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Autore: Stria93    06/08/2018    1 recensioni
Nella notte più misteriosa e magica dell'anno, al Castello Oscuro si svolge un grande evento a cui partecipano eccentrici e macabri personaggi. Ma Rumpelstiltskin avrà bisogno dell'aiuto di Belle affinché ogni cosa sia perfetta.
(Cross-over OUAT-Il Maestro e Margherita)
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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ballo

Il Ballo




Belle e Rumpelstiltskin camminavano affiancati lungo un corridoio che pareva non finire mai.
Il tremolante bagliore delle torce affisse alle pareti proiettava ombre enormi e distorte al loro passaggio, cosicché la giovane ebbe la sgradevole sensazione di essere seguita da un nugolo di spettri.
Il percorso s'interrompeva bruscamente di fronte ad un pesante portone a due battenti.
Il Signore Oscuro posò una mano sulla superficie di legno massello, poi ci ripensò e si rivolse alla sua domestica con sguardo severo.
- Devo farti un paio di raccomandazioni prima che entriamo nel salone della festa. -
Belle annuì, anche se il tono insolitamente serio del folletto non prometteva nulla di buono.
- Tra gli ospiti ci saranno i personaggi più svariati. Alcuni, o meglio, molti di loro potrebbero non piacerti ma non devi assolutamente assecondare le tue impressioni o mostrare i tuoi sentimenti. Dovrai sorridere ed essere gentile con tutti, nessuno escluso. Chiaro? -
- Chiaro. - rispose Belle, domandandosi che razza di gente poco raccomandabile fosse stata invitata a quel ballo. Banditi? Assassini? Cosa doveva aspettarsi?
Rumpelstiltskin fissò la giovane con sguardo penetrante. - Dico sul serio, dearie. È molto importante che questa notte ogni cosa sia perfetta. Tutti dovranno essere a proprio agio e sentirsi i benvenuti. -
La ragazza si sentì improvvisamente messa a nudo da quegli occhi di rettile. La voce le venne meno e fu costretta ad annuire per esprimere il suo assenso.
Il folletto sembrò soddisfatto di quella tacita risposta. - Molto bene allora. Si comincia! -
Così dicendo, il Signore Oscuro spinse le porte con entrambe le mani, dopodiché si fece cavallerescamente indietro per cedere il passo ad una Belle più che mai meravigliata.
La sala da ballo era immensa, a pianta rettangolare e con i soffitti altissimi, tanto che non se ne vedeva il fondo, cosicché si aveva l'impressione che gli imponenti lampadari di cristallo e diamanti, da cui però non proveniva alcuna luce e che erano stati avvolti da ragnatele tanto fini da sembrare impalpabili fili d'argento, fossero appesi alla nera volta del cielo.
Un debole e freddo chiarore, che impediva che nella stanza calasse l'oscurità più fitta, proveniva da centinaia e centinaia di singole candele sospese a mezz'aria che fluttuavano pigramente. Le fiammelle erano di un'improbabile tonalità di verde acceso che, in certi momenti virava al blu o al viola.
Non c'era orchestra, ma una musica sommessa e lamentosa aleggiava nell'aria come se provenisse dalle pareti, dal pavimento a scacchiera bianco e nero, e dal soffitto invisibile.
Rumpelstiltskin sbirciò l'espressione incantata di Belle e ridacchiò. - Mi sono occupato personalmente dell'allestimento. I nostri ospiti apprezzeranno. È l'unica notte dell'anno in cui possono svagarsi un po' e meritano il meglio. E ora andiamo; ti mostro la tua postazione, dove accoglierai gli invitati. -
Il folletto condusse la giovane in una sala attigua, più illuminata rispetto alla prima, dove era stato allestito un palco a cui si accedeva tramite un'austera scalinata ricoperta di ricchi tappeti color porpora e viola.
Esattamente di fronte ad essa, all'altro lato della stanza, c'era un enorme camino spento che avrebbe potuto ospitare comodamente tra le sue fauci anche un'intera carrozza con tanto di cavalli.
