiava le persone come lei: senza carattere, che accettavano passivamente qualunque cosa fosse loro imposta. Era davvero un peccato dato che quella Chaeyoung era davvero carina, e a scuola aveva già un discreto successo tra i ragazzi. Pensò che qualcuno come lei le sarebbe stata utile. Se fosse entrata nel suo gruppo non sarebbe più stata una minaccia per la sua popolarità, e cosa più importante, avrebbe ubbidito ad ogni suo ordine pur di non essere calpestata. Ed è qui che si sbagliava.
Durante una pausa pranzo Jennie e il suo gruppo invitarono Chaeyoung ad unirsi a loro. Ma lei declinò l'invito affermando di aver già in programma di pranzare con la sua migliore amica.
—Ma tu sai chi sono io?- domandò Jennie stizzita.
—Certo— rispose Chaeyoung.
—Sei Jennie Kim.

Jennie ghignò facendosi passare l'Hennessy dalla cugina.
—PRONTI A FESTEGGIARE?— gridò alzando la bottiglia verso l'alto. I ragazzi esplosero in altre grida e applausi, e soddisfatta la reginetta della villa lasciò la bottiglia ad un inserviente pronta a fare la sua discesa trionfale lungo la scalinata. Jisoo era sempre al suo fianco, seguendola come un'ombra.
—Sei sicura di volerlo fare?— chiese la ragazza portando su una spalla i lunghi capelli corvini.
—Mi sembra... eccessivo.
—Eccessivo?— ripeté Jennie con espressione compiaciuta, dopo aver visto un ragazzo sanguinare dal naso per averla osservata tanto a lungo. La bruna spostò lo sguardo infondo alla sala dove avvistò le studentesse straniere già circondate da un manipolo di ragazzi, e fece una smorfia.
—Affatto.
Ormai erano quasi giunte agli ultimi gradini, dove il loro gruppo e altri studenti le aspettavano entusiasti.
—Sai bene come funziona, Jisoo. O sei con me, o contro di me, e questo vale per tutti...
La ragazza si voltò verso la cugina, e invadendo il suo spazio vitale puntò gli occhi minacciosi nei suoi.
—Anche per te.
Jisoo deglutì, e avendo ottenuto l'effetto desiderato Jennie tornò a sfoggiare sorrisi per i suoi ospiti.

Chaeyoung e Lalisa, liberatesi dei loto vari pretendenti, sedevano tranquillamente su dei divanetti posti ai margini della sala.
—Uh, mamma- sospirò la bionda, —non ne potevo più di quei babbuini!
L'amica rise.
—Oh beh, credo sia stato il prezzo da pagare per sfavillare come una palla da discoteca.
Lisa apprezzò il complimento implicito di Rosé, ma non poté fare a meno di sospirare ancora.
—Appunto... Sono troppo per questi ragazzini, ho bisogno di un uomo io!
Chaeyoung rise ancora canzonandola.
This bad girl is too hot!
—Sai che ti dico Rosie? Ho voglia di ballare.
Detto questo Lalisa balzò in piedi. La rossa si sentiva abbastanza a disagio al pensiero di buttarsi nella mischia, nonostante la compagnia dell'amica, che notando il suo imbarazzo annunciò: —So io cosa ti serve per scioglierti!
Dopodiché si allontanò diretta al banco degli alcolici.
Chaeyoung si maledisse. Avrebbe dovuto divertirsi quella sera, lasciarsi andare, scaricare lo stress, non incatenare la sua migliore amica ad un divano!
Basta così Chaeyoung! Adesso ti alzerai, andrai da Lisa e insieme ballerete e vi scatenerete come se non ci fosse un domani!
La ragazza stava per alzarsi colpita da una scarica di positivismo, ma proprio in quel momento la raggiunse la padrona di casa.

—Hey, Park!
Jennie raggiunse la sua ospite dalla chioma ramata che vedendola arrivare sembrò paralizzarsi sul colpo. Stessa cosa che per poco non capitò anche alla bruna.
Da lontano non era ancora stata in grado di giudicare l'outfit della ragazza, che visto da vicino, non solo la rendeva più che guardabile, ma anche incredibilmente sexy.
Maglia a rete nera con fascia visibile, shorts consumati alle estremità, stivaletti neri lunghi fin sotto il ginocchio con calze bordate di rosso sporgenti e... una cinghia nera di cuoio raccordata da un anello d'acciaio a un terzo di coscia.
Ma è una giarrettiera quella?!
Jennie era sbigottita, eppure diede per scontato che la causa di questo suo momentaneo shock derivasse dal fatto che non era abituata a vedere Park Chaeyoung, quella sfigata, in abiti che non fossero le ordinarie uniformi scolastiche.
Dal canto suo, anche Rosé ritrovandosi davanti a quell'esemplare più che selvatico di Jennie Kim, si era sentita stranamente attratta da lei. Eppure il profumo dei litri di Chanel n°5 di cui la reginetta si era cosparsa, era chiaramente captato dalle sue narici come l'odore del pericolo.

