Il Ballo
Belle e Rumpelstiltskin camminavano
affiancati lungo un corridoio che pareva non finire mai.
Il tremolante bagliore delle torce
affisse alle pareti proiettava ombre enormi e distorte al loro
passaggio, cosicché la giovane ebbe la sgradevole sensazione di
essere seguita da un nugolo di spettri.
Il percorso s'interrompeva bruscamente
di fronte ad un pesante portone a due battenti.
Il Signore Oscuro posò una mano sulla
superficie di legno massello, poi ci ripensò e si rivolse alla sua
domestica con sguardo severo.
- Devo farti un paio di raccomandazioni
prima che entriamo nel salone della festa. -
Belle annuì, anche se il tono
insolitamente serio del folletto non prometteva nulla di buono.
- Tra gli ospiti ci saranno i
personaggi più svariati. Alcuni, o meglio, molti di loro potrebbero
non piacerti ma non devi assolutamente assecondare le tue impressioni
o mostrare i tuoi sentimenti. Dovrai sorridere ed essere gentile con
tutti, nessuno escluso. Chiaro? -
- Chiaro. - rispose Belle, domandandosi
che razza di gente poco raccomandabile fosse stata invitata a quel
ballo. Banditi? Assassini? Cosa doveva aspettarsi?
Rumpelstiltskin fissò la giovane con
sguardo penetrante. - Dico sul serio, dearie. È molto importante che
questa notte ogni cosa sia perfetta. Tutti dovranno essere a proprio
agio e sentirsi i benvenuti. -
La ragazza si sentì improvvisamente
messa a nudo da quegli occhi di rettile. La voce le venne meno e fu
costretta ad annuire per esprimere il suo assenso.
Il folletto sembrò soddisfatto di
quella tacita risposta. - Molto bene allora. Si comincia! -
Così dicendo, il Signore Oscuro spinse
le porte con entrambe le mani, dopodiché si fece cavallerescamente
indietro per cedere il passo ad una Belle più che mai meravigliata.
La sala da ballo era immensa, a pianta
rettangolare e con i soffitti altissimi, tanto che non se ne vedeva
il fondo, cosicché si aveva l'impressione che gli imponenti
lampadari di cristallo e diamanti, da cui però non proveniva alcuna
luce e che erano stati avvolti da ragnatele tanto fini da sembrare
impalpabili fili d'argento, fossero appesi alla nera volta del cielo.
Un debole e freddo chiarore, che
impediva che nella stanza calasse l'oscurità più fitta, proveniva
da centinaia e centinaia di singole candele sospese a mezz'aria che
fluttuavano pigramente. Le fiammelle erano di un'improbabile tonalità
di verde acceso che, in certi momenti virava al blu o al viola.
Non c'era orchestra, ma una musica
sommessa e lamentosa aleggiava nell'aria come se provenisse dalle
pareti, dal pavimento a scacchiera bianco e nero, e dal soffitto
invisibile.
Rumpelstiltskin sbirciò l'espressione
incantata di Belle e ridacchiò. - Mi sono occupato personalmente
dell'allestimento. I nostri ospiti apprezzeranno. È l'unica notte
dell'anno in cui possono svagarsi un po' e meritano il meglio. E ora
andiamo; ti mostro la tua postazione, dove accoglierai gli invitati.
-
Il folletto condusse la giovane in una
sala attigua, più illuminata rispetto alla prima, dove era stato
allestito un palco a cui si accedeva tramite un'austera scalinata
ricoperta di ricchi tappeti color porpora e viola.
Esattamente di fronte ad essa,
all'altro lato della stanza, c'era un enorme camino spento che
avrebbe potuto ospitare comodamente tra le sue fauci anche un'intera
carrozza con tanto di cavalli.
Il Signore Oscuro guidò Belle su per
la scalinata. Al centro del palco era stato sistemato un trono
foderato di cuscini di lucido velluto color rosso sangue. La ragazza
ebbe un fremito d'orrore quando si rese conto che la struttura dello
scranno era composta da qualcosa che assomigliava terribilmente a
candide ossa umane. Alle estremità dei braccioli erano stati posti
due piccoli teschi lucenti che ghignavano diabolicamente.
- Ah, finalmente è arrivata la regina
del ballo! -
Da dietro il trono spuntarono due
figure tra le più bizzarre e grottesche che Belle avesse mai visto.