Il Signore Oscuro guidò Belle su per la scalinata. Al centro del palco era stato sistemato un trono foderato di cuscini di lucido velluto color rosso sangue. La ragazza ebbe un fremito d'orrore quando si rese conto che la struttura dello scranno era composta da qualcosa che assomigliava terribilmente a candide ossa umane. Alle estremità dei braccioli erano stati posti due piccoli teschi lucenti che ghignavano diabolicamente.
- Ah, finalmente è arrivata la regina del ballo! -
Da dietro il trono spuntarono due figure tra le più bizzarre e grottesche che Belle avesse mai visto. Uno era un grosso e grasso gatto nero che si ergeva sulle zampe posteriori proprio come un essere umano, l'altro era un individuo di piccola statura, magro e dai modi ossequiosi. Sia l'uomo che l'animale erano abbigliati elegantemente e s'inchinarono a Rumpelstiltskin con una tale teatralità che alla giovane sembrò quasi una presa in giro.
- Belle, questi sono Behemoth e Korov'ev. Ti aiuteranno a ricevere gli ospiti e vigileranno che nulla vada storto. -
Il gattone si avvicinò alla giovane, sempre più sbalordita, e le baciò la mano con fare galante, solleticandole la pelle con i lunghi baffi. - Regina. -
- Ehm... molto piacere. -
- Bene. Sei in buone mani, dearie, o zampe... come preferisci. Io devo tornare di là a dare gli ultimi ritocchi. Verrò più tardi a vedere come te la cavi. -
La ragazza avrebbe voluto supplicarlo di restare con lei, di non lasciarla sola con quei due tizi stranissimi e poco rassicuranti, ma non aveva alcuna intenzione di sembrare una bambina impaurita o di risultare scortese, e comunque sarebbe stato del tutto inutile perché Rumpelstiltskin era già svanito nella solita nube di fumo purpureo.
Seguì qualche secondo di imbarazzato silenzio, poi Korov'ev indicò il trono e le fece un cenno solenne. - Se volete accomodarvi, regina Belle. Tra pochi minuti dovrebbero arrivare i primi ospiti. -
La giovane inghiottì la paura e si sedette con riluttanza, cercando di ignorare il pensiero della struttura fatta di ossa che ora sosteneva il suo peso. Behemoth si accucciò accanto a lei e le sorrise sornione. Korov'ev si posizionò invece accanto alla sedia regale, dritto e impettito come un maggiordomo.
Poco dopo, il suono di un possente rintocco, proveniente da chissà dove, squarciò l'aria immobile della sala; ne seguì un altro e poi un altro ancora. Belle ne contò dodici. Era mezzanotte in punto.
- Si comincia, regina. - le sussurrò l'uomo all'orecchio.
Improvvisamente ci fu uno schianto laggiù nel colossale camino e ne schizzò fuori una forca con un cadavere penzolante, mezzo disfatto e incartapecorito. Il cadavere cadde dalla corda, batté sul pavimento e ne saltò su un bellissimo uomo bruno in frac e scarpe di pelle lucida. Poi giù dal camino scivolò velocemente una piccola bara mezza marcia; cadde il coperchio e ne rotolò fuori un altro cadavere decomposto. Il bell'uomo gli fu accanto con un salto offrendogli con galanteria il braccio ripiegato a ciambella. Il secondo cadavere si ricompose trasformandosi in una donna tutta moine, con le scarpette nere e un merletto, nero anch'esso, sulla testa e la coppia si affrettò su per la scalinata.
Korov'ev si chinò verso Belle e le spiegò che i due erano il signor Jaques e la propria consorte. Le disse che egli era stato un abile falsario e alchimista, ma si era reso celebre soprattutto per aver avvelenato l'amante del re.
La ragazza non credeva ai propri occhi. Il suo sguardo esterrefatto saettava dal punto in cui erano atterrate la forca e la bara, che ora erano sparite, all'elegante coppia che stava salendo i gradini.
I due arrivarono davanti al trono, s'inchinarono e si fecero avanti per baciarle la mano.
- Regina. -
- Incantati, incantati! - rispose il gatto con entusiasmo e battendo le zampe.
- I... Incantata. - ripeté lei, ancora stordita da quella straordinaria successione di eventi.