Assumendo un'aria disinvolta, Jennie si sedette accanto a Chaeyoung, accavallando le gambe in modo provocatorio. Come si aspettava, gli occhi dell'altra seguirono ogni suo movimento, motivo per il quale un ghigno malefico le si disegnò sul volto.
Lei sapeva della bisessualità di Park Chaeyoung. Sapeva della sua relazione con una ragazza oltreoceano che era iniziata prima che la ragazza abbandonasse l'Australia. E sapeva anche quanto la rossa odiava farsi chiamare con il suo nome inglese.
—Allora, Roseanne iniziò dando particolare enfasi alla pronuncia del nome. 

—Ti stai divertendo?

—Oh, s-sì— rispose Rosé, in evidente imbarazzo.
—Potresti, per favore, evitare di chiamarmi con quel nome?— Chiese poi, un po' più sciolta.
—Oh, preferisci Rose? Annie? Rosie?
—Chaenyoung. Chaeyoung va benissimo.
Jennie finse un'espressione delusa annuendo.
—Chaeyoung sia.
Detto ciò, la bruna fece un cenno ad un membro dello staff che le portò la bottiglia che poco prima innalzava come un trofeo.
—Sai Chaeyoung, è ormai tradizione ad ogni mia festa, condividere una bottiglia di Henny solamente con le persone che più mi interessano...
Jennie si prese una pausa per poterla guardare negli occhi.
—E tu mi interessi particolarmente.
Rosé arrossì, osservando la ragazza stappare la bottiglia e versare il cognac in un bicchiere di vetro. Rispetto ai vari alcolici che giravano tra gli invitati, quella pareva roba raffinata.
Quando la ragazza le offrì il bicchiere, Chaeyoung lo prese con mani tremanti. Cercò con lo sguardo la sua migliore amica, che aveva appena mandato giù uno shot di non sapeva cosa. Non andava molto bene, almeno una delle due doveva restare sobria nel caso l'altra avesse avuto bisogno d'aiuto. Poi pensò che sarebbe sembrato maleducato rifiutare l'offerta di Jennie, che oltre a volerle offrire quella bevanda che doveva essere particolarmente costosa, era anche la padrona di casa.
Massì, un bicchierino non potrà certo farmi male. E nel caso mi ubriacassi peggio di Lisa, comunque viene a prenderci Bam.
La rossa sorrise impacciatamente a Jennie che la stava osservando per capire quali fossero le sue intenzioni. Portò il bicchiere alle labbra, e macchiandolo con il suo rossetto brillante, ne bevve il contenuto tutto d'un sorso. L'ennesimo ghigno soddisfatto comparve sul viso angelico di Jennie, che già assaporava la vittoria sulla povera e ignara Park Chaeyoung.

Jisoo restò per un attimo immobile, fissando un punto indeterminato della sala. Quelle luci intermittenti, che sfumavano dal nero al rosa, la avvolgevano e pareva volessero cullarla, proteggerla, portarla lontano da tutto il resto, ma purtroppo la ragazza non poteva permettere che ciò accadesse. Doveva assecondare i piani di sua cugina. Dopotutto, lei era soltanto la figlia della pecora nera della famiglia, colui che era stato in grado di perdere tutto il suo patrimonio investendo in imprese destinate a fallire, lasciando la sua famiglia sul lastrico. Non poteva permettersi di perdere Jennie, nonostante la ragazza non la considerasse realmente parte della famiglia.
Il suo compito era quello di intrattenere l'amichetta tailandese di Park Chaeyoung per il tempo necessario alla complice per narcotizzarla e filmarla in una situazione compromettente. Jennie le avrebbe distrutto la reputazione, e probabilmente la vita, ma Jisoo non aveva il diritto di protestare.