Uno era un grosso e grasso gatto nero che si ergeva sulle zampe
posteriori proprio come un essere umano, l'altro era un individuo di
piccola statura, magro e dai modi ossequiosi. Sia l'uomo che
l'animale erano abbigliati elegantemente e s'inchinarono a
Rumpelstiltskin con una tale teatralità che alla giovane sembrò
quasi una presa in giro.
- Belle, questi sono Behemoth e
Korov'ev. Ti aiuteranno a ricevere gli ospiti e vigileranno che nulla
vada storto. -
Il gattone si avvicinò alla giovane,
sempre più sbalordita, e le baciò la mano con fare galante,
solleticandole la pelle con i lunghi baffi. - Regina. -
- Ehm... molto piacere. -
- Bene. Sei in buone mani, dearie, o
zampe... come preferisci. Io devo tornare di là a dare gli ultimi
ritocchi. Verrò più tardi a vedere come te la cavi. -
La ragazza avrebbe voluto supplicarlo
di restare con lei, di non lasciarla sola con quei due tizi
stranissimi e poco rassicuranti, ma non aveva alcuna intenzione di
sembrare una bambina impaurita o di risultare scortese, e comunque
sarebbe stato del tutto inutile perché Rumpelstiltskin era già
svanito nella solita nube di fumo purpureo.
Seguì qualche secondo di imbarazzato
silenzio, poi Korov'ev indicò il trono e le fece un cenno solenne. -
Se volete accomodarvi, regina Belle. Tra pochi minuti dovrebbero
arrivare i primi ospiti. -
La giovane inghiottì la paura e si
sedette con riluttanza, cercando di ignorare il pensiero della
struttura fatta di ossa che ora sosteneva il suo peso. Behemoth si
accucciò accanto a lei e le sorrise sornione. Korov'ev si posizionò
invece accanto alla sedia regale, dritto e impettito come un
maggiordomo.
Poco dopo, il suono di un possente
rintocco, proveniente da chissà dove, squarciò l'aria immobile
della sala; ne seguì un altro e poi un altro ancora. Belle ne contò
dodici. Era mezzanotte in punto.
- Si comincia, regina. - le sussurrò
l'uomo all'orecchio.
Improvvisamente ci fu uno schianto
laggiù nel colossale camino e ne schizzò fuori una forca con un
cadavere penzolante, mezzo disfatto e incartapecorito. Il cadavere
cadde dalla corda, batté sul pavimento e ne saltò su un bellissimo
uomo bruno in frac e scarpe di pelle lucida. Poi giù dal camino
scivolò velocemente una piccola bara mezza marcia; cadde il
coperchio e ne rotolò fuori un altro cadavere decomposto. Il
bell'uomo gli fu accanto con un salto offrendogli con galanteria il
braccio ripiegato a ciambella. Il secondo cadavere si ricompose
trasformandosi in una donna tutta moine, con le scarpette nere e un
merletto, nero anch'esso, sulla testa e la coppia si affrettò su per
la scalinata. *
Korov'ev si chinò verso Belle e le
spiegò che i due erano il signor Jaques e la propria consorte. Le
disse che egli era stato un abile falsario e alchimista, ma si era
reso celebre soprattutto per aver avvelenato l'amante del re.
La ragazza non credeva ai propri occhi.
Il suo sguardo esterrefatto saettava dal punto in cui erano atterrate
la forca e la bara, che ora erano sparite, all'elegante coppia che
stava salendo i gradini.
I due arrivarono davanti al trono,
s'inchinarono e si fecero avanti per baciarle la mano.
- Regina. -
- Incantati, incantati! - rispose il
gatto con entusiasmo e battendo le zampe.
- I... Incantata. - ripeté lei, ancora
stordita da quella straordinaria successione di eventi.
Ben presto, Belle perse il conto di
quante bare, forche e cadaveri fossero scivolati fuori dal camino e
di quante labbra avessero sfiorato la sua mano guantata. Il collo le
doleva a forza di fare cenni di benvenuto, si sentiva le guance
indolenzite a furia di sorridere e la testa le girava perché ovunque
guardasse, davanti a lei vedeva una folla infinita che percorreva la
scalinata.
Uomini e donne, da soli o in coppia, le
si avvicinavano, s'inchinavano, qualcuno le baciava la mano e se ne
andavano per lasciare il posto a chi veniva dopo di loro.
