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Autore: WhiteLight Girl    07/08/2018    1 recensioni
Adrien aspetta Marinette per pranzare, ma quando lei non si presenta in orario al loro appuntamento alla pasticceria ci mette un po' a rendersi conto che Ladybug è in televisione. Un nuovo nemico è comparso a Parigi, ma quando Chat Noir raggiunge il posto è solo con un'immensa distesa di ragnatele. Prima di riuscire a trovare Ladybug e gli altri eroi, il ragazzo viene colpito alla nuca e perde i sensi. Si risveglia in ospedale, dove gli viene detto che Marinette è rimasta uccisa nel fuoco incrociato, ma lui si rifiuta di crederci.
***
La ripresa aerea non le rendeva giustizia, ma c’era ben poco da ammirare quando la sua comparsa significava guai seri in città e la presenza di Rena Rouge al suo fianco non faceva altro che avvalorare la tesi.
«A pensarci, forse dovrei telefonarle.» mormorò Adrien. Ad una prima occhiata, Plagg sembrava stupito dal suo repentino cambio di idea, ma Sabine si limitò a fargli l’occhiolino.
«Anzi, forse dovrei andarle incontro, assicurarmi che non si perda.»
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Chloè, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ULTIMA OFFERTA

Chat Noir fece scivolare le dita tra quelle di Ladybug e le strinse la mano; avrebbero dovuto ucciderlo, prima di riuscire a portarla via.
«Ti portiamo fuori di qui.» disse Queen Bee.
Il ragazzo stava quasi per assecondarla, quando notò che gli occhi di lei erano una pozza di oscurità. «No.» disse allora, irrigidendosi.
La spinse via e spinse Ladybug dietro di sé, poi digrignò i denti alla vista della falsa Queen Bee che sollevava le mani in segno di resa.
«Chatikins? Che diavolo ti prende?» gli domandò lei.
Chat Noir non le rispose e sguainò il bastone, allungandolo per allontanarla. Voleva mettere più spazio possibile tra loro, impedirle di avvicinarsi troppo.
Stai cercando di fregare la persona sbagliata, pensò.
«Lei non è chi dice di essere.» spiegò a Ladybug. Sentiva la sua confusione, ma non le disse nulla finché lei non gli domandò direttamente:
«Cosa intendi? È Queen Bee.»
Scosse il capo e le strinse la mano ancora più forte, spaventato dall’idea che potesse sfuggirgli. Non gli importava se non riusciva a vedere che Chloe non era davvero lei, perché avrebbe pensato lui a proteggerla.
«Lei non è Queen Bee, è una trappola.» spiegò. «Ci sta imbrogliando, vuole portarti via.»
Ma Ladybug ancora non riusciva a vederlo.
«Chat Noir,» gli disse «Metti via il bastone.»
Chat Noir scosse il capo, ora anche Carapace aveva gli occhi della falsa Queen Bee e si stava avvicinando, gli puntò contro il bastone per costringerlo a fermarsi.
«Stai lontano, non ti permetterò di farlo.»
«Chat Noir...» ripeté Ladybug.
La tenne dietro di sé e spinse agli altri lontani. «Credeva di prenderci in giro mescolandosi con noi, ma non mi lascerò ingannare.» le disse.
Dopo qualche secondo di esitazione, Ladybug lo tirò indietro.
«Quello che vedi non è reale, vuole farti combattere contro i tuoi amici.» gli disse.
Ma lui non si voltò a guardarla, perché ogni minima distrazione sarebbe potuta costargli cara. «È quello che vogliono farti credere.»
Fece un balzo in avanti sollevando il bastone, poi lo calò verso Queen Bee, che lo schivò. Rena Rouge, nello stesso momento, portò il flauto alle labbra ed iniziò a suonare, materializzando numerose versioni di Queen Bee.
Chat Noir strinse il bastone con entrambe le mani, ma Carapace gli lanciò contro il suo scudo e quello gli sfuggì di mano, dando il tempo a Queen Bee e Rena Rouge di affiancarsi.
Si rese conto all’improvviso di essere solo contro tre repliche perfette dei suoi migliori amici, Ladybug era rimasta immobile dietro di lui; non sembrava avere intenzione di aiutarlo, ma non dava neanche più cenni di volerlo fermare. Probabilmente, si disse Chat Noir, aveva capito quello che stava succedendo e stava pensando ad un modo per risolvere la situazione.
Per qualche ragione, Carapace e Rena Rouge si fecero da parte, lasciandolo solo contro la falsa Queen Bee. Ora il volto della ragazza sembrava ricoperto di cera liquida, le gocce scivolavano lungo le guance e giù per il collo rivelando il viso pallido della donna ragno.