Non ci volle molto per individuare la testa bionda di Lalisa Manoban. La ragazza aveva appena lasciato uno dei tavoli degli alcolici allestiti ai margini della sala, diretta a passo deciso verso il centro della pista da ballo. Si muoveva in modo sicuro, sincronizzando il battito cardiaco con l'incalzante ritmo della musica. Aveva gli occhi di tutti puntati addosso, ma non pareva curarsene. Non soddisfatta del suo assolo, si guardò intorno alla ricerca della sua amica, per coinvolgerla in un pas de deuxe fu allora che intervenne Jisoo.
—Manoban!— la chiamò.
Lisa si voltò di scatto e le sorrise, entusiasta di aver attirato l'attenzione di un personaggio importante.
—Unnie!— ricambiò sfacciatamente, a causa dell'alcol.
Jisoo, seppur infastidita, decise di lasciar correre, avvicinandola.
—Però, sei una macchina da ballo! Potresti competere abilmente con Kim Jongin del collegio SM nelle competizioni inter-scolastiche!
—Se fossi nella categoria maschile magari.
Detto questo Lalisa emise una risatina sguaiata, che l'altra non poté far altro che assecondare.
—Hai praticamente gli occhi di tutti addosso— continuò Jisoo.
—Non sono mica l'unica- commentò facendo volare lo sguardo sugli sciacalli che pazientemente aspettavano il momento giusto per attaccare le due ragazze.
—Ma non m'importa. Io voglio solo ballare— disse iniziando a tenere il ritmo della nuova canzone con il tacco degli stivaletti.
—Perché non balli con me, unnie?
—Cosa? No, non sono capace...
—Oh, andiamo! Ti insegno io!
Jisoo si guardò intorno alla ricerca di uno sguardo di supervisione da parte della cugina, gesto che Lisa scambiò per imbarazzo. Afferrò le mani della ragazza più grande e la condusse al banco degli alcolici dove si era trattenuta prima, proponendole uno shot di vodka al lime. La maggiore sapeva che non le era permesso bere, non quando Jennie le assegnava qualche compito.
—Dai, vedrai che l'imbarazzo scivolerà via!
Non devi, si ripeteva.
Eppure è così insistente...
Magari avrebbe potuto far finta di bere per accontentare i capricci della tailandese e seguirla in pista come se nulla fosse. Tanto non avrebbe fatto nulla di male.
Me lo ha chiesto Jennie...
Alla fine, Jisoo portò il bicchiere alla bocca, e sotto lo sguardo eccitato di Lisa, bevve.

Jennie era riuscita a far bere a Chaeyoung un altro bicchierino di cognac, eppure la droga che aveva ordinato di farvi mettere all'interno, non faceva ancora effetto.
Possibile che quegli inetti mi abbiano dato la bottiglia sbagliata?!
Quello che non sapeva era che in realtà gli stupefacenti stavano facendo effetto da un po', semplicemente la rossa non lo dimostrava come ci si aspettava. Rosé si stava godendo l'atmosfera e la compagnia di Jennie, che la teneva impegnata con discorsi sulla sua infanzia e l'Australia. Non si era neanche accorta delle gambe formicolanti, o dello strano mal di testa che bussava ritmicamente alle sue tempie. Eppure era consapevole del fatto che il suo cuore batteva a poco a poco sempre più velocemente. Pensava si trattasse della sua bassa resistenza all'alcol, o la vicinanza di una ragazza carina come Jennie. Quando quest'ultima tento di riempirle ancora il bicchiere, la rossa le chiese: —Tu non bevi?
—Oh, n-no. La bottiglia è per te— rispose nervosamente. Il suo tono avrebbe causato sospetti a chiunque, ma Chaeyoung era ormai andata.
—Sbaglio o mi avevi detto che l'avresti condivisa? Dovresti studiare meglio il significato delle parole, non credi Jennie so-tutto-io Kim?
La reginetta non aspettandosi per niente l'attacco, accusò il primo colpo, permettendo alla più piccola di continuare imperterrita.
—O forse dovrei dire Jennie Sfondata-di-soldi Kim, o anche Jennie La-snob Kim.
Le mise due dita sotto il mento per chiuderle la bocca, che la ragazza aveva lasciato aperta dalla sorpresa senza neanche accorgersene, per poi avvicinarsi in modo allarmante e sussurrarle a fior di labbra: —Oppure Jennie Maledettamente-sexy Kim?
La bruna arrossì immediatamente, dato che non avrebbe mai e poi mai pensato di trovarsi in una situazione del genere.

E poi accadde.