Korov'ev le presentava gli ospiti
elencandone le imprese che avevano compiuto in vita, e la giovane
ebbe conferma dei suoi sospetti: erano tutti criminali, assassini,
truffatori, piccoli delinquenti comuni o semplici ladri, nessuno
escluso.
Tuttavia, davanti a lei, tutti si
comportavano in modo impeccabile, educato, ossequioso e perfino
sottomesso.
Belle rabbrividiva a sentire le parole
di Korov'ev circa i trascorsi di quegli individui, uno più turpe
dell'altro, ma aveva promesso a Rumpelstiltskin di essere ospitale e
cortese con tutti, e così fece.
A un tratto, con la coda dell'occhio,
scorse il folletto in un angolo della sala.
Se ne stava comodamente appoggiato al
muro e la osservava con approvazione, sorseggiando un vino rosso
scuro da un calice di cristallo tempestato di rubini.
La ragazza gli lanciò un'occhiata
disperata. Non ce la faceva più e desiderava tremendamente di
potersi allontanare da quella fiumana riverente di cadaveri.
Per tutta risposta, il Signore Oscuro
alzò la coppa in suo onore e le sorrise in quel suo modo ironico.
Quel gesto fu più che sufficiente per
far comprendere a Belle che non avrebbe potuto lasciare quel trono
fino a quando l'ultimo degli invitati non fosse giunto al suo
cospetto.
Dopo quella che parve un'eternità,
anche l'ultima ospite, un'avvenente signorina che, a detta di
Korov'ev, aveva l'abitudine di uccidere nel sonno i suoi facoltosi
amanti per mettere le mani sulle loro ricchezze, si allontanò verso
il salone adiacente da dove provenivano un allegro chiacchiericcio e
stridenti note di violini.
Belle sospirò. Si sentiva esausta e in
tutto il corpo non c'era un solo muscolo che non le dolesse; aveva
perfino perso la sensibilità del braccio destro a forza di offrirlo.
Si abbandonò contro lo schienale del
trono e socchiuse gli occhi, ma Behemoth balzò su uno dei braccioli
e le porse un calice fumante che conteneva un liquido color pervinca
dall'odore pungente.
- Bevi questo, regina. Ti rimetterà in
forze e poi dovrai raggiungere gli ospiti e il Signore Oscuro nella
sala da ballo. -
Belle gemette. In quel momento avrebbe
solo voluto tornare in camera e gettarsi sul letto; arrivò perfino a
rimpiangere il suo misero pagliericcio nella cella sotterranea.
Tuttavia, quando le sue labbra
sfiorarono la bevanda misteriosa, la ragazza si sentì rinvigorire e
la stanchezza si dileguò all'istante, come per magia.
Korov'ev le offrì il braccio e
l'accompagnò giù dalla scalinata, con Behemoth che li precedeva
dondolandosi sulle tozze zampe posteriori.
Il salone era gremito. Decine e decine
di coppie volteggiavano al ritmo della musica e quasi tutti reggevano
coppe di vino, chiacchieravano e ridevano.
Belle fece vagare lo sguardo sulla
folla e intercettò Rumpelstiltskin che stava conversando con un uomo
in redingote. Si diresse verso di lui, accompagnata da Korov'ev e
Behemoth.
Gli ospiti si facevano da parte al suo
passaggio e le indirizzavano riverenze, inchini e sorrisi.
- Vedi, regina, come ti ammirano? Li
hai conquistati. - fece il gatto strizzandole l'occhio.
Lo strano trio raggiunse il folletto,
che li accolse con un sorriso. - Ben fatto, signori. - disse,
rivolgendosi all'uomo e al gatto. - Ottimo lavoro, davvero. Non ho
più bisogno dei vostri servigi; direi che potete andare a godervi la
festa. -
I due s'inchinarono nuovamente,
dopodiché sgattaiolarono verso il tavolo dei vini.
L'interlocutore di Rumpelstiltskin si
toccò la tesa del cappello a cilindro in segno di saluto e se ne
andò, lasciando il Signore Oscuro solo con la sua domestica.