Lo sapevo, si disse Chat Noir.
Fece un balzo verso il punto in cui il bastone gli era volato e ruotò a mezz’aria afferrandolo al volo, quando si rimise in piedi colpì la donna ragno al fianco e lei cadde a terra con un gemito, ma si rialzò immediatamente.
Mentre lei si ricomponeva, Chat Noir cercò Ladybug con lo sguardo. Sembrava che la falsa Rena Rouge l’avesse raggiunta, ma lei finalmente gli credeva, perché le lanciò contro lo yo-yo e diede uno strattone per farla finire a terra.
Sapeva che la ragazza avrebbe potuto cavarsela da sola, allora spinse la donna ragno in un angolo, le ringhiò contro e si domandò se avrebbe potuto usare il cataclisma contro di lei. Sarebbe stato considerato un omicidio? Quanto ci poteva essere di umano in lei perché lo fosse?
Sentì la voce di Ladybug che chiamava il suo porta fortuna, allora sorrise pensando che presto tutto sarebbe finito e che avrebbe dovuto solo darle il tempo per capire come usare ciò che si era ritrovata tra le mani. Solo allora Chat Noir notò gli uomini e le donne che erano comparsi tutti attorno a loro, realizzando che all’improvviso erano di nuovo in svantaggio e che forse avrebbe dovuto tenere anche loro lontani da Ladybug.
La falsa Rena Rouge era a terra, una donna lasciò il suo posto nel cerchio e le si inginocchiò accanto. Carapace, invece, era immobile e smarrito come non l’aveva mai visto prima di allora.
«Credi davvero di poter vincere contro di me?» domandò la donna ragno.
Chat Noir digrignò i denti, era stanco dei suoi giochetti e dei suoi trucchi da quattro soldi, pensò che probabilmente ucciderla sarebbe stata l’unica soluzione; era disposto a convivere con quel peso.
Agitò le dita con un’ultima esitazione, poi sollevò la mano e dischiuse le labbra per richiamare il suo potere, ma proprio in quel momento la donna ragno sparì, lasciando al suo posto una Queen Bee che, ancora a terra, lo guardava con gli occhi sgranati ed umidi di lacrime. Il suo volto era pallido e teso, Chat Noir si fece indietro, di nuovo incerto su cosa fosse reale e cosa no. Si guardò attorno e allora la vide; la donna ragno, quella vera, era faccia a faccia con Ladybug e le stava sussurrando qualcosa all’orecchio.
A causa dei batti tuonanti del proprio cuore, Chat Noir non riuscì a percepirne le parole, ma quando la donna si allontanò da Ladybug non riuscì a non vedere il terrore nei suoi occhi.
Fece un passo per raggiungerla, ma lei gli fece cenno di fermarsi e lui obbedì.
«Adrien...» sussurrò lei.
Non aveva mai usato il suo vero nome durante uno scontro, a meno che non fosse davvero stravolta e spaventata, allora fece un altro passo verso di lei, ma gli uomini e le donne che fino ad allora erano rimasti immobili avevano rotto il cerchio si stavano disponendo in fila tra loro bloccandogli la strada. Chat Noir non si accorse di Rena Rouge, Carapace e Queen Bee finché non furono al suo fianco; li vide impugnare le armi con la coda dell’occhio e sospirò, domandandosi dove fossero finite le loro copie e dove fossero stati fino ad allora.
«Lasciatela andare.» disse, guardando la donna ragno fissa negli occhi.
Ma Ladybug scosse il capo, spiazzandolo.
Il verso di un corvo gli rimbombò nelle orecchie, l’uccello sfrecciò sulle loro teste spuntando dal nulla e volò in circolo su di loro un paio di volte, poi andò a posarsi su uno degli uomini in fila davanti a loro e spalancò le ali. Il cerchio di luce si aprì e vibrò alle spalle della donna ragno, la superficie si increspava come onde, lasciando intravedere un miscuglio di colori vibranti e forme indistinte.
«L’incarnazione della creazione ha accettato il nostro invito.» affermò la donna ragno.
Chat Noir scosse il capo, incredulo, saltò avanti solo per essere fermato dalle spade sguainate dei cavalieri che lo separavano da Ladybug.
«Fermi! Vi prego!» supplicò lei. Si sporse verso di lui, tese le braccia per raggiungerlo, ma la donna ragno la afferrò per le braccia e la trascinò verso il varco.
Ladybug cercò di impedirglielo, si agitò e tentò di allontanarla. «Aspettate! Lasciate solo che gli spieghi!»
