Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Maty2002    06/08/2018    1 recensioni
Si dice che la notte porti consiglio, ma Reiner si sente lontano dal poterlo affermare.
E nell'oscurità più totale, dovrà fare i conti con i demoni che infestano la sua mente, senza lasciargli tregua.
-Spoiler capitolo 96-
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Leonhardt, Berthold Huber, Reiner Braun
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fear of the night
 
Faceva freddo.
Il firmamento era coperto da una spessa coltre di nubi, cosicché apparisse spoglio e scuro, privo di qualsiasi fonte di luce.
La vegetazione, fitta e articolata, creava una barriera dalla brezza notturna, senza però riuscire a evitare che il gelo autunnale s’insinuasse nelle membra e nelle ossa dei tre giovani.
Erano raggomitolati attorno a un debole fuocherello, nel tentativo di scacciare dai loro corpi il letale cocktail del freddo e della paura, entrambi abbastanza forti da farli tremare come foglie al vento.
Uno di loro era profondamente addormentato, la testa poggiata sulle ginocchia strette al ventre.
Era una posizione scomoda, pensó il biondo accanto a lui mentre lo avvolgeva in una consunta coperta, ma sicuramente riposare lo avrebbe aiutato.
Desiderava anche lui riuscire ad appisolarsi, chiudere finalmente gli occhi e abbandonare la realtà che lo circondava e lo struggente rincorrersi dei pensieri, sempre e comunque diretti a Marcel.
Ma il sonno sarebbe stato solamente un lenitivo di rapida durata, considerando quanto il rimorso stringesse il petto di Reiner senza lasciargli scampo.
Senza contare gli incubi che lo avrebbero sconvolto per l'intera nottata... sì, l’oscurità era in quel momento il suo peggior nemico, così soffocante e impenetrabile.
Per questo, preferì vegliare sul riposo di Bertholdt, cercando di scacciare via qualsiasi sensazione negativa potesse occupargli la mente.
Dopotutto, era lui ad avere ormai le redini della situazione.
L’indomani avrebbero adempito al loro dovere, sfondando le mura e così facendo dando il via alla distruzione dei demoni eldiani.
Abbassò il volto, di scatto, quasi come si fosse scottato al solo pensiero di ciò che li attendeva.
-Uhm?- mugugnò Annie, notando il brusco movimento di Reiner, che la guardò con un'aria sconvolta.
Aveva ancora il volto gonfio dai calci presi dalla giovane e provava dolore anche solo a sfiorare gli zigomi -quella bastarda non aveva avuto pietà.
-Che hai- disse secca, fissandolo intensamente e con astio, tanto che il biondo dovette guardare altrove per paura di essere pugnalato da quegli occhi di ghiaccio.
-Stavo solo pensando a come sembra dormire tranquillamente Berth… un po’ lo invidio- mentì Reiner, stirando le labbra in un sorriso poco convincente.
Lei non fiatò, continuando a squadrarlo con ostilità.
-So di non andarti a genio Annie, ma-
-Marcel è morto per causa tua e tu continui a rifilarmi una stronzata dopo l'altra solo perché ti è cara la pelle. Credo che questo basti a far capire quello che penso di te… quindi, parla chiaro-.
Reiner la guardò spaventato, decidendo infine di abbandonare la tecnica difensiva e di parlare con sincerità.
In parte, per il timore di poter creare altro trambusto facendo crollare definitivamente la coesione del trio all’indomani dell’attacco e, in parte, perché stanco di mentire e di dover reprimere la preoccupazione.
-Sono… sono stanco. Ho paura. Perché noi? Perché proprio noi dobbiamo…-
-Perché ci hanno scelti, Reiner. E tu lo volevi. Lo volevi così tanto da rubare il posto a Porco, convincendo tutti con la farsa del “guerriero devoto”. Non metto in dubbio che tu abbia avuto i tuoi motivi, ovvio. Ma la causa di tutti gli eventi è tua e anche se dovessimo fallire, sarà sempre colpa tua-.
Annie attese un attimo, prima di proseguire.
Il ragazzo sapeva con certezza che in quella manciata di secondi la bionda avrebbe creato il filo del suo discorso, facendo sì che avesse spine abbastanza lunghe da lacerargli la carne.
Annie riusciva ad annientare a voce quanto nella lotta corpo a corpo.
-Ma ormai siamo sulla stessa barca e navigheremo, che sia questo il nostro desiderio o meno. Ti lasciamo il posto di capitano ora che Marcel non c’è più. È tutto tuo. Vedi di non farci affondare subito-.
-Annie, ti ho già detto che ormai la sua dedizione è la mia-.
-Ma tu non sarai mai lui. Non prenderla come una cosa personale, anzi, se non fossimo in queste circostanze probabilmente non avrei nemmeno voglia di riempirti il muso di calci. Forse… forse non saresti neanche male, tutto sommato. Ma non paragonarti a Marcel-.
E nello sguardo di Annie in quel momento risiedeva una fermezza degna di nota.
Reiner sospirò.
-Non potrò farlo, ma senza una guida non andremo da nessuna parte. Su chi altro vorresti affidare tutte le tue aspettative? Vorresti avere tu il comando?-.
-No… non penso di esserne capace. E quantomeno Berth… probabilmente se sono qua a darti corda è solo grazie a lui. Non so come faccia a sopportarti, con quella testa che ti trovi, eppure… ha un buon effetto collagene, pur standosene sempre zitto-.
Reiner sorrise appena, guardando l'amico appisolato e si trovò d’accordo con Annie. Bertholdt era sicuramente l'unico motivo per cui lui aveva avuto tanta dedizione, oltre al pensiero di quel maledetto di suo padre e il desiderio di dare serenità a sua madre.
E probabilmente era l'unico a trattenere la bionda dallo spaccargli la faccia.
-Annie. Ti parlo seriamente, sarò un buon capo. E ho già abbozzato un piano, più o meno, ma penso potrà andare bene. Ho solo bisogno di fiducia. Della vostra fiducia-.
E i due si guardarono negli occhi, cercando segnali da ambi i lati.
Solo allora Reiner si accorse che, assieme alla diffidenza e all'odio, nel profondo dello sguardo della ragazza giaceva un abisso enorme di paura e sconclusionatezza.
Sì, anche lei era confusa e spaventata, pur non volendolo dare a vedere.
-Me ne pentirò, ma mi affido a te. Anche perché non ho altre opzioni. Dopotutto, se sono arrivata qua è per mio padre e per diventare membro onorario. Sai, penso che noi possiamo solamente definirci delle menti suicida, perché alla fin fine non andiamo oltre questi tredici anni di sforzi e sacrifici. E tutto questo per benefici di cui ci renderemo conto appena-.
-Annie!-.
-Pur essendo il capitano della missione, non proverò a chiederti se ciò che stiamo facendo sia giusto o meno, perché sono certa che non otterrei risposta o, almeno, non una che sia prodotta da quella tua testa di merda e non che provenga da qualche libro di propaganda-.
Detto questo, Annie chiuse gli occhi, reclinandosi su un fianco e cercando infine il meritato riposo prima del gran giorno.
E Reiner, rimasto con in volto una maschera d'orrore, si rese conto di non essere l'unico a sentirsi come un topo in trappola.
Non si sarebbe mai aspettato simili parole da Annie, così taciturna e distaccata da sembrare disinteressata a qualsiasi cosa accadesse,  eppure così animata da convinzioni a cui lui non sarebbe mai riuscito a dare voce tanto facilmente.
Per la prima volta, la sua natura restia e la sua dubbia convinzione verso la patria poterono vedere uno spiraglio di luce in quella notte fredda e oscura, fomentate dalle insinuazione della giovane.
Per la prima volta,  potè provare rimorso nel macchiarsi le mani del sangue altrui senza provar timore di essere considerato un traditore.
E in quella sorta di quiete finalmente trovata, chiuse gli occhi, aspettando che il sonno cogliesse anche lui.
 
