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Autore: Luci28    07/08/2018    2 recensioni
In pochi ti sceglierebbero ancora oggi come scuola superiore, perché ti considerano datato e vogliono sentirsi al passo con i tempi. Eppure chi ti ha frequentato, oltre alle lacrime, ricorda anche ciò che hai significato e ciò che hai saputo dare e quindi, io, diplomata da poco, ho deciso di scriverti questa lettera, per ricordare al mondo l'importanza delle nostre origini e lo splendore di mondi che oggi possiamo solo sognare...
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro liceo classico,

sei stato l'esperienza più straordinaria della mia vita. Ti scrivo questa lettera per pregarti di non lasciarmi mai, perché sai, dopo tutti questi anni, ho iniziato a sentirmi anch'io un po' come te, libera dai pregiudizi e aperta solo alle strade che reputo più sagge.

Dal primo giorno non ho fatto altro che odiarti eppure cercare me stessa in tutto quello che studiavo e pezzo pezzo mi sono scoperta.

Forse mi comporto anche nella vita come di fronte ad una versione di greco, formulo su me stessa mille ipotesi per poi scoprirle tutte errate e scuotere il capo sconsolata. Mi sento anch'io come il greco, impenetrabile e complesso, eppure tanto straordinario e magnificamente intricato. Folle per i più, magico per pochi.

E poi lo ammetto, non ho mai seguito le mode: se tutti ti chiamano retrò e datato, io ti ho riscoperto giorno dopo giorno.

E' vero, non so tradurre il duale molto bene, non riconosco il gerundivo latino e non ricordo l'anno esatto di inizio dell'Impressionismo, ma amo sfogliare i libri di letteratura e sentire le parole dei grandi gridarmi nelle orecchie il loro significato più profondo e amo l'arte, non tutta forse, ma la sento dentro perché i quadri sono come le poesie e cantano come il mio pianoforte una melodia squisitamente armoniosa.

E a tutti quelli che ti disprezzano vorrei urlare di aprire gli occhi perché le lettere sanno creare mondi di un'abissale e inimmaginabile profondità e in essi esiste una vita lontana forse dalla routine di oggigiorno, ma carica di verità e capace tanto quanto i numeri e gli smartphone, se non di più, di capire questo mondo e di amarlo o disprezzarlo non senza motivo valido.
 

Tu, caro liceo classico, sai aprire le menti e gli occhi, non so ancora se al futuro, ma se non altro al proprio cuore e alla riflessione sulla realtà. E non importa come andrà la storia, perché tu mi hai insegnato a vivere, anche se forse solo nel mondo roseo e ovattato dei miei pensieri.

Con te ho riscoperto una vita dentro di me, fatta di similitudini, aggettivi e sorrisi, fatta di sogni che forse non realizzerò mai, perché dopotutto mi sono sentita anche io come il giaciglio di Saffo calpestato dai pastori e con lui mi è sembrato di essere meno sola.

Ho sentito anch'io l'angoscia di Kierkegaard di fronte alle “scelte”, ho respirato il profumo di culture che sono in me e in noi tutti, troppo ben celate perché i più se ne accorgano.

E' tristemente vero che ci si accorge di quanto si sia appartenuti al percorso intrapreso solo quando voltare pagina sembra inevitabile, ma io, caro liceo classico, ti prometto che non volterò pagina, perché i poeti avranno anche goffe ali sulla terra, ma, come ci insegna Baudelaire, volano in alto, sopra il mondo, con una grazia del tutto propria e non cadranno mai, anche se l'uomo comune tenterà di spezzar loro le ali.

“E tu sempre amerai, uomo libero, il mare”, scrive ancora il poeta ed io mi sento così, innamorata del mare di suoni che le parole sanno creare e pronta a spiccare il mio volo, fosse anche solo raso terra, per mostrare al mondo che ti porto nel cuore, liceo, nel cuore e nell'anima.

 

Ebbene, ho imparato poco di quanto serve a stare al mondo oggi tra i tuoi banchi, ma sono cresciuta passo dopo passo e non posso far altro che ringraziarti, ora e per sempre, liceo, per tutti i messaggi e gli insegnamenti che mi hai trasmesso, perché anche se non so ancora bene chi sono, mi riconosco in ogni pagina dei tuoi libri e qualsiasi cosa sarò costretta a diventare da questa società limitata e limitante, non chiuderò mai del tutto il mio cuore a te.

Prometto di continuare a sentirmi così, dannatamente fragile ed emotiva, ma capace di sognare e di lasciar andare la sensibilità ai confini dell'infinito. E se naufragherò anch'io come Leopardi, non potrò che continuare ad amare il suono dei versi di mille imenei e degli altrettanti poeti, che, vissuti prima di me, hanno saputo regalarmi un po' dei loro cuori.

 

Grazie di tutto, liceo classico,

a domani si spera,

 

Luci28

  
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