Chat Noir provò a raggiungerla, ma una vecchia scivolò davanti a lui e sollevò una parete di ghiaccio per impedirglielo. Il ragazzo non si fermò, pensando che non si sarebbe più fatto fregare da delle stupide illusioni, ma l’impatto con la superficie gelida fu doloroso e per nulla immaginario.
«Spostati di lì!» gli ordinò Queen Bee. Lui si fece da parte appena in tempo per non essere colpito in pieno dalla trottola della ragazza, che rimbalzò indietro lasciando sul ghiaccio un solco non abbastanza profondo da farlo crollare.
Premette le mani contro la parete, attraverso essa vedeva ciò che stava accadendo dall’altra parte e non poteva impedirlo. Il vecchio guidò Ladybug verso il varco e lei si lasciò trascinare senza smettere di guardarsi indietro, poi svanirono entrambi.
Anche gli altri li seguirono, Chat Noir spinse Carapace lontano dalla parete di ghiaccio e strinse il pugno. «Cataclisma!» gridò. Premette il palmo sul ghiaccio e si infilò tra i suoi frammenti che cadevano a terra, ignorandoli quando gli arrivavano addosso e lo colpivano graffiandolo e ferendolo. Si fece largo tra essi, ma quando riemerse dall’altra parte solo la donna ragno era rimasta nell’antro. Sembrava aspettarlo e, quando le fu davanti, Chat Noir si sentì all’improvviso pesante come un macigno.
«Non smetterai mai di cercarla, vero?» gli domandò lei.
Non le rispose, ma era così. Non avrebbe avuto pace finché non l’avesse riportata a casa ed avrebbe fatto qualunque cosa pur di riuscirci. Lanciò un’occhiata agli amici, stavano di nuovo combattendo, ma questa volta contro qualcosa che lui non riusciva a vedere.
«Voglio farti un ultimo dono, prima di andare.» disse la donna. «Per aiutarti a sopportare la separazione e dimostrarti che non siamo i cattivi.»
Lei sollevò le braccia e premette le dita contro la sua nuca, Chat Noir provò a muovere il capo per divincolarsi, ma non ci riuscì. Si sentiva come una statua di pietra e sapeva che era colpa di lei.
Qualunque cosa volesse donargli, Chat Noir era certo di non volerla; la donna ragno aveva giocato con lui e con i suoi amici, gli aveva portato via l’amore della sua vita ed ora gli stava impedendo di raggiungerla, l’unica cosa che voleva era ucciderla e costringerla a restituirgli Marinette ed a lasciarli andare. Continuò a ripetersi che la odiava, ma al contrario del suo corpo la mente stava diventando sempre più leggera, le sue preoccupazioni svanivano una dopo l’altra mentre il suo passato si frammentava e lui iniziava a far fatica a mettere a fuoco molti ricordi del suo passato. Era come se la donna ragno gli stesse svuotando il cervello e lui non aveva intenzione di permetterglielo. Sollevò un braccio, ci volle tutta la sua forza di volontà e fu come tirar su un macigno, ed afferrò il polso di lei, desiderando di poter usare anche una volta il cataclisma. Avrebbe dato qualunque cosa, in quel momento, per poterla uccidere, per fermarla e poter seguire Ladybug. Vi si concentrò così tanto che non sentì nemmeno il palmo formicolargli, il desiderio di vederla morta soffocava qualunque altra cosa, poi la sentì urlare e tutto il peso del suo corpo svanì, permettendogli di cadere in ginocchio e prendere fiato, mentre la donna si riduceva in polvere davanti a lui.
Chat Noir rimase a fissare la cenere nera che si ammucchiava proprio davanti alle sue ginocchia, stupido dal fatto di esserci riuscito davvero, sentì gli amici fermarsi dietro di lui, poi raggiungerlo, ma lui non riusciva a smettere di sentire l’urlo straziante della creatura che aveva ucciso. Il portale si chiuse davanti a lui.
«È troppo tardi.» esclamò Queen Bee.
Rena Rouge si fermò dove era stato il portale appena pochi secondi prima e si voltò a guardarlo. «Perché non sei entrato? Avresti fatto in tempo a raggiungerli.» gli disse.
Chat Noir si chiese cosa intendesse. «Raggiungerli?»
«Amico, hai preso una bella botta in testa?» domandò Carapace. «Quelli hanno preso Ladybug.» Ma Chat Noir ancora non capiva. «Ladybug?»
Carapace aprì la bocca per ribattere, ma Queen Bee lo fermò. «Ladybug.» disse. Poi abbassò la voce per timore che la sentissero. «Marinette.»
Chat Noir era confuso. «Chi?»


***

Ci vediamo tra una settimana con l’epilogo; per eventuali spoiler o notizie visitate la pagina Facebook Miraculous Backstage & ZAG Heroez Italy

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