Ben presto, Belle perse il conto di quante bare, forche e cadaveri fossero scivolati fuori dal camino e di quante labbra avessero sfiorato la sua mano guantata. Il collo le doleva a forza di fare cenni di benvenuto, si sentiva le guance indolenzite a furia di sorridere e la testa le girava perché ovunque guardasse, davanti a lei vedeva una folla infinita che percorreva la scalinata.
Uomini e donne, da soli o in coppia, le si avvicinavano, s'inchinavano, qualcuno le baciava la mano e se ne andavano per lasciare il posto a chi veniva dopo di loro.
Korov'ev le presentava gli ospiti elencandone le imprese che avevano compiuto in vita, e la giovane ebbe conferma dei suoi sospetti: erano tutti criminali, assassini, truffatori, piccoli delinquenti comuni o semplici ladri, nessuno escluso.
Tuttavia, davanti a lei, tutti si comportavano in modo impeccabile, educato, ossequioso e perfino sottomesso.
Belle rabbrividiva a sentire le parole di Korov'ev circa i trascorsi di quegli individui, uno più turpe dell'altro, ma aveva promesso a Rumpelstiltskin di essere ospitale e cortese con tutti, e così fece.
A un tratto, con la coda dell'occhio, scorse il folletto in un angolo della sala.
Se ne stava comodamente appoggiato al muro e la osservava con approvazione, sorseggiando un vino rosso scuro da un calice di cristallo tempestato di rubini.
La ragazza gli lanciò un'occhiata disperata. Non ce la faceva più e desiderava tremendamente di potersi allontanare da quella fiumana riverente di cadaveri.
Per tutta risposta, il Signore Oscuro alzò la coppa in suo onore e le sorrise in quel suo modo ironico.
Quel gesto fu più che sufficiente per far comprendere a Belle che non avrebbe potuto lasciare quel trono fino a quando l'ultimo degli invitati non fosse giunto al suo cospetto.



Dopo quella che parve un'eternità, anche l'ultima ospite, un'avvenente signorina che, a detta di Korov'ev, aveva l'abitudine di uccidere nel sonno i suoi facoltosi amanti per mettere le mani sulle loro ricchezze, si allontanò verso il salone adiacente da dove provenivano un allegro chiacchiericcio e stridenti note di violini.
Belle sospirò. Si sentiva esausta e in tutto il corpo non c'era un solo muscolo che non le dolesse; aveva perfino perso la sensibilità del braccio destro a forza di offrirlo.
Si abbandonò contro lo schienale del trono e socchiuse gli occhi, ma Behemoth balzò su uno dei braccioli e le porse un calice fumante che conteneva un liquido color pervinca dall'odore pungente.
- Bevi questo, regina. Ti rimetterà in forze e poi dovrai raggiungere gli ospiti e il Signore Oscuro nella sala da ballo. -
Belle gemette. In quel momento avrebbe solo voluto tornare in camera e gettarsi sul letto; arrivò perfino a rimpiangere il suo misero pagliericcio nella cella sotterranea.
Tuttavia, quando le sue labbra sfiorarono la bevanda misteriosa, la ragazza si sentì rinvigorire e la stanchezza si dileguò all'istante, come per magia.
Korov'ev le offrì il braccio e l'accompagnò giù dalla scalinata, con Behemoth che li precedeva dondolandosi sulle tozze zampe posteriori.



Il salone era gremito. Decine e decine di coppie volteggiavano al ritmo della musica e quasi tutti reggevano coppe di vino, chiacchieravano e ridevano.
Belle fece vagare lo sguardo sulla folla e intercettò Rumpelstiltskin che stava conversando con un uomo in redingote. Si diresse verso di lui, accompagnata da Korov'ev e Behemoth.
Gli ospiti si facevano da parte al suo passaggio e le indirizzavano riverenze, inchini e sorrisi.
- Vedi, regina, come ti ammirano? Li hai conquistati. - fece il gatto strizzandole l'occhio.
Lo strano trio raggiunse il folletto, che li accolse con un sorriso. - Ben fatto, signori. - disse, rivolgendosi all'uomo e al gatto. - Ottimo lavoro, davvero. Non ho più bisogno dei vostri servigi; direi che potete andare a godervi la festa. -
I due s'inchinarono nuovamente, dopodiché sgattaiolarono verso il tavolo dei vini.
L'interlocutore di Rumpelstiltskin si toccò la tesa del cappello a cilindro in segno di saluto e se ne andò, lasciando il Signore Oscuro solo con la sua domestica.
- Be', congratulazioni, dearie. Te la sei cavata egregiamente, devo proprio ammetterlo. -
Lei gli lanciò un'occhiata torva. - Assassini e furfanti della peggior specie. Sarebbero questi i vostri preziosi ospiti? -
Lui rise. - Delle adorabili canaglie, non trovi anche tu? Ma non farti un'idea sbagliata. Loro sono solo un mezzo per mantenere il mio potere. Vedi, dearie, io li faccio divertire per una notte all'anno, questa notte in effetti; la notte di Samhain, l'unico momento in cui i morti possono oltrepassare il velo e tornare per qualche ora nel mondo dei vivi, e loro, in cambio mi concedono la facoltà compiere magie oscure di cui non c'è necessità che tu conosca i dettagli. Ma ora serviti da bere. Più tardi temo proprio che ci toccherà esibirci in una danza e forse sarà meglio essere un po' brilli. -
Belle trasalì, sentì le gote infiammarsi e sperò con tutto il cuore che lo spesso strato di cipria mascherasse il rossore.
- Ehm... danzare? Io con voi? -
Rumpelstilskin annuì distrattamente. - Già, è tradizione che i padroni di casa aprano la Danse Macabre e questa simpatica gentaglia è molto attaccata alle tradizioni del ballo di Samhain. -