Chaeyoung iniziò a ridere. Prima sommessamente, poi in modo incontrollato; la tipica risata di chi ha perso qualunque tipo di inibizione. Per Jennie, che aveva aspettato quel segnale dall'inizio della serata, era arrivato in modo talmente brusco da farle quasi del male fisico. Passata la sorpresa, ecco che montò la rabbia. La maggiore afferrò Chaeyoung per le spalle, per poi spingerla fino a bloccarle la schiena contro la seduta del divanetto. La rossa osservando la sua espressione furente non poté fare a meno di mordersi il labbro inferiore, mentre un ghigno trasformava il suo faccino angelico in quello di una volpe.
—Signorina Kim, non le ha insegnato nessuno che certe cose non si fanno in luogo pubblico?
Con un indice, Rosé esplorò la pelle dell'addome lasciata scoperta dal top nero della ragazza che la sovrastava, fermandosi solo dopo averlo agganciato all'estremità dei suoi jeans.
—Potremmo spostarci in una delle tue stanze, mia regina— disse la minore con voce suadente, lasciando l'altra, ancora una volta, senza parole. Approfittando ancora una volta dello stato di shock momentaneo della padrona di casa, la studentessa straniera ribaltò le loro posizioni.
—È un vero peccato, però. Mi piace l'atmosfera di questo posto.
Rosé balzò in piedi.
—Mi è venuta voglia di ballare— annunciò.
Jennie ancora su tutte le furie si alzò goffamente dal divanetto, con l'intento di afferrare quella ragazzina impertinente e cacciarla fuori da casa sua, a calci se necessario. Ma Chaeyoung fu più veloce di lei. Scansò le sue braccia saltellando via come un leprotto.
—Balliamo insieme?- propose ammiccando, prima di fiondarsi nella calca di studenti sudati e ubriachi che si contorcevano e si strusciavano l'un l'altro sulla pista da ballo.
La bruna imprecò prima di seguirla tra la gente.
A Jennie era appena scappata la sua cavietta, ed aveva tutta l'intenzione di ritrovarla per darla in pasto al serpente.

La festa ormai era entrata nel vivo. Nella sala regnava l'odore del sudore misto a quello dell'alcol, oltre alla musica che faceva vibrare l'accozzaglia di corpi che si davano da fare fino allo stremo sulla pista da ballo. C'erano già svariate coppiette che si erano appropriate degli spazi in ombra (i più intelligenti erano sgattaiolati nelle stanze degli ospiti), non riuscendo a togliersi le mani di dosso.
Lisa non ricordava da quanto tempo stesse lì in piedi, a far volteggiare il suo corpo a ritmo, in sincronia con I movimenti di Jisoo. I loro passi sembravano coreografie studiate, e insieme si stavano divertendo un mondo. La bionda era felice di come la sua nuova amica era riuscita a sciogliersi e a sentirsi a proprio agio in quel contesto. La maggiore si era appena allontanata per prendere ancora da bere, quando Chaeyoung raggiunse Lalisa.
—Lali! Mi stai tradendo— disse con il tono offeso di una bambina.
—Rosie!— esclamò l'altra gettandogli le braccia al collo. -Ma se sei stata tu ad abbandonarmi!
Jennie era a pochi passi dalle ragazze, e aveva avuto modo di ascoltare il loro mini dialogo apparentemente privo di senso logico. I nomignoli affettuosi che le ragazze si scambiavano la irritarono ancora più di quanto già non fosse.
Lali? Rosie? Oh quindi solo la tua amichetta tailandese può chiamarti così, mh?
Le due amiche avevano iniziato a ballare, seguendo il ritmo con movimenti sensuali ma veloci, da definire quasi illegali.
Entrambe erano immature, totalmente nuove a certe situazioni, in balia dell'invincibilità della prima sbronza. Probabilmente non sapevano più neanche in che luogo si trovassero ed ognuna era diventata l'unico punto di riferimento dell'altra.
Jennie era affascinata dal modo in cui Rosé si muoveva. Con gli occhi seguiva l'ondeggiare dei suoi capelli, alcuni dei quali si attaccavano al suo viso imperlato di sudore, come la maggior parte della pelle scoperta. Senza preoccupazioni, e senza freni, Park Chaeyoung era una persona completamente diversa ed attraente, e l'interesse della bruna nei suoi confronti non faceva che aumentare.
Jennie decise di rompere l'equilibrio riappropriandosi delle attenzioni di Chaeyoung. Iniziò a ballare intorno a lei, seguendo i suoi movimenti in modo istintivo. Jisoo che si stava facendo strada tra la massa, andò in soccorso della piccola Lalisa, che iniziava ad accusare l'abuso di alcol. La maggiore scortò la biondina lontano dalla musica, dai rumori, dalla festa, e Rosé privata dell'ultima cosa che l'ancorava ad un porto sicuro, si affidò completamente al mare di emozioni che la trascinava via con le sue onde.