-Sai Annie, non immaginavo potessi essere tanto loquace-.
-È la paura a darmi alla testa. Ma penso tu lo sappia bene, sei un esperto nell'essere un cacasotto-.
 
 
Angolo dell’autrice:
E dopo anni di assenza, rieccomi a pubblicare su efp. Sinceramente, per un lungo periodo non ho avuto un briciolo di ispirazione e successivamente una sequenza di impegni mi ha trattenuta dallo scrivere.
Aver ricominciato mi mette un po’ di agitazione, poiché sento la mia scrittura arrugginita, ma spero di avere la costanza di continuare questa mia passione una volta per tutte senza interruzioni.
Per questo, oggi ho portato questa breve (e sofferta) one-shot, che faticava a voler venire a galla.
Ho finito proprio in questi giorni gli ultimi capitoli pubblicati e, da ex fan dell’anime ignara del manga, ne sono rimasta estasiata (e mi sono anche insultata, per aver cominciato la lettura solo dopo anni).
E questo giovane trio penso sia ciò che più mi ha colpita di tutta l’opera, perciò non potevo evitare di scrivere qualcosa a riguardo, pur con il timore di stravolgere la caratterizzazione dei personaggi.
Spero comunque che possa essere piaciuta questa breve one-shot e ringrazio chiunque sia arrivato a leggere queste note.
Alla prossima! ^^
   
 
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