Passò qualche tempo. Minuti o forse ore, Belle non avrebbe saputo dirlo. Era come se la stessa dimensione temporale si fosse appiattita in quella sala immensa. A un tratto, la musica cessò e un ritmico e acuto tintinnio sovrastò il vociare festante degli invitati.
Scese il silenzio e tutti si voltarono verso Korov'ev che percuoteva delicatamente una posata d'argento contro un calice di cristallo.
Quando fu certo di aver ottenuto la piena attenzione dei presenti si schiarì la voce con fare pomposo. - Mesdames et messieurs, vogliate prego accogliere con un applauso il vostro anfitrione e benefattore, colui che ogni anno, in questa notte propizia, rende possibile tutto questo. Il Signore Oscuro! -
Uno scrosciare di fragorosi applausi e acclamazioni si levò dalla folla quando Korov'ev si fece da parte per lasciare Rumpelstiltskin al centro dell'attenzione.
Il folletto si esibì in un'irriverente parodia di inchino con un ghigno e tutti scoppiarono a ridere, qualcuno si mise ad applaudire ancora più forte.
Il padrone di casa si godette per un po' il momento, dopodiché alzò le mani per placare gli animi e chiedere silenzio. - Signore e signori. - cominciò con voce chiara e squillante. - Per me è un piacere accogliervi nella mia umile dimora. Sono terribilmente spiacente che l'arrivo sia sempre un po' brusco. - fece una pausa, fingendo un'aria contrita. - Ma credo che nessuno di voi sia preoccupato di rompersi l'osso del collo, vero? -
Di nuovo, si levarono risate sguaiate e fischi d'approvazione e di nuovo Rumpelstiltskin fece un cenno con la mano per metterli a tacere.
- Bene! E ora è giunto il momento che tutti voi, vecchie carogne, stavate aspettando. La Danse Macabre! -
Questa volta l'ovazione fu, se possibile, ancora più feroce. Alcune donne fecero un risolino malizioso e avanzarono di qualche passo verso il Signore Oscuro, ma questi rivolse loro un contrito sorriso di scuse, non del tutto sincero. - Vogliate scusarmi, mademoiselles, ma quest'anno temo di avere già una dama per la danza. - Così dicendo, tese una mano verso il punto in cui Belle era rimasta in piedi in disparte ad osservare la scena, invitandola a farsi avanti.
Le aspiranti partner di Rumpelstiltskin le piantarono addosso uno sguardo ostile, chiaramente offese. La giovane si sentì in trappola e capì di non avere scelta, così mosse qualche passo in direzione del folletto, cercando di non badare alle centinaia di occhi puntati su di lei, tuttavia non poté fare a meno di intercettare alcuni mormorii tra i quali distinse chiaramente le parole
amante e concubina.
Avrebbe voluto sprofondare nel pavimento a scacchi, invece cercò di mantenere un portamento fiero e sereno e, quando incrociò lo sguardo del Signore Oscuro, sentì una forza improvvisa scorrerle nelle vene e l'insicurezza sciogliersi come neve al sole.
Nel salone era calata la quiete più completa, carica di fervente attesa, come i secondi che separano il fulmine dal tuono.
Rumpelstilskin e Belle si ritrovarono uno di fronte all'altra al centro della sala, in un ampio spazio vuoto che gli invitati avevano riservato loro per la danza.
Il folletto s'inchinò, questa volta in modo elegante e raffinato, senza alcun accenno di ironia; Belle rispose con una riverenza, poi i due si avvicinarono, Rumpelstiltskin le cinse la vita con una mano e prese quella di lei nell'altra.
Uno stridore di violini squarciò il silenzio, dopodiché attaccò una musica dal ritmo veloce e frenetico.
Belle si stupì di come Rumpelstiltskin si muovesse con una sicurezza e una grazia che, unite ad una consapevole e anche un po' sfacciata disinvoltura, facevano di lui un impeccabile danzatore e un partner decisamente apprezzabile.
D'altra parte, lei stessa non incontrò alcuna difficoltà nel seguire i suoi passi leggeri e presto si trovò perfettamente a suo agio in quella danza dai toni sinistramente altalenanti.
I due si muovevano con leggiadria, tanto che pareva i loro piedi non toccassero mai terra. La ragazza aveva la piacevole sensazione di volteggiare a mezz'aria, come in assenza di gravità.
La stretta di Rumpelstiltskin era forte ma delicata e Belle notò con piacere come il suo sguardo rimanesse saldamente ancorato all'altezza dei suoi occhi, senza mai distaccarsene. Avrebbe potuto perdersi in quei pozzi screziati d''oro.
Quando la fece piroettare, la gonna dell'abito si aprì in una ruota di tulle nero e dagli ospiti si levò un “Oooh” di meraviglia.
L'andamento della melodia prendeva velocità per poi acquietarsi nuovamente in un perpetuo e sconcertante gioco di alternanze, ma dama e cavaliere non si facevano mai sorprendere da quelle repentine variazioni e riuscivano a sincronizzare perfettamente i loro movimenti, come se fossero stati incisi nei loro stessi corpi così come le note lo erano sul pentagramma dello spartito. Sembravano nati per danzare insieme, come se non avessero mai fatto altro in tutta la loro vita.
Quando la musica cessò e le ultime note stridule degli archi si dissolsero nell'aria, la folla lanciò grida estasiate e si proferì in un galvanizzato applauso generale.
I due ballerini s'inchinarono, tenendosi per mano e Rumpelstiltskin lanciò un sorrisetto di sottecchi alla sua domestica. - Allora? Ti sei divertita, dearie? -
Belle, ancora frastornata dalla miriade di sensazioni che l'avevano travolta in quei pochi minuti, si limitò ad inclinare le labbra in un sorriso timido e incerto.
Gli applausi e le grida di giubilo non si arrestavano e qualcuno gettò una rosa nera ai piedi di Rumpelstiltskin, che la raccolse e la porse a una Belle piacevolmente sorpresa da quel gesto galante così in contrasto con i modi asciutti e bruschi che egli le riservava solitamente.
Ma nel momento in cui le sue dita esili si strinsero intorno allo stelo, il fiore si trasformò in un piccolo pipistrello nero che prese il volo e andò a sistemarsi a testa in giù appeso a uno dei lampadari.
- Scherzetto, dearie! - cantilenò il folletto, ridacchiando dell'espressione basita della ragazza.



