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Autore: Wolfgirl93    09/08/2018    0 recensioni
Bucky viene chiamato alla nuova base degli Avengers da Sam, quando però scoprirà il motivo di quella chiamata il suo mondo si sgretolerà in mille pezzi.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Sam Wilson/Falcon, Steve Rogers
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Anche quella mattina la routine sembrò la solita: si era svegliato era andato in cucina, aveva trovato Steve intento a bere il suo caffè e dopo un bacio veloce era andato a farsi una doccia prima di fare colazione.
“Che programmi hai per oggi?” Chiese il biondo posando la sua tazza bianca, la sua preferita.
“Sam ha detto che hanno bisogno di me, è da tanto che non passo del tempo con la squadra, non capisco perché non vogliano anche te però.” Spiegò James tra un morso e l’altro del suo pancake.
Steve spostò lo sguardo dalla TV a Bucky e scrollò le spalle “Hanno bisogno di un soldato capace, non di un ex capitano.” Scherzò alzandosi e andando a dare un bacio a Bucky “Stai attento.”

Così era ormai la sua routine, Steve che gli ripeteva di stare attento a qualunque cosa e lui che ridacchiava perché l’altro era sempre troppo iperprotettivo; con il sorriso sulle labbra arrivò alla base degli Avengers, camminò fra i corridoi puliti finché non sentì la voce di Sam che sicuramente stava prendendo in giro il povero Scott.
“Guarda un po’, finalmente ti sei deciso ad arrivare, stavamo partendo per venirti a prendere.” Scherzò Falcon quando lo vide entrare nella stanza.
Bucky scosse il capo e prese posto accanto ai due “Allora, qual’è l’urgenza?”
I due si fecero più seri, l’atmosfera tranquilla e famigliare era diventata improvvisamente tirata e seriosa e Bucky iniziò a sentirsi a disagio.
“Vedi James...” Iniziò Scott venendo subito interrotto.
“Bucky! Solo Bucky.” Precisò il castano guardando Ant Man.
Fu Sam che prese la parola dopo quel piccolo teatrino “Ascolta, è da quasi un anno che non torni qui, siamo tutti preoccupati. Persino Tony è preoccupato per te, nessuno di noi vuole che tu rimanga da solo in un momento come questo.”
Bucky per poco non scoppiò a ridere, era uno scherzo? ‘Un momento come questo?’ intendeva da quando aveva iniziato a convivere con Steve? “Sul serio Sam? Capisco che tu sei contro ogni tipo di relazione ma metterla sotto questa chiave è troppo anche per te!”
Gli occhi si Sam si spalancarono, spostò lo sguardo su Lang come a chiedere aiuto per quella situazione ma l’animo era senza parole come lui.
“Bucky, di che cosa stai parlando?” Finalmente Sam sembrò aver ritrovato la parola, era confuso ma anche preoccupato.
“Sto parlando del fatto che stai facendo un affare di stato il fatto che io e Steve conviviamo.” Spiegò Bucky tranquillamente.
La stanza pionbò nuovamente nel silenzio, l’aria sembrò farsi quasi più fredda e Sam e Scott si sentirono gelare il sangue.
“Forse è meglio se vi lascio soli...” Propose piano Ant Man, era Sam il migliore amico di Bucky e lui sarebbe sicuramente stato di troppo in quel momento.
Bucky era confuso da quelle reazioni, aveva detto qualcosa di strano? Sam e Scott non approvavano le relazioni omosessuali? La sua mente fu tempestata di domande ma quando finalmente Sam si schiarì la voce il castano capì che finalmente avrebbe avuto delle risposte.
“Bucky, cosa intendi con ‘ io e Steve conviviamo?’” Chiese con calma Falcon cercando di mantenere la voce calma.
La mente dell’ex Winter Soldier fu nuovamente riempita di domande senza risposta, pensava seriamente che l’amico fosse impazzito o qualcosa del genere. “Stai bene Sam? Non mi sembra di aver detto qualcosa di strano, io e Steve ti avevamo già parlato dei sentimenti che proviamo l’uno per l’altro quindi mi sembra davvero strano che tu non capisca il fatto che ora conviviamo.”
Sam sentì le lacrime pizzicargli di occhi, si alzò di scatto e sbatté i pugni sul tavolo “Smettila di parlare di lui così facilmente! Steve è morto!” Urlò con alcune lacrime che gli rigavano le guance.
Gli occhi grigi di Bucky si spalancarono, boccheggiò per qualche secondo prima di scuotere il capo velocemente “Che cazzo stai dicendo, eh? Steve è vivo! Steve è a casa mia!” Il cuore del castano stava battendo all’impazzata, perché Sam stava dicendo quello?
Sam si avvicinò ad alcuni fascicoli ben archiviati nella libreria e ne lanciò uno sul tavolo “Aprilo!”
Bucky lo guardò confuso poi eseguì, quando aprì il fascicolo sentì il fiato mancargli dentro c’erano alcune foto: lo scudo di Steve spezzato a metà, la divisa sulla sua stella strappata e piena di sangue e poi l’ultima foto che Bucky vide fu quella di Steve accasciato a terra in una pozza di sangue, gli occhi erano vitrei sul petto aveva una grossa ferita aperta.
Il fascicolo gli cadde dalle mani, la mente di Bucky fu sommersa dai ricordi, ricordò quella maledetta sera, ricordò la morte di Steve, ricordò gli psicofarmaci che gli avevano dato per aiutarlo, ricordò la solitudine della sua casa senza il biondo; ogni ricordo lo colpì come una coltellata al cuore e lentamente si accasciò a terra piangendo.
Sam gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla “Mi dispiace non esserti stato vicino...”
Ormai Bucky era sordo a qualsiasi parola, il dolore lo stava completamente avvolgendo, la sua mente aveva rifiutato la morte di Steve facendoglielo vedere ogni giorno dalla sua morte, la sua mente però ora sembrava completamente andata e tutti quei ricordi dolorosi lo stavano travolgendo.
“H… Ho bisogno di un attimo… Vado in bagno.” Riuscì a dire alzandosi a fatica da terra.
Sam lo guardò incerto poi annuì, doveva lasciarlo andare, si sentiva colpevole perché era stato lui a riportarlo bruscamente alla realtà.
Bucky si trascinò in bagno e si lavò il viso con l’acqua fredda, sperò che quello potesse placare il dolore ma sapeva che nulla lo avrebbe aiutato.
“Mi dispiace.” Quando Bucky alzò gli occhi vide Steve, o meglio la proiezione di Steve che la sua mente continuava a mandargli. “Ti amo così tanto.”
Bucky guardò quell'immagine svanire lentamente mentre le sue lacrime scendevano copiose dai suoi occhi “Ti amo anch’io” Sussurrò fra i singhiozzi prima di premere il grilletto contro la propria testa.

   
 
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