Confessione
d’amore
Mochizou
Ooji ha avuto tutto il tempo per pensarci e non ha dubitato mai, neanche per un
secondo, dei suoi sentimenti nascosti per quell’unica persona. È consapevole che
essi non si possono dimenticare né si devono rimpiazzare: una cosa del genere
sarebbe inconcepibile come convincere il cuore a smettere di
battere.
Al
lato opposto della strada in cui vive abita Tamako Kitashirakawa, anche lei
figlia di un venditore di mochi, come
lui nata e cresciuta in quel distretto commerciale così pieno di vitalità e di
colori, di allegria e di calore, di rispetto e di
educazione.
L’ampia
finestra della sua camera da letto si trova proprio di fronte a quella della
ragazza che conosce da sempre, talvolta coperta da una tenda rosa. Ormai il
giovane ha perso il conto di tutte le sere in cui si sono parlati da
quell’esatta postazione attraverso il loro mezzo speciale di comunicazione,
ossia un lungo filo traslucido e collegante due bicchieri che fungono da
cornette. Un telefono di carta, improvvisato da sua madre, semplice ma efficace.
Una connessione che è soltanto loro e che gli scalda il cuore nel petto, una
cosa fondamentale, perché Mochizou è sempre stato molto impacciato a riguardo,
non è affatto bravo a esprimere le sue emozioni più profonde perché composto e
introverso, pur dimostrandosi sempre gentile e disponibile con gli altri.
Parlare non è un problema, chissà come mai, la sua incapacità latente emerge
solo con la dolce e volenterosa Tamako.
Da
bambini non ha fatto altro che stuzzicarla, tirarle i codini scuri, chiamarla
“polpetta”, tuttavia era soltanto un modo infantile per mascherare la simpatia
che provava. Certamente, da quando è cresciuto e ha smesso di comportarsi
scioccamente, non manca di aiutarla o di consolarla quando può e inoltre, con la
scusa di doversi esercitare per il club di cinema, l’ha spesso filmata con la
videocamera digitale e ha custodito quegli stessi video coltivando la speranza
di trovare il coraggio per dichiararsi.
Finché
quel giorno non è infine arrivato, giunto con la complicità inaspettata di
Midori, l’amica di Tamako che l’ha quasi messo alle strette. Sulla strada verso
casa, attraverso l’ampio viale, mentre il sole è in procinto di tramontare e il
cielo esibisce delle calde sfumature di colore, davvero suggestive, ha visto
Tamako saltellare sopra le rocce che formano, sul fiumiciattolo dai riflessi
brillanti, una specie di ponte. Lei si sposta con la divisa femminile della
scuola superiore che la rende ancora più graziosa ai suoi occhi, come la prima
volta in cui gliel’ha vista indosso sull’uscio di casa all’incirca tre anni
prima. Mentre lei ricordava che da piccoli ci giocavano sopra quei massi e che
lui la spingeva nell’acqua, Mochizou spera che sia davvero la volta buona, ma
poi ci ripensa. Salta come lei su quelle rocce e si ferma sopra una di esse.
L’ascolta parlare di sé, però sempre ricercando dentro il coraggio necessario a
informarla che partirà. Fino a quando lei non si scusa e non mette un piede in
fallo, sbilanciandosi; Tamako sta per cadere e Mochizou si tende prontamente ad
aiutarla. Le impedisce di finire in acqua, stringe la presa sul suo polso, la
guarda fisso. Adesso o mai più. E
stranamente, nel parlare, la sua voce rimane quasi ferma e
controllata.
«Tamako. Io… andrò a Tokyo per l’università.
Ho sempre pensato di voler studiare Cinematografia. Quindi ho pensato di doverti
confessare i miei sentimenti. Tamako. Ti amo. Sono follemente innamorato di te!
Quindi…»
Quante
notti insonni passate a fantasticare sulla confessione d’amore e in
quell’istante sentirsi il petto sciogliersi, scrollarsi via titubanze e
complessi. Essere a un passo da lei, eppure, a seconda delle circostanze, aver
preferito infinite volte un cauto silenzio al rischio di finire ignorato – o
peggio – rifiutato. Eppure la reazione di lei lo lascia alquanto interdetto, lo
spinge a trattenere il fiato. Riesce a lasciarlo andare, il fiato, soltanto dopo
aver tirato fuori Tamako dall’acqua – alla fine ci è caduta davvero nel fiume,
apparentemente per la sorpresa. L’attesa è scandita da qualche secondo in cui
sono entrambi bagnati, lei zuppa dalla testa ai piedi, lui
meno.
«Sono onorata. Sono onorata! Se vuoi
scusarmi».
Questo
è tutto ciò che Mochizou le sente dire prima di vederla allontanarsi in una fuga
impacciata. Ha capito che per quel giorno rimarrà in sospeso a porsi le dovute
domande.
Ha
fatto bene? Ha sbagliato? È stato troppo diretto? Cosa deve aspettarsi adesso?
Passerà la notte a tormentarsi?
Lui
non immagina ancora che il suo sentimento uscito allo scoperto, incancellabile e
paziente, si rivelerà ricambiato.
____
Note:
Questa semplice riflessione è stata scritta di getto al pensiero che se non
avessi consegnato qualcosa il contest si sarebbe annullato. Non mi convince
molto, ma spero di aver centrato il tema dei sentimenti, in questo caso
ripensando alla scena del film “Tamako Love Story”. Ho voluto imprimere ciò che
la loro storia mi ha trasmesso, soprattutto riguardo Mochizou. Ovviamente i
dialoghi che ho inserito non sono miei. Se mi ricapiterà in futuro scriverò
altro perché questi personaggi sono carinissimi <3
Rina