Trascorsero altre ore (o forse solo pochi minuti?) e Belle non faceva che ricevere i complimenti degli invitati per la sua performance insieme a Rumpelstiltskin. A un tratto le si avvicinò un uomo in nero elegantemente abbigliato che sfoggiava un paio di favoriti; le prese una mano tra le proprie gelide e si profuse in un fiume di lodi. La giovane ringraziò e tentò di schermirsi: - Sono solo la governante. Non sono una regina, come pensate voi. -
Ma lo sconosciuto scosse la testa: - No, no, ma cherie! Sono cento anni che partecipo a questa deliziosa rimpatriata tra canaglie e vi posso garantire che non ho mai visto il Signore Oscuro tanto rapito da qualcuno. Si è esibito nella Danse Macabre con molte donne diverse, per onorare la tradizione della notte di Samhain, ma questa è la prima volta che ha danzato con... passione. E quello sguardo, il modo in cui vi osserva... credetemi, non siete solo la sua domestica. Rappresentate molto di più per lui. Date retta a un vecchio Don Giovanni... -
Belle non sapeva proprio come rispondere davanti ad affermazioni sostenute da tanta sicurezza ma fortunatamente venne tratta d'impaccio dall'arrivo provvidenziale di una donnetta piccola e tarchiata che trascinò il mal capitato al centro della sala per unirsi alle altre coppie che stavano volteggiando sulle note di un foxtrot dai toni non meno sinistri di quelli della Danse Macabre.
- Ah! Eccoti qui, dearie! Ti stai godendo la nostra piccola festicciola di Samhain? -
Belle si voltò e trovò Rumpelstiltskin in piedi dietro di lei. Teneva tra le mani due calici colmi di vino, tanto rosso e denso da assomigliare tremendamente a sangue vivo.
- Definirla “festicciola” mi pare un eufemismo bello e buono. - commentò.
- Ma è proprio questo il bello dei nostri ospiti. Amano gli eccessi e non hanno esattamente quel che si dice un buon gusto in fatto di celebrazioni. D'altra parte, come biasimarli? Questi poveracci hanno solo una notte di baldoria all'anno mentre trascorrono tutto il resto del loro tempo... be', da morti! Io gli do semplicemente quello che si aspettano e che desiderano. È quello che faccio con tutti, no? -
Belle aggrottò le sopracciglia con fare severo. - Ma chiedete sempre un prezzo molto alto. -
- Suvvia, dearie! Non vorrai farmi una lezione di morale proprio stanotte! Siamo circondati da anime non propriamente immacolate, ricordi? Non vorrai turbare gli invitati, spero. -
Il tono di Rumpelstiltskin era calmo e pacato, ma Belle si accorse del velato avvertimento insito in quelle parole all'apparenza innocue, così mandò giù la replica che le era già salita alle labbra e fece un lieve cenno di diniego.
Il folletto parve rilassarsi e le porse uno dei due calici. Belle accettò con riluttanza e studiò, decisamente poco entusiasta, il contenuto al suo interno.
- Rilassati, dearie. Non è che un innocentissimo calice del miglior vino del reame. -
- D'accordo. - rispose la giovane. - Ma, conoscendovi, non escluderei che possa trasformarsi in un ragno da un momento all'altro e fuggire via sulle zampette, come è successo prima con quella rosa. -
- Ti assicuro che non accadrà. Fidati di me. -
E, chissà come, Belle si fidò e prese un sorso della vermiglia bevanda. Il sapore dolciastro e piacevolmente acidulo le riempì la bocca e le scaldò la gola. Era davvero squisita e la ragazza constatò con enorme sollievo che il calice che teneva tra le mani era ancora un calice e non si era trasformato in un ragno o in altre bestioline poco piacevoli.