- Be', congratulazioni, dearie. Te la
sei cavata egregiamente, devo proprio ammetterlo. -
Lei gli lanciò un'occhiata torva. -
Assassini e furfanti della peggior specie. Sarebbero questi i vostri
preziosi ospiti? -
Lui rise. - Delle adorabili canaglie,
non trovi anche tu? Ma non farti un'idea sbagliata. Loro sono solo un
mezzo per mantenere il mio potere. Vedi, dearie, io li faccio
divertire per una notte all'anno, questa notte in effetti; la
notte di Samhain, l'unico momento in cui i morti possono oltrepassare
il velo e tornare per qualche ora nel mondo dei vivi, e loro, in
cambio mi concedono la facoltà compiere magie oscure di cui non c'è
necessità che tu conosca i dettagli. Ma ora serviti da bere. Più
tardi temo proprio che ci toccherà esibirci in una danza e forse
sarà meglio essere un po' brilli. -
Belle trasalì, sentì le gote
infiammarsi e sperò con tutto il cuore che lo spesso strato di
cipria mascherasse il rossore.
- Ehm... danzare? Io con voi? -
Rumpelstilskin annuì distrattamente. -
Già, è tradizione che i padroni di casa aprano la Danse Macabre e
questa simpatica gentaglia è molto attaccata alle tradizioni del
ballo di Samhain. -
Passò qualche tempo. Minuti o forse
ore, Belle non avrebbe saputo dirlo. Era come se la stessa dimensione
temporale si fosse appiattita in quella sala immensa. A un tratto, la
musica cessò e un ritmico e acuto tintinnio sovrastò il vociare
festante degli invitati.
Scese il silenzio e tutti si voltarono
verso Korov'ev che percuoteva delicatamente una posata d'argento
contro un calice di cristallo.
Quando fu certo di aver ottenuto la
piena attenzione dei presenti si schiarì la voce con fare pomposo. -
Mesdames et messieurs, vogliate prego accogliere con un
applauso il vostro anfitrione e benefattore, colui che ogni anno, in
questa notte propizia, rende possibile tutto questo. Il Signore
Oscuro! -
Uno scrosciare di fragorosi applausi e
acclamazioni si levò dalla folla quando Korov'ev si fece da parte
per lasciare Rumpelstiltskin al centro dell'attenzione.
Il folletto si esibì in un'irriverente
parodia di inchino con un ghigno e tutti scoppiarono a ridere,
qualcuno si mise ad applaudire ancora più forte.
Il padrone di casa si godette per un
po' il momento, dopodiché alzò le mani per placare gli animi e
chiedere silenzio. - Signore e signori. - cominciò con voce chiara e
squillante. - Per me è un piacere accogliervi nella mia umile
dimora. Sono terribilmente spiacente che l'arrivo sia sempre un po'
brusco. - fece una pausa, fingendo un'aria contrita. - Ma credo che
nessuno di voi sia preoccupato di rompersi l'osso del collo, vero? -
Di nuovo, si levarono risate sguaiate e
fischi d'approvazione e di nuovo Rumpelstiltskin fece un cenno con la
mano per metterli a tacere.
- Bene! E ora è giunto il momento che
tutti voi, vecchie carogne, stavate aspettando. La Danse Macabre! -
Questa volta l'ovazione fu, se
possibile, ancora più feroce. Alcune donne fecero un risolino
malizioso e avanzarono di qualche passo verso il Signore Oscuro, ma
questi rivolse loro un contrito sorriso di scuse, non del tutto
sincero. - Vogliate scusarmi, mademoiselles, ma
quest'anno temo di avere già una dama per la danza. - Così dicendo,
tese una mano verso il punto in cui Belle era rimasta in piedi in
disparte ad osservare la scena, invitandola a farsi avanti.
Le
aspiranti partner di Rumpelstiltskin le piantarono addosso uno
sguardo ostile, chiaramente offese. La giovane si sentì in trappola
e capì di non avere scelta, così mosse qualche passo in direzione
del folletto, cercando di non badare alle centinaia di occhi puntati
su di lei, tuttavia non poté fare a meno di intercettare alcuni
mormorii tra i quali distinse chiaramente le parole amante
e concubina.
Avrebbe voluto
sprofondare nel pavimento a scacchi, invece cercò di mantenere un
portamento fiero e sereno e, quando incrociò lo sguardo del Signore
Oscuro, sentì una forza improvvisa scorrerle nelle vene e
l'insicurezza sciogliersi come neve al sole.
Nel salone era
calata la quiete più completa, carica di fervente attesa, come i
secondi che separano il fulmine dal tuono.