La maggiore la teneva stretta per i fianchi, mentre Chaeyoung continuava a danzare in modo tutt'altro che innocente, provocandola in modo abbastanza esplicito. Intorno a loro, erano tutti troppo ubriachi per prestare attenzione alle due ragazze, ognuna presa fin troppo dall'altra. Influenzato dalla droga e dall'alcol, il cuore della rossa batteva troppo velocemente per la più grande, la quale pareva apprezzare e ricambiare le sue attenzioni. Eppure Jennie era ancora perfettamente lucida quando ammise a sé stessa che Park Chaeyoung era speciale, che l'attirava come luce per le falene, e che aveva una strana e disperata voglia di toccarla.

Deve essere mia.

Non ricordava quando questo pensiero le si era insinuato nella mente, sostituendo il piano per la sua vendetta. Forse si era spinta un po' troppo oltre cercando di ottenere qualcosa che in realtà non desiderava affatto. La sua estrema strategia di autodifesa, l'aveva portata sulla via più diretta per la distruzione totale, ma aveva importanza in quel momento? Importava davvero ora che le rosee labbra di Chaeyoung erano così vicine alle sue?
Jennie chiuse gli occhi, ma la rossa si allontanò, posandole l'indice sulla bocca. L'altra la guardò confusa, mentre Rosé la distanziava immergendosi nella folla. Voleva farsi inseguire ancora?
La bruna stava rassegnandosi all'idea, quando la vide ritornare reggendo una bottiglia di vodka alla pesca.
—Non puoi restare sobria— esordì avvicinandosi alla giovane Kim. Quando fu abbastanza vicina, le sussurrò ad un orecchio: —Non ti permetterò di rimpiangere niente.
Le ragazze si guardarono negli occhi per istanti che parevano interminabili. Poi Jennie le strappò la bottiglia di mano, e iniziò a berne il contenuto. La svuotò per metà prima di riprendere fiato, sotto lo sguardo divertito di Rosé. La bruna la guardò.
—Contenta adesso?
—Molto— assentì la piccola Park, allacciandole le braccia al collo.
Fu la maggiore a prendere l'iniziativa premendo con forza le labbra contro quelle dell'altra.
Jennie era pronta a perdere il controllo, e Chaeyoung l'avrebbe seguita, dato stavolta che non avrebbe accettato un altro no come risposta.

Il volume assordante della musica era ormai lontano. Gli unici suoni udibili nel corridoio buio erano lo schioccare dei baci umidi che le due ragazze si scambiavano, e il martellare violento dei loro cuori. Si contendevano il controllo, condividendo respiri e ansimi. Si trascinarono fino alla porta della camera da letto di Jennie che la ragazza su di giri riuscì ad aprire solo dopo svariati tentativi, provocando l'ennesima risatina della rossa. Ancora attaccate l'una all'altra, riuscirono ad entrare chiudendosi la porta alle spalle.
La stanza della bruna era grande e spaziosa, e la luce della luna, che dalla finestra illuminava l'interno quel minimo indispensabile, rendeva l'ambiente suggestivo, romantico quasi. Eppure Chaeyoung, per quanto in condizioni normali avrebbe ben gradito dare un'occhiata in giro, aveva la mente e il corpo presi da tutt'altro. Jennie scostò bruscamente il velo blu del suo letto a baldacchino, e avuto accesso al materasso vi ci spinse Rosé. La rossa la osservò mentre le tirava via gli stivali, in modo da farla distendere per intero, dopodiché scalciò via gli scarponcini. Si mise a cavalcioni su di lei, attaccando nuovamente le sue labbra. Tra un bacio e l'altro, il loro vestiti volarono sul pavimento, e una volta completamente esposte, pelle contro pelle, la padrona di casa si sentì in imbarazzo. Sentiva lo sguardo di Rosé esplorare il suo corpo, e una delle sue mani delicate accarezzarle un fianco. Il suo cuore batteva così veloce da rischiare di esploderle in petto. Voleva toccare, accarezzare, baciare la sua pelle nivea, ma era ovviamente inesperta in fatto di ragazze.
—Non sai cosa fare, mh?— sussurrò Chaeyoung.
Jennie la guardò. Le stava sorridendo amorevolmente ed era davvero bellissima. La bruna ridacchiò imbarazzata.
—Già.
Chaeyoung si alzò a sedere. Le prese il viso tra le mani, e quando la guardò negli occhi i suoi brillavano come un cielo stellato.
—Seguimi, mia regina.
Detto ciò la ragazza tornò a baciarla, per poi posare di nuovo la schiena contro il materasso facendo distendere Jennie su di sé.

 

 

Stanotte mi sto innamorando di te.

Boombayah

 
  
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