* M. Bulgakov, Il Maestro e Margherita, p. 297





Da Stria93 (che sì, è ancora al mondo): Dearies, è un piacere tornare tra voi, anche se non so chi abbia ancora voglia di seguire queste storielle considerando il tempo che latito sul sito.
Anyway, ho finalmente concluso OUAT (sofferenza! Immane sofferenza!) e mi è venuta una gran nostalgia dei bei vecchi tempi di Skin Deep, di cui onestamente avrei gradito vedere di più.
Quale modo migliore di sfogare la mia rumbellite se non quello di rimettermi a scrivere? E per prima cosa non potevo certo non rimettermi a lavorare a questa storia in sospeso dalla notte dei tempi!
Chi ha letto il libro di Bulgakov avrà sicuramente colto l'opera da cui ho preso ispirazione per il cuore della storia, nonché “in prestito” i personaggi di Behemot e Korov'ev e addirittura un passaggio riportato pari pari della stessa opera.
La Danse Macabre ovviamente è quella spettacolare quanto sinistra composizione di Camille Saint-Saens, perfetta per le atmosfere di Samhain.
Be', mi fermerei qui con gli sproloqui ma tengo molto a ringraziare quei/lle rumbellers disperati/e che ancora vorranno soffermarsi a leggere questi miei lavori (altrettanto disperati) e magari perfino lasciarmi il loro parere.


P.S. Conto di pubblicare il capitolo conclusivo entro Samhain (di quest'anno) xD






  
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