Rumpelstilskin e
Belle si ritrovarono uno di fronte all'altra al centro della sala, in
un ampio spazio vuoto che gli invitati avevano riservato loro per la
danza.
Il folletto
s'inchinò, questa volta in modo elegante e raffinato, senza alcun
accenno di ironia; Belle rispose con una riverenza, poi i due si
avvicinarono, Rumpelstiltskin le cinse la vita con una mano e prese
quella di lei nell'altra.
Uno stridore di
violini squarciò il silenzio, dopodiché attaccò una musica dal
ritmo veloce e frenetico.
Belle si stupì di
come Rumpelstiltskin si muovesse con una sicurezza e una grazia che,
unite ad una consapevole e anche un po' sfacciata disinvoltura,
facevano di lui un impeccabile danzatore e un partner decisamente
apprezzabile.
D'altra parte, lei
stessa non incontrò alcuna difficoltà nel seguire i suoi passi
leggeri e presto si trovò perfettamente a suo agio in quella danza
dai toni sinistramente altalenanti.
I due si muovevano
con leggiadria, tanto che pareva i loro piedi non toccassero mai
terra. La ragazza aveva la piacevole sensazione di volteggiare a
mezz'aria, come in assenza di gravità.
La stretta di
Rumpelstiltskin era forte ma delicata e Belle notò con piacere come
il suo sguardo rimanesse saldamente ancorato all'altezza dei suoi
occhi, senza mai distaccarsene. Avrebbe potuto perdersi in quei pozzi
screziati d''oro.
Quando la fece
piroettare, la gonna dell'abito si aprì in una ruota di tulle nero e
dagli ospiti si levò un “Oooh” di meraviglia.
L'andamento della
melodia prendeva velocità per poi acquietarsi nuovamente in un
perpetuo e sconcertante gioco di alternanze, ma dama e cavaliere non
si facevano mai sorprendere da quelle repentine variazioni e
riuscivano a sincronizzare perfettamente i loro movimenti, come se
fossero stati incisi nei loro stessi corpi così come le note lo
erano sul pentagramma dello spartito. Sembravano nati per danzare
insieme, come se non avessero mai fatto altro in tutta la loro vita.
Quando la musica
cessò e le ultime note stridule degli archi si dissolsero nell'aria,
la folla lanciò grida estasiate e si proferì in un galvanizzato
applauso generale.
I due ballerini
s'inchinarono, tenendosi per mano e Rumpelstiltskin lanciò un
sorrisetto di sottecchi alla sua domestica. - Allora? Ti sei
divertita, dearie? -
Belle, ancora
frastornata dalla miriade di sensazioni che l'avevano travolta in
quei pochi minuti, si limitò ad inclinare le labbra in un sorriso
timido e incerto.
Gli applausi e le
grida di giubilo non si arrestavano e qualcuno gettò una rosa nera
ai piedi di Rumpelstiltskin, che la raccolse e la porse a una Belle
piacevolmente sorpresa da quel gesto galante così in contrasto con i
modi asciutti e bruschi che egli le riservava solitamente.
Ma nel momento in
cui le sue dita esili si strinsero intorno allo stelo, il fiore si
trasformò in un piccolo pipistrello nero che prese il volo e andò a
sistemarsi a testa in giù appeso a uno dei lampadari.
- Scherzetto,
dearie! - cantilenò il folletto, ridacchiando dell'espressione
basita della ragazza.
Trascorsero altre
ore (o forse solo pochi minuti?) e Belle non faceva che ricevere i
complimenti degli invitati per la sua performance insieme a
Rumpelstiltskin. A un tratto le si avvicinò un uomo in nero
elegantemente abbigliato che sfoggiava un paio di favoriti; le prese
una mano tra le proprie gelide e si profuse in un fiume di lodi. La
giovane ringraziò e tentò di schermirsi: - Sono solo la governante.
Non sono una regina, come pensate voi. -
Ma lo sconosciuto
scosse la testa: - No, no, ma cherie! Sono cento anni che
partecipo a questa deliziosa rimpatriata tra canaglie e vi posso
garantire che non ho mai visto il Signore Oscuro tanto rapito da
qualcuno. Si è esibito nella Danse Macabre con molte donne diverse,
per onorare la tradizione della notte di Samhain, ma questa è la
prima volta che ha danzato con... passione. E quello sguardo, il modo
in cui vi osserva... credetemi, non siete solo la sua
domestica. Rappresentate molto di più per lui. Date retta a un
vecchio Don Giovanni... -
Belle non sapeva
proprio come rispondere davanti ad affermazioni sostenute da tanta
sicurezza ma fortunatamente venne tratta d'impaccio dall'arrivo
provvidenziale di una donnetta piccola e tarchiata che trascinò il
mal capitato al centro della sala per unirsi alle altre coppie che
stavano volteggiando sulle note di un foxtrot dai toni non meno
sinistri di quelli della Danse Macabre.
- Ah! Eccoti qui,
dearie! Ti stai godendo la nostra piccola festicciola di Samhain? -
Belle si voltò e
trovò Rumpelstiltskin in piedi dietro di lei. Teneva tra le mani due
calici colmi di vino, tanto rosso e denso da assomigliare
tremendamente a sangue vivo.
- Definirla
“festicciola” mi pare un eufemismo bello e buono. - commentò.
- Ma è proprio
questo il bello dei nostri ospiti. Amano gli eccessi e non hanno
esattamente quel che si dice un buon gusto in fatto di celebrazioni.
D'altra parte, come biasimarli? Questi poveracci hanno solo una notte
di baldoria all'anno mentre trascorrono tutto il resto del loro
tempo... be', da morti! Io gli do semplicemente quello che si
aspettano e che desiderano. È quello che faccio con tutti, no? -
Belle aggrottò le
sopracciglia con fare severo. - Ma chiedete sempre un prezzo molto
alto. -
- Suvvia, dearie!
Non vorrai farmi una lezione di morale proprio stanotte! Siamo
circondati da anime non propriamente immacolate, ricordi? Non vorrai
turbare gli invitati, spero. -
Il tono di
Rumpelstiltskin era calmo e pacato, ma Belle si accorse del velato
avvertimento insito in quelle parole all'apparenza innocue, così
mandò giù la replica che le era già salita alle labbra e fece un
lieve cenno di diniego.
Il folletto parve
rilassarsi e le porse uno dei due calici. Belle accettò con
riluttanza e studiò, decisamente poco entusiasta, il contenuto al
suo interno.
- Rilassati,
dearie. Non è che un innocentissimo calice del miglior vino del
reame. -
- D'accordo. -
rispose la giovane. - Ma, conoscendovi, non escluderei che possa
trasformarsi in un ragno da un momento all'altro e fuggire via sulle
zampette, come è successo prima con quella rosa. -
- Ti assicuro che
non accadrà. Fidati di me. -
E, chissà come,
Belle si fidò e prese un sorso della vermiglia bevanda. Il sapore
dolciastro e piacevolmente acidulo le riempì la bocca e le scaldò
la gola. Era davvero squisita e la ragazza constatò con enorme
sollievo che il calice che teneva tra le mani era ancora un calice e
non si era trasformato in un ragno o in altre bestioline poco
piacevoli.
* M. Bulgakov, Il Maestro e Margherita, p. 297
Da Stria93 (che sì, è ancora al
mondo): Dearies, è un piacere
tornare tra voi, anche se non so chi abbia ancora voglia di seguire
queste storielle considerando il tempo che latito sul sito.
Anyway, ho
finalmente concluso OUAT (sofferenza! Immane sofferenza!) e mi è
venuta una gran nostalgia dei bei vecchi tempi di Skin Deep, di cui
onestamente avrei gradito vedere di più.
Quale modo
migliore di sfogare la mia rumbellite se non quello di rimettermi a
scrivere? E per prima cosa non potevo certo non rimettermi a lavorare
a questa storia in sospeso dalla notte dei tempi!
Chi ha letto il
libro di Bulgakov avrà sicuramente colto l'opera da cui ho preso
ispirazione per il cuore della storia, nonché “in prestito” i
personaggi di Behemot e Korov'ev e addirittura un passaggio riportato
pari pari della stessa opera.
La Danse Macabre
ovviamente è quella spettacolare quanto sinistra composizione di
Camille Saint-Saens, perfetta per le atmosfere di Samhain.
Be', mi fermerei
qui con gli sproloqui ma tengo molto a ringraziare quei/lle
rumbellers disperati/e che ancora vorranno soffermarsi a leggere
questi miei lavori (altrettanto disperati) e magari perfino lasciarmi
il loro parere.
P.S. Conto di pubblicare il capitolo conclusivo entro Samhain (di quest'anno) xD